giovedì 30 giugno 2011

Belli e dannati

E' passato forse anche più di un mese da quando ho finito di leggere "Belli e dannati" di Scott Fitzgerald e ancora non sono riuscito a riportare alcune dei periodi che più mi hanno colpito.

Il libro parla di un giovane, Anthony, nipote di un noto politico anti-proibizionista e molto caritatevole, che, finiti gli studi superiori, decide di non proseguire al college o all'università e di "dedicarsi", invece, all'ozio, nell'attesa che il suo ricco nonno muoia e lui possa così godere in pieno la sua eredità. Egli ha due amici: uno intellettuale, Maury, e l'altro scrittore, Dick. Quest'ultimo gli farà conoscere sua cugina, di cui Anthony si innamorerà.

La loro storia vivrà di alti di alti e bassi e sarà caratterizzata soprattutto da scenate, alcool e scarsità di soldi.

Il racconto vuole esprimere il degrado morale che la ricchezza (in questo caso attesa) porta con sè. Ve lo consiglio di leggere, magari sotto l'ombrellone (simbolo delle vacanze) o anche dopo una giornata intensa: è scritto in modo semplice e la lettura è molto scorrevole!

Ecco alcune citazioni.

“L’intimità si crea così. Prima si dà il miglior ritratto di se stesso, un prodotto splendente e rifinito, ritoccato di vanterie e falsità e umorismi. Poi diventano necessari i particolari e si dipinge un secondo ritratto e poi un terzo… In breve i lineamenti migliori si cancellano… e finalmente si rivela il segreto: i piani dei ritratti si sono mescolati e ci hanno tradito, e per quanto continuiamo a dipingere non riusciamo più a vendere un quadro. Bisogna accontentarsi di sperare che le fatue descrizioni di se stessi fatte alle mogli e ai figli e ai colleghi siano accettate per vere.”

“Una donna dovrebbe poter baciare un uomo in modo bello e romantico senza alcun desiderio di diventare sua moglie ne la sua amante”

“Giornate d’alcione [cioè giornate di calma e tranquillità, N.d.T.], come barche fluttuanti su lenti fiumi; serate primaverili, grevi di una melanconia lamentosa che rendeva il passato bello e amaro, costringendoli a voltarsi e vedere che gli amori di altre estati lontane erano morti coi valzer dimenticati dei loro tempi. I momenti più emozionanti erano sempre allorchè qualche barriera artificiale li teneva lontani: a teatro le loro mani si accostavano furtive, si univano, davano e ricambiavano strette gentili, nella lunga oscurità; nelle sale affollate le loro labbra pronunciavano senza parlare parole destinate ai loro occhi soltanto;ed essi non sapevano che non facevano che calcare le orme di generazioni polverose ma percepivano confusamente che, se la verità è il fine della vita, la felicità ne è un aspetto che va ricercato nel suo breve, tremulo momento.”

“- Credi che non si debbano conservare le cose belle?

- Ma non si può, Anthony. Le cose belle giungono a un certo punto e poi cadono, svaniscono, esalando morie mentre si distruggono. E come qualsiasi periodo di tempo si distrugge nella nostra mente, così si devono distruggere anche le cose di quel periodo, e in questo modo si conservano per qualche tempo nei cuori che reagiscono come il mio.”

“Dopo la sicurezza della gioventù s’inizia un periodo intensamente e insopportabilmente complesso. Per un barista questo periodo è cos’ breve da essere quasi trascurabile. Gli uomini di qualche gradino più in alto nella scala insistono più a lungo nel tentativo di mantenere gli ultimi piaceri dei rapporti umani, di considerare “poco pratiche” le idee di onestà. Ma all’accostarsi della trentina la faccenda è diventata troppo complicata, e ciò che fino allora è stato imminente e preoccupante s’è fatto lentamente remoto e confuso. La routine cala come il crepuscolo su un paesaggio sgradevole, addolcendolo fino a renderlo sopportabile. La complessità è troppo sottile, tropo mutevole; i valori cambiano completamente ad ogni lesione della vitalità; si comincia a vedere  che dal passato no si può imparare nulla che serva ad affrontare il futuro: così si smette di essere impulsivi, malleabili, attratti da ciò che entro vasti margini è moralmente vero, si sostituiscono le regole di condotta con idee di onestà, si dà più valore alla sicurezza che all’amore, si diventa, in modo del tutto inconscio, pragmatisti. A una minoranza resta il compito di continuare a interessarsi delle sfumature dei rapporti umani; e anche questa minoranza si dedica a questo compito soltanto in certi momenti.”

