martedì 20 ottobre 2009

E' una vita che ti aspetto



Oggi parlerò dell’ultimo libro che ho letto, perché mi è
piaciuto tanto e volevo condividere alcune frasi che mi hanno particolarmente
colpito. Il titolo del libro è “E’ una vita che ti aspetto” di Fabio Volo.

Se dovessi dare un parere complessivo al libro, direi che mi
è piaciuto. Ma se dovessi fare un paragone col libro “il giorno in più”, devo
dire che mi è piaciuto più quest’ultimo.

Sommariamente, il libro parla di un uomo che si pone la
domanda “io sono felice?”. E la risposta la trova ricercando se stesso. Alla fine
del libro non troverete la ricetta della felicità, am può dare spunti di
riflessione. Ecco alcune frasi particolari.

“Pensavo a quando da piccolino [mia madre] mi teneva in
braccio e io, appoggiando la testa sulla sua spalla, guardavo tutto da lassù. Come
un pellegrino che, arrivato sulla cima del monte, guarda la strada che ha già
percorso e quella sconosciuta che ancora lo attende.”

“…lui è il mio migliore amico. Lui è il nastro dove io ho
registrato i miei filmati migliori. I più importanti. I più belli.”

“La nostra amicizia è fonte di felicità.”

“Forse la libertà poi non p nemmeno poter fare ciò che si vuole
fare senza limiti, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle
passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi.”

“Quella voce dentro di me, che ero io, voleva essere
ascoltata e voleva che i suoi desideri e bisogni fossero soddisfatti. Voleva
essere amata. Amata da me. Voleva semplicemente vivere.

Non stavo vivendo veramente la mia vita. Che era poi il
motivo per cui ero nato, per cui c’ero anch’io su questo pianeta.

L’idea errata che avevo di me, invece, mi spingeva
automaticamente a rispondere a desideri e necessità che in realtà non erano
miei. E quindi dentro sentivo le lamentele di un affamato. Ero arrivato al
punto di esprimere chi ero con ciò che consumavo e compravo. Le mie scarpe, la
mia macchina, le mie vacanze, i locali che frequentavo, il telefonino che
sceglievo, l’arredamento di casa. Tutto diventava me. Tutto mi determinava.
Tutto mi qualificava. Quelle cose dicevano chi ero.”

L’ultimo punto è quello su cui mi sono tanto battuto io
anche in questo space. E non penso sia necessario commentare ogni periodo che
ho selezionato. Ciascuno si descrive da sé…

A presto

Nessun commento:

Posta un commento