martedì 11 marzo 2008

Il brutto anatroccolo 2 (manco il titolo riesco a dare più)

Ieri stavo inziando a scrivere, poi quelle parole mi sono iniziate a sembrare un mucchio di parole stampate a forza senza che si dessero un significato l'una l'altra.
Oggi, dopo un po' di intimazioni a continuare, ho contiinuato a pensarla come ieri... No, scherzo. Beh, comunque c'èd a dire che è un bell'argomento, su cui bisogna riflettere un po'...
Questa riflessione approfondita non l'ho fatta, ma i concetti sono sostanzialmente quelli.
La mia paura in realtà è la paura di dire cose troppo scontate e che già si sanno. E finirei così per essere ripetitivo e non dire nulla di interessante.
Su quest'argomento, tuttavia, ho trovato alcuni spunti di riflessione che lancio. Sono aforismi, frasi celebri di persone celebri con un certo significato....
Ad esempio, disse Novalis (un poeta):
"Chi
vede un gigante esamini prima la posizione del sole e faccia attenzione
a che non sia l'ombra d'un pigmeo." E ancora, disse Andrè Gide (scrittore) "
E'
meglio essere odiati per ciò che si è che essere amati
per ciò che non si è.
" Un'altra ancora da un  proverbio camerunense: "Non
c'è bisogno di mostrare l'elefante con il dito." Infine, Fednando Pessoa (scrittore) disse:
"Ciò
che vediamo non è ciò che vediamo ma ciò che
siamo."
Insomma, il concetto è chiaro anche con tre semplici frasi non banali, anche se non mie, ma poche, semplici e concise: l'apparire non è nulla, è inutile mostrare l'elefante, quanto dentro non si è che un piccolo scarafaggio (e intendo un po' in tutti i sensi!)...
Ok, forse sto deludendo... Non so... Va bè,  niente sono 10 minuti che ci continuo a riflettere su dove sto sbagliando... Mi rinchiudo in una profonda autocritica interiore, poi vi faccio sapere...
A risentirci.

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