sabato 29 ottobre 2011

Levon

Stasera mi sento abbastanza triste, ma sinceramente non ho voglia di ripercorrere la storia. Anche perchè le canzoni di Elton John stanno avendo il loro magnifico effetto benefico sul mio umore e non voglio perdere questo effetto benefico!
E giacchè sto sentendo Elton John, mio salvatore in queste occasioni, la canzone che sentiremo stasera è una del suo repertorio e una delle mie preferite. E, in effetti, anche lui la propone a ogni suo concerto. Parlo di Levon, canzone che parla di un ragazzo che, stanco della sua vita, vorrebbe lasciare la città, ma non riesce.
"Levon porta la sua ferita di guerra come una corona / Chiama suo figlio Gesù / Perché gli piace il nome / E lo manda alla scuola più rinomata della città. / A Levon, a Levon piacciono i suoi soldi  / Ne fa molti dicono / Passa i suoi giorni contandoli  / Dentro una stazione di servizio presso l’autostrada. / Nacque povero come pegno al giorno di Natale / Quando il New York Times diceva che Dio era morto / E la guerra iniziò / Alvin Tostig ebbe un figlio quel giorno. / E deve trattarsi di Levon / E deve essere una persona per bene / Deve trattarsi di Levon / Secondo la tradizione del progetto di famiglia / E deve trattarsi di Levon / E deve essere una persona per bene / Deve trattarsi di Levon. / Levon vende palloncini in città / Lavoro da cui la famiglia trae profitto / Gesù gonfia palloncini tutto il giorno / Siede in veranda e li osserva volare. / E Gesù, vuole andare su Venere / Lasciandosi Levon alle spalle / Prende un palloncino e va a salpare / Mentre Levon, Levon moriva lentamente. /   E deve trattarsi di Levon / E deve essere una persona per bene / Deve trattarsi di Levon."
Le parole potrebbero non dirvi niente, ma la musica vi piacerà. Non è triste, come potete immaginarla, ma un rock allegro e senza il solo pianoforte.


L'avete sentita? Non potevate darmi torto, vero?  :) 
Umore del giorno: triste, in "via di guarigione"
Restate in linea!

giovedì 27 ottobre 2011

Dinosauria, noi

Non è un momento semplice per la Grecia, per l'Italia (e gli italiani) nè in generale per l'Europa che sta cercando di salvarsi. E in questi giorni è usuale sentire accuse alle banche ingorde o alla classe politica elevatasi a "casta" o al sistema capitalista troppo interessato al profitto. Ma alla fine non sentiamo altro che parole, mentre chi ha seri problemi per poter sopravvivere (dire degnamente per alcuni sarebbe un lusso) è lì con la pancia vuota è gli occhi iniettati di sangue per la rabbia.
Da un po' di tempo mi sto avvicinando a un poeta e scrittore contemporaneo, Charles Bukowski, in cui ho trovato molti spunti riflessivi, e nel cui pensiero mi sono spesso ritrovato. E tra le varie poesie che ho letto, c'è ne una che mi ha subito colpito perchè è estremamente attuale e, perchè no, come "Morte all'orechio di van Gogh" di Ginsberg, potrebbe avere qualcosa di profetico! Prima di andare avanti, vorrei precisare che, nonostante Bukowski fosse stato contemporaneo a Ginsberg e Kerouac e ai Beats, non si è mai identificato in uno di essi, preferendo rimanere sempre in disparte. Addirittura, in uno scritto rimasto censurato per molto tempo (spesso al nome di Bukowski viene associata la parola "volgarità"), "Svastica" egli definisce così i beat: "Se ne stanno al parco col talismano del Che a fare ooooooommmm ooooooommm guidati da Burroughs, Genet e Ginsberg. Questi scrittori sono diventati dei mollaccioni, dei becchi, dei fighetti... Lo scrittore di starda si fa spompinare l'anima dagli idioti, uno scrittore che ha bisogno di andare in strada è uno scrittore che non conosce la strada, per parte mia ho visto tanti di quei bar, fabbriche, bordelli, ...".
Bene, senza indugio, leggiamo "Dinosauria, we".