“- Cara piccola Dot, la vita è così maledettamente difficile.

Dot gli si era appoggiata alla spalla e piangeva.

- Così difficile, così difficile - ripeté Anthony senza scopo. - Continua a far male alla gente finché poi fa tanto male da non poter più far male. È l’ultima e peggiore cosa che fa”

“Ho pensato spesso che, se non avessi ottenuto quello che volevo, le cose avrebbero potuto andare diversamente per me. Avrei potuto trovare qualcosa nel mio cervello e divertirmi a metterlo in circolazione. Avrei potuto accontentarmi di questo e avere qualche piccola vanità soddisfatta dal successo. Credo che a un certo momento avrei potuto avere qualunque cosa io desiderassi, nei limiti del ragionevole, ma quella è stata l’unica cosa che abbia mai voluto con fervore. Dio! E questo mi ha insegnato che non si può avere niente, non si può avere assolutamente niente. Perché il desiderio inganna. È come un raggio di sole che guizza qua e là in una stanza. Si ferma e illumina un oggetto insignificante, e noi poveri sciocchi cerchiamo di afferrarlo: ma quando lo afferriamo il sole si sposta su qualcos’altro e la parte insignificante resta, ma lo splendore che l’ha resa desiderabile è scomparso…”

“Il tempo procede, scendendo a compromessi con gli avvenimenti”

“Il fallimento e il successo sono entrambi persuasi di avere punti di vista ben equilibrati, il successo perché ha avuto successo e il fallimento perché è fallito. L’uomo di successo dice al figlio di approfittare della fortuna del padre e l’uomo fallito dice al figlio di approfittare degli errori del padre”

“Pareva che nulla diventasse rancido in fretta quanto il piacere”

“L'alcool dava una specie di eroismo al loro fallimento”

In realtà, ci sarebbe anche altro da aggiungere a questi periodi, ma purtroppo non feci in tempo a riscriverli tutti che era scaduto il periodo del prestito. In ogni caso, se lo leggete aggiungete voi stessi altri periodi che vi hanno particolarmente colpito.

Umore del giorno: con la voglia di iniziare a leggere un nuovo bel libro, ma so che il tempo mi rema assolutamente contro!

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sabato 25 giugno 2011

Sparisci!

So che in settimana dovevo continuare il discorso lascito a metà mercoledì, ma da giovedì è iniziata una brutta continuazione di settimana. Inizialmente, scoraggiato, avevo deciso di lasciar perdere un esame per il momento, ma giovedì mattina ho deciso di mettermi seriamente sotto e almeno di tentarlo. Sono iniziate così, e continueranno fino a domani, giornate dove esistono solo gli esercizi di microeconomia da imparare.  Adesso ho deciso un attimo di riposami perchè ero arrivato al punto da mettere in dubbio che 15 diviso 2 facesse 7,5: ho persino fatto 7,5 + 7,5  (non in colonna, almeno)!

E leggendo un po' che cosa sta succedendo nel frattempo, scopro che i carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) hanno chiesto il sequestro delll'ILVA di Taranto. Questi, infatti, indagando sul reato di inquinamento a carico dell'industria e dei suoi massimi dirigenti, dopo 45 giorni di controlli ambientali sulle emissioni dell'acciaieria, hanno riscontrato dati pericolosi per la salute dei tarantini e, probabilmente, anche degli abitanti della provincia e hanno fatto richiesta al Tribunale di Taranto un sequestro cautelare per evitare che l'infrazione continui.

Ma oggi è anche il secondo anniversario della morte di Michael Jackson. E per ricordarlo stasera sentiamo "beat it", una delle mie canzoni preferite del "re del pop".







Ne sono sempre più convinto: questa è una delle sue canzoni più belle!

Umore del giorno: abbastanza sotto stress!

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mercoledì 22 giugno 2011

Università si, università no? Le 8 alternative di James Altucher

Stamattina vorrei essere una di quelle  farfalle che ho visto dalla finestra. Stavo al pc in attesa che la voglia di studiare arrivasse (magari dall'alto!) e dalla finestra vedo volare alte due farfalle bianche che si rincorrevano e giocavano tra loro. Sembravano così spensierate e felici... E invece, no! A me tocca studiare cose inutili e astratte e che non vogliono neanche entrare in testa! Mi sento anche così stressato che ormai sogno economia politica anche la notte (sogno improbabili teorie con relativa dimostrazione ed esercizi che quadrano!!!).

