martedì 30 dicembre 2008

L'asino dice al bue: ciuccio!



Stasera sono per un quarto felice…

Felice perché ieri sera sono uscito col mio vecchio amico vicino al quale mi sedevo a scuola. Ci eravamo ripromessi di sentirci, ma non è stato così. Mi ha fatto piacere vederlo e sentire un po’ cosa era accaduto in 3 mesi (era da settembre che non lo sentivo più!).

Per un altro quarto sono dispiaciuto perché a questo amico (e badate che ho scritto amico, ma un po’ mi vergogno) ho tenuto nascosto la verità. E non è una cosa di cui vado fiero… Anche se “era a fin di bene”. E lo era veramente, ma nulla togliendo a coloro che lo dicono sempre!

Per l’altra metà (e questa è una metà che prevale molto in me stasera), sono super arrabbiato!

Ricordate tutti quei discorsi sul brutto anatroccolo e sul soldatino di stagno? E quando io mi arrabbiavo perché non capivo come mai l’apparenza prevale sempre su ciò che si è dentro?

Bene, stasera vado sui messaggi che mi sono stati lasciati su un sito di chat e trovo un messaggio di una ragazza che mi scrive: “quanto sei brutto…”. Ancora ci penso e mi fa rabbia. Anzi, neanche più rabbia perché quella l'ho “svaporata”: mi sento frustrato e scoraggiato da questo mondo.

Subito a questa ragazza ho lasciato un messaggio rispondendo picche: posso anche aver sbagliato, ma sono stato impulsivo e non me ne pento.

Ma quello a cui penso ora è il fatto che ci sono troppe persone cui interessa l’esteriorità e non ciò che si è dentro.

Va bene, non voglio essere ripetitivo… Mi affido alle parole dei grandi letterati.

Disse Shalespeare “O dignità del potere, o apparenze ad esso legate, quanto spesso con la vostra scorza e con le vostre vesti strappate la reverenza agli sciocchi e vincolate lo spirito dei più saggi alle vostre false sembianze!”

Anche Ambrose Bierce (scrittore statunitense quasi sconosciuto) dà questa definizione: “Bruttezza: dono che gli dei fanno a certe donne per rendere possibile la loro virtù.”

Cito anche Marcel Proust: “Lasciamo le donne belle agli uomini senza fantasia.” E finiamo con la saggezza popolare: “Non è bello chi é bello, ma chi piace.”

E se è anche vero che Oscar Wilde disse: “Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”. Fate pure voi ma, per me, non dovreste più leggermi.

A risentirci.

lunedì 29 dicembre 2008

Miss Indipendenza

Sabato vi lasciai col fatto che avevo iniziato a leggere il libro "Un giorno in più" di Fabio Volo. Vi lascio stasera che l'ho finito di leggere ieri pomeriggio. E' stato stupendo! Per me ha introdotto un nuovo modo di vedere un rapporto di amicizia e d'amore. Mi è piaciuto davvero tanto, e se qualcuno lo vuole, lo posso dare in versione .pdf (con Adobe per intenderci) o .doc (con Word!).
Stasera voglio anche postarvi una traduzione di una canzone hip-hop che è arrivata in Italia (grazie Ne-Yo!). Esatto la canzone è di Ne-Yo ed è l'ultima canzone che ha pubblicato in Italia. Il titolo originale è "Miss Independent" ed eccovi qui la traduzione.

" E’ qualcosa a proposito / Semplicemente a proposito di come si muove /Non riesco a capirlo, /E’ qualcosa a proposito di lei (dillo!) / E’ qualcosa a proposito / Di un tipo di donna che ti desidera ma che non ha bisogno di te / Non riesco a capirlo, / E’ qualcosa a proposito di lei (dillo!). / Perchè cammina in modo favoloso / Parla in modo favoloso. / Le manicure alle mani bastava anche per la pedicure, / E’ una libellula con grazia / E si muove in modo favoloso / Fa tutto in modo favoloso / Fa, è riuscita a farmi pensare di fidanzarmici / E' lei il tipo di ragazza della quale ho bisogno. / Ha qualcosa di unico /E’ per questo che la amo, /Miss indipendenza / Non vieni qui e resti un po’ di tempo con me? / Ha qualcosa di unico / E’ per questo che la amo, / Miss indipendenza / Ooh, come brilla / E’ qualcosa a proposito / Di un tipo di donna che può prendersi cura di sé / La guardo e mi rende fiero / E’ qualcosa a proposito / Qualcosa, ooh, a proposito di qualcosa di così sensuale / Di un tipo di donna che non ha nemmeno bisogno del mio aiuto / Dice che lo ha, lo ha Non c’è dubbio, c’è qualcosa a proposito di lei (che mi fa impazzire) / Perchè lavora in modo favoloso /Gioca in modo favoloso / Macchina e taxi pagate da sè / E le bollette sono pagate in tempo / Cerca un uomo indipendente /Solamente un uomo indipendente, / Se ne incontra alcuni con un po’ meno gli dice di non farsi più vedere / Questa è la ragazza che ho in mente io /   (Mmhm!) La cosa che adora dire è /  “Non ti preoccupare, io ce l’ho!” /E’ tutto quello che ha, / Meglio pensare che l’ha comprato da sola / Mi tubrerà il cuore / Non ci sono dubbi a proposito, ragazza /Sei tutto quello di cui ho bisogno / Dici che sei tutto quello di cui ho bisogno."
Magari non può avere il significato di una stupenda canzone di Elton John o di una tristezza di Riccardo Cocciante o dell'amore sdolcinato di Claudio Baglioni... ma è sempre qualcosa che si può leggere!
Stasera sono anche un po' in agitazione perchè rivedo un mio amico che dalla fine dell'estate non ho visto più, sebbene ci eravamo promessi di non perderci di vista. Ora inizio a preparmi visto che tra 20 minuti dovrei essere già a 800 metri (più o meno) da questo pc!
A risentirci!

sabato 27 dicembre 2008

Mi piace Chopin (sia a me che a Gazebo!)



Non è mai tardi per la consueta puntata con la canzone anni ’80.
Oggi pomeriggio, dalle 2 circa, mi sono messo a leggere “Il giorno in più” di
Fabio Volo. È stupendo, non vedo l’ora domani di finirlo!

Passando a oggi, la canzone è di un’italo-libanese
abbastanza conosciuto: Gazebo. La canzone si chiama “I like Chopin” e in Europa
fu un grande successo. La traduzione non mi piace, ma potete trovarla su
Internet. Il video è infondo al commento.







E una grande canzone vi auguro un altrettanto grande fine settimana!

A risentirci!

mercoledì 24 dicembre 2008

Poche ore al Natale!

Vigilia di Natale. Tra poche ore "rinasce" Gesù Bambino e spero gli abbiate scritto la lettera. Io l'ho fatta ma non la voglio scrivere...
Più che altro, vorrei mettere oggi i video della grande Luciana perchè mi è stato detto che leggerla è alquanto noioso. Accontentati:




Stupendo! La mia letterina non è così!
A risentirci!

martedì 23 dicembre 2008

Facciamo due in uno...



Anche oggi, visto che ho trovato il tempo, sono qui a lasciare qualche mia impressione.

Oggi vorrei mettere una testo di canzone. Il problema (mio, più che altro) è che si tratta di una canzone d’amore. La canzone, poco conosciuta, penso, è “Stuck in the middle” di Mika.

La canzone non la conosco e la traduzione la trovai per caso, ma mi piacque, ed eccola di seguito.

“Mi siedo e penso al giorno in cui morirai /  I tuoi occhi raggrinziti hanno tradito la gioia con la quale sorridi / Ti interessano le mie ragioni? / Ti interessa mettere la tua vita nella mia? / Guardando la vita dalla prospettiva di un ragazzo / Che ha imparato ad amare ma anche a crescere / Potremmo fare di meglio, clima tempestoso / Così difficile da sapere. / Ah, ah, ah, c’è qualcuno in casa?  / Chi mi crederà, chi non m'ingannerà, chi non cercherà di cambiarmi? / Ah, ah,ah , c’è qualcuno in casa? /  Chi mi vuole, solo per amarmi? / Bloccato nel mezzo. / Io ti guardo / Tu mi guardi /Ci mordiamo l'un l'altro / E con le tue parole pungenti mi butti a terra / Ma le mie truppe sono più numerose delle tue /  Non riuscirai mai a tenermi testa / La nostra è una famiglia che è basata sulla tradizione. / Ma con le mie parole incuranti calpesto la tua visione / Cinque figli sono meglio di uno? A chi non piace diventarlo? / Questo sono io / Questo non è un buon piano per
spezzarti il cuore / Lo so che quello che ho iniziato significa che quando ci siamo separati / Posso vivere in onestà!”

Scritto questo, Natale si avvicina, e tutti i bambini avranno già scritto la loro bella letterina a Babbo Natale. Io non la scrivo stasera la mia, ma vi riporto quella della mitica Luciana Litizzetto, andata in onda domenica sera… uno spasso!

“Caro Babbo Natale, siamo Luciana e Fabio. Luciana è quella figa e Fabio è quello fesso. Centralo per favore da 11.000 metri con uno dei tuoi regali intelligenti, ma che sia pesante tipo una fioriera o delle tegole in cotto fiorentino. Fazio, l’anno scorso per Natale, aveva promesso che migliorava e invece è sempre uguale. E’ sempre la solita cacca nascosta tra le foglie dell’ippocastano che tutti pestano e nessuno se ne accorge.

Caro Babbo ho tante cose da chiederti e se non c’è la fai a far tutto, posso dire a Bersani che liberalizzi la tua licenza e aggiunga “babbi” per coprire il fabbisogno dell’Italia.

Segnati, per prima cosa Babbo, di ricordarti di portare una nuova tinta alla Brambilla, che quella che ha è la stessa dei giubbotti d’emergenza in autostrada e da lontano, quando c’è lei, sembra sempre che qualcuno abbia bucato.

Fà che Mastella e Di Pietro facciano pace e si bacino sotto Visco.

Porta ad Agostino Saccà un kit per fare segnali di fumo e ai politici in fregola, porta un amante che non voglia fare fiction a tutti i costi. Una che magari si accontenti di aprire una profumeria o un baracchino di pizza al taglio.

Fai che Dini capisca che un partito con due persone non si può chiamare “partito”, ma al massimo “unione di fatto”, e come è successo per Fini, Casini e Calderoni, fa che trovino l’amore come tanti politici che sono ancora soli. Io vedrei bene la Bindi con Bondi. Stanno bene i due nomi sul citofono: Bindi-Bondi o Bondi-Bindi.

Ti prego caro Babbalone, fai che quel bel manipolo di belenghe che ci governa, si metta d’accordo e ci spieghi una volta per tutte, con parole semplici, sta storia del modello elettorale, che son sempre lì a dire “modello francese”, “modello tedesco” e nessuno né capisce un tubo! Che cos’è il modello tedesco? Un ficaccione biondo, alto due metri con un ferro da stiro nelle mutande, che sfila per Dolce & Gabbana? E il modello francese chi è? Un pimpello in fuseaux e Chanel N°5 che balla la tartatelle? Allora dì che c’è lo spieghino facile che se cominciano a dirci “proporzionale con soglia di sbarramento al 20% - doppio turno alla francese - rutto finale alla cinese – introducendo scorpora alla tirolese con acclamazione a base di iodio”, noi non ci capiamo una beatissima minchia di niente…scusa Babbo ma ci voleva!

Allora, tu che conosci bene Eminenza, puoi fargli questa domanda? Eminenzaaaaaaaa? Eminemssss? Il bue e l’asinello, essendo entrambi maschi e dunque coppie di fatto, sono per caso un errore teologico? Non sarebbe stato meglio “vacca e asinello” o “bue e somara”?

E poi chiedigli ancora caro Babbo visto che come è noto ha un opinione su tutto e che benedice orbi e orbe, come mai non ha detto niente sulla moratoria della pena di morte? Non avrebbe dovuto esultare, sparare i raudi di Maradona dal balcone? Si sarà mica astenuto anche lui come i 29 Paesi dell’ONU (sai che ci sono stati 104 SI, 54 NO e 29 astenuti? E l’astenuto cosa vuol dire? Che proprio la pena di morte no però un ferimento grave si, le balle sulla graticola magari, la fucilazione no ma il phon nella vasca si? Non si capisce…).