"Nati così
in mezzo a tutto questo
tra facce di gesso che ghignano
e la signora morte che se la ride
mentre gli ascensori si rompono
mentre gli orizzonti politici si dissolvono
mentre il ragazzo della spesa del supermercato ha una laurea
mentre i pesci sporchi di petrolio sputano la loro preda oleosa
e il sole è mascherato
siamo nati così
in mezzo a tutto questo
tra queste guerre attentamente matte
tra la vista di finestre di fabbrica rotte di vuoto
in mezzo a bar dove le persone non  si parlano più
nelle risse che finiscono tra sparatorie e coltellate

siamo nati così
in mezzo a tutto questo
tra ospedali così costosi che conviene lasciarsi morire
tra avvocati talmente esosi che è meglio dichiararsi colpevoli
in un Paese dove le galere sono piene e i manicomi chiusi
in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo
nati in mezzo a tutto questo

ci muoviamo e viviamo in tutto ciò
a causa di tutto questo moriamo
castrati
corrotti
diseredati
per tutto questo
ingannati da questo
usati da questo
pisciati addosso da questo
resi pazzi e malati da questo
resi violenti
resi inumani
da questo

il cuore è annerito
le dita cercano la gola
la pistola
il coltello
la bomba
le dita vanno in cerca di un dio insensibile
le dita cercano la bottiglia
le pillole
qualcosa da sniffare

siamo nati in questo essere letale triste
siamo nati in un governo in debito di 60 anni
che presto non potrà nemmeno pagare gli interessi su quel debito
e le banche bruceranno
il denaro sarà inutile
ammazzarsi per strada in pieno giorno non sarà più un crimine
resteranno solo pistole e folle di sbandati
la terra sarà inutile
il cibo diventerà un rendimento decrescente
l'energia nucleare finirà in mano alle masse
il pianeta sarà scosso da un'esplosione dopo l'altra
uomini robot radioattivi si inseguiranno l'un l'altro

il ricco e lo scelto staranno a guardare da piattaforme spaziali
l'inferno di Dante sarà fatto per somigliare a un parco giochi per bambini
il sole sarà invisibile e sarà la notte eterna
gli alberi moriranno
e tutta la vegetazione morirà
uomini radioattivi si nutriranno della carne di uomini radioattivi
il mare sarà avvelenato
laghi e fiumi spariranno
la pioggia sarà il nuovo oro
la puzza delle carcasse di uomini e animali si propagherà nel vento oscuro
gli ultimi pochi superstiti saranno oppressi da malattie nuove ed orrende
e le piattaforme spaziali saranno distrutte dalla collisione
il progressivo esaurimento di provviste
l'effetto naturale della decadenza generale
e il più bel silenzio mai ascoltato
nascerà da tutto questo
il sole nascosto
attenderà il capitolo successivo."
Finchè non parla dell'energia nucleare in mano alle masse per l'autodistruzione, la poesia è riuscita a spiegare la realtà attuale in un modo abbastanza semplice e dettagliato che probabilmente vi sarete chiesti se non l'abbia scritta in questi giorni. No, Charles è morto nel 1994! Ma credo che anche anche senza andare troppo lontano, presto faremo la guerra per la sopravvivenza e per l'ultima boccata di ossigeno... Dovremo forse iniziare da ora a preparaci l'elmetto e il rifugio anti-atomico? Di certo, per ora possiamo già sentire il rumore dei denti digrignati e delle pentole vuote che vengono agitate e percosse!
Umore del giorno: con un leggero mal di testa, ma anche quello passerà!
Restate in linea!

sabato 22 ottobre 2011

Questo mio vecchio cuore (è debole per te)

La canzone di stasera ci riporta al 1966 a un gruppo composto da 5 fratelli e un cognato. Loro sono gli Isley Brothers e dal 1957 non hanno ancora smesso di "sfornare" singoli. Data la mia stanchezza, non mi dilungo molto neanche sulla traduzione, dato che si tratta di una canzone d'amore.