Tutto ciò, naturalmente, ignorando due articolo di un mese fa che ho letto su "Il Fatto quotidiano". Entrambi partivano dalla domanda: ma l'università serve? Un primo articolo parlava di come negli USA alcuni imprenditori dimostrano che non serve l'univerità: uno, ad esempio, propone 8 alternative al college (tra cui iniziare una qualunque attività commerciale, viaggiare, scrivere un libro, lavorare per una ong, recitare, disegnare, ecc.), oppure c'è Peter Thiel, fondatore di Paypal, che mette a disposizione di venti giovani sotto i 20 anni di età 10omila dollari per iniziare un'attività imprenditoriale rinunciando all'università. Inoltre, ci sono vari grandi fondatori di società che non hanno mai preso la laurea come il fondatore di Facebook e Steve Jobs, fondatore della Apple.

A questo articolo, però se ne oppone uno che sostiene di come l'Italia abbia bisogno dell'università. Magari non di un'università come quella che conosciamo oggi, ma con più saperi specifici e meno "accampati in aria", con più merito e con barriere all'entrata: tasse più alte e test di ingresso per far entrare solo coloro che sono motivati e che abbiano voglia di studiare. Le tasse alte, inoltre, non dovrebbero essere finalizzate a creare un'élite presa dai "figli di papà", ma dovrebbero sostenere i più poveri con borse di studio, anche se penso che, alla fine, il rischio sarebbe proprio che gli studenti diventino una casta chiusa composta da chi ha i soldi.  Tuttavia, accanto a queste ipotesi, l'articolo si chiude sostenendo che l'università all'Italia serve perchè manda avanti il sapere e, quindi, la società.

L'idea originale di oggi era di parlare dell'ultimo libro che ho letto (circa un mese fa), ma siccome prenderebbe moltissimi righi e rischierei di annoiarvi dopo due frasi, vi traduco quali erano tutte le 8 alternative che James Altucher, di cui vi parlavo prima, propone invece di frequentare l'università. L'articolo intero (in inglese!) è qui: http://www.jamesaltucher.com/2011/01/8-alternatives-to-college/ . Se vi piace, poi posso anche mettere le altre 10 alternative che ha trovato. Una piccola premessa: questo signore (non ho trovato quanti anni ha, ma credo quasi sui 40) ha una laurea in informatica (parla bene e razzola male?) e ha creato varie società che, avendo successo, ha venduto ricavando dei bei soldi!

"1) Iniziare un’attività. Ci sono molte attività che un ragazzo potrebbe iniziare, specialmente con internet. […] Bisogna concentrarsi sulla massima: “compra a poco e vendi a tanto”.

Prima di tutto, non ci sono leggi contro l’imprenditorialità e tutti possono essere imprenditori. Molti, però, pensano: “non tutti possono essere imprenditori di successo”, e per quello che ne so, non ci sono neanche leggi contro il fallimento. Quando qualcuno perde  una partita a tennis o a scacchi, come si migliora? Si studiano gli errori! Come direbbe chiunque ha solcato ogni campo della vita: studiare le proprie sconfitte è infinitamente più utile che studiare le proprie vittorie. […]

Fallire fa parte della vita. Meglio imparare a 18 anni che a 23 anni o più, quando ormai sei stato viziato dalla ricchezza e ipnotizzato dal pensare che il successo è tuo e devi solo prendertelo. Essere battezzato nel fiume del fallimento da giovane può farti sviluppare un dono imprenditoriale da adulto.

Cosa devi imparare quando sei giovane e inizi un’attività (che sia un successo o un fallimento):

impari come viene su un’idea che sarà condivisa dalle altre persone;

inizi a costruire il tuo detector di ca***te(qualcosa che certamente non succede al college);

impari come si vende la tua idea;

impari come su costruisce e eseguire l’idea;

incontri e socializzi con altere persone nel tuo campo. Potrebbero non avere la tua stessa età ma, diciamocelo, è la vita di un adulto! Hai già speso 18 anni con ragazzi della tua età, cresci!

potresti imparare come delegare e gestire le persone;

impari come mangiare ciò che ti uccide, una capacità che non si può imparare dagli universitari.

2) Girare il mondo. Questo è un compito facile. Prendi 10000 dollari (noi possiamo prenderli in euro, ndt) e vai in India. Troverai un mondo completamente diverso dal nostro. Fallo per anni. Troverai altri viaggiatori dell’estero, imparerai cos’è la povertà, imparerai come impiegare adeguatamente un dollaro, ti troverai spesso in situazioni dove hai bisogno di imparare a sopravvivere  rispetto alle disavventure che ti accadranno. Se ti stai gettando, potresti farlo meglio a causa della dissenteria che ubriacandoti a una festa universitaria. Inoltre, imparerai alcune cose in più sulle religioni orientali, comparandole con quelle occidentali con cui sei cresciuto e imparerai che non sei al centro dell’universo: fattene una ragione!