Un ultima cosa Babbo mio: fai in modo che quest’anno i Re Magi non vengano, perché quando i Re arrivano da noi, poi chiedono risarcimento e dato che i Re Magi sono tre, finisce ancora che ci chiedono 260 ml di euro e per tre e poi ci
tocca rispondere con parole brutte tipo…”chiedili a tua sorella”.

P.S. Scusa Babbo, dimenticavo, per favore fa che dall’Italia non fuggano più via i “cervelli”, ma se ne vadano via le teste di cazzo!”

Ahaha! Rallegratevi delle nostre sventure!

A risentirci!

lunedì 22 dicembre 2008

Bisogna guardare in faccia anche alla realtà



Stasera ho saputo che una vicina di campagna è morta
tuffandosi nel pozzo… La cosa che mi ha lasciato turbato non è tanto il fatto
che una persona che conoscessi da quando ero piccolo si è suicidata, né tantomeno
il fatto che aveva problemi tali da portarla a quel gesto estremo, ma è la
modalità che mi impone pensieri.

Innanzitutto, possibile che anche quando dobbiamo decidere
di morire volontariamente dobbiamo sfruttare le nostre paure, le nostre
ignoranze? Buttarsi da un dirupo significa non avere la possibilità di volare,
tagliarsi le vene punta sulla debolezza della carne, impiccarsi (molto diffuso
in questa zona) implica la grande importanza che diamo all’aria, gettarsi in un
puzzo sfrutta l’incapacità a nuotare, e posso continuare in vari modi… ma non
voglio essere pesante.

In secondo luogo, scegliere ti togliersi la vita perché non
si è amati è grave: vuol dire che nella vita dopo tanti anni non si è fatto
niente in modo tale che si possa essere ricambiati. O è la semplice sfortuna di
aver avuto persone accanto che non sono riuscite a capirci?

Per ultimo, una persona religiosa che crede in ciò che Gesù
Cristo ha fatto per noi, decide che il dolore che accomuna tutti noi uomini è
insopportabile da sostenere. Ragion per cui ci si sottrae ad esso con l’ultimo
sforzo di dolore, quello più tragico, più… doloroso. Cosa si pensa mentre si è
all’ultimo respiro, quando tutto ciò che possiamo realizzare è il completo
fallimento di noi stessi? Perché devono essere i deboli a soccombere se la
giustizia non è alla fine né dei deboli né dei forti?

Recentemente ho saputo di una vecchia leggenda del Nord
Italia (ma può essere anche vera) e che riporto di seguito.

“Correva l'anno 1871, e lo stupendo splendore della conca della Presolana
era già nota anche all'estero. Infatti, durante il dominio austriaco risalente
agli anni precedenti l'unità d'Italia, parecchie compagnie militare dell'impero
asburgico avevano avuto modo di contemplare le bellezze di tali luoghi.

Alcuni dei militi rimasti in Italia provenivano dagli oriundi Polacchi, e
anche loro magnificavano le bellezze di tale terra ai parenti polacchi, durante
la corrispondenza che inviavano loro periodicamente.

Uno di questi, un certo Massimiliano Prihoda, polacco e musicista di
professione, si trovava in Italia per tenere un concerto alla Scala e non volle
perdere l'opportunità di andare a trovare i parenti trapiantatisi a Dorga, una
località della conca della Presolana. Affascinato dalla bellezza dei posti, e
dalla maestosità dei panorami delle montagne, passava ore e ore nello scrivere
spartiti, immerso nella quiete dei posti.
Il luogo prediletto era la sommità di un dirupo dal quale poteva rimirare le
montagne circostanti che percorrono la Valle di Scalve e la Valle Canonica.

Affascinato ed innamorato dai posti, decise di tornarvi definitivamente con
la giovane moglie, Anna Stareat. Ritornato in Polonia vendette la casa, sistemò
i suoi affari, e tornò in Italia con la moglie.
Tutti i giorni la giovane coppia percorreva il sentiero che conduceva al dirupo
per contemplare il paesaggio e la moglie, affermata pittrice, trovava degna
ispirazione per i suoi quadri, mentre il marito scriveva spartiti musicali.
La giovane coppia fu presa a benvolere dagli abitanti del luogo. Sempre
insieme, con il sorriso sulle labbra, sempre con la mano nella mano, e con una
parola affabile per tutte le persone che incontravano. Alla fine, Massimiliano
e Anna, divennero per gli abitanti del posto, semplicemente " gli sposi
". Ma un giorno capitò la tragedia.

Secondo le varie testimonianze raccolte presso gli abitanti, verso la fine
del mese di settembre, dell'anno 1871, e dopo un tremendo acquazzone, gli sposi
si recarono presso il dirupo per rimirare il panorama abbellito da un tenue
arcobaleno. Anna dipinse il ritratto del marito con sullo sfondo la montagna
del Pizzo Camino, e Massimiliano scrisse una composizione dedicata alla moglie.
Per qualche inspiegabile motivo, mentre la luna stava sorgendo, i giovani sposi
raggiunsero l'orlo dello strapiombo e si gettarono di sotto abbracciati.
Furono trovati il giorno dopo alla base del dirupo, ancora abbracciati, dalla
guardia boschiva Bortolo Dovina.

Il fatto rimane tuttora avvolto nel mistero nonostante le diverse indagini
effettuate a suo tempo. La conclusione più logica che sono riusciti a trovare
per giustificare tale triste atto, è stata individuata nella volontà dei due
sposi di preservare per l'eternità il dolce sentimento che li univa.

Il quadro dipinto da Anna, e lo spartito di Massimiliano scritto per la
moglie, furono consegnati ai loro parenti e oggi sono gelosamente custoditi da
una famiglia di nobili di origini polacche.
A ricordo della tragedia, e in memoria dei due sposi, da allora il precipizio è
chiamato " il Salto degli Sposi " e per anni la triste storia non
fece altro che alimentare le pagine dei quotidiani locali.

Con il trascorrere del tempo, il luogo crebbe di notorietà diventando la
meta preferita degli innamorati i quali, in segno d'augurio per il loro amore,
gettano dei fiori dalla sommità del dirupo.”

Tra storia e (probabile) legenda.

Non voglio incutervi timore, se siete facilmente suggestionabili a questi argomenti,
per cui mi fermo e, magari, se volete, lasciatemi qualche storia del genere. A me
non spaventano…

A risentirci!

sabato 20 dicembre 2008

Forever young



Mio padre durante questa settimana ha cercato qualche cd di canzoni
anni ’80 in giro e io non potevo non sentirle!

Tra le tante che ho sentito questa mi ha colpito
particolarmente e mi sono subito detto: “devo condividerla sullo space!”

Ecco a voi, quindi, per stasera una canzone tutta nostra.
Partiamo dalla traduzione.

“Balliamo con stile, balliamo per un pò / il Paradiso può
aspettare / stiamo solo guardando il cielo /
sperando per il meglio / ma aspettandosi il peggio / stai per far cadere
la bomba o no? / Moriamo giovani o viviamo per sempre / non abbiamo il potere /
ma mai dire mai / stiamo seduti in una cava di sabbia / la vita è un viaggio
breve / la musica è per gli uomini tristi. / Riesci ad immaginare / quando questa
gara sarà vinta? / giriamo i nostri volti dorati verso il sole / lodando i
nostri capi, / entriamo in melodia / la musica è suonata dagli uomini pazzi. /
Per sempre giovane, voglio essere per sempre giovane / vuoi davvero vivere per
sempre? / per sempre e per sempre. / Alcuni sono come l'acqua / alcuni come il
calore / alcuni come una melodia / e alcuni sono il battito / prima o poi,
moriranno tutti / perchè non rimangono giovani? / è così difficile invecchiare
senza una ragione / non voglio perire come un cavallo che si dissolve / la
gioventù è come i diamanti nel sole / e i diamanti sono per sempre. / Così
tante avventure non potevano accadere oggi / così tante canzoni che abbiamo
dimenticato di suonare / così tanti sogni che scivolano fuori il blu / gli
permetteremo di avverarsi.”

Sentendola dopo aver letto la traduzione mi ha fatto un
effetto… Ho pensato “chissà come si sentono ora quelle stesse persone che da
giovani l’hanno sentita e volevano rimanere per sempre giovani e ora invece si
trovano a fare i conti con varie vicende: figli, matrimonio, lavoro, ecc.” Molto
deprimente… e anche io voglio restare per sempre giovane!!!

Andiamo ora con il titolo: “Forever Young” degli Alphaville.

E sperando di rimanere per sempre giovani (almeno dentro!) vi saluto e vi auguro un buon week end.

A risentirci

Il video della canzone (che non riesco a mettere sopra):







giovedì 18 dicembre 2008

Chi ben comincia... ecco non ce l'ho fatta più alla fine!

Coerentemente con quanto detto ieri (stranamente dite?), eccovi cosa ne penso io del soldatino di stagno. Come al solito i commenti scarseggiano sempre, ma non mi importa... O meglio mi importa ma se nessuno commenta non posso che dispiacermi e basta.
Allora, un motivo (non determinante) per cui ho pubblicato questa fiaba è che non ha un lieto fine: il soldatino e la ballerina si sarebbero potuto ritrovare e stati insieme per sempre. L'amore, alla fine trionfa comunque (ed è giusto che sia così), ma a suo modo.
Già il fatto che il soldatino è con una gamba sola vuole dire che in ogni uomo manca un qualcosa che viene ricercato, poi, nell'anima gemella.
Le varie (dis)avventure che ha avuto il soldatino sono le normali vicende quotidiane che ognuno di noi ha...
Insomma si possono trovare vari parallelismi tra la fiaba e la realtà... E Andersen non era fesso per scrivere una fiaba!
La volontà a scrivere, sinceramente, era molta all'inizio ora, man mano che scrivo diminuisce all'aumentare della stanchezza... Al massimo vedo se riesco a scrivere domani qualcos'altro. Anche perchè domani è l'ultimo giorno di università!!!
A risentirci!

mercoledì 17 dicembre 2008

Il soldatino di stagno


Mi rendo conto che la storia che segue
può essere troppo lunga, ma non so se ce la faccio a pubblicarla domani l’eventuale
seconda parte. Domani, però, spero di riuscire a scrivere i miei commenti alla
storia. Ora godetevela: è “Il soldatino di stagno” di Andersen, poco conosciuta
penso io.


“C'erano una volta venticinque
soldati di stagno, tutti fratelli tra loro perché erano nati da un vecchio
cucchiaio di stagno. Tenevano il fucile in mano, e lo sguardo fisso in avanti,
nella bella uniforme rossa e blu. La prima cosa che sentirono in questo mondo,
quando il coperchio della scatola in cui erano venne sollevata, fu
l'esclamazione: "Soldatini di stagno!" gridata da un bambino che
batteva le mani; li aveva ricevuti perché era il suo compleanno, e li allineò
sul tavolo. I soldatini si assomigliavano in ogni particolare, solo l'ultimo
era un po' diverso: aveva una gamba sola perché era stato fuso per ultimo e non
c'era stato stagno a sufficienza! Comunque stava ben dritto sulla sua unica
gamba come gli altri sulle loro due gambe e proprio lui ebbe una strana sorte.


