sabato 28 gennaio 2012

Gone daddy gone

Per questo sabato si ritorna agli anni '80, dopo essere rimasti negli anni '60 per molti sabati. E questo ritorno lo facciamo coi Violent Femmes, un gruppo il cui nome non dice molto oggi, ma la cui canzone che sentirete vi ricorderà molto!




L'avete riconosciuta, vero? La cantarono i Gnarls Barkley nel 2006. Ma l'originale è sicuramente imbattibile! ;)
Umore del giorno: un po' apatico dato il poco sonno
Al prossimo post!

venerdì 27 gennaio 2012

Fuga di morte

Ricorre oggi la giornata della Memoria, quella giornata in cui noi tutti dobbiamo ricordare cosa successe tra il 15 settembre del 1935 (le leggi di Norimberga, che isolavano gli ebrei in Germania da una vita sociale coi tedeschi "ariani", il 9-10 novembre del 1938 (la Notte dei cristalli, quando decine di migliaia di ebrei furono deportati nei campi di concentramento) fino al 1945, quando i campi tutti i deportati nei campi di concentramento vennero liberati. Ed è una Giornata della Memoria anche perchè non si neghi ciò che davvero è successo, ciò che davvero circa 6 milioni di uomini e donne hanno dovuto subire per la follia di un pensiero che non può trovare riscontri razionali.
Le testimonianze di queste barbarie nei lager sono moltissime e io voglio ricordarle con le parole di Paul Celan, poeta rumeno ebreo. Questa è "Fuga di morte".

"Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza.

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti

Lui grida vangate più a fondo il terreno voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti

Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith"

Queste non sono invenzioni, sono sofferenze che realmente sono accadute e che ci ammoniscono dal ripeterle ancora una volta!
Umore del giorno: dopo questa pausa, si riprende coi libri!
Al prossimo post!

sabato 21 gennaio 2012

Tell mama

Ieri è arrivata la notizia della morte di Etta James, dopo una lotta con la leucemia. La sua voce aveva una potenza davvero invidiabile e le ha permesso di collezionare diversi successi, dal blues all' r&b, al jazz e al folk!
Su vari siti ho letto "la cantante di "At last"", ma lei era molto di più! Ad esempio, la nuova canzone di Flo Rida "Good feeling" usa una sample di "Something's got a hold on me", mentre nel film "Ritorno al futuro" era stata usata "The Wallflower (Dance With Me Henry)". Una delle mie preferite è, invece, "Tell mama", che vi faccio sentire oggi!



Una curiosità: Etta fu portata al successo da Johnny Otis, che è morto proprio ieri. Insomma, "cresciuti" insieme e ora possono ritrovarsi insieme ovunque essi siano!
Umore del giorno: un po' assonnato, ma passerà!
Al prossimo post!

venerdì 20 gennaio 2012

La ricetta del buonumore


Stamattina voglio andare più sul pesante. Non un testo di canzone impegnativo, ma addirittura qualcosa di più "intellettuale". Ma vi assicuro che sarà molto interessante, perchè si parla di buonumore. E lo faccio attraverso un articolo de "la Repubblica" di Umberto Galimeberti, filosofo e psicanalista.

Gli ultimi studi mostrano che i geni c'entrano poco. Lo "star bene" si apprende: dipende dall'accettazione di sé
LA RICETTE DEL BUONUMORE: "DIVENTA CIò CHE SEI"