3) Crea opere d’arte. Impiega un anno a imparare a dipingere o a suonare uno strumento o a scrivere 5 romanzi. Addestrati a creare. Creare non viene dall’ispirazione, ma dal sudore, dalla disciplina, dalla passione. La creatività non viene da Dio, ma è come un muscolo da imparare a costruire […].

4) Fai ridere la gente. Questa è la cosa più difficile di tutte. Impiegare un anno imparando come creare commedie divertenti per la gente. Questo ti insegnerà come scrivere, come comunicare, come venderti, come rapportarti con le persone che odi e con la psicologia dei fallimenti quotidiani. E, naturalmente, imparerai come far ridere la gente. Tutte queste cose ti aiuteranno dopo nella vita, più che della filosofia. E, in ogni caso, potresti essere anche  pagato!

5) Scrivi un libro. Credimi, qualunque libro scriverai a 18 anni probabilmente non sarà buono. Ma, in ogni caso, fallo. Scrivi un libro su cosa stai facendo invece di andare all’università. Imparerai ad osservare la gente. Scrivere ti fa meditare sulla vita: vivrai ogni giorno, lo interpreterai e lo scriverai. Che magnifica istruzione!

6) Fai la carità. La maggior parte delle associazioni di carità non richiedono una laurea. Cosa ti serve di più nella vita: imparare la letteratura francese o impiegare un anno consegnando pasti ad anziani con l’Alzheimer o curando la malaria in Africa? Io una risposta ce l’ho, tu potresti averne un’altra. […]

7) Impara un gioco: qual è il tuo gioco preferito? Ping pong? Scacchi? Poker? Imparare tutto su un gioco è incredibilmente dura. […] Vediamo le basi:

studiare la storia del gioco;

studiare i campioni attuali: video, libri, riviste, ecc. Rigioca, o prova a imitare in qualche modo, i campioni del gioco;

gioca tanto: con amici, in tornei, in locali, ecc.;

prendi lezioni da qualcuno che ha imparto il gioco: questo ti aiuterà ad evitare cattive abitudini e a farti criticare  per le tue abilità correnti.

Imparare un gioco richiede disciplina, ti fa socializzare con la gente di tutte le età e ceti di chi ha simili passioni e ti aiuta a sviluppare a distruggere senza uccidere nessuno. Figo!

8 ) Impara uno sport. Forse meglio di imparare un gioco perché è lo stesso, ma qui puoi anche tenerti in forma!”

Sopravvissuti fino alla fine dell'articolo? Siete ancora convinti di voler frequentare l'università? Io ammetto di essermi divertito nella traduzione e a volte stavo per dire ma sì, molliamo tutto. L'unica cosa che mi ferma è che per 5 esami (anche se alcuni sono i più difficili) è peccato gettare tutto alle ortiche.

Umore del giorno: wow (volevo evitare un'esclamazione più volgare), sono le 12 e mezza e ancora non ho iniziato a studiare, sarà che mi tocca aprirlo il libro, anche se consegnare il pasto a un'aziano sarebbe sicuramente più utile!

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sabato 18 giugno 2011

No, niente di niente

Se vogliamo considerare “Italia’s got talent” un reality, posso dire che è stato l’unico reality che abbia mai visto. E non me ne pento! Tuttavia, lo considero più un programma di intrattenimento come qualunque altro (badate bene che intendo tipo di “Chi vuol essere milionario” o “Paperissima” o “Zelig” o “Da da da”, non certo come i salotti della D’Urso o della Venier). Anche perché se vogliamo confrontare “Italia’s  got talent” con “Il grande fratello” o “L’isola dei famosi” o l’ultimo “Tamarreide” (al quale occorreva la prima puntata in onda per etichettarlo come programma diseducativo?!) le distanze sono abissali!

In ogni caso, oggi non voglio parlare di reality show e talent show e se siano educativi o consigliati. Parlavo di “Italia’s got talent” perché una signora mi colpito con una bellissima canzone francese degli anni ‘60. La canzone è di Edith Piaff e si chiama “Non, je ne regrette rien”.

La canzone si riferisce alla nuova vita che la cantante vuole iniziare senza l’uso di droghe. La traduzione, dato il testo breve, l’ho fatta io e non dovrebbe essere venuta male perché nel francese me la cavo un po’ meglio che nell’inglese, pieno di quei verbi frasali che tanto odio!

