giovedì 24 aprile 2008

E sempre l'amicizia al centro dell'attenzione



Sono sempre più incasinato sul fronte di quel sentimento che
alcuni chiamano “amicizia”. L’”amicizia” si basa su un concetto forse ormai
molto astratto che è denominato “fiducia”. La “fiducia” è un rapporto che si
instaura in molto tempo e che per perderlo ci impiega un istante. Basta
sentirsi “girati”, e cade la fiducia… e cade l’amicizia!

Come ho altre volte scritto (spero, ora proprio non ricordo),
ho da tempo deciso di staccarmi dall’”amicizia” e di abbracciare il vile mondo
che ogni giorno dobbiamo vivere: individualismo, vendette personali, successo
professionale a discapito di tutto e tutti… Se il mondo va così…

Sono amareggiato da me stesso e da come mi sono ridotto… Ma
ormai che tutti abbiamo bisogno più che altro di oggetti, ma non semplici oggetti,
quelli ormai sono noiosi!, ma oggetti che parlano e pensano… Mmm fammi pensare…
altri “umani”!

La formula diventa semplice: ho bisogno di uno per sfogarmi,
chiamo un “umano”, ho bisogno di aiuto, chiamo un “umano”, ho bisogno di farmi
servire, chiamo un “umano”! Che bella questa faccenda! Anche perché dopo non mi
serve più, chiamo l’“umano”-oggetto  e gli
dico “sei un c******e, basta!”.

Da sottolineare che questa cosa è davvero disgustosa eppure…
è la verità. Possibile, quindi, la vita sia così bassa?

Non ci voglio credere, ma tutti insegnano che una faccenda ripetuta
tante volte non è una casualità, ma è la realtà!

Su Internet ho trovato questa soria, che, se fosse per me,
censurerei.

“C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza
gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno
della vallata.

Tutti quanti gliel'ammiravano: era davvero perfetto,
senza il minimo difetto.
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello
che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane
s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla
disse: "Beh, a dire il vero.. il tuo cuore è molto meno bello del
mio."
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del
ragazzo.
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici.
C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con
altri, ma non combaciavano,così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per
giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi.
Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi
come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai
scherzando!",disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è
perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.".
Vero.", ammise il vecchio. "Il tuo ha un aspetto assolutamente
perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta
una persona alla quale ho donato il mio affetto:
ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in
cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore.
Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi così ho
qualche bitorzolo, a cui sono affezionato, però: ciascuno mi ricorda l'affetto
che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone
che non mi hanno corrisposto:
questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose
siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre
l'amore che provo anche per queste persone... e chissà?
Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato
per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la VERA bellezza?".
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto.
Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel' offrì con
le mani che tremavano.
Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo
vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore
del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo
bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del
mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perchè l'amore del
vecchio ora scorreva dentro di lui.
In questa storiella c'è racchiusa un pò di vita di tutte le persone..., ognuna
con il suo cuore..., con i suoi bitorzoli, con i suoi vuoti..., e con tutto ciò
che nel corso degli anni si è donato e si è ricevuto...
Alla fine ognuno di noi ha un qualcosa di importante... un qualcosa che resterà
per sempre dentro e che lo accompagnerà per tutta la vita.”

Fino a poco tempo fa anch’io avrei fatto come il
giovane e avrei colmato il buco di quel vecchio, sacrificando il mio “bellissimo”
cuore (che è una metafora e non mia superbia, perché tutti sbagliamo!). Ma ormai
credo che se nessuno lo sacrificherebbe per me, e allora perché io come un
fesso (e questa concedetemela) dovrei donare il mio cuore? Alla fine, chi ci ha
guadagnato è lui, che si potrà vantare di aver avuto tanti pezzi di cuore!

Questa cosa è davvero scandalosa!

Cambiando discorso, domani è il 25 aprile, giorno
della Liberazione del Fascismo, e io, a differenza dell’anno scorso (ove venni
censurato), non dirò niente su questa festa nazionale. E’ giusta così com’è.

A risentirci.

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