IL BUONUMORE è una condizione esistenziale a cui tutti ambiscono e, incapaci di raggiungerla, attribuiscono il fallimento agli altri o alle circostanze del mondo esterno, quali l'amore, la salute, il denaro, l'aspetto fisico, le condizioni di lavoro, l'età, cioè una serie di fattori su cui non esercitiamo praticamente alcun potere di controllo. Ciò consente a ciascuno di noi di esonerarci dal compito di essere non dico felici, ma almeno di buonumore, perché nulla possiamo fare sulle circostanze che non dipendono da noi.
Eppure questa condizione dell'animo è accessibile a qualsiasi essere umano a prescindere dalla sua ricchezza, dalla sua condizione sociale, dalle sue capacità intellettuali, dalle sue condizioni di salute. Non dipende dal piacere, dalla sofferenza fisica, dall'amore, dalla considerazione o dall'ammirazione altrui, ma esclusivamente dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell'aforisma: "Diventa ciò che sei".
Sembra quasi un'ovvietà, ma non capita quasi mai, perché noi misuriamo la felicità, da cui scende il nostro buon o cattivo umore, non sulla realizzazione di noi stessi, che è fonte di energia positiva per quanti ci vivono intorno, siano essi familiari, colleghi, conoscenti, ma sulla realizzazione dei nostri desideri che formuliamo senza la minima attenzione alle nostre capacità e possibilità di realizzazione. Non accettiamo il nostro corpo, il nostro stato di salute, la nostra età, la nostra occupazione, la qualità dei nostri amori, perché ci regoliamo sugli altri, quando non sugli stereotipi che la pubblicità ci offre ogni giorno.
Distratti da noi, fino a diventare perfetti sconosciuti a noi stessi, ci arrampichiamo ogni giorno su pareti lisce per raggiungere modelli di felicità che abbiamo assunto dall'esterno e, naufragando ogni giorno, perché quei modelli probabilmente sono quanto di più incompatibile possa esserci con la nostra personalità, ci facciamo "cattivo sangue" e distribuiamo malumore, che è una forza negativa che disgrega famiglia, associazione, impresa, in cui ciascuno di noi è inserito, perché spezza la coesione e l'armonia, e costringe gli altri a spendere parole di comprensione e compassione per una sorte che noi e non altri hanno reso infelice.
Se il cattivo umore è il risultato di un desiderio lanciato al di là delle nostre possibilità, non ho alcuna difficoltà a dire che chi è di cattivo umore è colpevole, perché è lui stesso causa della sua infelicità, per aver improvvidamente coltivato un desiderio infinito e incompatibile con i tratti della sua personalità, che non si è mai dato la briga di conoscere.
A questo punto il buonumore non è più una faccenda di "umori", ma oserei dire un vero e proprio "dovere etico", non solo perché nutre il gruppo che ci circonda di positività, ma perché presuppone una buona conoscenza di sé che automaticamente limita l'ampiezza smodata dei nostri desideri, accogliendo solo quelli compatibili con le proprie possibilità. Infatti, nello scarto tra il desiderio che abbiamo concepito e le possibilità che abbiamo di realizzarlo c'è lo spazio aperto, e talvolta incolmabile, della nostra infelicità, che ci rode l'anima e mal ci dispone di fronte a noi e agli altri.
Le conseguenze sono note: ansia e depressione che, opportunamente coltivate dal rilancio del desiderio, quasi una reiterazione della nostra prevedibile sconfitta, diventano condizioni permanenti della nostra personalità, che abbassano il tono vitale della nostra esistenza, quando non addirittura, a sentire i medici, il nostro sistema immunitario, disponendoci alla malattia, che non è mai solo un'insorgenza fisica, ma anche spesso, e forse soprattutto, una disposizione dell'anima che ha rinunciato a quel dovere etico che Aristotele segnala come scopo della vita umana: la felicità.
Naturalmente Aristotele, da greco, non si lascia ingannare da cieche speranze o da promesse ultraterrene, e perciò pone, tra le condizioni della felicità, la conoscenza di sé, da cui discende, nel nostro spasmodico desiderare, la "giusta misura". Il buonumore lo si guadagna attenendosi alla giusta misura, che i Greci conoscevano perché si sapevano mortali e i cristiani conoscono meno perché ospitati da una cultura che non si accontenta della felicità, perché vuole la felicità eterna, che è una condizione che non si addice a chi ha avuto in dote una sorte mortale.
L'accettazione di questa sorte sdrammatizza il dolore e fa accettare quella "giusta misura" dove solamente può nascere buonumore e serena convivenza.

Credo che aggiungere qualunque altra cosa adesso sarebbe inutile. Però credo che bisognerebbe davvero riflettere su ciò che è scritto e trasportarlo in sè, facendo un po' di sana autocritica costruttiva.
Umore del giorno: preso dai libri da studiare!
Al prossimo post!

sabato 14 gennaio 2012

L O V E


Stamattina ho visto "Chicago" e lasciatemelo dire: uno dei più bei musical mai visti, secondo solo a "Moulin rouge". E' riuscito a coinvolgermi dall'inizio, a partire dalla canzone iniziale. E poi c'era tutto quel jazz che ti trascinava... Ve lo consiglio!
E rimanendo nel genere musicale, stasera andiamo a sentire uno dei grandi del jazz: Nat King Cole. Tra i suoi più grandi successi ci sono "Smile" e "L-O-V-E", che ha accompagnato uno spot e che è stata anche riproposta da Joss Stone. Ed è di "L-O-V-E" che parliamo stasera, a partire dalla traduzione.
"L è per il modo in cui mi guardi / O è per l’unica che vedo / V è veramente, veramente straordinaria / E è molto più di quanto possa chiunque tu adori. / Amore è tutto ciò che posso darti / Amore è più di un semplice gioco a due / due innamorati possono farlo / Prendi il mio cuore e per favore non spezzarlo / L’amore è stato creato per me e te."
Non un testo lunghissimo, nè di quelli che ti lasciano a bocca aperta per lo stupore. Ma aspettate di arrivare alla canzone!



