sabato 31 ottobre 2009

Non spezzare il mio cuore

Stasera non è serata. O meglio, oggi non è giornata.
Ieri volevo portare sullo space un testo di canzone ma il pc serviva a mio fratello, per cui niente Internet. Ma ciò non centra niente con oggi.
Stamattina mi alzo sapendo che devo andare in campagna a raccogliere le olive con mio padre. Già da ieri mi sentivo come se avessi l'influenza, ma ancora oggi niente. Eppure mi sento strano.
Ed eccomi qui ora a farvi sentire la canzone del sabato sera. Ancora casualmente, ecco che se vi dicessi Den Harrow pensereste a quel biondino (era biondo?!) che al reality "L'isola dei famosi" o qualcosa del genere (non seguo reality io, e possiamo parlarne un giorno) si mise a piangere come un bambino.
Ma Den Harrow è anche una star della Italo dance anni '80. E stasera ecco vi "Don't break my heart". Partiamo dalla traduzione.
"Mi hai colto di sorpresa / Proprio come un arcobaleno nella notte / Quando ho guardato nei tuoi occhi / Ho potuto vedere diamanti splendenti. / Non mi ero mai accorto / Tu saresti stata quella giusta / Tu mi avevi iptonizzato / Prima la mia vita era in bianco e nero. / Tu ed io facciamo una squadra / Ti voglio vicina a me ogni giorno / La scorsa notte ho fatto un sogno / Te ne andavi via. / Non spezzare il mio cuore, non mi deludere / Non spezzare il mio cuore, non farmi imbronciare. / Noi stiamo divenendo importanti / La vita al tuo fianco può essere così gradevole / Tu sei così misteriosa / Ieri eri fredda come il ghiaccio. / Io mi chiedo come ti senti / Se tutti i tuoi sentimenti siano gli stessi / Quando i tuoi sorrisi sono veri? / O è un gioco?"
Già ancora canzoni d'amore... Ma vediamo il video:





Non vi può piacere la canzone solo se avete pregiudizi contro il cantante! Buon Halloween, buon week-end e...
A presto!

sabato 24 ottobre 2009

Per favore, non andare via!



Può quasi sembrare che ultimamente stia solo “ripristinando” certe brutte nomine di alcuni cantanti, facendovi sentire anche canzoni meno pubblicizzate. In realtà, è giusto che sentiate anche le altre canzoni per non “peccare di superficialità”!


Ed ecco allora che oggi sentiamo Kc and the Sunshine band, famosa per canzoni tipo “Shake your booty” o “Boogie shoes” (dal film “Saturday night fever”) o ancora “I'm your boogey man” eccetera. Ebbene, questo gruppo ha anche fatto un lento bellissimo che ho riscoperto ieri sera al programma “I migliori anni della nostra vita”. Se ci sono fan del Fiorello cantante, conosceranno la base per “Sì o no”.


La traduzione, canzone d’amore, la riporto comunque. E non ha a che fare con la canzone di Fiorello.


“Piccola, ti amo / perciò voglio che tu sappia / che mi mancherà il tuo amore / quando uscirai da quella porta. / Quindi, ti prego non andartene / Non andartene, non andartene via / Per favore non andartene / non andartene, ti sto scongiurando di restare. / Se vivi, almeno nelle mie giornate / Sarebbe un mio sogno che diviene realtà / Sono stato consacrato per amarti / da qualcuno meraviglioso come te. / Hey hey hey / Ho bisogno del tuo amore / Sono in ginocchio / implorandoti per favore, per favore / per favore non andartene / non mi senti baby? / Non mi abbandonare adesso.”


Sì, di quelle supplicanti e troppo melodrammatiche, insomma.


Ma andiamo al video.







Adoro quella camicia così, e quel vestito! E naturalmente la canzone mi piace tantissimo!


A presto!




venerdì 23 ottobre 2009

Considerazioni



Ieri sera è andata un’altra puntata del telefilm “Dottor House”, e questa mi ha fatto riflettere molto.

Se qualcuno conosce poco di quel telefilm, di certo saprà che alla base del dottore House c’è una tristezza incancellabile dovuta tra l’altro al suo dolore fisico. E se alla tristezza si unisse la voglia suicida? No, non è la puntata di ieri, ma un pensiero che ho fatto io e su cui volevo riflettere stasera.