Sul tavolo dove erano stati
appoggiati c'erano molti altri giocattoli, ma quello che più attirava
l'attenzione era un grazioso castello di carta. Attraverso le finestrelle si
poteva vedere nelle sale. All'esterno si trovavano molti alberelli intorno a
uno specchietto che doveva essere un lago; vi nuotavano sopra e vi si
rispecchiavano cigni di cera. Tutto era molto grazioso, ma la cosa più carina
era una fanciulla, in piedi sulla porta aperta del castello; anche lei era
fatta di carta, ma aveva la gonna di lino finissimo e un piccolo nastro azzurro
drappeggiato sulle spalle con al centro un lustrino splendente, grande come il
suo viso. La fanciulla aveva entrambe le mani tese in alto, perché era una
ballerina, e aveva una gamba sollevata così in alto che il soldatino di stagno,
non vedendola, credette che anch'ella avesse una gamba sola, proprio come lui.
' Quella sarebbe la sposa per me! ' pensò ' ma è molto elegante e abita in un
castello; io invece ho solo una scatola e ci abitiamo in venticinque, non è
certo un posto per lei! Comunque devo cercare di fare conoscenza! ' Si stese
lungo com'era dietro una tabacchiera che si trovava sul tavolo; da lì poteva
vedere bene la graziosa fanciulla che continuava a stare su una gamba sola,
senza perdere l'equilibrio.


A sera inoltrata, gli altri
soldatini di stagno entrarono nella scatola e gli abitanti della casa andarono
a letto. Allora i giocattoli cominciarono a divertirsi: si scambiavano visite
ballavano, giocavano alla guerra. I soldatini di stagno rumoreggiavano nella
scatola, perché desideravano partecipare ai divertimenti, ma non riuscirono a
togliere il coperchio. Lo schiaccianoci faceva le capriole e il gesso si divertiva
sulla lavagna, facevano un tale rumore che il canarino si svegliò e cominciò a
parlare in versi. Gli unici che non si mossero affatto furono il soldatino di
stagno e la piccola ballerina; lei si teneva ritta sulla punta del piede con le
due braccia alzate, lui con pari tenacia restava dritto sulla sua unica gamba e
gli occhi non si spostavano un solo momento da lei. Suonò mezzanotte e tac...
si sollevò il coperchio della tabacchiera, ma dentro non c'era tabacco, bensì
un piccolissimo troll nero, perché era una scatola a sorpresa.


"Soldato!" disse il troll
"smettila di guardare gli altri!" Ma il soldatino finse di non
sentire. "Aspetta domani e vedrai!" gli disse il troll. Quando
l'indomani i bambini si alzarono, il soldatino fu messo vicino alla finestra e,
non so se fu il troll o una folata di vento, la finestra si aprì e il soldatino
cadde a testa in giù dal terzo piano. Fu un volo terribile, a gambe all'aria,
poi cadde sul berretto infilando la baionetta tra le pietre. La domestica e il
ragazzino scesero subito a cercarlo, ma sebbene stessero per calpestarlo, non
riuscirono a vederlo. Se il soldatino avesse gridato: «Sono qui!» lo avrebbero
certamente trovato, ma lui pensò che non fosse bene gridare a voce alta perché
era in uniforme. Cominciò a piovere, le gocce cadevano sempre più fitte e venne
un bell'acquazzone: quando finalmente smise di piovere arrivarono due monelli.
"Guarda!" disse uno "c'è un soldatino di stagno! adesso lo
facciamo andare in barca." Fecero una barchetta con un giornale, vi misero
dentro il soldatino e lo fecero navigare lungo un rigagnolo; gli correvano
dietro battendo le mani. Dio ci salvi! che ondate c'erano nel rigagnolo, e che
corrente! Tutto a causa dell'acquazzone. La barchetta andava su e giù e ogni
tanto girava su se stessa così velocemente che il soldatino tremava tutto, ma
ciò nonostante, tenace com'era, non batté ciglio, guardò sempre davanti a sé e
tenne il fucile sotto il braccio.


Improvvisamente la barchetta si
infilò in un passaggio sotterraneo della fogna; era così buio che al soldatino
sembrava d'essere nella sua scatola. ' Dove sto andando? ' pensò. ' Sì, tutta
colpa del troll! Ah, se solo la fanciulla fosse qui sulla barca con me, allora
non mi importerebbe che fosse anche più buio. ' In quel mentre sbucò fuori un
grosso ratto, che abitava nella fogna. "Hai il passaporto?" chiese.
"Tira fuori il passaporto!" Ma il soldatino restò zitto e tenne il
fucile ancora più stretto.


La barchetta passò oltre e il ratto
si mise a seguirla. Oh! come digrignava i denti e gridava alle pagliuzze e ai
trucioli: "Fermatelo! Fermatelo! non ha pagato la dogana! non ha mostrato
il passaporto!". Ma la corrente si fece sempre più forte e il soldatino
scorgeva già la luce del giorno alla fine della fogna, quando sentì un rumore
terribile, che faceva paura anche a un uomo coraggioso; pensate, il rigagnolo
finiva in un grande canale, e per il soldatino era pericoloso come per noi
capitare su una grande cascata. Ormai era così vicino che gli era impossibile
fermarsi. Si irrigidì più che poté, perché nessuno potesse dire che aveva avuto
paura. La barchetta girò su se stessa tre, quattro volte e ormai era piena di
acqua fino all'orlo e stava per affondare. Il soldatino sentiva l'acqua
arrivargli alla gola, e la barchetta affondava sempre più; la carta intanto si
disfaceva. L'acqua gli coprì anche la testa, allora pensò alla graziosa
ballerina che non avrebbe rivisto mai più, e si sentì risuonare nelle orecchie:
Addio, bel soldatino morir dovrai anche tu!


La carta si disfece del tutto e il soldatino
di stagno andò a fondo, ma subito venne inghiottito da un grosso pesce. Oh,
com'era buio là dentro! Ancora più buio che nella fogna, e poi era così
stretto; ma il soldatino era tenace e restò lì disteso col fucile in spalla. Il
pesce si agitava in modo terribile, poi si calmò e fu come se un lampo lo
attraversasse. La luce ormai splendeva e qualcuno gridò: «Il soldatino di
stagno!». Il pesce era stato pescato, portato al mercato, venduto e portato in
cucina dove una ragazza lo aveva tagliato con un grosso coltello. Prese con due
dita il soldatino e lo portò in salotto dove tutti volevano vedere quell'uomo
straordinario che aveva viaggiato nella pancia di un pesce; ma lui non si
insuperbì. Lo misero sul tavolo e... oh, che stranezze succedono nel mondo! il
soldatino si trovò nella stessa sala in cui era stato prima, vide gli stessi
bambini e i giocattoli che erano sul tavolo, il bel castello di carta con la
graziosa ballerina, che ancora stava ritta su un piede solo e teneva l'altro
sollevato; anche lei era tenace e questo commosse il soldatino che stava per
piangere lacrime di stagno, ma questo non gli si addiceva. La guardò, e lei
guardò lui, ma non dissero una sola parola.


In quel mentre uno dei bambini più
piccoli prese il soldatino e lo gettò nella stufa, e proprio senza alcun
motivo, sicuramente era colpa del troll della tabacchiera.


Il soldatino vide una gran luce e
sentì un gran calore, era insopportabile, ma lui non sapeva se era proprio la
fiamma del fuoco o quella dell'amore. I suoi colori erano ormai sbiaditi, ma
chi poteva dire se fosse per il viaggio o per la pena d'amore? Il soldatino
guardò la fanciulla e lei guardò lui, e lui si sentì sciogliere, ma ancora
teneva ben stretto il fucile sulla spalla.


Intanto una porta si spalancò e il
vento afferrò la ballerina che volò come una silfide proprio nella stufa vicino
al soldatino. Sparì con una sola fiammata, e anche il soldatino si sciolse completamente.
Quando il giorno dopo la domestica tolse la cenere, del soldatino trovò solo il
cuoricino di stagno, della ballerina il lustrino tutto bruciacchiato e
annerito.”


E’ una storia che ho sentio due
settimane fa. Vorrei invitare a coomentarla e domani lo farò io.


A risentirci!



lunedì 15 dicembre 2008

Tu puoi dire che sono un sogntore... e dormi!

Stasera stavo sentendo il tg. Be’ devo dire che ormai le
notizie sono sempre quelle: omicidi, ubriachi al volante, incendi dolosi,
esplosioni, scontri, dispersi… Non voglio togliere niente ai soggetti coinvolti
in tutte quelle situazioni, però, voglio essere franco: sono stufo!

C’è troppa malvagità, e sicuramente non è certo un breve periodo
di carcere che può fermare un soggetto. Non ritengo, parimenti, che la sedia
elettrica o la decapitazione siano le soluzioni adatte. E Cesare Beccaria lo
spiegò bene il motivo!

Il fatto è che, da una parte c’è una giustizia blanda, dall’altra
manca il buon senso della gente…

Sapete, sono queste le cose che mi fanno pensare “chi me la
fa fare”: chi me la fa fare a essere razionale; chi me la fa fare a aiutare gli
altri, chi me la fa fare a preoccuparmi degli altri, chi me la fa fare a
seguire le regole, chi me la fa fare di studiare, impegnarmi e affaticarmi; chi
me la fa fare a lottare e cercare di migliorare la piccola realtà dove vivo
sperando che qualcosa cambi, perché comunque sembra che nulla cambia! A volte
penso, ed è orribile, chi me la fa fare a vivere!

Stasera non sono arrivato a tanto, ma il disgusto c’è.

Ma sapete cosa mi fa andare avanti? Il sapere che c’è
qualcuno che mi vuole bene, ci tiene a me, e quel qualcuno vuole le stesse cose
che voglio io…

Sognatori!

Buona serata!

domenica 14 dicembre 2008

Non ho dimenticato come si scrive!



Sono di parola. Scrivo,
ma non perché sono obbligato, ma perché mi piace!

Effettivamente è da
domenica scorsa (una settimana fa!) che volevo scrivere e non si è trovato più!

Domenica scorsa, in
particolare, sono stati due i pensieri che avrei voluto scrivere.

Partiamo col fatto più
remoto. Sicuramente, avete sentito parlare domenica mattina del ragazzo greco
di 15 anni morto durante una protesta, Alexis.

Bene, al di là delle
sue idee, ma è normale che uno viene ucciso a 15 anni per simili “sciocchezze”?

A riguardo vorrei
citare solo qualche verso di una canzone di de Andrè: “Approfittando di non
essere fragilissimi di cuore andiamo all'altro mondo bighellonando un poco perché
forzando il passo succede che si muore per delle idee che non han più corso il
giorno dopo.”

Passando ad altro
argomento, ora, vorrei prima di tutto chiedervi: cos’è, per voi, la libertà?

Risposto? Il fatto è
questo: domenica scorsa durante l’omelia in chiesa, il sacerdote dice che tutti
invocano la libertà (senza alcun riferimento agli scontri in Grecia), ma
nessuno saprebbe darne una definizione. Be’, io sono stato in forte disaccordo perché
l’ho presto trovata una definizione (da vocabolario) per la parola “libertà”: è
la qualità di ciascuno di vivere senza costrizioni e senza vincoli.

Il sacerdote,
invece, ha puntato a una definizione più “religiosa”: è la capacità di
scegliere tra il Bene e il Male.

Io penso che le due
definizioni  dovrebbero fondersi: in
fondo, vivere senza limiti può significare anche uccidere (se si riesce a
farlo!).

Questa, allora, non
sarebbe più libertà, se ciò implica una scelta? Libertà assoluta sarebbe quella
che ho in mente io, ma capireste ben presto i limiti, e uno l’ho già scritto! Almeno
che  voi non abbiate un altro concetto di
libertà, magari assoluta se è questa la vostra idea, che riesca a non collidere
con alcun tipo di limitazione e riesca a garantire un minimo di sicurezza…

Se riuscite fatemi
sapere!

Per quanto riguarda
la settimana passata, non è successo nient’altro di importante da scrivere…

Anzi, pensandoci c’è
stato un altro evento: ieri è successo dopo tanto tempo che uscivamo solo tra
ragazzi. È stata una cosa che non mi accadeva da un anno e mezzo! Devo dire che
si può essere anche naturali e sé stessi quando si esce anche con amiche, ma
uscire tra ragazzi ha sempre un “qualcosa di più”. Non ve lo so spiegare, però ieri
mi sono sentito quasi a più agio, eppure non ho cambiato di una virgola il  mio comportamento! No riesco a spiegarmi
meglio…

Che figura… quasi
vorrei cancellare ciò che ho scritto!

Va be’, dai, con un
po’ di imbarazzo chiudo questo intervento e spero di scrivere al più presto (prima
di sabato!).