Una grande canzone, non c'è dubbio!
Umore del giorno: sconfortato da questo mal di testo e da sintomi che mi lasciano pensare a una ricaduta della febbre
Al prossimo post!

lunedì 9 gennaio 2012

Delfini


Il 9 gennaio del 1928 nasceva a Polignano a Mare uno dei più grandi cantanti italiani e apprezzati anche all'estero. Parlo, evidentemente, di Domenico Modugno, la cui "Volare (Nel blu dipinto di blu)" è conosciutissima ovunque.
In questo anniversario volevo rendergli omaggio con una delle mie canzone preferite, "Delfini", cantata col figlio Massimo. Oltre ad avere un bellissimo testo, è anche stata l'ultima canzone incisa, nonostante i problemi di salute.
"Tanto tempo fa / un grande filosofo indiano / scrisse " Nel mare della vita / i fortunati / vanno in crociera, / gli altri nuotano, / qualcuno annega". / Ehi capitano mio / vado giù / non è blu questo mare / non è blu, / tra rifiuti, pescecani ed SOS / vado alla deriva, sto affogando. / Che cacchio stai dicendo / affoghi in un bicchiere, / sai nuotare come me, più di me / ce la fai se lo vuoi, sì che puoi / prendi fiato e vai, / vai che ce la fai. / Sai che c'è? / non ce ne frega niente / dei pescecani / e di tanta brutta gente / siamo delfini / è un gioco da bambini il mare. / Ehi capitano mio / c'è una sirena / dice che mi ama / forse crede, non lo so, / lo saprai se anche tu l'amerai / non ci si nega mai / a chi dice sì / dille di sì sì sì sì. / Sai che c'è / non ce ne frega niente / sirene o no / noi ci innamoriamo sempre / siamo delfini / giochiamo con le donne belle. / Sai che c'è / non ce ne frega niente / il mare è un letto grande grande / siamo delfini / è un gioco da bambini il mare. / Mare facci sognare tu / nei tuoi fondali verdi e blu / quanti tesori immersi, / sommersi. / Ehi capitano mio / siamo accerchiati / da cento barche, arpioni, ami e cento reti /fuggi via tu che sei più veloce / mi hanno solo ferito / ma sopravviverò. / Sai che c'è / non ce ne frega niente / la vita è morire cento volte / siamo delfini / giochiamo con la sorte. / Sai che c'è / non ce ne frega niente / vivremo sempre / noi sorrideremo sempre / siamo delfini / è un gioco da bambini il mare. / Sai che c'è / è un gioco da bambini il mare."
E' da ammirare la similitudine tra il mare e la vita, nelle sue varie vicende: le difficoltà quotidiane, l'amore, la malattia. E da sfondo a questo c'è del sano ottimismo, ripetuto nel ritornello. Personalmente, amo questa canzone, sia dal punto di vista del testo, che della musica.
Umore del giorno: in ripresa dalla febbre
Al prossimo post!

sabato 7 gennaio 2012

Lei


Il cantante che ho scelto per allietare questo pomeriggio dedicato alla bella Musica passata è "il Frank Sinatra francese", ovvero Charles Aznavour. Scoperto da Edith Piaf, è famoso ovunque perchè riesce a parlare (e cantare) ben 7 lingue, tra cui l'italiano e il napoletano.
La canzone di stasera si chiama "She", ed è una smielatissima canzone d'amore, degna di colonna sonora da matrimonio.
Lei può esere il viso che non posso dimenticare / La scia di piacere o di rimpianto / Può essere il mio tesoro o il prezzo da pagare / Lei può essere la musica cantata d’estate / Può essere il freddo portato dall’autunno / Può essere centinaia di cose differenti / Come il misurare del tempo di un giorno. / Lei può essere la bella o la bestia / Può essere la fame o l’abbondanza / Può cambiare ogni giorno nel paradiso o nell’inferno / Lei può essere lo specchio dei miei sogni / Il sorriso riflesso in un torrente / Le può non essere quello che sembra essere dentro al suo guscio. / Lei che sembra sempre felice fra la gente / I suoi occhi possono essere cosi lucidi e cosi fieri / Nessuno ha il permesso di vederli quando piangono / Lei può essere l’amore che è troppo sperare che duri / Forse viene da me dall’ombra del passato / Ma la voglio ricordare fino al giorno in cui morirò. / Lei può essere la ragione per la quale sopravvivo / Il motivo e il fine della mia vita / Quella di cui voglio prendermi cura durante gli anni difficili / Io, voglio prendere il suo sorriso e le sue lacrime / E farne miei souvenirs / Dove lei va io voglio esserci / Il significato della mia vita è lei / Lei / Lei."



E' comunque una bella voce, oltre che buon testo!
Umore del giorno: non buono, dato il raffreddore
Al prossimo post!

mercoledì 4 gennaio 2012

Benvenuti nel 2012!

Per alcuni giorni non sono riuscito scrivere sul blog perchè non ero a casa. Possiamo anche dire che mi sono preso 5 giorni di vacanza. Dato che sono ancora in tempo, auguro a tutti i lettori un buon 2012! Per coloro che gli ultimi giorni del 2011 si aspettavano un ulteriore bilancio sull'anno passato erano fuori pista. Tuttavia, ho scoperto che Google ha riassunto in un unico video gli avvenimenti principali di tutto il mondo. Ed è con questo che voglio chiudere il vecchio anno e iniziare quello nuovo, sperando che saranno solo eventi positivi quelli che si succederanno (utopia)!


Mi piace molto il finale quando è scritto "We made it".
Umore del giorno: stanco dal ritorno del viaggio!
Al prossimo post!