La domanda da cui partii ieri sera era: è più difficile vivere o morire? Per rispondere a ciò sono partito da una considerazione: se sia peggio, cioè, fare una vita fatta di tristezza e delusione o lasciarsi morire lasciando ai tuoi più cari il rimpianto e la sofferenza di non averti mai capito.

Chi riuscirebbe a vivere accerchiato sempre dalla tristezza? Si potrebbe allora decidere di farla finita. Ma così, faremmo soffrire i nostri genitori e fratelli e gli amici più stretti per non essere mai riusciti a caprici. E magari potremmo segnarli a vita.

Secondo me, si crea un circolo tale da non lasciare una risposta inequivocabile al quesito. O avete una soluzione? Partendo sempre dal presupposto che è meglio la vita.

A presto

martedì 20 ottobre 2009

E' una vita che ti aspetto



Oggi parlerò dell’ultimo libro che ho letto, perché mi è
piaciuto tanto e volevo condividere alcune frasi che mi hanno particolarmente
colpito. Il titolo del libro è “E’ una vita che ti aspetto” di Fabio Volo.

Se dovessi dare un parere complessivo al libro, direi che mi
è piaciuto. Ma se dovessi fare un paragone col libro “il giorno in più”, devo
dire che mi è piaciuto più quest’ultimo.

Sommariamente, il libro parla di un uomo che si pone la
domanda “io sono felice?”. E la risposta la trova ricercando se stesso. Alla fine
del libro non troverete la ricetta della felicità, am può dare spunti di
riflessione. Ecco alcune frasi particolari.

“Pensavo a quando da piccolino [mia madre] mi teneva in
braccio e io, appoggiando la testa sulla sua spalla, guardavo tutto da lassù. Come
un pellegrino che, arrivato sulla cima del monte, guarda la strada che ha già
percorso e quella sconosciuta che ancora lo attende.”

“…lui è il mio migliore amico. Lui è il nastro dove io ho
registrato i miei filmati migliori. I più importanti. I più belli.”

“La nostra amicizia è fonte di felicità.”

“Forse la libertà poi non p nemmeno poter fare ciò che si vuole
fare senza limiti, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle
passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi.”

“Quella voce dentro di me, che ero io, voleva essere
ascoltata e voleva che i suoi desideri e bisogni fossero soddisfatti. Voleva
essere amata. Amata da me. Voleva semplicemente vivere.

Non stavo vivendo veramente la mia vita. Che era poi il
motivo per cui ero nato, per cui c’ero anch’io su questo pianeta.

L’idea errata che avevo di me, invece, mi spingeva
automaticamente a rispondere a desideri e necessità che in realtà non erano
miei. E quindi dentro sentivo le lamentele di un affamato. Ero arrivato al
punto di esprimere chi ero con ciò che consumavo e compravo. Le mie scarpe, la
mia macchina, le mie vacanze, i locali che frequentavo, il telefonino che
sceglievo, l’arredamento di casa. Tutto diventava me. Tutto mi determinava.
Tutto mi qualificava. Quelle cose dicevano chi ero.”

L’ultimo punto è quello su cui mi sono tanto battuto io
anche in questo space. E non penso sia necessario commentare ogni periodo che
ho selezionato. Ciascuno si descrive da sé…

A presto

sabato 17 ottobre 2009

Touchy


A dir la verità non sono molto
contento del post di ieri ma era tardi ed ero stanco. E anche oggi
sono stanco, ma voglio comunque impegnarmi un po' di più per la
canzone anni '80 di stasera.


La traduzione non l'ho trovata, ma se
vi dicessi A-ah a cosa pensereste? La canzone “Take on me” e la
pubblicità con quella canzone. Ma bisogna sapere anche che hanno
fatto anche altre canzoni, come “Touchy” che sentiremo stasera.