A risentirci!

sabato 13 dicembre 2008

The look of love



Questo computer è una sfiga! Si è bloccato due volte e
questa è la terza volta che riscrivo l’intervento. Ormai so a memoria cosa
scrivere!

Nel primo intervento (che ho perso) avevo scritto varie
cose, ma ora mi limito a riportare la canzone, sebbene questa è la seconda
settimana consecutiva che pubblico solo canzoni…

Stasera vi faccio sentire gli Abc con “The look of love”!

http://www.youtube.com/watch?v=ZkwEK9AYQHg


E' una bella canzone!


Domani spero di scrivere tanto!


A risentirci!



sabato 6 dicembre 2008

Sugar baby love



Effettivamente, questa settimana non ho proprio scritto
sullo space. Le cause sono due: sono stato troppo impegnato con l’università e
il contratto per collegarmi ad Internet non mi permette una navigazione per molto
tempo…

Detto questo, oggi passo, per il secondo motivo prima detto,
direttamente a scrivere il titolo della canzone anni ’80 di oggi: “Sugar Baby
Love” di The Rubettes.

Come l'altra volta, devo salutarvi e poi farvi vedere il video. Buon week-end!

A risentirci

Godetevi lo spettacolo (quale è questa canzone):







sabato 29 novembre 2008

Sweets for my sweet!



Questo sabato (una volta tanto dopo un bel po’ di tempo) non
vado molto di fretta a scrivere. Mi sono già applicato stamattina a capire
matematica e diciamo che i risulati, magari anche minimi, stanno venendo!

E per me questo è un grande passo in avanti!

Per quanto riguarda la canzone di oggi, voglio proporre “Sweets
for my sweet” dei The Searchers.

La traduzione (fatta da me) è un testo molto “dolce”! Ahaha,
vedete voi!

“E se vuoi che le
steel brillino così tanto / da poterle collegare con la polvere di stelle meglio
occhi tuoi / Cara, vorrei inseguire ciò che brilla ogni notte / e provare a
rubarlo dal cielo. / Vorrei portare / dolci per la mia dolce, zucchero per il
mio miele / il tuo primo bacio mi fece emozionare così tanto/ Dolci per la mia
dolce, zucchero per il mio miele / non ti lascerò mai andare. / E se vuoi un
amore che durasse per sempre / cara, ti mando subito il mio affetto / e il mio
amore non durerebbe solo semplicemente per sempre / mmm, ma per sempre e un
giorno. / E se tu volessi un sogno che ti facesse sorridere / direi al mago
sabbiolino (il mago che porta il sonno ai bambini spargendo sabbia sui loro
occhi, nota mia) di venire subito / e gli chiederei di buttarti quella sabbia in
palline / finchè i tuoi sogni non diventano realtà.”

Penso che per i ragazzi innamorati questa sia la canzone
perfetta… per chi è senza parole!

Sinceramente non so quanto è "vecchia" questa canzone... ma è comunque bella! Buon week end!

A risentirci.

Ecco il video (messo qui perchè stasera non sono riuscito a metterlo sopra):







martedì 25 novembre 2008

Amico

Anche oggi ho poco tempo ma un pochino me lo voglio ritagliare comunque per scrivere qualcosa!
Il punto è che ieri trovo il testo della canzone "Amico" di Renato Zero e rimango shockato! E' uno shock perchè era così significativo per me che mi ha fatto pensare a quello che è stato il mio migliore amico dall'asilo alla terza media (del perchè litigammo lo scrissi tempo fa). Ecco qui il testo e ditemi se anche per voi assume un particolare significato e se vi piace.
"Il sole muore già,
/ E di noi, questa notte, avrà pietà…
/ Dei nostri giochi confusi, nell’ipocrisia…
/ Il tempo ruba i contorni, ad una fotografia.
/ E il vento, spazza via…
/ Questa nostra irreversibile follia,
/ Chissà, se il seme, di un sentimento rivedrà,
/ La luce del giorno, che un’altra vita ci darà!
/ Resta amico / accanto a me…
/ Resta e parlami di lei, se ancora c’è…
/ L’amore, muore, disciolto in lacrime ma noi,
/ Teniamoci forte e lasciamo il mondo ai vizi suoi!!!
/ Io e te… /
Lo stesso pensiero!!!
Io e te…
/ Il tuo e il mio respiro!
/ Sarà, tornare ragazzi e, crederci ancora un po’…
/ Sporcheremo i muri,
/ con un altro ’’no’’!
/ E vai, se vuoi andare avanti!
/ Perché, sei figlio dei tempi!
/ Ma se, frugando, nella tua giacca, scoprissi che…
/ Dietro il portafoglio, un cuore, ancora, c’è!
/ Amico, cerca me!!
/ E, ti ricorderai…
/ Del morbillo e le cazzate, fra di noi!
/ La prima esperienza fallimentare,
/ chi era lei?
/ Amico, era ieri, le vele, le hai spiegate ormai!
/ E, tu ragazza, pure tu…
/ Che arrossivi se la mano andava giù!
/ Ritorna a pensare,
/ Che sarai madre, ma di chi?
/ Di lui, che è innocente…
/ Che non si dica ’’ figlio di…’’!
/ Io e te…
/ Lo stesso pensiero!
/ Che fai, se stai lì, da solo!!!
/ In due, più azzurro è, il tuo volo!!!
/ Amico è bello… Amico è tutto…
/ E’ l’eternità!
/ E’ quello che non passa, mentre tutto va!
/ Amico! Amico! Amico!
/ Il più fico amico, è chi resisterà!
/ Chi resisterà!
/ Chi di noi… Chi di noi…
/ Resisterà!!!"
Mi sono venute in mente tantissime scene che credevo di aver rimosso quando ho letto questa canzone... Ero così triste ieri sera!
Va bene ora continuo a cercare di capire matematica... Ma possibile che con tutte le strane cose matematiche che esistono ancora non sono riusciti a scoprire evoluzioni e tecnologie?! E io che dovrei diventare commercialista devo studiare tutte queste inutili formule. Sbuf.
A risentirci.

sabato 22 novembre 2008

Private eyes


Come potete aver notato questa settimana non ho aggiunto alcun nuovo intervento. Ciò è stato a causa della stanchezza che ho accumulato durante la giornata che non mi ha permesso di darmi abbastanza energie per scrivere. E oggi, in realtà, sono concentrato a cercare di capire matematica. Ma almeno la canzone anni ’80 voglio pubblicarla oggi. Ed eccovi, quindi, “Private eyes” di Hall & Hoates, di cui non ho trovato alcuna traduzione:


http://it.youtube.com/watch?v=anLfoy2XsFw


E' una bella canzone, vero? Ok, continuo il mo lavoro.


A risentirci!



sabato 15 novembre 2008

Non dar retta a chi da' buoni consigli!

Già sabato scorso postai una canzone che parlava d'amore. Be' ancora per casualità anche oggi c'è una canzone che parla d'amore... Questa è più che altro, però, una canzone nella quale la cantate cerca di dissuadere un ragazzo dall'amare una'altra. Una cosa diversa, almeno!
"Sto puntando diritto al mio obiettivo / la mia
intenzione è chiara / così tu sei innamorato / io dico / e allora? / Le cose possono cambiare / ci sono
cambiamenti in continuazione e io voglio tentare / qualche risistemazione / non
dar retta a chi da' buoni consigli
/ tenta la mia carta / molla i legami / senti
il mio profumo / molla chi comanda / io sono il cavallo vincente / non usare il
tuo esercito / per combattere una battaglia persa / animale minerale fisico
spirituale (
In tutti gli stati della materia e della vita, nota del
traduttore) / Sono io quella di cui hai bisogno / sono io quella di cui
hai bisogno / tu stai baciando qualcuno senza importanza / non c'è fumo / non
c'è arrosto / se tu perdi quel pilota / io posso guidare il tuo aereo / se tu
vuoi un suolo sicuro / vieni qua e provami / oppure io ti posso portare così in
alto / che tu non avresti mai immaginato / vieni giù."
Ed eccovi la traduzione di "Drop the pilot" di Joan Armatrading. Ed ora andiamo con la canzone:





Interessante come canzone vero?
Io continuo a finire di studiare diritto! Buon fine settimana.
A risentirci!

venerdì 14 novembre 2008

Vivi la tua vita!



Tempo fa vi dissi della canzone di T.I. e Rihanna che aveva un testo stupendo e che volevo tradurre. Ma mi fermai molto presto perchè era difficile da tradurre. Bene, il tempo ha dato i suoi frutti e ora (certo sono passati 2 mesi ma ne è valsa la pena) posso mettere la traduzione di "Live your life".

"Diventerai una star, bei vestiti / Belle macchine / E poi vedrai, andrai lontano / Perché tutti sanno chi sei / Quindi vivi la tua vita / Invece di inseguire il denaro / Vivi solo la tua vita / Non c’è tempo per chi ti critica / Vivi solo la tua vita Non ti dirò dove ti porterà / Vivi solo la tua vita / Perché sono una che vive solo per i soldi / Vivo solo la mia vita, la mia vita, la mia vita, la mia vita. / Non importa quel che dice chi ti critica, ignorali finchè non scompariranno / Incredibile quanto siano ingrati dopo tutti i segreti che ho rivelato / Certo posso dire di essermi tracciato la strada, tu non potrai farti ripagare
oggi / Butterai ancora via i tuoi giorni, è sempre capitato anche a me / Li considero i miei protetti, tanto quanto penso debbano ringraziarmi / Invece di essere gentili, hanno disturbato e ti hanno fatta aspettare / Non li ho mai odiati, li amo ancora, faccio strada / Alcuni dicono che sono così fatti che non riescano a lavorare nemmeno un giorno
all’anno – non conta che siano bianchi o neri, le loro mani sono grigie / Io comunque sono della West Side, anche se perdo una giornata dimentico alla
svelta / Qualcuno se ne va per fare posto ad altri, alcuni non se ne vanno per paura / Tornerò all’ovile e voi, tutto quello che avete fatto sinora è odiare / Invoco la pazienza ma mi fanno venire voglia di andarmene./ Come già una volta li ho fatti urlare, ora potrei farli arrestare. / Ho fatto il malvivente tutta la vita, non posso dire di non meritare una pausa / Se vedrai mai che mi arrestano, vedrai il mio futuro che se ne va. / Sono l’opposto di un moderato, impeccabilmente ripulito, con l’anima di un imbroglione
e l’apparenza di un collegiale / Allergico alle finte ed imparziale coi politici / Eloquente anche se potrei ancora prendere un fratello per il collo / Chiunque abbia avuto problemi, li ha risolti solo fermandosi / Se non è funzionato ed hai fallito, allora torna indietro e riprendi la strada / Io piacevo al gioco, ma il gioco a me non piace per niente / Faccio senza della fama e i rapper al giorno d’oggi sono una farsa / Le urla, le grida avanti e indietro litigando / Da dove vieni, chi conosci, cosa fai e che macchina hai / Sembra che tu abbia perso di vista quello che conta per fare il carino / E fai assegni finché non sarai quasi sul lastrico / I tuoi valori sono scombinati, sistemati orribilmente / Infelice con la tua ricchezza perchè non hai moralità / ignorando tutti i consigli che hai ricevuto e gli avvertimenti. / e potremmo essere soddisfatti di noi all’improvviso, non è vero?"Questo testo ha raccontato un po' la vita delle star ma non è difficile catturare pezzi di questo testo e adattarli al nostro mondo che oggi si vuole avvicinare sempre più a quello delle star. Vogliamo diventare e sembrare appariscenti fuori per attrarre e poi ecco che dentro siamo vuoti! Alla fine vado a parare sempre sullo stesso punto, quindi, per alcuni potrò sembrare troppo ripetitivo, per altri comunque interessante... Per me è sempre giusto ricordare che "polvere eri e polvere tornerai"!
A risentirci!

sabato 8 novembre 2008

Dal 1987: non ti abbandonerò mai... a altre ancora!



Innanzitutto, siccome sono stato senza Internet, non sono stati pubblicati due interventi della scorsa settimana, ma li ho scritti, e, quindi, li potete leggere.