“No, niente di niente / no, non rimpiango niente / nè il bene che mi è stato fatto, / nè il male, tutto questo per me va bene lo stesso. / No, niente di niente / no, non rimpiango niente. È stato pagato tutto, spazzato via, dimenticato, / me ne frego del passato. / Con i miei ricordi / ho acceso il fuoco / le mie delusioni, i miei piaceri, / non ho più bisogno di loro! / Spazzati via gli amori, / e tutti i loro tremolii, / spazzati via per sempre, / riparto da zero. / No, niente di niente, / io non rimpiango niente, / perchè la mia vita, perchè le mie gioie / oggi, / cominciano con te.”

Se avete anche voi conti in sospeso col passato, fate come Edith: cancellateli, passateci sopra, prendete gli errori, fateli vostri e ricominciate da capo con una nuova consapevolezza in più. Non è facile, ma dopo potrete ripartire più forti di prima!







No, "rien de rien": questa canzone e la voce della cantante sono stupende!

Umore del giorno: con un bel mal di testa, cercando di capire cosa sia l'equilibrio di Nash prima che la follia di Nash prenda pure me (e stiamo già sulla buona strada!)

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mercoledì 15 giugno 2011

La canzone pigra

Volevo iniziare dicendo che sono riuscito a ricreare il riquadro con alcuni video di canzoni hip-hop che mi piacciono in questo momento, proprio come lo avevo nel precedente Windows Live Space.

Venendo a oggi, questa mezza giornata la dedico all'ozio. Ieri ho fatto l'esame di diritto amministrativo e per stamattina voglio restare un po' senza far niente, mentre oggi pomeriggio tornerò sui libri per il prossimo esame. La fortuna vuole che una canzone che sta spopolando in questo momento parli di un'altra persona che oggi non ha voglia di fare niente come me. La canzone è "Lazy song" di Bruno Mars.

"Oggi non mi sento di fare niente / Voglio solo stare steso nel letto / Non mi va di rispondere al telefono / Perciò lasciate un messaggio dopo il bip / Perché oggi giuro che non farò niente. / Tirerò su i piedi e fisserò la ventola / Accenderò la TV / Mi metterò la mano nei pantaloni / Nessuno mi dirà che non posso. / Resterò steso sul divano raggomitolato nella mia coperta con le maniche / Metterò su MTV che mi insegnerà come fare l’hip-hop / Perché nel mio castello sono fuori di testa. / Oh Oh / Si, l’ho detto / L’ho detto / L’ho detto perché posso farlo. / Domani mi sveglierò e farò un po’ di P90X [Power 90 Extreme, sistema di esercizi fisici da camera,ndt] Incontrerò una ragazza veramente carina, faremo del bel sesso / E lei urlerà “questo è grandioso” (Oh mio dio, questo è grandioso) / Yeaaah. / Potrei fare casino e prendermi la laurea / Scommetto che il mio vecchio sarebbe così orgoglioso di me / Ma mi dispiace, papà, dovrai aspettare / Oh Oh. / No, non mi pettinerò i capelli / Perché non andrò da nessuna parte / No No No No No No No No No / Oh. / Mi pavoneggerò nell’abito del mio compleanno / E lo lascerò tutto pendere"

Esatto, stamattina non farò niente! Ho fatto solo quello che  mi piace: ho letto la Gazzetta, il Sole 24 ore e tra un po' leggerò Il Fatto; ho sentito canzoni e alcune le ho stonate a voce alta; sto scrivendo sul blog perchè non mi pesa; e poi resterò a giocare al pc finchè l'ora di pranzo non sopraggiungerà. Solo verso le 4 mi incontrerò con altri per studiare insieme.

Una frase solo volevo sottolineare perchè me la sento particolarmente vicina. No, non quella dei pantaloni!  :p   Mi piace quando dice che potrei prendermi la laurea così mio padre potrà essere orgoglioso di me. Ma anch'io rispondo che mi dispiace ma dovrà attendere e se non mi darò una mossa potrebbe attendere anche molto!

Umore del giorno: felice della mia pigrizia! in fondo, staccare la spina per un po' fa bene

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VIDEO HIP-HOP DEL MOMENTO CONSIGLIATI





 



 



 



sabato 11 giugno 2011

She's lost control again

Stamattina, anche se avrei dovuto studiare (ma lo farò appena finisco di scrivere qui, promesso!)  ho visto il film "Control". Esso è liberamente ispirato alla biografia di Ian Curtis. E molto probabilmente la domanda vi sorgerà spontanea: chi è Ian Curtis?