Meglio la più famosa "Take on me"? A me questa piace.
A presto!

venerdì 16 ottobre 2009

Una montagna


Come dissi ieri, ecco un testo “importante”,
nel senso di significativo, di Lucio Battisti. La canzone è inedita e si riesce
a sentire solo su Youtube. La canzone si chiama “Una montagna”


“Il tipo inizia sorridente e
fa: /"ho qui il segreto della serenità  / che poi non è un segreto veramente / ma un
altro modo di atteggiar la mente". / "Continua allegro sullo stesso
tono / lo sai cosa è cattivo e cosa è buono / che cosa è brutto e invece cosa è
bello / quello che stabilisce il tuo cervello. / Una montagna può sembrare un
uomo / (se lo decidi tu) / disteso calmo ad osservare il cielo / (se tu vuoi
così) / il controluce di un gabbiano in volo / (se lo decidi tu) / può
dissipare in un momento un velo / (se tu vuoi così). / Niente di misterioso
amico mio / questa è una cosa che ho provato io / ne ho constatato un grande
giovamento / lo posso garantire al cento per cento. / Scaccia quell'ombra scura
che hai sul viso / non sai quanto fa bene un bel sorriso / prima a te stesso e
poi a chi ti sta intorno / finisce il buio ed incomincia il giorno. / Una
montagna può sembrare un uomo / (se lo decidi tu) / disteso calmo ad osservare
il cielo / (se tu vuoi così) / il controluce di un gabbiano in volo / (se lo
decidi tu) / può dissipare in un momento un velo  / (se tu vuoi così) / dentro di noi c'è un
libro bianco e nero / (se lo decidi tu) / che io mi fermo a leggere ogni tanto
/ (se tu vuoi così) / quando non sono sicuro del sentiero / (se lo decidi tu) /
perchè è lì che è scritto tutto quanto / (se tu vuoi così). / Non voglio adesso
esagerare tanto / mi basta che ti piaccia l'argomento / ti vedo già più sciolto
e contento / rimani in onda e segui mentre canto.”


Una ricetta così anceh per noi? O almeno per me....
A presto.

giovedì 15 ottobre 2009

Ecco dove viviamo



 

Oggi sono combattuto dal farvi leggere due cose: una è una notizia di cronaca locale piuttosto tragico, mentre l'altro è un testo di canzone.  Penso di optare per la prima, mentre la canzone posso farvela leggere domani.

 

Questa che leggeremo è una pagina di triste attualità locale. Ecco come riportata dal sito www.peacelink.it

 

"Uova alla diossina a Martina Franca", comunicato di PeaceLink



In provincia di Taranto la Asl ha posto i sigilli ad un allevamento di polli in contrada Guardarello a Martina Franca, a 30 chilometri dall'area industriale.


 

15 ottobre 2009 – Alessandro Marescotti

 

La diossina è arrivata nei pollai di Martina Franca. Dopo la città di Taranto anche la  provincia. Si allarga ulteriormente la contaminazione. Siamo fortemente preoccupati. Il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto ha ampliato il raggio di ricerca della diossina negli alimenti e trova nuove sorprese "avvelenate". Dalla diossina nel latte, nel formaggio e nelle carni di pecora e capra, si passa ora alla diossina nelle uova e, come è ipotizzabile, anche nelle galline.

 

Nel marzo 2008 PeaceLink presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto dopo aver fatto analizzare un pezzo di formaggio locale. I valori erano sopra i limiti di legge. Adesso quei limiti vengono violati anche per altre categorie alimentari di largo consumo, come le uova e, probabilmente, la carne di pollo.

 

Quello che emerge, come preoccupante novità, è la dimensione provinciale, e non solo più cittadina, del fenomeno: neanche Martina Franca può ritenersi indenne dalla diossina. La diossina è considerata un inquinante transfrontaliero e come tale rientra nella normativa europea. Si tratterà di verificare la dinamica di questa contaminazione. E' una fatto su cui si deve indagare perché il consumo di alimenti cancerogeni e genotossici può causare una modificazione del DNA. Ci può essere, nel caso della diossina, un impatto non solo sulla salute di chi consuma alimenti contaminati ma anche di chi non è ancora nato. Le donne in età fertile o in stato di gravidanza dovrebbero essere massimamente informate e tutelate. Guardia alta, dunque, perché qui ci stiamo giocando non solo il presente ma anche il futuro. Questo è un motivo più che sufficiente per richiedere a Taranto il "Centro Ambiente e Salute", una struttura di alta specializzazione che il prof. Giorgio Assennato, direttore dell'Arpa, da tempo propone di fronte alla rilevanza delle criticità ambientali e sanitarie di Taranto.