Fatto? Bene, andiamo a oggi. c'è da dire che oggi sono agitato per due motivi: il primo è che lunedì devo esporre durante la lezione di diritto una sentenza e non so quale può essere la mia reazione: sarò agitato, impaurito? Non lo so, ma comunque io mi sto preparando bene l'esposizione.

Secondo punto è che domani alle 2 e mezza (di pomeriggio naturalmente) devo andare a fare un concorso per una banca a San Severo. Non sono agitato, ma vorrei che passassi tutte le prove!

Per ciò che riguarda la giornata di oggi, devo pubblicare la canzone anni '80. E per oggi punto su una canzone celebre di Rick Astley. E se magari il cantante non vi dice molto, sapere che la canzone è "Never gonna give you up"... Non vi dice niente? E allora sentitela!

http://it.youtube.com/watch?v=3HrSN7176XI

E' conosciuta, o sbaglio?A me piace tantissimo. Inoltre, proprio giovedì scorso Rick Astley ha vinto un Mtv Ema, un premio di Mtv. E per questa canzone lo merita davvero.

Visto che ancora devo fare qualche altro po' di cose, finisco qui per oggi. Buon fine settimana.

A risentirci!

Come avevo detto avrei domenica, avrei parlato in settimana
di una fatto sugli omosessuali.

In pratica è questo: mi sono reso conto che se la nostra
società è omofoba (teme, cioè, gli omosessuali) un po’ di colpa ce l’ha anche
la tv. Sì, possiamo tornare alla discussione se è giusto o no dare tutta la
colpa alla tv, ma non interessa dire questo.

Accendete la tv, avete mai visto una serie tv che ha come
personaggi principali una coppia omosessuale? A me non è mai capitato. È vero,
c’è Will & Grace ma non si parla di una coppia gay, ma di un solo protagonista!

Ma sapete cosa: noi andiamo avanti per stereotipi.
Probabilmente non ci piacciono, siamo contrari al loro matrimonio, ma queste
convinzioni sono più che altro alimentate da pregiudizi che abbiamo. Non
conosco una coppia gay, in effetti, quindi non posso dire di sapere più di
qualcun altro, ma spesso già il solo fatto di pensare che due uomini si bacino
e facciano sesso o due donne si bacino e facciano sesso, ci fa rabbrividire. E
basta con questa mentalità arretrata!

Spesso si ha anche paura di parlare di omosessualità in
pubblico per timori di essere scambiato come tali. Siamo nel 2008 (quasi 2009)
e ancora si ragiona così! E se il solo fatto di essere in questo anno non ha
significato le scelte che fanno due persone dello stesso sesso di stare insieme
è libera e noi non possiamo criticare una coppia perché colpisce il nostro
“senso del pudore”. Ma dai! Cosa ci cambia se i due che si baciano sono dello
stesso sesso o di sesso opposto? Ok, noi eterosessuali preferiamo che le nostre
labbra siano a contatto con quelle di una ragazza (per gli uomini) e di un
ragazzo (per le donne), ma avete mai pensato che forse per gli omosessuali
vedere una coppia etero magari può ferire il proprio senso del pudore?

C ‘è da riflettere su questo fatto, anche alla luce di vari
fatti di cronaca, magari insabbiati dai tg... Ma qualcuno viene pure a galla,
vedi l’episodio di un anno fa circa (se non ricordo male) dei due ragazzi che
amoreggiavano (non si sa se si baciavano o si spingevano oltre) davanti al
Colosseo.

Ma oggi è anche importante perché è arrivata l’ufficialità
che sarà Barack Obama il prossimo presiedente degli Stati Uniti. La sua
vittoria è stata favorita, in parte, secondo me, anche dal fatto che è nero e
quindi sarebbe bello avere un presidente nero. Questo, a mio parere, è
razzismo! Se si è d’accordo con ciò che un candidato promette (e magari poi non
mantiene) è un conto, e quindi è giusto votarlo. Ma se il voto è dato in base
ad altri criteri (simpatia, colore della pelle, bellezza, ecc.), certo la vittoria
rimane, ma bisogna tenere conto delle conseguenze che questa vittoria può
portare.

Personalmente, però, credo, senza schierarmi, che il
programma di Obama non sia del tutto sbagliato alle reali esigenze degli U.s.a.
e, in generale, marginalmente, anche del mondo. Quindi, congratulazioni a lui
(certo che non penso proprio gli arriveranno mai)  e speriamo che questo mondo cresca!

A risentirci!

Scritto mercoledì 05 novembre

A seguito di un mio pasticcio devo stare senza Internet fino
al 6 novembre. Le mie pubblicazioni, però, evidentemente ci sono comunque.

Già ieri avrei dovuto scrivere perché era sabato, ma non si
è trovato perché sono stato prima al battesimo di mia cugina e poi alle 6 di
pomeriggio, quando mi sono ritirato, mi sentivo una botte con poche forze
persino per scrivere.

Per oggi, avevo previsto di scrivere una riflessione che
avevo già fatto qualche giorno fa.

Tocco oggi un argomento spinoso che mi è capitato di
accennare in occasione della pubblicazione di una canzone di Elton John. Parlo
dell’omosessualità, con riferimento a quello che la televisione (non) ci
mostra.

Prima di tutto, però, è meglio pubblicare la canzone. Il
titolo è promettente. La traduzione non ce l’ho salvata sul pc, ma possiamo
analizzarla anche in un secondo tempo se è meritevole “di tale onore”. “Il
paradiso è un posto sulla Terra”, ossia, “Heaven is a place on Earth” diceva
Belinda Carlisle.

http://it.youtube.com/watch?v=0zvDmLnBgTs&feature=related

La canzone è piacevole, vero?

Passando ora all’argomento… Devo essere sincero, ho appena
finito di manda un po’ di sms e mi sento ancora più triste… Quindi, rimando a
domani. Tanto il succo non cambia!

A risentirci.

Scritto domenica 02 novembre

lunedì 27 ottobre 2008

Senza aria (non è claustrofobia!)



Che brutto lunedì… Non per il tempo meteorologico, ma per quello…
cronologico! Domenica mattina abbiamo cambiato gli orologi e stamattina che mi
sono alzato già c’era tanta luce. Ora che sono le 5 e 25 (di pomeriggio
naturalmente), invece, è già buio! Non mi piace assai.

Comunque, degno di nota è stato ieri sera quando siamo
andati al Palaghiaccio di Bari. Un’esperienza bellissima che è durata poco solo
perchè eravamo arrivati lì vicini all’orario di chiusura. Ma mi sono divertito assai
proprio.

Inoltre, sebbene sommerso da libri che aspettano di essere
sottolineati da me (e un giorno quei libri necessiteranno anche di essere
studiati!), voglio postare subito un testo che parla d’amore. Ma si avvicina
molto a quell’amore “astratto” cui mi riferivo io qualche settimana fa.

“Dimmi come si suppone che io possa respirare senza aria. /Se
io dovessi morire prima di svegliarmi / è perché tu mi hai lasciato senza fiato
/ Perderti è come vivere in un mondo senza aria. / Sono qui da solo e non voglio
partire /  il mio cuore non si muoverà, è
incompleto / Se solo ci fosse un modo per farti capire. / Ma come ti aspetti
che io viva / solo con me stesso / perché il mio mondo si evolve attorno a te /
è così difficile per me respirare. / Dimmi come si suppone che io possa
respirare senza aria / Non posso vivere, non posso respirare senza aria / così
è come mi sento quando tu non ci sei / senza aria, senza aria / Sono fuori,
dentro l'acqua profonda / dimmi come sarai senza di me / se tu non ci sei qui,
io non posso respirare / senza aria, senza aria... /
Ho camminato, ho
corso, ho saltato, ho volato / dalla terra per flottare verso te / Non c'è
gravità che mi tenga con i piedi per terra veramente. / Ma in qualche modo sono
ancora vivo dentro / Mi hai tolto il fiato, ma sono sopravvissuto / non so
come, e non mi interessa. / Quindi come ti aspetti che io viva
solo con me stesso / perché il mio mondo si evolve attorno a te / è così
difficile per me respirare.

Se avessi postato un testo del genere solo due mesi fa mi sarei
andato a ricoverare di mia spontanea volontà… Ma è dolcissimo!

Sì, non ho detto chi canta: Jordin Sparks e Chris Brown
nella loro “No air”, canzone che è arrivata in Italia. Lei ha una voce stupenda
e lui è un mostro a cantare… Solo che le canzoni di lui non arrivano in Italia.

Un’altra informazione su Jordin: ha fatto uscire una canzone
negli U.s.a. con la sua splendida voce: dubito che arriverà in Italia, ma se lo
dovesse fare mi auguro sia un successo. La canzone si chiama “One step at a
time”. Ascoltatela su Youtube o scaricatela… come più vi piace!

A risentirci!

sabato 25 ottobre 2008

Bloccato nel mezzo da te



Ero convinto oggi di voler proporre una canzone di Bob Dylan, ma siccome l’unica che mi piace ho scoperto è una cover… Vi propongo la cover!

Devo essere sincero, credo di averlo già detto, delle canzoni che ho sentito io di Dylan, nessuna mi ha colpito più di tanto. Tranne appunto questa: “Stuck in the middle with you”.

La canzone originale è del 1972 e fu cantata dai Stealer’s Wheel. La traduzione l’ho cercata ma non mi è piaciuta o perché sono ottuso io o perché non è un granchè. Passo quindi direttamente al video:







Cantata da Bob questa canzone è la stessa, solo (poco) meno movimentata.

Buon fine settimana e ricordatevi di cambiare l’orologio stanotte... La notte potrebbe non essere così “piccola”.

A risentirci!

venerdì 24 ottobre 2008

Specchio delle mie brame e se sapessi cosa gli frulla nella testolina?



Recentemente ho messo come messaggio personale su Messenger
la frase “Se avessimo il potere di sapere ciò che gli altri pensano di noi,
soli saremmo su questo mondo! (Io)”, che può essere assimilato a un aforisma.

Il motivo non me la ricordo bene, ma mi ricordo il momento:
una notte quando, invece di dormire, ho “preferito” pensare (il fenomeno dell’insonnia).

Capire cosa significa non è certo difficile: chi di noi non
ha mai detto: “Vorrei proprio sapere cosa gli passa dalla mente a quello!”. Be’,
io direi che tutti facciamo pensieri e se davvero potessimo leggere la mente rimarremmo
feriti da tutti o perché hanno noi stessi, o degli amici o dei parenti…

La conclusione sarebbe appunto che se proprio dovessimo
avere deipoteri quello di leggere il pensiero dovrebbe essere l’ultimo.

Sempre su questo argomento molti si chiedono (soprattutto
ragazze) cosa pensiamo noi ragazzi… Bene, questo video  è la risposta a tutto:







Ehehe un po' di sana ironia non fa mai male! Non ve lo dirò mai cosa
pensiamo (e fidatevi che pensiamo!).

A risentirci!

giovedì 23 ottobre 2008

Pupo si conferma un grande!

