sabato 25 febbraio 2012

Don't you want me

La musica anni '80 oggi ci riporta su un gruppo che probabilmente nessuno più ricorda, ma che tra  la fine degli anni '70 e per tutti gli anni '80 riuscì a raccogliere un discreto successo. Quel gruppo è un trio chiamato Human League e una delle loro canzoni più famose è "Don't you want me", che vi faccio sentire oggi.





Dai, è davvero una bella canzone sfortunatamente persa dalla memoria dei più.
Umore del giorno: nella più incompleta decisione sul mio futuro...
Al prossimo post!

mercoledì 22 febbraio 2012

Bilancia te stesso e non lavoro e vita

L'altro giorno mi trovavo a leggere dalle newsletter dell'Huffington Post un titolo che subito catturò l'attenzione "Balance yourself, not Work and Life", cioè "bilancia te stesso e non lavoro e vita". Entrai nell'articolo e scoprii che era di una scrittrice e consulente aziendale, Annie McKee. L'articolo è risultato interessante in quanto partiva dal presupposto di valorizzare anzitutto se stessi per riuscire a valorizzare la propria vita personale e il proprio lavoro, dando il giusto equilibrio a questi due aspetti di ciascuno di noi senza sacrificarne alcuno.

Data la buona impressione che mi ha fato l’articolo, ho deciso di tradurlo qui sotto. L'originale è possibile trovarlo qui http://goo.gl/ozU4r ed ogni eventuale correzione è gradita!
"Amo il mio lavoro. Voglio dire davvero AMO il mio lavoro. Tu no? Sei creativo e costretto ad eccellere? Trovi la felicità nelle relazioni con gli amici del lavoro o i colleghi? Ti senti parte di un qualcosa più grande di te stesso? Anche io. Lavorare è divertente e costruttivo e mi sono completamente dedicata a scrivere, guidare il mio team e consigliare i dirigenti, i quali rispetto.
E dopo c’è la vita – molto più importante del lavoro. È così, vero? Il lavoro non può minimamente essere paragonato alla bellezza di un piccolo bambino nella tua vita o  anche di un adolescente che ti fa saltare i nervi. Il lavoro diventa niente in confronto all’amore per il tuo partner o delle relazioni con la famiglia e gli amici. Io includerei anche i miei cani e gatti nella lista “più importante del lavoro”. Amo Tula, Keiki, Pika, Tiko e Tiger (anche conosciuto come Mickey). E poi c’è la spiritualità, imparare, la dedizione a rendere il nostro mondo un posto migliore – tutto ciò rende la vita meritevole di essere vissuta.
Alcuni di noi sono fortunate – amiamo il nostro lavoro e abbiamo vite piene e gratificanti. È una cosa meravigliosa. Ma siamo occupati. Niente break, limiti – messaggi dai figli, tweets a fiumi, email tutta la notte… Non ci si ferma mai. Molti di noi non sanno come concertarli tutti.
Non c’è niente come una bilancia lavoro-vita. Ma stiamo tentando di essere all’altezza di quegli impossibili standard finchè non perderemo. O meglio dovrei dire, non perderemo noi stessi.
Perdiamo noi stessi per la “sindrome da sacrificio”- una condizione che è più dell’esaurimento. È un modo di vivere. Magari famigliare. Tu ti stai comportando in maniere che non corrispondono a chi sei tu. Perdi il controllo con quelli a cui vuoi bene, prendi cattive decisioni, ridi rararmente, ti lasci sfuggire la vita. O ti muovi alla velocità della luce come un super-uomo-donna-madre-padre. Magari sei fiero della tua sovraumanità, ma nel tuo profondo sai che sei in difficoltà. Ti auto-curi: due tazzine di caffè? Davvero? Quanti martini o bicchieri di vino? Mangi per lo stress? Hai perso completamente la pazienza, ti senti intrappolato e non vedi alcuna via d’uscita.
La sindrome da sacrificio non colpisce inaspettatamente. Inizia con un insidiosa forma cronica e intensa di stress che cresce con un sacco di responsabilità. Noi la chiamiamo “power stress”. I dirigenti, in particolare, sono suscettibili ad esso per via della natura del loro lavoro che li impiega 24 ore su 24, 7 giorni su 7, troppi ambienti di lavoro tossici, competizione malsana e pulsioni al successo fuori controllo.  
Lo stress stimola il sistema nervoso simpatico e innesca il rilascio di potenti sostanze come l’epinefrina, la noradrenalina e i corticosteroidi. La pressione sanguigna sale e i grandi muscoli si preparano per il movimento o la battaglia. Il sistema immunitario è compromesso e il cervello ferma i circuiti neurali non essenziali, così non assimiliamo troppe informazioni. Diventiamo meno creativi e prevalgono i vecchi modi di pensare. Tutto ciò ha un diretto impatto sulle nostre performance. Ci sentiamo ansiosi, nervosi o addirittura depressi. Questo ha un diretto impatto su tutto.