 

Ci rivolgiamo alla Magistratura perché faccia piena luce. Occorre andare in fondo alla questione e scoprire le dinamiche e le origini di questa contaminazione, con tutta la  determinazione necessaria.
Sarà necessario un lavoro approfondito e puntiglioso perché la questione è di grande  complessità. I cittadini vogliono verità, la reclamano. Questa storia non può rimanere un mistero, i responsabili vanno individuati e perseguiti.

 

Esprimiamo al contempo la nostra solidarietà agli allevatori, vittime, assieme ai cittadini, di questa assurda vicenda di contaminazione da diossina.

 

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink


 

E la diossina fa male!!! Si pensa al ponte sullo Stretto di Messina, la costruzione di nuove autostrade ed altre opere imponenti (e appariscenti), ma per carità magari neanche del tutto inutili, ma non si bada a una realtà, l'intera provincia tarantina, che ha il più alto tasso di inquinamento, gas serra, diossina e tumori in tutta Italia e in Europa. Si può continuare a vivere (e morire così?).

 

A presto.

 




 

domenica 11 ottobre 2009

Padre e figlio



Ieri ero troppo stanco anche per scrivere. Cosa ho fatto? Nel
pomeriggio, ho aiutato mio padre a trasportare delle pietre che in campagna
erano inutili. La mattina sono stato a studiare un po’ di francese. Già, perché
a differenza dell’anno scorso, per ora, ho molta voglia di studiare e togliermi
le centinaia di pagine che devo fare . E, quindi, la mattina a studiare e il
pomeriggio in campagna, mi sono ritirato a pezzi e non avevo forze per niente. Non
sono neanche uscito!

Oggi pomeriggio, invece, ho aiutato mio padre a buttare giù
un albero che dava fastidio a mia madre perché sporcava troppo. Si può dire che
stia iniziando una piccola attività da contadino, ma niente di troppo impegnativo.

E non posso dire che mi dispiaccia, tranne per il fatto che praticamente
mi uccide, in termini di forze. Ma non vorrei che fosse il mio futuro!

E per stasera ecco una canzone anni ’70 (precisamente,
giusto del 1970) con il rapporto padre-figlio. Il mio, notoriamente, non è dei più
felici e anche in questa canzone c’è il dialogo tra padre figlio, dove quest’ultimo
sente il bisogno di andarsene per conquistare indipendenza, mentre il padre
vuole trattenerlo, perché ci sarà il tempo per quello.

La canzone si chiama “Father and son”, cantata da Cat
Stevens. Partiamo dalla traduzione.

“Padre: Non è tempo di cambiare / Rilassati, prendila
con calma / sei ancora giovane, questa è la tua colpa / Hai ancora molte cose
da conoscere / trovare una ragazza, sistemarti, / se vuoi puoi sposarti / Guarda
me, sono vecchio, / ma sono felice. Una volta ero come sei tu ora, / e so che
non è facile / Rimanere calmi quando hai trovato / qualcosa che va / ma prendi
il tuo tempo, pensa a lungo / Perché, pensa a tutto quello che hai avuto. / Per
te sarà ancora qui il domani, / ma forse non i tuoi sogni. / Figlio: / Come posso provare a
spiegare, / quando lo faccio, si volge altrove di nuovo / È sempre la stessa
vecchia storia / Dal momento in cui potevo parlare, / mi fu ordinato di
ascoltare / Ora c'è una strada e so / che devo andarmene / So che devo andare /
Figlio: / tutte le volte che piansi, / tenendo tutto dentro di me / È
dura, ma è anche dura / ignorare tutto / Se avevano ragione, ero d'accordo, / ma
sono loro che tu conosci, non me / Ora c'è una strada e io so / che devo
andarmene / So che devo andare.”

La frase che più rispecchia me è “tutte le volte che piansi,
tenendo tutto dentro di me. È dura, ma è anche dura  ignorare tutto. Se avevano ragione, ero
d'accordo. Ma sono loro [i sogni] che tu conosci, non me.” È il mio difetto
tenermi tutto dentro…. Ma sentite la canzone:







Quella chitarra, e quella voce così espressiva quando Cat fa la aprte del figlio. E' molto sentita!