Purtroppo non sono di tante parole stasera, ma credo che la canzone sia abbastanza frizzante da compensarmi!
Umore del giorno: solo stanco!
Restate in linea!

venerdì 21 ottobre 2011

Distrazione (freestyle per Occupy Wall Street)

Sabato scorso ci fu la marcia degli "indignados" di tutto il mondo. Ciò che è accaduto a Roma si sa, ma quali siano state le motivazioni delle proteste nel mondo non sono mai state approfondite. O almeno, non mi è sembrato di sentire ai tg qualcosa di preciso su cosa sia "Occupy Wall Street".
Questo movimento è nato da una provocazione di una giornale canadese, Adbusters, che proponeva la pacifica occupazione di Wall Street affinchè i cittadini statunitensi si opponessero all'eccessiva influenza che le lobby esercitavano sul Congresso. A questa protesta, presto attuata, aderirono moltissime persone, ol famoso slogan "Noi siamo il 99%", per distinguersi da quell'un percento di persone che detengono la maggior parte della ricchezza USA.
Durante le proteste, comunque, anche molte celebrità si sono schierate dalla parte di questi dimostranti e, a mio parere, è una cosa ridicola, dato che loro sono persone che, in poco tempo, con talento e fortuna hanno ottenuto tantissimi soldi rispetto a quelli che un'operaio medio potrebbe conseguire in tutta una vita. Un artista poco conosciuto, Talib Kweli, schierandosi con gli occupanti di Wall Street si è schierato con loro con un freestyle davvero bello e che spiega tutto. Per inciso, un freestyle è un insieme di versi che solitamente escono spontaneamente a tempo di una base data. Ecco "Distraction".
"Oggigiorno ci mettiamo gli occhiali per moda / E rompiamo le palle in minima parte / Ricoperti di Max Factor, casinisti privi di giudizio / Sicuro come il fatto che Hi-Tek somiglia a Richard di Last Dragon / La vostra attenzione su rapper fasulli vi ha intrappolati in una situazione di distrazione / Distrazione. Chi sta fottendo chi? A chi importa? Questa è distrazione / Vorresti essere tu, vero? – perché lo stai chiedendo? / Cerca di infrangere la legge dell’attrazione / Ottieni un po’ della mia attenzione come la frazione di una razione / O un miserabile piccolo boccone / Ti succhiano il sangue e tu credi negli immortali / Noi notturni, come una malattia del sonno / Vedete l’acqua allontanarsi dalla riva / Questa non è una comune tempesta / Combattiamo per un certo tipo di cause umanitarie / Ma dobbiamo ancora farci vedere in Darfur / La Primavera Araba, è così che è chiamata / Ma stanno pensando all’orgoglio prima della caduta / Dicono che non ha niente a che fare con le spoglie di guerra / Ma voltatevi e ditemi quanto ancora costerà il petrolio / Abbiamo rubato la terra dai Nativi Americani e abbiamo chiamato i nostri missili Tomahawks / Li abbiamo resi una mascotte, vestiti così per sport / Come assalto finale a questa bellissima cultura / Rovistiamo tra le macerie, festeggiando sui morti come degli avvoltoi / Che fanno uno spuntino; per quanto riuscirete a stare al passo con il mio rap? / A stento riuscite a stare dietro alle Kardashian / Siete intrappolati in una situazione di distrazione / È la prova vivente che cercate di rendere la verità elastica come Mr. Fantastic / Ricicliamo questi rapper / Sinceramente, questi ragazzi sono di plastica / Entrano dalla porta d’ingresso come dei tornado / Non sto parlando delle email / Che mandate sempre alle masse / Che in qualche modo finisco nel mio cestino / Il gioco è la distrazione / Non me ne frega un cazzo se il presidente indossa una spilletta con la bandiera / Questi versi sono profondi come i buchi in cui sono intrappolati i minatori Cileni / O le crepe nella terra sotto l’Asia Minore che causano disastri / Ferite profonde ben al di sopra delle vostre infrazioni / Parlano alle persone come fossero bambini perché è così che si comportano / Gli stringono le mani come si fa con i bambini nel traffico / I capitani di industria e i leader dello status quo / Hanno una paura ben radicata del cambiamento / Per loro è strano – vogliono tornare / Agli anni ’50, chiedono un ritorno di quell’epoca / Ma quei giorni erano molto più neri, in mancanza di un termine migliore / Ci siamo adattati a questa cultura, ma questa cultura che abbiamo dovuto imparare / Ci è venuta naturale come una permanente su di un pachiderma / Questi fascisti hanno avuto il loro turno / Gli