La traduzione che avevo detto è in fase di costruzione... Sbuf, non è facile!
Il testo che, invece, voglio portare alla vostra"conoscenza" è quello di un brano che Pupo canta nel suo show in Tv con un ragazzino di nome Ernestino (se non sbaglio... lo confondo sempre il suo nome!). La canzone si chiama "Volami nel cuore". Ecco il testo.
"Vivo e mi difendo nelle mille difficoltà / e se mi vedi stanco e soltanto colpa dell'età / Nel mio lungo viaggio ho sfiorato le stelle e Dio / ma il mio cuore non è stanco e sta cercando ancora il posto suo. / Non ho più niente da nascondere o da dimostrare / e ho solo voglia di serenità. / Io mi affaccio al mondo e chissà cosa mi accadrà / ma in tutto ciò che faccio io ci metto il cuore e l'anima. / Resterò me stesso proprio come mi hai detto tu / che alla fine paga sempre e la musica mi salverà. / Nei giorni tristi in cui la vita sembrerà / più dura le tue parole mi ricorderò. / Lo sai che non è facile / non c’è niente al mondo che sia facile
ma se ci credi veramente / se ti giochi tutto o niente sai che non ti fermi mai. / Vedrai, non sarà facile fare i conti con la solitudine / ma quando incontrerai l'amore / tu digli volami nel cuore / lui non ti abbandonerà. / Lo sai che non è facile / non c’è niente al mondo che sia facile / ma se ci credi veramente se ti giochi tutto o niente / sai che non ti pentirai. / Vedrai non sarà facile fare i conti con la solitudine / ma quando incontrerai l'amore / tu digli volami nel cuore / lui non ti abbandonerà…/ Rido e mi difendo anche se non è facile / io mi affaccio al mondo e ci credo anche se non è facile."
Il testo è molto significativo. Una sola frase in particolare volevo riscrivere qui: "Vedrai non sarà facile fare i conti con la solitudine. Ma quando incontrerai l'amore tu digli volami nel cuore. Lui non ti abbandonerà". Mi piace particolarmente questa frase! Ricordate quando riportai la canzone dei Pooh "Uomini soli", che diceva: "Al mondo ci sono uomini soli..."? Be' è vero si è soli delle volte, ma...
"A buon intenditore poche parole".
A risentirci!

martedì 21 ottobre 2008

Dall'Inghilterra.. senza pudore!

Parlo oggi di un fatto di cronaca che ho sentito "di sfuggita" venerdì mattina scorso. La notizia viene dall'Inghilterra, Paese molto legato alla propria tradizione, fino a meritarsi l'appellativo di "strano" (vedi il sistema metrico usato dagli inglesi). Da venerdì, in Inghilterra e Galles, è possibile fare sesso in luoghi pubblici senza venire arrestati! Unica "condizione" è che i due (non necessariamente uomo e donna) siano consenzienti.
Cosa c'è di strano? Be', per me c'è di strano che una cosa così privata sia fatta in pubblico sotto gli occhi di tutti. In realtà, questa novità è conseguenza di un vecchio processo contro una coppia che faceva sesso in un parco.
Ma il fatto resta lo stesso: come si può fare una tale cosa sotto gli occhi di tutti? Se pure non ci si vergogna, perchè "dimostrare" l'amore in pubblico? Ci sono bambini che guardano: sì, una volta lo dovranno sapere, oppure ornai siamo tutti immersi in un mondo di violenza, ma quel tanto invocato "senso del pudore" che fine ha fatto?
L'altro giorno parlavo con un'amica e ricordavo quando ancora un bacio in pubblico e lo scambio di effusioni fosse censurato!
Non bisogna, comunque, scordarsi del fatto di cronaca successo pochi mesi fa, quando una coppia di omosessuali che si scambiavano effusioni (o un bacio, non ricordo proprio bene) davanti al Colosseo fu arrestata. Qui rientriamo in un caso un po' differente, in effetti, perchè si parla di omosessualità, un argomento di cui tutti si spaventano a raccontare...
Visto che mi sto accorgendo di divagare troppo, ritorno alla notizia principale. E direi che non c'è molto più da dire. Se iniziassi a dire che è colpa dei reality o della tv sarei il solito "elemento" che non sa a chi dare la colpa! Se, invece, dicessi che i tempi sono abbastanza maturi per poter vedere cose del genere, sarei quello che non capisce niente, che non vede quanto è degenerata la società in cui si vive e che io contribuisco a renderla peggiore!
Siccome, comunque, non mi interessano i giudizi degli altri (ma non per presunzione o orgoglio) posso dire che rientro nella primo stereotipo: la tv ha degradato il senso del pudore, che può anche essere soggettivo, ma che ormai si è quasi annullato.
Probabilmente avrò perso qualche lettore stasera, ma poco interessa (sempre senza alcuna presunzione) perchè ciò che scrivo qui ha più carattere privato che lo scopo di divulgare notizie a tutti.
A risentirci.

sabato 18 ottobre 2008

You better you bet!


Oggi il pc mi sta facendo arrabbiare tantissimo... E ancora devo postare la canzone di oggi.

Mi sento stanchissimo, ma allo stesso tempo anche felicissimo perchè mi sono state dette parole bellissime da un mia amica (si sa che non posso fare nomi).
Di scrivere non ho la testa, quindi passo subito alla canzone di oggi: se dicessi il grupo reso famoso dal gesto di spaccare gli strumenti sul palco durante le performance, voi a chi pensate? Ebbene sì, giusto, ai Who!
La canzone non è magari una hit che può piacere a chi è abituato ai suoni di oggi, ma per gli appasionati di musica degli anni '80 è sicuramente una delle più belle canzoni anche perchè fu una delle ultime prima dello scioglimento. Il nome è "You better you bet" e la versione di questo video (tratta da un concerto del 1981 a Essen , in Germania) è un po più "rockeggiante della versone che ho io salvata):





Piaciuta? Ah, va bene, vi perdono se avete detto no.
A risentirci.

giovedì 16 ottobre 2008

Un pessimista... finitela di chiamare così: sono realisti!!!

Oggi finalmente scrivo potendo aggiungere un nuovo testo tra i miei interventi. Devo dire che questi ultimi due giorni mi sono rimasti impressi per l'entusiasmo che mi ritrovo nello studiare... E' come se avessi ritrovato la voglia di studiare... E ciò, naturalmente, è estremamente positivo.
Meno positivo è, invece, il testo che voglio farvi leggere oggi: "A pessimist is never dissapointed". Un pessimista non rimane mai deluso.
"Non è di moda, penso, / Mettere in discussione il successo. / Viene esaltato e benedetto, / La gente ne è affascinata. / Questo è conformismo. / Ricorda ciò che ti dico, per piacere, / Quando ci dirigiamo verso la vetta / Mostriamo la parte peggiore di noi. / Eppure dobbiamo essere ugualmente amabili, come quando veniamo lodati. / Come i bambini, diventiamo grandi quando siamo criticati. / E’ da pazzi, / Penso a te / So che ce la farai anche tu / Ehi, raggio di sole, / Non ti colpirò nell’orgoglio; sei ciò di cui ho bisogno, / Sei il prescelto. / Questo è l’apice della tua misera vita. / Un pessimista non resta mai deluso. / C’è qualcuno che ci crede, sono sotto osservazione / O sono promossa? / Capirai ciò che intendo da ciò che lascerò. / E devo essere così umile quando mi lodano / Come se avessi raggiunto il gradino più alto, sono diventata grande. / Sono pazza / Penso a te / So che ce la farai anche tu. / E, come in un karaoke, / Cantiamo tutti le stesse fottute canzoni."
Insomma, è una canzone che parla della realtà, che riassume un po' ciò che penso. E' inconfutabile, ad esempio, che il potere dà alla testa: quando ci sentiamo troppo sicuri di noi stessi, è in quel momento che ci siamo lasciati sfuggire i più gravi errori.
Difficile, invece, è crescere con le critiche che ci vengono mosse. Spesso, tendiamo a contrattaccare chi ci muove critiche e diciamo "Tu pensa ai fatti tuoi!" (se quel giorno abbiamo fatto il voto di non essere assai scortesi!). Non ci costerebbe niente, eppure è come se ci feriscono nell'orgoglio, perchè pensiamo "Vedi chi si sta parlando!".
E ancora, quando ci lodano noi siamo felici, possiamo conquistare il mondo... No, dobbiamo cercare da quel piccolo passo di mantenere la "posizione acquisita" e andare avanti, perchè, come detto prima, il potere dà alla testa.
Infine, "come in un karaoke, cantiamo tutti le stessee fottute canzoni": chissà perchè dagli errori non riusciamo mai a imparare.
E, c'è da dire, tra l'altro, che tutti oggi ci stiamo uniformando, spinti dalle mode e dalla voglia di apparire: ma perchè non può contare l'essere?
Mi fermo perchè so che tante volte sono arrivato a questo punto e non sono mai riuscito a darmi una risposta... Però il testo era interessante, o sbaglio?
Sapete cosa mi ha interessato? La parola pessimista nel titolo!
A risentirci.

mercoledì 15 ottobre 2008

Matematica sta a cinese

Oggi mi sono svegliato psicologicamente felice e determinato, come non mi accadeva da molto tempo. Ho finalmente capito che devo studiare, sì, ce la farò!
Il problema è per me la matematica, assimilabile al cinese... Ma mi impegnerò! Tuttavia, proprio oggi durante la lezione di matematica, qualche balordo ha iniziato a parlare e ridere senza pudore, tanto da far innervosire la professoressa che, per rabbia, ha assegnato una funzione dicendoci che questa è sempre stata presente nell'esonero della sua materia.
La funzione è una cosa piuttosto impossibile perfino da scrivere. Ho provato a risolverla, ma è come se un bambino dovesse di 3 mesi volesse iniziare a camminare: ha l'idea, ma non sa da dove iniziare. Ho scritto la funzione su Yahoo answer (http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=AsB3VKrTdWHG39qrgTR70PM4EAx.;_ylv=3?qid=20081015093015AAYxeN2&show=1#yan-answers  per chi fosse così "pazzo" o genialoide da riuscire a capirla) e nessun risultato utile finora... :(
Diciamo almeno che sono fiducioso!
Oggi ho anche letto un testo in inglese di una canzone hip-hop... Devo trovare il tempo di tradurla e per la prossima settimana riuscirò a mettere la traduzione su un intervento.
Ho stasera anche il pc che non gli va di fare niente... e ha avuto un po' di bestemmie anche lui!
Siccome non posso neanche cercare qualche traduzione su Internet per stasera, non posso che salutarvi.
A risentirci!

sabato 11 ottobre 2008

Non è che vi vizio con questa canzone?

E arrivato piuttosto in fretta questo sabato. Stasera mi sento abbastanza stanco per scrivere, però è vero che il lavoro fa sentire meglio!
Per questo scoppiettante sabato propongo una canzone che ascoltai ieri sera ad un programma di cui non so affatto il nome: vi porto "Nothing's gonna stop me" della cantante Samantha Fox!

Piaciuta? Dai, che è una meraviglia!
A risentirci!

giovedì 9 ottobre 2008

Questi sono e resteranno per sempre...

E' da ieri che stavo iniziando a scrivere, ma il pc mi ha voluto male. In verità, già domenica volevo scrivere,  ma ero stanco. Tra lunedì e martedì la volontà mi è mancata, visto che mi sono ritirato stanco morto dalle lezioni (e mi sono anche appisolato durante la lezione!). Ed eccomi qui oggi a scrivere (se il pc non si inventa un nuovo errore che mi impedisce di scrivere!).
Il fatto è che domenica sfogliai gli album di quando ero piccolo e mi sentii come più responsabile: la realtà è che mi sono reso conto di essere cresciuto è che ormai i tempi belli dei giochi (non che ancora gioco con le macchinine!) sono passati ed è ora di cominciare a farsi una vita... Le idee, però, che ho circa quest'ultima parola sono piuttosto confuse: da una parte sento un bisogno irrazionale di amore, l'amore puro, magari folle, quello che ti basta avere la ragazza affianco e può crollare il mondo e tu e lei sarete sempre insieme; e dall'altra parte ci sono in mille dubbi su cosa fare (studiare o lavorare), la stanchezza di fare avanti e dietro e sopportare questa esistenza che sembra un inferno già qui, mentre sarebbe bello goderseli questi attimi!
E' una guerra dentro di me... Mi è venuta anche ora la (stupida) idea di sentire musica zen mentre scrivevo e posso dimostrarvi che sono pronto ad allattare! No, scherzavo... Comunque, se anche c'è una guerra in me, voelvo riportare questo testo oggi, che può anceh stonare... ma in fondo sono o non sono questi "I migliori anni della nostra vita"?!
"Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa / e che bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa / tu come un gentiluomo / ed io come una sposa / mentre fuori dalla finestra / si alza in volo soltanto la polvere, / c'è aria di tempesta. / Sarà che noi due / siamo di un altro lontanissimo pianeta / ma il mondo da qui sembra soltanto una botola segreta / tutti vogliono tutto per poi accorgersi / che è niente, / noi non faremo come l'altra gente / questi sono e resteranno per sempre / i migliori anni della nostra vita / i migliori anni della nostra vita, / stringimi forte che nessuna notte è infinita, / i migliori anni della nostra vita / Penso che è stupendo restare al buio abbracciati e nudi / come pugili dopo un incontro / come gli ultimi sopravvissuti, / forse un giorno scopriremo / che non ci siamo mai perduti / e che tutta quella tristezza / in realtà non è mai esistita."
Per quanto sia una canzone d'amore, è un bellissimo testo! C'è una mia amica che ogni volta che dico che questa è una bella canzone pensa che io sia  depresso! Non lo pensate anche voi vero? Doh!
A risentirci!