E voi divertitevi stasera perchè poco più di dodeci ore e inizia una nuova settimana!

A presto

giovedì 8 ottobre 2009

L'isola che non c'è

E se vi dicessi che oggi proviamo a sognare? Leggiamo, magari...
"Seconda stella a destra / questo è il cammino / e poi dritto, fino al mattino / poi la strada la trovi da te / porta all'isola che non c'è. / Forse questo ti sembrerà strano / ma la ragione
ti ha un po' preso la mano / ed ora sei quasi convinto che / non può esistere un'isola che non c'è. / E a pensarci, che pazzia / è una favola, è solo fantasia / e chi è saggio, chi è maturo lo sa / non può esistere nella realtà!.... / Son d'accordo con voi / non esiste una terra / dove non ci son santi né eroi / e se non ci son ladri / se non c'è mai la guerra / forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è!... / E non è un'invenzione / e neanche un gioco di parole / se ci credi ti basta perché / poi la strada la trovi da te... / Son d'accordo con voi / niente ladri e gendarmi / ma che razza di isola è? / Niente odio e violenza / né soldati né armi / forse è proprio l'isola / che non c'è.... che non c'è! / ... E ti prendono in giro / se continui a cercarla / ma non darti per vinto perché / chi ci ha già rinunciato / e ti ride alle spalle / forse è ancora più pazzo di te!"
Il testo è "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato. Faccio qualche considerazine personale.
La domanda che per prima ci si dovrebbe porre è: "cosa è un'isola che non c'è? E se non c'è, perchè posrsi la domanda?". secondo me, l'isola ceh non c'è è una metafora per spiegare i desideri irrealizabili o poco realizzabili di ciascuno di noi. Si chiama "che non c'è" proprio per il fatto che ha scarse probabilità di esistere.
La mia "isola che non c'è" la immagino con alberi alti e molti fiori; e gli animali e le persone vivono insieme; e la gente è cordiale col prossimo senza provare invidia o gelosia, perchè è felice. Sì, la gente su quest'isola è felice e vive in armonia. E anch'io penszo, come dice nella penultima strofa l'autore, che questa "forse è proprio l'isola che non c'è".
Ma, non illudiamoci! Quest'isola può non esistere ora, ma nessuno e niente togli che possiamo inziare a crearla noi. Pensate che la Corce Rossa o le organinzzazioni di volonatriato o le Ong siano fantasie? No, non lo sono! Basta un po' di volontà.
A presto!

sabato 3 ottobre 2009

La febbre del sabato sera



Porto un po’ di stanchezza perché oggi pomeriggio abbiamo
pigiato l’uva ma voglio scrivere.

Sì, voglio scrivere perché stamattina ho visto il film “La
febbre del sabato sera”, mai visto prima d’ora. E mi è piaciuto tanto! Soprattutto
le canzoni.

Ma, più di tutto, confermo la mia idea che sarei stato bene come
adolescente o ventenne negli anni ’70. Sogno…

E stasera ecco che una di quelle canzoni del film starà su
questo space.

Non ho mai nascosto la mia adorazione per i Bee Gees, e
anche se questa canzone è famosa, per questo sabato la metto comunque. Magari
nessuno conosce la traduzione….

E quale canzone più azzeccata di “Night fever”?

“Ascolta il suolo: / C'è movimento tutt'attorno / Sta
succedendo qualcosa / ed io lo sento. / Nelle onde dell'aria, / c'è il ballo
laggiù. / Se è qualcosa che possiamo condividere, / possiamo prenderla. / E
quella dolce ragazza di città, / Si muove attraverso la luce, / Controllando la
mia anima e la mia mente. / Quando cerchi di raggiungermi / Yeah, è il
sentimento è forte. / Allora ho la febbre notturna, febbre notturna. / Sappiamo
come fare. / Dammi la febbre della notte, febbre della notte. / Sappiamo come
mostrarlo. / Sono qui / Pregando che questo momento duri, / Vivendo in una
musica così bella, / Nato sul vento, / Facendolo mio. / Nel calore del nostro
amore / Non abbiamo bisogno di aiuto per farlo. / Dammene abbastanza per
condurci al mattino./ Ho il fuoco in testa. / Cammino più in alto ora. / Sto
spendendo nella notte; / ti do calore.”