abbiamo fatto passere le armi tedesche, quelle Luger / I prossimi tiratori in attesa di Superman, non otterranno altro se non Lex Luthor / L’incubo americano, vivido come Fred Kruger / I nostri eroi per noi sono morti / Lo spirito che si svuota dentro di noi / Ci conquista con lo spirito, ma il flusso è così folle / Quello che senti è precisione / Le persone sono troppo assetate, vedono solo miraggi / Ma questa passione, con il Photoshop e i collage di immagini su YouTube / Fuoriesce come un Colosso / Mettendo in mostra il falso profeta / Mi è stato insegnato come creare consapevolezza, quindi non sono mai fuori argomento / Una bugia è come una pozione / Prima ti fa aprire un po’ / Poi devi ingoiare l’intera boccetta per avere la completa verità / Fanculo gli inseguitori, saltiamo la religione e la politica / E puntiamo dritto alla compassione / Tutto il resto è solo una distrazione."
Non è un testo semplicissimo, quindi proviamo ad analizzarlo. Partendo dal presupposto che questo sia un manifesto dell'attuale situazione, innanzitutto statunitense, un attacco al consumismo dilagante, alla compressione dei diritti dei lavoratori e ai sacrifici che tutti stiamo facendo per salvare banche che irresponsabilmente hanno voluto arricchirsi sui poveri (in fondo tutto è nato da lì: le banche concedevano mutui anche a persone che avevano una solvibilità dubbia, ma poi si sono trovate a terra quando queste non hanno più potuto pagare).
Inizialmente, Talib attacca quell'1% di prima, che mostra "occhiali per moda" e "ricoperti di Max Factor" e svia col gossip le cose davvero importanti. Chiede poi attenzione infrangendo la "legge dell'attrazione", che praticamente è una teoria basata sul pensiero positivo e nata dal libro di auto-aiuto "The secret" (Il segreto).
Egli fa notare come il governo stia loro succhiando i loro soldi e i loro risparmi e intanto la classe politica si allontana dai bisogni delle popolazione come "l'acqua allontanarsi dalla riva". E non risparmia un attacco alla politica estera degli USA, perchè combattono "cause umanitarie", ma lasciano a sè stessa la situazione nel Darfur, aiutano i Paesi coinvolti nella "Primavera araba" (cui hanno anche equiparato il movimento di Occupy Wall Street), ma il loro pensiero è solo al petrolio. Infine, attacca la storia degli Stati Uniti, che ha dovuto ammazzare molti nativi indiani.
Poi inizia il tema della distrazione, rappresentata dal reality delle sorelle Kardashian, dalla verità che viene plasmata in base all'utilità come Mr Fantastic dei Fantastici 4, dai rappers che parlano di soldi / prostitute / successo / droga / auto-celebrazione e da una episodio in cui si criticò Obama per non aver voluto mettere una spilletta con la bandiera americana a un discorso. Ma queste son appunto distrazioni, tanto più se comparate al disatro dei minatori cileni o al terremoto in Giappone. La realtà è che gli industriali e i ricchi hanno paura del cambiamento e dagli anni '50 in poi essi hanno imposto il capitalismo e il consumismo e la cultura di massa e tutti hanno dovuto assimilare quella cultura. Ora Talib afferma che i tempi sono cambiati e sebbene anche il sistema scolastico americano abbia fallito (Superman si riferisce al documentario "Waiting for Sueprman", Aspettando Superman), la nuova informazione viene dal web e non è più imposta da multinazionali. Ed è da questo che il movimento Occupy Wall Street parte, eliminandosi dalle incrostazioni di religione e politica e puntando al vero risanamento della società!
Proprio a questo riguardo, infine, leggevo su Wikipedia che questo movimento non vuole darsi una connotazione politica, almeno non nel senso che gli diamo noi. Essi si raggruppano sperando di riportare una democrazia più diretta, dove si prendono decisioni insieme e senza eletti. E il sito occupwallst.org  ha anche lanciato un sondaggio chiedendo quali sono le materie su cui deve soprattutto concentrarsi il movimento, ma senza proporre / imporre una lista!
Che negli USA siano più organizzati di qui? Di certo non credo siano più affamati o arrabbiati del 99% di tutti gli altri Paesi, ma credo che siano più civili di quanto abbiano fatto a Roma, almeno per quanto riguarda la distruzione di case e auto di persone comuni e della statua della Madonna.
Umore del giorno: un po' stanco, ma carico per uscire stasera!
Restate in linea!