Beh a meno che non abbiate almeno 35 - 40 o non siate appassionati di post-punk, la risposta ve la dò io. Nel 1976, tre ragazzi accomunati dalla passione per la musica e per i Sex Pistols costituiscono una band, ma sono alla ricerca di un cantante, dopo che un loro amico va a lavorare in un industria locale. Un giovane ragazzo, tale Ian Curtis, appassionato di musica e letteratura, accetta di cantare per loro. E' la nascita dei Stiff Kittens.

Ma i Joy Division? Il gruppo cambia definitivamente nome non appena pubblica il primo EP nel 1978. Da allora inizia il successo nel Regno Unito, ma sorgono anche problemi per Ian, che ha problemi di epilessia e depressione e che si sente in colpa per i tradimenti alla moglie. Nel 1980, a 23 anni, dopo un litigio con la moglie e prima di partire per la tournée negli Stati Uniti, Ian si suicida.

Questa è la storia detta molto sinteticamente. Il film è molto curioso e lo consiglierei. Tuttavia, sarebbe interessante leggere il libro biografico di Ian Curtis "Touching from a Distance", scritto dalla moglie e dal quale il film in parte si distacca.

Sentiamo ora qualcosa di questo gruppo. Sono ancora indeciso tra 3 canzoni: Trasmission, Love will tear us apart e She's lost control. Il primo è anche il primo singolo ufficiale del gruppo, la seconda è la canzone che più di tutte ha avuto successo e il cui titolo è inciso sulla tomba del cantante e l'ultima è quella che musicalmente più mi ha colpito ed è un brano registrato nel 1980 ma che fu pubblicato dopo la morte di Ian Curtis.

Dunque... Vada per "She's lost control". Se poi vi piacerà questa, sentite tutte le altre! I testi (scritti di Ian) sono, comunque, tutti interessanti e nient'affatto insulsi. Questo, per esempio, parla di un attacco di epilessia che ha colpito una ragazza sotto gli occhi di Ian Curtis.

"La confusione nei suoi occhi dice tutto. / Ha di nuovo perso il controllo. / E si aggrappa al primo passante, / Ha perso il controllo. / E ha diffuso i segreti del suo passato / E ha detto ho di nuovo perso il controllo, / E una voce che le diceva dove e quando agire, / Ha detto ho di nuovo perso il controllo. / E si è girata verso di me e mi ha preso per mano e mi ha detto, / Ho di nuovo perso il controllo. / E in ostaggio sul pavimento, credevo che sarebbe morta. / Ha detto ho perso il controllo. / Ha di nuovo perso il controllo. / Ha perso il controllo. / Ha di nuovo perso il controllo. / Ha perso il controllo. / Beh, ho dovuto telefonare alla sua amica per esporre le mie ragioni / E dire che aveva di nuovo perso il controllo. / E lei ha mostrato tutti gli errori e gli sbagli,  / E ha detto ho perso di nuovo il controllo. / Ma si è espressa in molti modi diversi / Finché non ha di nuovo perso il controllo. / E ha camminato sull’orlo di una strada senza via d’uscita / E ha riso, ho di nuovo perso il controllo. / Ha di nuovo perso il controllo. / Ha perso il controllo. / Ha di nuovo perso il controllo. / Ha perso il controllo."







 

Ultima curiosità. Dopo la morte di Ian Curtis la band continuò a suonare sotto il nome di New Order, di cui abbiamo già sentito una canzone. Abbandonarono, però, il genere gothic che li aveva caratterizzati nei Joy Division  e si lanciarono più nella dance, nella new wave e nel synth pop.

Umore del giorno: finisco di sentire qualche altra canzone e devo assolutamente iniziare a prendere in mano i libri

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giovedì 9 giugno 2011

Odio gli indifferenti

Questi sono gli ultimi di attesa giorni prima che il popolo italiano si esprima su quattro quesiti referendari. Non entrerò in questioni politiche, come da mia "politica" (scusate il gioco di parole, ma volevo farlo!). Mi voglio soffermare solo su un testo di Antonio Gramsci, che invita tutti e sempre a parteggiare e sentirsi dentro la vita democratica.

Ultimamente, ho guardato con occhi sempre più diffidenti verso la politica e i politici e mi sono convinto che in caso di elezioni non avrei votato perchè non sento nessun ideale vicino al mio. O, meglio, gli ideali ci sono, ma i fatti no! Tuttavia, il referendum di domenica e lunedì prossimi prescindono dal un colore politico e rappresentano una delle forme di democrazia dal popolo che abbiamo.

Il testo di seguito, che hanno letto anche Luca e Paolo all'ultimo festival di Sanremo, è preso dal libro "Città futura" di Antonio Gramsci.