sabato 4 ottobre 2008

L'amore della gente comune

Rieccoci con il sabato all'insegna dalla musica anni '80. Scrivo a quest'ora dopo essere stato dalle 11 di stamattina a pensare che canzone mettere. Alla fine stasera mi sono deciso con questa canzone di Paul Young : "Love of the common people".
Partiamo dalla traduzione.
"Vivendo di buoni-pasto
/ acqua nel latte, cadeva da un buco nel tetto
/ da cui entra la pioggia
/ che cosa puoi fare?
/ Le lacrime della sorellina
/ che piange perchè non ha un vestito
/ senza una toppa per andare alla festa
/ ma, sai, le passerà. / Perchè lei vive nell’amore delle persone comuni
/ sorrisi dal cuore di un uomo di casa
/ il papà ti comprerà un sogno a cui aggrapparti
/ la mamma ti amerà quanto può, e lei può. / E' bene che tu non abbia il biglietto per l’autobus
/ cadrebbe dal buco nella tua tasca
/ e lo perderesti nella neve per terra
/ devi andare fino in città per trovare un lavoro,
/ cosa c'è adesso? prova a riscaldarti le mani, fa così freddo
/ mentre il buco nella tua scarpa lascia entrare la neve
/ e ti fa avere brividi fino alle ossa
/ in qualche modo faresti meglio
/ ad andare a casa dove c'è un po' di calore. / Non è facile vivere di sogni
/ ma maggiori sono le difficoltà, meglio se ne esce fuori
/ e i brividi stanno lontani

semplicemente continuando ad essere l'orgoglio della famiglia
/ sai che la fede è la tua base
/ un bel pò di amore, di chiacchiere affettuose
/ senza dimenticare di pregare
/ ti renderanno forte, è a questo che tu appartieni."
Insomma, racconta una situazione abbastanza difficile questa canzone...
E molto difficile, tra l'altro, è stato trovare il video di questa canzone:

Piaciuta? Non si capisce molto, in effetti. E consiglierei di scaricarla. Inoltre, non ero tanto convinto neanche io, in realtà... Può essere che scomparirà anche questo appuntamento? Spero di no... Al massimo proponete voi!
A risentirci.

venerdì 3 ottobre 2008

E se Dio fosse uno di noi

In questi giorni, sarà perchè ho questi sms gratis o perchè aspetto per molto tempo i pullman, mi vengono tante idee per la testa, tante riflessioni... E questo upò essere uno dei famosi motivi per cui chi sta sul pullman (o treno) poi scrive tutto.
Ma quello che volevo dire è che già da ieri volevo scrivere altre cose, che però non ho scritto per essere troppo "assiduo" nello scrivere.
Oggi voglio lasciare un commento molto leggero perchè mi sento abbastanza stanco...
Da tempo mi ha colpito una canzone di un cantante poco conosciuto da noi giovani: Eugenio Finardi. Quando lui ebbe un figlio con la sondrome di Down (se ricordo bene), dedicò questa canzone al figlio appena nato: "Uno di noi".
"E se Dio fosse uno di noi /Solo e perso come noi. / E se Lui fosse qui / Seduto in fronte a te / Diresti sempre sì / O chiederesti: / "Perché mai ci hai messo qui / Con tutte queste illusioni / E tentazioni e delusioni. / E, e, poi perché / E, se, se Dio c'é / E, se, e se c'é. / E se Dio fosse uno di noi /Solo e perso come noi /Anche Lui con i Suoi guai / Nessuno che Lo chiama mai... / Io so cosa farei / Lo guarderei dritto negli occhi / E chiederei / Se c'era almeno una ragione / O se é una punizione / Oppure é stato solo un caso / O una disattenzione. / E dai, se ci sei / E dai, come mai / E dai, se lo sai. / E se Dio fosse Uno di noi / Solo e perso come noi / Anche Lui con i Suoi guai /
Nessuno che Lo chiama mai / Solo per dire:"Come stai?" / E invece chiedono attenzioni / Di far miracoli e perdoni
Oppure dare assoluzioni / Nessuno che Lo chiama mai / Solo per dire:"Come stai?" ".

Di bello è bello, il testo! C'è da dire, inoltre, che la canzone originaria dovrebbe essere quella di Joan Osbourne, di cui però non conosco la canzone, ma solo le parole (queste circa!).

A domani con l'appuntamento con la musica anni '70 - '80...

A risentirci!

martedì 30 settembre 2008

Essere Boccadoro ai giorni nostri?

Oggi non avevo intenzione di essere pesante, tuttavia la combinazione di due fattori... mi hanno portato a pensare!Innanzitutto, oggi sono passato è avvenuta la portabilità del mio numero su un nuovo gestore, potendo così usufruire di una promozione che mi permette di tenere stretto il contatto con le due persone con cui più parlo e sono affiatato in questo momento!Il secondo elemento è stata una puntata di un cartone animato "I Simpson" che, raccontando della vincita di una moto da parte del protagonista Homer e delle sue "conseguenze", mi ha fatto riflettere su un tipo di vita che oggi forse qualcuno invidierebbe.

Volendo, mi posso riallacciare all'argomento di ieri, quando dicevo del "De monarchia" e dell'idea di Dante... Ma non lo faccio. Scrivo semplicemente ciò che volevo dire, e, se qualcuno, dopo, vuole fare le sue considerazioni anche alla luce di ciò che ho scritto ieri, ben vengano queste opinioni (e non mi dispiacerebbe che ogni tanto rimanessero anche impresse su questo space!).

L'"evento" scatenante dell'intervento di oggi è la vita da girovago. Nella puntata de "I Simpson" ci sono dei bikers che partecipano a mostre e raduni e fanno una vita da "dissoluti": è questa la vita che piacerebbe fare a me. Prendere una moto e cominciare a viaggiare: Francia, Germania, Spagna, Svezia... Il giorno aiutare la gente in qualche lavoretto (magari di campagna, poi vi dico perchè) e la sera, all’aria aperta, contare le stelle e prendere sonno (visto che sono insonne e mi
piacciono le stelle… unisco l’utile al dilettevole!). La mattina svegliarsi alla buon’ora e ripartire nuovamente per il mistero! E poi, chi mi vuole seguire, mi segua!

Parte dell’ispirazione mi viene anche dalla lettura di “Narciso e Boccadoro” di Nietzsche, che racconta la storia di due ragazzi del Medioevo con caratteri completamente diversi: l’uno, Narciso, molto spirituale, orgoglioso e sicuro di sé (non troppo arrogante, però), e l’altro, Boccadoro, piuttosto interessato ai piaceri terreni, ma non meno acuto di Narciso. Questi due, che studiano in un monastero (Narciso contemporaneamente, per la sua brillantezza e acutezza d’intelletto, insegnava anche), un giorno si separano, quando Boccadoro, in una proibita uscita dal convento, rimane affascinata da una ragazza. Inizia così il viaggio di Boccadoro, figlio di un cavaliere (oggi l’equivalente di essere figlio di un ricco imprenditore), al continuo inseguimento di piaceri carnali: il giorno aiutava i contadini, la sera… aiutava le contadine insoddisfatte! Ho cercato di alleggerire un po’ il discorso, ma il concetto è quello: la sera aveva rapporti sessuali con le contadine. Solo a un certo punto, quando entra in un convento, rimanendo “abbagliato” da una scultura della Vergine Maria, decide di voler imparare l’arte della scultura. Durante il praticantato rimane “sedentario” per qualche annetto (gli era successo solo per l’inverno precedente), anche se discontinuamente, poi ricomincia a girovagare per la Germania, ove è ambientata la storia. Arriva la peste, conosce una ragazza e, volendo sfuggire alla peste, costruisce una casa con lei e con un amico che ha conosciuto nel viaggio, e vivono lì finchè… Poi se lo leggete è meglio! Non vi racconto cosa succede dopo perché al fine di ciò che voglio raccontarvi è poco influente. Se volete leggere il libro, vedrete che non ne rimanete delusi!

Ritornando al mio discorso, ecco la vita che voglio fare io: essere un Boccadoro, dal punto di vista della libertà: viaggiare, aiutare qua e là per guadagnarmi il pane e poi di nuovo in viaggio.

I limiti a ciò, comunque, esistono: chi si fiderebbe più di uno sconosciuto che un giorno viene e dice “voglio aiutarti, ma solo fino a mezzogiorno”. Capitasse a me, lo ignorerei subito questo “pazzoide”, lo scambierei per uno a cui manca qualche rotella! In tal modo nessuno darebbe una tale fiducia… magari, forse, qualche convento… Altro inconveniente sarebbe la(forse brutta) abitudine che abbiamo noi ad essere dipendenti da certe tecnologie (pc, Internet, tv, ecc). E poi c’è una caratteristica che ha determinato in meglio la vita di noi umani: la sedentarietà, l’averci, cioè, creato delle case
e aver sottomesso la natura a noi, e non più il contrario. La civiltà, in fondo, è iniziata quando l’uomo ha cominciato a coltivare e praticare l’agricoltura e ha costruito delle case. Cambiare questa “abitudine” sarebbe la cosa più difficile!

Connessi, infine, ci sarebbero altri bisogni poco alienabili: l’amore, l’affetto, l’amicizia, la famiglia, l’istruzione, la salute… Cose cui difficilmente potremmo rifiutare.

Ecco, quindi, che alla fine la mia voglia di evasione nonpuò trovare “accoglimento” nella realtà odierna. Non mi resta, quindi, che continuare a studiare o trovarmi un lavoro… Che tristezza…

Ed ecco che anche oggi ho scritto tante parole affiancate ma senza che una soluzione ne sia derivata e né abbia detto qualcosa di nuovo a chi mi legge (tranne forse la storia di “Narciso e Boccadoro”).

A risentirci.

lunedì 29 settembre 2008

Sono in vena di impegnarmi a scrivere... ma, alla fine, mi sa che...