sabato 15 ottobre 2011

Street life

Anche questo sabato rimaniamo nell'ambito di una canzone che è stata ripresa in una pubblicità portandola alla memoria dei meno giovani e a conoscenza degli altri. Il salto per questo sabato è fino al 1979, quando la band jazz e soul dei Crusaders si affidò alla voce di una giovane ed esordiente cantante, Randy Crawford, per uno dei più grandi successi del gruppo: "Street life". La canzone rimase al primo posto nella jazz chart americana per ben 20 settimane!
Il testo non è eccezionale, ma dato che la traduzione non l'ho trovata, non mi dispiace dedicarle 10 minuti. Naturalmente eventuali correzioni sono ben accette!
"Continuo a girovagare nè persa nè ritrovata / sento il suono solitario della musica nella notte / le notti sono sempre luminose / ecco cosa tutto ciò che mi è stato lasciato, yeah. / Vivo la vita di strada  / perchè non c'è altro posto in cui io possa andare / vita di strada, è l'unica che conosca / vita di strada. /  E ci sono migliaia di carte da giocare / finchè non giochi con la tua vita / ti vesti e cammina e parli / tu sei chi pensi di essere / Vita di strada, puoi scappare dal tempo / vita di strada, per un nichelino o per dieci centesimi / vita di strada, ma faresti meglio a non invecchiare / o finirai per sentire freddo. / C'è sempre amore in vendita / una favola per bambini cresciuti / con principi affascinanti sempre sorridenti / dietro un cucchiaio d'argento /  e se ti mantieni giovani / le tue canzoni saranno sempre cantate / il tuo amore ti ripagherà  sotto la luna argentea / vita di strada, oh, vita di strada."
Ok, se riuscite a masticare l'inglese meglio di me, forse converrebbe aiutarmi a sistemare meglio qualcosina, perchè non sono pienamente convinto di ciò che ho scritto.
Questa canzone, dato anche l'anno, non ha un video ufficiale, ma ecco comunque il file audio!


Sono canzoni intramontabili, e sentendo la bella voce di Randy non ci si può neanche meravigliare! Ma non bisogna neanche sottovalutare il lavoro dei Crusaders!
Umore del giorno: ho solo voglia di passare una bella serata, senza pensare al libro che mi perseguita
Restate in linea!


venerdì 14 ottobre 2011

Il paradosso del nostro tempo

In questi giorni si parla di "indignados" e di persone stanche della politica e che preferiscono pensare al futuro proprio piuttosto che delle banche o dell'economia. Io non voglio fare nessuna morale, però ho trovato un interessante testo scritto da un reverendo nel 1997. Il contesto in cui si pone ciò che leggeremo è un po' diverso da quello in cui ve lo propongo io, ma il significato intrinseco è universale. Tale pastore, il reverendo Bob Moorehead, rispose alla propria congregazione con questo testo alle affermazioni di 17 persone che dichiararono di essere state abusate da lui.
Ciò che, però, è interessante è il contenuto di questo "Paradosso del nostro tempo".