"O dio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. L'Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso  morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. (...) I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.

Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."

Se non diamo una scelta non potremo mai lamentarci perchè noi siamo i primi ad aver determinato la vittoria dell'ideale che meno ci rappresenta. Alcuni partiti e alcuni politici invitano all'astensione, ama vogliono il loro gioco, vogliono quello che pensano loro. Volete che le leggi dei quesiti referendari restino così come sono? Bene, recatevi al seggio e barrate la casella col no!

Pensavo che l'indifferenza fosse un segnale alle istituzioni pubbliche per dire che tutto è sbagliato e che la mi fiducia nello Stato è bassa. Be', è sbagliato il mio ragionamento perchè potremmo anche ragionare tutti così, ma finchè ci saranno persone non indifferenti e che vogliono decidere per sè e per i propri figli, questi avranno vinto. E gli indifferenti non potranno fare o dire niente perchè hanno scelto la strada che, per loro, sembrava più comoda e che si è rivelata sbagliata.

Insomma, volete dire la vostra? Iniziate con l'esprimervi domenica e lunedì. Non lasciatevi influenzare da cosa dice un politico o un altro: la decisione è vostra! Il VOTO E' PERSONALE E LIBERO (art. 48 comma 2 della Costituzione)!

Ultimo pensiero: è stato fatto lo schifo (e questa mia opinione concedetemela) di separare il referendum dalle elezioni amministrative, con un'ulteriore impiego di risorse finanziarie (già scarse) di 350 milioni. Ora, questi soldi potevano benissimo essere impiegati in altro, volete, quindi, che questi 350 milioni vengano sprecati??? Riflettete su tutto!

Umore del giorno: non buono: mio padre ha bisogno di aiuto ma non si rende conto che io sto studiando (va beh questo intervento è come una pausa) e il tempo scarseggia!

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sabato 4 giugno 2011

Azzurro

A volte  mi sembra che quel "pessimismo cosmico", che credevo di aver abbandonato tempo fa, ritorni. E oggi mi sembra addirittura di essere tornato a 4 anni fa. Ma per fortuna, ciò che non mi ha ucciso mi ha reso più forte e mi ha fatto fronteggiare meglio la situazione.

Andando alla nostra settimana dedicata all'Italia, eccezionalmente per questo sabato ci sarà una canzone italiana. Ma con una caratteristica particolare: è una delle canzoni più apprezzate all'estero, addirittura più di "O sole mio" e "nel blu dipinto di blu". La statistica naturalmente non l'ho fatta io, ma l'ho trovata navigando su internet.

Insomma, rompiamo gli indugi e annunciamo questa interessante canzone: "Azzurro" di Adriano Celentano! Ebbene sì! La cosa che mi ha meravigliato è che oltre i nostri confini piacciono molto Celentano e Albano. E a questo punto non mi meraviglierei se la nostra musica non ha tanto successo! No, suvvia scherzo! A me, Adriano piace molto.

E per non dare tutto scontato, leggiamo il testo, abbastanza estivo tra l'altro.

"Cerco l'estate tutto l'anno / e all'improvviso eccola qua. / Lei è partita per le spiagge / e sono solo quassù in città,  / sento fischiare sopra i tetti / un aeroplano che se ne va. / Azzurro, / il pomeriggio è troppo azzurro / e lungo per me. / Mi accorgo / di non avere più risorse, / senza di te, / e allora  / io quasi quasi prendo il treno / e vengo, vengo da te, / ma il treno dei desideri / nei miei pensieri all'incontrario va. / Sembra quand'ero all'oratorio, / con tanto sole, tanti anni fa. / Quelle domeniche da solo / in un cortile, a passeggiar...  / ora mi annoio più di allora, / neanche un prete per chiacchierar... / Cerco un po' d'Africa in giardino, / tra l'oleandro e il baobab, / come facevo da bambino, / ma qui c'è gente, non si può più, / stanno innaffiando le tue rose, / non c'è il leone, chissà dov'è..."

E, poichè parliamo di una canzone dell'appuntamento del sabato, non può mancare il video (non originale, perchè non l'ho trovato!)







E' sabato, è estate, è la settimana che dedico all'Italia!

Umore del giorno: con quella punta di amaro in bocca (che poi magari potrebbe non essere niente), ho comunque tanta voglia di svagarmi!

Restate in linea!

venerdì 3 giugno 2011

Auguri Repubblica!