E voi la sentite salire la febbre per questo sabato sera? Divertitevi!!!

A presto!

venerdì 2 ottobre 2009

Quel che ci nasconodono sulle nostre terre



Oggi porto sfogo e conoscenza, per coloro che non sanno talune
cose. Premetto subito che abito a Martina Franca, ma studio all’università a
Taranto. E anche se non mi piace Taranto, è l’unica destinazione che i miei mi
permettono di fare per studiare. E premetto anche che, sebbene il clima politico
è infuocato in questi giorni, non mi interessa perché non faccio politica.

Il “mostro” più famoso di Taranto è l’Ilva, molto inquinante,
sebbene offra posti di lavoro. A lui (o lei, dipende che forma date) è dovuto
il 60% in più di tumori nella provincia rispetto alla media nazionale. Si dice
si stiano prendendo precauzioni per ridurre l’inquinamento, ma ogni giorno che vedo
la città da lontano, ecco vedere prima una grande nuvola nera sempre alta. Questo
accade perché spesso gli interessi di pochi (solo economici, secondo me), a
prescindere che siano di lavoratori, altre aziende clienti o dello stesso
imprenditore capo, sono maggiori di quelli che riguardano la salute di
centinaia di migliaia di abitanti nella provincia.

Ma possiamo anche abbandonare il primo dei tasti dolenti. Saltiamo
sicuramente il punto sul dissesto finanziario provocato da una giunta comunale precedente
che ha pensato ad arricchire solo se stessa per qualche generazione, e saltiamo
anche l’assenza di “quote rosa” nella giunta provinciale formatasi una
settimana fa.

Arriviamo però a un fatto recente. Andiamo a circa un mese
fa. Tra le varie trovate della Gelmini (ma temo che lei sia giusto una
prestanome), c’è stata l’attribuzione di una parte del totale dei fondi alle
università in base ad alcuni parametri. Idea bella, per carità! Può persino
dare una scossa a molte università, visto che in tanti si iscrivono, ma poi no
trovano lavoro. Ma volete sapere l’impatto sul cosiddetto “polo jonico”, ossia
l’insieme delle facoltà presenti a Taranto, distaccate da Bari? Tragico. Stava per
chiudere tutto. Il presidente della Regione Puglia Vendola, fortunatamente, se
vogliamo, ha sostenuto il polo con 10 milioni di euro. E così, sebbene siano diminuiti
i corsi, le varie facoltà ci sono ancora.

Ritornando sull’argomento salute, ci sono due notizie fresche
fresche che mi hanno disgustato completamente, in quanto cittadino della
provincia di Taranto, ma anche italiano. E, naturalmente, la popolazione di
questo non “deve” essere informato.

Innanzitutto,  è stato
avanzato il progetto per creare una base militare americana nel golfo di Taranto.
Ma non per semplici navi o sommergibili (non ci sarebbe molto scandalo in quel
caso, visto che la Nato
è un’organizzazione internazionale cui tranquillamente l’Italia partecipa), ma
sono sommergibili nucleari! Questo vuol dire che il nostro golfo, oltre ad accogliere
gli scarichi industriali, accoglie anche radiazioni che verranno assorbirti dai
pesci “alla diossina”.

Ma ecco, il colpo di grazia. Sembra che questa è la città
più sfortunata del mondo, ma non c’è peggio al peggio. Il governo, la settimana
scorsa, ha dato il via libera all’Eni per la trivellazione dei fondali del
golfo alla ricerca di metano e petrolio. Il problema? Le belle coste tarantine
e la limpida acqua che le bagnano diventeranno più “oleate”.

Vendola, e non si può dire che tifi per lui perché non nutro
grandi speranze da questa classe politica attuale, sta lottando e opponendosi a
le ultime due sacrileghi progetti. Ma lo ascolteranno? Spero colo, però, che
gli elettori si ricordino di quel qualcosa di buono che ha fatto (perché c’è
abbastanza marcio anche in lui).

A presto