"Il paradosso del nostro tempo nella storia è che / abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, / autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. / Spendiamo di più, ma abbiamo meno, / comperiamo di più, ma godiamo meno. / Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, / più comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, / più conoscenza, ma meno giudizio, / più esperti, e ancor più problemi, / più medicine, ma meno benessere. / Beviamo troppo, fumiamo troppo, / spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, / guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, / facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, / vediamo troppa TV, e preghiamo di rado. / Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, / ma ridotto i nostri valori. / Parliamo troppo, amiamo troppo poco / e odiamo troppo spesso. / Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, / ma non come vivere. / Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. / Siamo andati e tornati dalla Luna, / ma non riusciamo ad attraversare la strada / per incontrare un nuovo vicino di casa. / Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno. / Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito / l'aria, ma inquinato l'anima. / Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. / Scriviamo di più, ma impariamo meno. / Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. / Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. / Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre / più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. / Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, / grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. / Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, / case più belle ma famiglie distrutte. / Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e / getta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei / corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, /dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. / E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina / e niente in magazzino. / Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa / lettera, e in cui puoi scegliere di condividere queste / considerazioni con altri, o di cancellarle. / Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perchè / non saranno con te per sempre. / Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno / che ti guarda dal basso in soggezione, / perchè quella piccola persona presto crescerà / e lascerà il tuo fianco. / Ricordati di dare un caloroso abbraccio / alla persona che ti sta a fianco, / perchè è l'unico tesoro che puoi dare con il cuore / e non costa nulla. / Ricordati di dire "vi amo" ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. / Un bacio e un abbraccio possono curare ferite / che vengono dal profondo dell'anima. / Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, / perchè un giorno quella persona non sarà più lì. / Dedica tempo all'amore, dedica tempo alla conversazione, e / dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente. / E RICORDA SEMPRE: / la vita non si misura da quanti respiri facciamo, /ma dai momenti che ci tolgono il respiro."
Questo non è affatto un testo religioso, ma un testo che vuole puntare a riscoprire i valori veri (sul significato di veri ho alcuni dubbi, effettivamente) di una persona. Oggi ci affanniamo troppo dietro il puro materialismo, il consumismo e gli egoismi personali, dimenticandoci che, come disse John Donne, "nessun uomo è un'isola". Abbiamo bisogno di affetti, di amicizia, di amore e di poter contare su qualcuno! Possiamo avere il più aggiornato computer, sms e chiamate infiniti, ma saremo sempre soli finchè non ritorniamo alla prevalenza del contatto umano.
La solitudine è sempre esistita, ma oggi è sentita maggiormente perchè la vuotezza è interiore e crediamo, sbagliando, di poterla colmare con un po' di tv o costruendo la più bella casa o diventando belli esteriormente, quanto potremmo andare da un amico e chiedere se ha bisogno di noi o "incontrare un nuovo vicino di casa" o riflettere su noi stessi e amarci e farci amare per come siamo e non per come ci dicono di dover essere per compiacere il Nulla.
Abbandoniamo la vetrina, vediamo che c'è nel nostro magazzino!
Umore del giorno: determinato a studiare e prepararmi per l'ultimo esame
Restate in linea!