Lo stress non è tutto cattivo – una certa dose contribuisce a concentrarci, eccitarci e preparaci per un duro lavoro e iniziarlo. Ma non siamo fatti per affrontare il “power stress”e quando ne siamo bombardati ogni giorno, lo stress è dannoso.
È un’epidemia. Da una ricerca su Google sono risultati 73000 nuovi o aggiornati siti contenenti nuovi articoli, blog, programmi o consigli per lo stress nella vita. Un’indagine del Grant Thornton International Business Report dei direttori economici ha scoperto che l’aumento netto nello stress legato al lavoro è aumentato globalmente del 28% nel 2011 (meno dell’aumento del 45% del 2010, ma sempre presente). Una ricerca ha raccolto da varie notizie del Sud Africa che i punti vendita hanno perso poco più di 300 milioni di dollari USA a causa degli effetti dello stress sui lavoratori. Il Chartered Institute of Personnel and Development ha riportato che per la prima volta nella storia dell’organizzazione lo stress è stata la più frequente causa di assenza tra i lavoratori.
Questa epidemia non va via finchè non impariamo come interrompere la sindrome da sacrificio. Le nostre aziende non possono farlo per noi, neanche i dottori, i consulenti o quelli che ci vogliono bene. Noi abbiamo bisogno di curarci, e la cura inizia imparando come bilanciare sacrifici e rinnovamento.
Gestire il “ciclo del sacrificio e del rinnovamento” inizia dando priorità al benessere. Puoi iniziare facendo esercizi che permettono di ri-risvegliare te stesso, concentrandoti ottimisticamente sul futuro e connettendosi compassionevolmente con altre persone. Si può partire con la mindfullness [letteralmente consapevolezza, è una tecnica che fonde buddhismo, zen e yoga, ndt] – sintonizzandoti su te stesso, il tuo ambiente e gli altri.
La mindfullness è il primo passo per il rinnovamento. E no, non devi meditare per due ore al giorno o partecipare a una lezione di yoga prima del lavoro (carino, ma impossibile). Puoi partire con poco. Trova pochi minuti ogni giorno – e sottolineo ogni giorno – per stare calmo, respirare, immergerti nella natura. Respira e concentrati sulla gratitudine, l’amore e la speranza.
Come la mindfullness, la speranza è un potente antidoto allo stress. Una visione di un futuro migliore, l’ottimismo e la convinzione che può succedere aiutano il nostro sistema nervoso. Pensa ai tuoi sogni. Aiuta qualcun altro a raggiungere i suoi. Migliora le stupidaggini sul modo di lavorare. Parla a un bambino su cosa vuole diventare. Azioni come queste, fatte consapevolmente e spesso, faranno la differenza.
Queste azioni incidono sulla speranza e sul tuo desiderio di aiutare gli altri. Puoi rinnovare te stesso rallentando abbastanza da restare in contatto con la tua principale e potente natura – la tua attenzione per gli altri e il tuo desiderio di connetterti con loro e dare una mano. Questa è la compassione. È semplice come chiedere a qualcuno come si sentono la mattina e aspettare abbastanza da sentire la risposta. Trova qualcuno a cui fare da mentore e dagli il tuo tempo. Basta col misurare le perfomance e inizia ad allenarti.
Imparare a vivere consapevolmente e concentrarsi sulla speranza e la compassione ti aiuterà a tenere lontano lo stress e bilanciare te stesso. Potrebbe non essere facile all’inizio perché è davvero un nuovo modo di vivere. Avrai bisogno di cambiare le vecchie abitudini e respingere il desiderio di perseguire un obiettivo impossibile – bilanciare lavoro e vita.
Ricorda – non c’è proprio modo di bilanciare tutto ciò che facciamo, finchè e a meno che non bilanciamo noi stessi. Ti troverai ad avere più energia, le tue relazioni saranno più forti e sarai più felice."
Troppo zen ed esotica? Non è comunque impossibile da realizzare! Certo, per me è un po' difficile pensarci dato che sono alla ricerca del lavoro...
Umore del giorno: in una sorta di vacanza mentre sono alla ricerca di un lavoro... o di un senso per continuare a scrivere la tesi
Al prossimo post!