Ripresi dalla festa di ieri? Ieri, con la famiglia sono andato a pulire in campagna  per la consueta gita fuori porta... di casa!    -.-"   A parte gli scherzi, ieri era una giornata molto importante per la nostra nazione. Si ricordava la scelta che, 65 anni fa, i nostri genitori o nonni e bisnonni hanno fatto tra repubblica o monarchia. E la scelta finale fu per la prima, evidentemente!

Oggi, però, (anche se dovevo farlo ieri ma non ho avuto il tempo nè il computer) non sono qui a ripercorrere le fasi storiche del referendum, anche se sarebbe interessante. Voglio dedicare questa settimana, nonostante siamo pressoché verso la fine, all'Italia! Niente di pesante, promesso.

Il 2 giugno, oltre a essere la festa della Repubblica, è tristemente ricordato per la morte di Rino Gaetano in un incidente automobilistico. A causa delle ferite gravi riportate nell'incidente, fu respinto da 5 ospedali. Sono passati 30 anni oramai, ma fortunatamente il suo ricordo è ancora piuttosto vivo. E io voglio ricordarlo oggi per una delle sue canzoni più famose (e tristemente rifatta da Giusy Ferreri): "Ma il cielo è sempre più blu".

"Che c'azzecca con l'Italia"?! In questa canzone abbiamo uno spaccato ancora tutto attuale della società italiana: leggete un po'.

"Chi vive in baracca, chi suda il salario  / chi ama l'amore e i sogni di gloria  / chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria / Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio  / chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo / chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno  / Chi ama la zia chi va a Porta Pia  / chi trova scontato, chi come ha trovato  / na na na na na na na na na / Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,  / ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...  / Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo / chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano / chi fa il contadino, chi spazza i cortili / chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia / na na na na na na na na na / Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,  / ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh... / Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca / chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori / chi legge la mano, chi regna sovrano / chi suda, chi lotta, chi mangia una volta / chi gli manca la casa, chi vive da solo / chi prende assai poco, chi gioca col fuoco / chi vive in Calabria, chi vive d'amore / chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta / chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro / na na na na na na na na na / Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, / ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, / ma il cielo è sempre più blu / Chi è assicurato, chi è stato multato / chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia / chi è morto di invidia o di gelosia / chi ha torto o ragione,chi è Napoleone / chi grida "al ladro!", chi ha l'antifurto / chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri / chi reagisce d'istinto, chi ha perso, chi ha vinto / chi mangia una volta,chi vuole l'aumento / chi cambia la barca felice e contento / chi come ha trovato,chi tutto sommato / chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo / chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo / chi è stato multato, chi odia i terroni / chi canta Prévert, chi copia Baglioni / chi fa il contadino, chi ha fatto la spia / chi è morto d'invidia o di gelosia / chi legge la mano, chi vende amuleti / chi scrive poesie, chi tira le reti / chi mangia patate, chi beve un bicchiere / chi solo ogni tanto, chi tutte le sere / na na na na na na na na na / Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, / ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh…"

Eh lo so, un po' si fa fatica a leggere il testo senza iniziare a canticchiarla! Ma, in aggiunta al testo che conosciamo noi, volevo aggiungervi due versi che gli furono censurati nella versione originale perchè "di troppo".  "Chi tira la bomba/chi nasconde la mano" si riferisce evidentemente al periodo del terrore e delle Brigate Rosse, mentre "chi canta Baglioni/chi rompe i coglioni" sarà stata giudicata volgare, ma secondo me sarebbe stata ugualmente apprezzata.

Non deve essere scomodo ciò che non fa piacere sentire, ma deve essere detto tutto ciò che, a meno che non sia inutilmente volgare, può aiutare a far prendere coscienza a una persona. Magari quel secondo verso della canzone poteva essere ben tolto, ma se è nello stile del cantante  essere diretto non si dovrebbe privarlo della libera espressione. A maggior ragione sul primo verso, quello delle bombe, bisognava lasciare i versi perchè mostrava la vigliaccheria di certi fanatici. Tuttavia, come dice Rino "ma il cielo è sempre più blu"!

Ora aggiungerei che questo non è un verso da intendere nel segno negativo, cioè di rassegnazione, ma bisogna intenderlo come, nonostante situazioni particolari e difficili, le persone lottano e cercano di avere il meglio che possano. Ho detto che lo aggiungerei col condizionale e l'ho fatto, ma non approfondisco perchè ho promesso di non essere pesante. Tuttavia, per la prossima settimana potrei tornare su questo argomento (anche perchè ci si avvicina ai referendum e qualche parola vorrei spiaccicarla)    ;)

Umore del giorno: dopo questa piccola evasione nel blog si inizia a studiare!

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