L'altro giorno ho sfogliato un po' i titoli degli interventi più vecchi del mio space e, man mano che gli interventi si avvicinano a oggi, ho notato che questi assumono una periodicità e un contenuto sempre più rigidi, anche privi di qualche fantasia... Vorrei portare una ventata di freschezza, insomma!
... Non ho tante idee su come ricominciare, però vorrei ritornare alle origini. Riconosco che quello era un periodo piuttosto infelice (e gli interventi tristi sono circa il 90%!), però c'è anche da dire che non è che la fortuna mi abbia mai favorito tanto... Certo, a parte il fatto che fino ad ora, grazie a Dio, sono vivo e di questo non mi posso lamentare!
Tanto per cominciare, però, ora che ci penso.... Oggi, nel pullman, mentre tornavo a casa ho pensato: perchè le persone nel pullman o in treno scrivono? Che cosa scrivono? Non ci sono certo grandi fonti di ispirazione in un posto così scarno? Forse ripensano alla giornata avuta e poi riportano tutto su un diario (o sullo space). Ma che significato assume questo? Che senso ha?
Sorge, allora, la questione: tu perchè scrivi? Scrivo perchè mi va, perchè voglio scrivere, perchè c'è una vocina in me che si vuole far sentire. Da chi? Non lo so, forse da me stesso! E' questo un posto in cui io, mettendomi davanti a una tastiera e un pc, lontano da distrazioni, scrivo ciò che la vocina mi farfuglia. E poi, non mi importa se qualcuno legge (anche se dubito che quel qualcuno esista! Sì, esistono i modi per saperlo se c'è... ma non mi importa, anche perchè non so come farlo).
Perchè quindi scrivono? Per le stesse mie ragioni? O c'è qualcosa più interiormente che gli chiede di fermarsi da questi quotidiani ritmi frenetici e riprendere il contato con se stessi? Leggevo che il nostro cervello, in effetti, ancora no riesce a capacitarsi e capacitarci che, per quanto lo si possa stimolare, non può andare oltre certi limiti. Non vorrei, sicuramente, cominciare a parlare dell’inizio del linguaggio, ma ammetto che è strano come molte persone, in pullman o in treno, possano, dal nulla, iniziare a scrivere e… forse lo fanno per passare il tempo? Sì, ma perché non un Sudoku o un giochino d’enigmistica? Volete sapere io che faccio nel pullman? Niente! Penso a come vorrei vivere, a come vorrei che fosse questa (relativamente) breve esistenza che oggi è condizionata da troppe cose, quando, invece,  potremmo vivere in una sorta di Giardino dell’Eden. Dante Alighieri in una sua opera, il “De Monarchia”, disse che ci vorrebbe una monarchia con un re che possiede tutte le cose del mondo, in modo tale che il popolo non abbia cupidigia e non ci siano guerre e sia garantita, così, la pace e la giustizia. Effettivamente, oggi, viviamo in un mondo con molte più problematiche di allora: esauribilità dei combustibili, religioni in contrasto, idee politiche in contrasto, persone (troppe) che muoiono di fame e sete, ecc. E l’idea di Dante allora potrebbe rivelarsi un po’ fuori luogo, utopica, addirittura! Ma lo spunto iniziale, l’idea di separaci del superfluo, almeno, non sarebbe tanto irrealizzabile… Anche se, io stesso, “parlo bene e razzolo male, perchè sarei al primo a non voler rinunciare al pc, ad esempio, o ad Internet. Le persone del ‘300 ce la facevano… Io no! Io sono diverso (hehe)! Ed ecco, che alla fine mi rendo conto di aver scritto anche oggi una fesseria, invece di scrivere qualcosa di costruttivo E dire che ce la volevo mettere tutta! Orami ho scritto, ed è peccato cancellare, anche perchè non ledo nessuno (… a buon intenditore poche parole!).
A risentirci!


sabato 27 settembre 2008

Ballando nell'oscurità

Rieccoci (finalmente!) a sabato e non potevo dimenticarmi l'appuntamento con le canzoni anni '70 - '80.
Devo essere sincero, non ho tante idee su cosa pubblicare oggi. Avevo una canzone che mi piaceva, ma non è così "vecchia"... Ma, ora (dopo 15 minuti abbondanti) ho scelto dal mio repertorio una canzone che mi sembra carina da proporre. Non dovrei aver mai pubblicato niente di quest'autore anche perchè lo seguo poco (tranne che per una canzone che faceva parte della colonna sonora del film "Philadelhia", con Tom Hanks e Denzel Washington e si chiamava "Streets of Philadelphia"). Avrete orami capito di chi si tratta, immagino! Già, è Bruce Springsteen.
La canzone di oggi è un grande successo, forse oggi poco ricordato: "Dancing in the dark". Il video che ho trovato su Youtube mi è piciuto moltissimo (vedete come ballava!), solo che ha come inconveniente quello di non poter essere incorporato, perciò vi riporto il link:
http://it.youtube.com/watch?v=Pk8VZgJkpeg
Ne vale la pena! O sbaglio?
Dopo questo grandissimo video, non posso che augurarvi un buon fine settimana e...
A risentirci!



venerdì 26 settembre 2008

Una vera "brutta giornata"

Scommetto che dal titolo avete già capito cosa ho avuto! Non ce la faccio più! Stamattina sembrava essere sorta una buona, tranquilla giornata... Poi dalle 12:45 il baratro! Aspetto sotto l'università il pullman per 1 ora. Dopo di che, per non perdere il pullman delle 14 e 15, inizio a camminare a piedi. Il fatto è che, non essendo di Taranto, bisogna chiedere un po' in giro... Le persone sono state tutte (tranne una) gentili, ma bisogna anche capire che non possono sapere preciso alcuni dettagli. Così ho "gironzolato" per Taranto e quando sono arrivato alla fermata ho scoperto che il pullman se ne era andato 5 minuti prima! Che sfortuna!
Poi, ho cercato di chiamare mio padre, ma sulla scheda che stavo usando non aveva numeri memorizzati: ho chiamato mia zia (mi ricordavo quel numero!) e le ho detto di farmi chiamare da mia madre, che aveva il cellulare irragiungibile (era l'altro unico numero che ricordo a memoria!).
Dopo sono riuscito a parlare con mio padre e farmi dire dove andare... Insomma, alla fine si può dire che oggi ho attraversato Taranto a piedi... a vantaggio dei polmoni (no, più che altro della linea, visto che non ho mangiato che una fetta di pane solo alle 5 meno 10 in campagna!).
L'altro episodio è stato nel pullman di ritorno: per la stanchezza, visto che ritornavo a Martina con mio padre avevo deciso di abbandonarmi alla stanchezza e riposarmi per venti minuti. Non l'avessi mai fatto! Scendo dal pullman e dimentico il epsce che mio apdre aveva comprato da Taranto...
Ci sono state giornate peggiori... ma oggi questi episodi mi hanno "seccato molto"!
Ritornando, infine, in campagna mi è venuto che i Rem avevano cantato di una "brutta giornata", un "Bad day". Ora, non ricordo se ho già messo il testo su questo space, ma male che va, lo ripeto! Mi piacciono i Rem... e non è male se piacessero anche a voi!
"Un annuncio di pubblico servizio mi ha seguito fino a casa l'altro giorno, / Ho fatto finta di nulla.Se n'è andato via./ La merda è cosi' densa che potresti mescolarla con un bastone - senza Teflon / coperto con la calce della presidenza./ Siamo stufi di essere trascinati di qua e di là, / nascondila nella tua manica./ Diffondi su di me un lieto rumore col passare del tempo,Signore, / tieni conto delle tue benedizioni. / Siamo stufi di essere trascinati di qua e di là, / crolliamo tutti. / Hai mai visto in televisione i premi di San vito su ordinazione? / le danze investigative?quelle formiche nei pantaloni guardano. / Bene,guarda dietro agli occhi, / è un sacro,anestetizzato senza valore"salvami il culo,togli di torno questi ragazzi, / il fumo e lo specchio ci hanno chiuso. / Diffondi su di me un lieto rumore col passare del tempo,Signore, / tieni conto delle tue benedizioni. / I giornali non vogliono mentire! / Io sospiro.Non uno di più. / E' stata una brutta giornata, / per favore non fotografarmi, / é stata una brutta giornata, / per favore, / é stata una brutta giornata, / non fotografarmi. / Siamo molto in basso,il prezzo è eccessivo. / L'annunciatore sembra stia striscando, / la luce se n'è andata,è finito il petrolio, / abbiamo dato la colpa all'altro tipo, / di sicuro tutti gli uomini sono stati creati uguali, / qui c'è la chiesa,qui il campanile, / per favore restate sintonizzati,non abbiamo strascico, / ceneri ceneri,crolliamo tutti. / Diffondi su di me un lieto rumore col passare del tempo,Signore, / tieni conto delle tue benedizioni. / ignora la paure minori, / uh,questo significa guerra. / Diffondi su di me un lieto rumore col passare del tempo,Signore, / tieni conto delle tue benedizioni. / Siamo stufi di essere trascinati di qua e di là, / crolliamo tutti."
Stanco, come da una settimana a questa aprte, vi saluto!
A risentirci!

lunedì 22 settembre 2008

Poche, piccole riflessioni sul primo giorno di università



Primo giorno di università… L Questa faccina può
spigare molto? Beh, credo può già rendere l’idea!

Ok, i prof non mi sono piaciuti assai…

La struttura non sembra neanche uno splendore. Certo, non ci
insegnano in una catapecchia!

E poi l’uso dei mezzi in città e la fortuna di riuscire a
trovare la coincidenza dei pullman…

Insomma, ho mal di testa, mi sono arrivato in campagna verso
le 5 e 20 e ho fame, visto che non mangio dalle 6 e 30 di stamattina. Ma non è
fame, neanche… forse! Bo!

… O è sonno o è piccio! Hehe.

A risentirci

sabato 20 settembre 2008

Parti Jack... che tra un po' parto io per l'università (a Taranto)

La settimana scorsa giustamente non ho pubblicato una canzone e credo che questa settimana si dovrebbe ritornare a una canzone non dance...Tuttavia, per non rendere troppo traumatico il passaggio, per questa settimana pubblico una canzone molto movimentata, che non so di che anno è, ma può essere anche anni '60!
"Hit the road Jack!", sì è famosa ed è cantata dal grande Ray Charles!
La traduzione è questa: "(Parti Jack e non tornare più, più, più, più) / (Parti Jack
e non tornare più) / Che hai detto? / (Parti Jack e non tornare più, più, più,
più) / (Parti Jack e non tornare più) / Woah donna o donna non trattarmi così
male / sei la più cattiva tardona (ndt: tardona non è dispregiativo) / che io abbia mai visto / suppongo
che, se tu dici così / dovrò impacchettare le mie cose ed andare. (Esatto) / Ora
piccola, ascolta piccola, non trattarmi in questo modo / perché un giorno sarò
di nuovo in piedi sulle mie gambe / (non mi importa se lo fai perché è palese)
/ (che non hai soldi perché sei un buono a nulla) / beh suppongo che, se tu
dici così / dovrò impacchettare le mie cose ed andare. (Esatto) / Mi stai
prendendo in giro? / (non tornare mai più) / cosa stai cercando di farmi? / (non
tornare mai più) / io non ti ho capito / (non tornare mai più) / non puoi
pensare davvero questo / (non tornare mai più) / Oh, dai piccola, per favore / (non
tornare mai più) / cosa stai cercando di farmi? / (non tornare mai più) / Oh,
non trattarmi così /(non tornare mai più)".
Ok, non è un granchè, ma l'ho pubblicato... giusto per farlo!
Per quanto riguarda il video, eccolo qui (naturalmente non c'è un videdo originale!):




http://it.youtube.com/watch?v=Q8Tiz6INF7I
Piaciuta? Per quanto riguarda me, è da assai che la cercavo... e, epr informazione, non è vedendo "Titanic" che l'ho scoperta!
A risentirci!



mercoledì 17 settembre 2008

Sono tornato.



Sono tornato. Cosa
era successo? E' morto il mio bisnonno. Ora, sicuramente, sta meglio: soffriva
troppo su questa Terra!
Va bene, sembrano toni troppo idilliaci...
Per ciò che riguarda oggi, volevo semplicemente riportare tre poesie (non da
morto!).

"Rosso e azzurro"
Ho atteso che vi alzaste,
colori dell'amore,
e ora svelate un'infanzia di cielo.
Porge la rosa più bella sognata.


"Ombra"
Uomo che speri senza pace,
stanca ombra nella luce polverosa,
l'ultimo caldo se ne andrà a momenti
e vagherai indistinto.

"Comunque,
ti amerò"



Potessi
dirti indiscriminatamente


Ciò
che davvero sento e provo


Per
te, incurante del conseguente


Tuo
stupore, ma consapevole che quel che covo


Può
essere finalmente da te ricambiato


Dopo
che queste parole t’ho dedicato.



Il
peso da tempo nei miei aggrovigliati pensieri


Ingombrava
la mia mente e interi pomeriggi


Scuotevo
la testa e tentavo con forestieri


Brogli
e trucchi che tutto pareggi


Le mie
fantasie con la dura realtà,


Che
tutto ammazza, anche la tua beltà.



E
scrivendo oggi queste amare frasi


E
spero e m’auguro che la mia pace possa trovare


Ma,
soprattutto, che nel peggior dei casi,


Dalla
tua amicizia non mi debba separare


Perché
non sopporterebbe la anima mia


Di
perdere quest’amicizia che m’ha portato alla pazzia.



Che ve ne pare?
Spero vi siano piaciute… No, non ve lo dirò chi le ha scritte!

A risentirci!