sabato 18 febbraio 2012

Gli occhi miei

Periodo di festival di Sanremo, croce o delizia, a seconda dei gusti. Quest'anno, ad esempio, non mi attirava molto e non l'ho seguito. Mi interessava vedere cosa diceva Celentano, poi mi sono subito parse sparate fini a se stesse e ho continuato a vedere "Le Comiche".
Sicuramente il festival ha vissuto momenti più gloriosi. La canzone di stasera ricorderà un cantante il cui nome si è perso, Eugenio Zambelli, in arte Dino, ma la cui canzone a Sanremo è diventata una cover famosissima di Tom Jones. La canzone originale si chiamava "Gli occhi miei", mentre Jones la trasformò in "Help yourself".
Sul testo sorvolerei volentieri, dato che è una canzone d'amore, quasi come da tradizione sanremese. Ecco, invece, la canzone:



Era il 1968 quando questa canzone fu presentata al Festival, ma senza vincere. Certamente, però, avrà avuto un riscontro più ampio dopo il Festival.
Umore del giorno: felice di aver voltato pagina (ne parlerò meglio al prossimo post)
Al prossimo post!

mercoledì 15 febbraio 2012

Non fermarmi ora!

In contrapposizione a San Valentino, i single oggi festeggiano San Faustino, rivendicando i loro momenti di "spensieratezza". E quale canzone può meglio definire questa condizione di libertà se non col rock dei Queen?!
Forse è solo la mia concezione un po' ristretta, ma avevo sempre visto una coppia come l'accettazione della rinuncia di parte della propria libertà per passarla con un altra persona. Quindi, "Don't stop me now"!
"Stanotte mi divertirò sul serio / mi sento vivo e capovolgerò il mondo, sì / e fluttuando qui intorno in estasi / quindi non fermarmi ora, non fermarmi / perché mi sto divertendo, mi sto divertendo. / Sono una stella cadente che attraversa il cielo / come una tigre che sfida le leggi di gravità / sono una macchina da corsa che sfila come Lady Goliva / vado, vado, vado, vado, niente mi può fermare. / Brucio nel cielo, sì / 200 gradi, ecco perché mi chiamano Mister Fahrenheit  / viaggio alla velocità della luce / farò di te un uomo supersonico. / Non fermarmi ora, mi sto divertendo così tanto / mi sto divertendo un mondo, non fermarmi ora / se vuoi divertirti devi solo chiamarmi / non fermarmi ora (perché mi sto divertendo) / non fermarmi ora (sì mi sto divertendo) / non mi voglio assolutamente fermare. / Sì, sono un missile che ha come direzione Marte / in rotta di collisione, sono un satellite fuori controllo / sono una macchina del sesso pronta a ricaricarsi / come una bomba atomica che sta per esplodere."
Umore del giorno: godendo il relax prima del prossimo ricevimento, quando la prof mi dirà ome stanno i primi due capitoli della tesi
Al prossimo post!

martedì 14 febbraio 2012

Credo in te e me

E' consolidato, ormai, l'appuntamento con una canzone d'amore il giorno di San Valentino, dedicata a tutti gli innamorati. E dato che domenica per molti c'è stato un risveglio abbastanza traumatico (almeno per me lo è stato. Non potevo davvero crederci!) quando si è saputo della morte di Whitney Houston, non posso astenermi da mettere un suo "pezzaccio" (in senso positivo, intendendo un grande pezzo!).
La canzone "valentina" di oggi è "I believe in you and me".

