mercoledì 8 settembre 2010

Recensioni in libertà



Ogni tanto qualche film mi colpisce particolarmente. E uno di questi è quello di ieri sera in tv: “Come tu mi vuoi”. Il genere è piuttosto lontano dai miei gusti, ma ieri feci lo “sforzo” perché dissi a una mia amica che avrei scelto lo stesso film che avrebbe voluto vedere lei, così avremmo potuto guardarlo “insieme” (nonostante fossimo ognuno a casa propria) e commentarlo in qualche punto particolare. E così lei scelse “Come tu mi vuoi”. Non feci obiezioni, e un po’ immaginavo che avrebbe scelto quello, nonostante le piacesse Susan Sarandon, l’altra alternativa a quel film.

Ma veniamo alla mia opinione. Il film poteva anche avere un finale scontato, ma non mi ero prevenuto e ho cercato di godermi il film proprio perché mi stava prendendo. La sua originalità, secondo me, stava nel fatto che una ragazza capisce il fatto che tutti oggi portiamo una “maschera” e abbia avuto il coraggio di non conformarsi alle scelte della massa. Lei vestiva come le piaceva, indipendentemente dal fatto che fosse “fuori moda”,  e l’unica cosa che le importava davvero era lo studio. Studiava scienze della comunicazione e analizzava le persone come
false, in quanto non esprimevano il loro proprio io.

E quest’idea di base del film mi è davvero piaciuta. Nello sviluppo del film, poi, la ragazza ha ceduto al conformismo per piacere a un ragazzo. Ha venduto e mercificato se stessa per un fine che le sembrava giusto. Be’, questa scelta no l’ho condivisa, sebbene si tratti di un film. Una persona che crede in un ideale non può vendersi per utilitarismo. Altrimenti non ha mai perseguito un ideale, ma ha solo avuto voglia di uscire dalla massa per essere “l’eccezione che conferma al regola”.

Uscendo dal guscio in cui si era chiusa, la ragazza ha scoperto sì il mondo, ma ha davvero venduto se stessa, non solo per il ragazzo che le piaceva, ma anche per potersi pagare gli studi. E qui è affrontato “di striscio” il tema secondario della non-meritocrazia delle università, dove un professore sceglie una ragazza in base alla sua bellezza. Ma tutto rientra sempre nell’idea principale della mercificazione della donna. E questa non è assolutamente il femminismo che le donne degli inizi del ‘900 hanno iniziato a reclamare!

Alla fine del film, la ragazza accetta di portare la maschera che portano tutti e rendendosene più o meno conto.

Avanti ieri, invece, finii di leggere “Il richiamo della foresta” di Jack London. Sì, lo so, un libro per ragazzi soprattutto. Ma la trama mi incuriosiva. E anche quel libro mi è piaciuto. E la storia di un cane (ma potremmo poi trasporre quella storia da un cane, alla storia di una persona) che, immesso nel vero mondo, quello duro e delle persone comuni, impara la cosiddetta “legge del bastone e della zanna”. Se non ti adegui a ciò che viene richiesto, avrai il bastone, se non sei abbastanza forte per questo mondo soccombi! Due amare verità che il cane impara a capire piuttosto presto e che lo formeranno per buona parte della sua vita. Rapito dalla sua tranquilla vita (quella che per una persona è il periodo delle scuole), viene catapultato nel lavoro duro. E qui dovrà imparare a sopravvivere, scorgendo ogni informazione utile per il suo compito. Il cane riesce bene e si adegua. Nel finale, sente “il richiamo della foresta”, in quanto per tutta quella vita si era adeguato a ciò che DOVEVA fare. Quel richiamo, invece, lo spingeva a fare ciò che realmente sentiva di VOLER fare. Un’altra storia dove si esce dal conformismo per vivere appieno la propria vita! Anche se in questo caso la storia è al contrario.

E questo libro ha davvero ispirato molte persone ad abbandonare la propria vita, anche di lussi, per riscoprire il contatto con la natura. Purtroppo, non tutti, anzi la maggior parte di quelli che ci hanno provato, sono sopravvissuti. Forse perché abbiamo davvero perso quel contatto che gli antenati avevano con la Madre Terra.

A riguardo, una storia vera è diventata persino un film. “Into the wild” racconta la ricostruzione della vita Chris McCandless, un giovane di famiglia ricca che, finiti gli studi di legge, prova a vivere nelle foreste dell’Alaska . Con un tragico epilogo. Da vedere anche quel film!

Be’ credo di aver scritto un bel po’ per oggi, per cui non scrivo ulteriormente e vi rimando al prossimo appuntamento.

Umore del giorno: tranquillo… Niente di che all’orizzonte!

E il tempo va…

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