sabato 8 ottobre 2011

Tom's diner

L'anno scorso, sentendo una canzone di un cantante e produttore sconosciuto qui in Italia, Kevin Cossom, sentii un motivetto di sottofondo davvero molto simpatico. Cercando e "scavando" nel web, scoprii che quella base era di una canzone incisa inizialmente nel 1981 da Paz Vega e che riscosse un certo successo. Dopo qualche tempo, la stessa canzone la sentii in una pubblicità di una società che concede finanziamenti.
Ma, senza indugi, parliamo di questa "Tom's diner". La canzone nasce per lo spot del "Tom's reastaurant", una tavola calda a Broadway, a New York. Interessante è anche la traduzione.
"Sono seduta di mattina / alla tavola calda all’angolo / Sto aspettando al bancone / che l’uomo mi versi il latte / E mi riempie solo metà bicchiere / E prima ch’io possa ribattere / guarda fuori dalla finestra / qualcuno che sta entrando / ‘È sempre bello vederti’ / dice l’uomo dietro al bancone / alla donna che è appena entrata / Lei scuote il suo ombrello / E mi giro dall’altra parte / mentre loro si salutano baciandosi / Fingo di non vederli, / e invece verso il latte. / Apro il giornale, / c’è la storia di un attore / che è morto mentre stava bevendo. / Era uno che non avevo mai sentito. / Così vado all’oroscopo / e poi cerco le barzellette, / quando mi sento osservata / così alzo la testa. / C’è una donna che da fuori  / sta guardando dentro / Mi vede? / No, non mi vede davvero, / perché sta guardando il suo riflesso. / E cerco di non notare / che si sta lisciando la gonna. / E mentre si aggiusta i collant, / i suoi capelli si stanno bagnando. / Oh, questa pioggia continuerà / tutto il giorno. / Mentre sento le campane della cattedrale, / ripenso alla tua voce... / e al picnic a mezzanotte / tanto tempo fa / prima che iniziasse la pioggia… / Finisco il mio caffè, / è ora di prendere il treno."
Ok, è vero non è nulla di eccezionale, ma mi è piaciuta questa descrizione di ciò che la protagonista vede e sente mentre è seduta a una tavola calda.


Purtroppo il video ufficiale non c'è, ma che ve ne è parso della canzone? E' carina!
Umore del giorno: un po' assonnato, ma si sopravvive a questo!
Restate in linea!

giovedì 6 ottobre 2011

Siate affamati. Siate folli.



Stamattina, alzandoci avremo di certo appreso la notizia della morte di Steve jobs, fondatore di Apple, Next e  Pixar. Sinceramente, non sono mai stato un grandissimo fan della Apple, essendo abbastanza affezionato alla cara Microsoft, però bisogna riconoscere che Steve Jobs ha fatto molto per la Apple, soprattutto negli ultimi anni, quando è stata rilanciata dalla creazione e vendita di iPod, iPhone e iPad.
Ma c'è un'altra cosa che rende grande quest'uomo e che, spero, lo farà ricordare ai giovani di oggi e futuri: un discorso che tenne ai laureati di Stanford nel 2005. Ho trovato la trascrizione su internet, ma è anche possibile sentire l'audio su Youtube.
“Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.
La prima storia parla di “unire i puntini”.
Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?
Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.
Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori furono spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio.
Il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.
Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi mai lasciato l’università e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spaziati in maniera proporzionale. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro intuito, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia parla di amore e di perdita.
Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione - il Macintosh - un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni... quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona - che pensavamo fosse di grande talento - per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.
Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi rese libero dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.
Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma presumo che “il paziente” ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.
La mia terza storia parla della morte.
Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.
Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.
Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto astrato: Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava “The whole Earth catalog”, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.
Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di “The whole Earth catalog”, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro messaggio d’addio “Siate affamati. Siate folli”, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi: “Siate affamati. Siate folli”. Grazie a tutti.”
Parole eccezionali, di un sognatore che ha perseverato e ha trovato la sua strada. Insomma, per sentirsi realizzati dentro tutto quello che ci serve è credere in noi stessi e credere nei nostri sogni e i risultati si avranno!
Umore del giorno: con una particolare forza dentro
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sabato 1 ottobre 2011

Io sono il ritmo

Oggi è stata una faticosa giornata di lavoro in campagna e ora raccimolo un altro po' di forze per farvi sentire una canzone frizzante e che compensi questo mio post più "distaccato".

La band è inglese e probabilmente abbastanza sconosciuta. Sui chiamano "The Look", mentre la loro canzone più famosa è "I am the beat, che sentiremo stasera.







Frizzante, no? Spero proprio vi dia l'energia che io non riesco più a trovare stasera!

Umore del giorno: stanco (troppo ripetitivo? Mi farò perdonare la prossima volta!)

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