"Io credo in te e in me / Io credo che saremo / Eternamente innamorati / Cosi lontano fino a dove posso vedere / Sarai sempre il solo e l'unico. / Per me / Oh si lo sarai / Ed io credo ancora nei sogni  / Credo che l'amore non finirà mai / E come il fiume trova il mare / Ero persa e ora sono libera / Perché credo in te e in me / Non lascerò mai il tuo fianco / Non ferirò mai il tuo orgoglio / Alla resa dei conti / Sarò ancora li / Solo per stare con te / Amore mio / Oh, sai che ti amo, ragazzo / Non ti lascerò mai fuori / Ti terrò sempre dentro / Nei posti dove nessuno é mai stato / Nel profondo, non puoi vedere / Che credo in te e in me / Bhe forse sono una pazza / Per sentirmi cosi / Ma voglio essere pazza per sempre / Solo per restare con te sempre / Credo nei miracoli / E l'amore é un miracolo."
Per tutti quelli che sentono di avere bisogno di una forte dose di insulina... Be' tenete duro fino a domani!  ;)
Umore del giorno: col morale in ripresa dopo questa giornata di pausa dalla tesi
Al prossimo post!

sabato 11 febbraio 2012

Waltz for Debby

In questi giorni la tesi mi sta rapendo, tant'è vero che proprio ieri pensavo di stare quasi per perdere il contatto con me stesso. E' una sensazione strana perchè stare tutto il giorno a pensare per scrivere una "vita" che non avevo mai immaginato di fare, anche se solo temporaneamente. Avevo sempre pensato che stare dalla mattina alla sera ininterrottamente sui libri fosse un'attività poco producente, perchè il cervello ha comunque bisogno di staccare. In questi giorni, in parte, mi sono dovuto ricredere.
Una piacevole scoperta, però, che mi sono permesso in questi giorni è stata Julian "Cannonball" Adderley. Scoperto casualmente, me ne sono subito innamorato. Lui è un jazzista, suonatore di sax. Si unì presto al quintetto di Miles Davis, quando questi licenziò John Coltrane per problemi di droga. Sebbene forse meno conosciuto dei due nomi altisonanti citati prima, stasera vi farò sentire come sicuramente merita un posto nell'olimpo del jazz. Ecco a voi: Waltz for Debby.



Ho trovato questa traccia rilassante, così come sono molto rilassanti tutte le altre canzoni (sì, lo ammetto, mi sono procurato tutta la sua discografia) e non mi dà neanche particolare fastidio come sottofondo. Ha fatto quest'effetto solo a me?
Umore del giorno: non troppo stressato tra un concerto di violini di ieri sera e le canzoni di Cannonball Adderley stasera
Al prossimo post!

sabato 4 febbraio 2012

Why can’t this be love


Questa settimana la tesi mi ha fatto da padrone e tutto il tempo l’ho impiegato là, senza possibilità di distrazioni. Tuttavia, almeno per il sabato non voglio saltare l’appuntamento con la musica “degli altri tempi”. E siccome ciò che serve è un po’ di carica, certamente non posso sbagliare con un po’ di rock dei Van Halen. Questo gruppo che ha iniziato dal 1974 ha annunciato l’uscita di un nuovo album a giorni. Ma quello che voglio ricordare sono i Val Halen degli anni ’80. Allora, ecco “Why can’t this be love”



Serviva solo a me questa energia stasera?
Umore del giorno: abbastanza stanco, ma questa sera è ancora giovane!
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