giovedì 26 giugno 2008

Anche qui ho un po' d'arretrato!

Che mezzo casino… Sembrerò sicuramente abbastanza negligente a lasciar perdere la consueta puntata del sabato! Beh, in realtà la faccenda è un po’ più complicata: sabato e domenica  avevo Internet che non mi funzionava, e da lunedì sto senza Internet!
Comunque da scrivere avrei qual cosina… Per quanto riguarda sabato devo pubblicare la canzone: “Lonely is the night” degli Air Supply… A tutto romanticismo, insomma.
http://it.youtube.com/watch?v=4sgogXU2G10

Domenica sera, invece, verso le 11 e 50 all’incirca, mentre parlavo con mio zio, ho visto una “stella” (era un meteorite sicuramente) che cade e lascia una scia dorata stupenda… Ho quell’immagine impressa nella mente e se potessi trasmettervela… Quella sera mi lasciò come una certa gioia…
Lunedì era il giorno della terza prova: la notte non ho dormito perché il mio bisnonno aveva la febbre e chiamava ogni 10 secondi contati (quando il sonno non arriva a qualcosa dovevo pure pensare!). La prova è andata… Semplicemente andata, non so come. Venerdì dovrei sapere.
Ieri sera poi hanno dato in tv il film “Weather man” e mi è piaciuto tanto (tranne Nicolas Cage). Una persona che ha immaginato come sarebbe dovuta essere la sua vita, ci ha provato, ma i risultati sono stati contrastanti: in campo familiare è stato un fallimento, non riuscendo a comunicare con la moglie e non avendo un grandissimo rapporto con i figli; mentre a lavoro riesce ad ottener una promozione. La frase più bella è stata alla fine dove lui diceva più o meno così: “da giovani si immaginano tante possibilità su come sarà la vita. Poi queste possibilità si riducono finché non ne rimane una sola: la tua vita.”
Be’, è un po’ come me… Sorvoliamo comunque che è meglio!
E oggi eccomi qui a scrivere e riportando un testo dei Pooh che può descrivere la mia situazione appena finisce questa maledetta scuola: “Uomini soli”.
“Li incontri dove la gente viaggia, e va a telefonare, / col dopobarba che sa di pioggia, e la ventiquattro ore, / perduti nel corriere della sera, / nel va e vieni di una cameriera, / ma perché ogni giorno viene sera? / A volte un uomo è da solo perché ha in testa strani tarli, /perché ha paura del sesso o per la smania di successo. / Per scrivere il romanzo che ha di dentro, / perché la vita l'ha già messo al muro, / o perché in un mondo falso è un uomo vero. / Dio delle città e dell'immensità, / se è vero che ci sei / e hai viaggiato più di noi, / vediamo se si può imparare questa vita, / e magari un po' cambiarla, / prima che ci cambi lei. / Vediamo se si può, / farci amare come siamo, / senza violentarci più, / con nevrosi e gelosie. / Perché questa vita stende, / e chi è steso o dorme o muore, / oppure fa l'amore. / Ci sono uomini soli per la sete d'avventura, / perché han studiato da prete o per vent'anni di galera, / per madri che non li hanno mai svezzati, / per donne che li han rivoltati e persi, / o solo perché sono dei diversi. / Dio delle città e dell'immensità, / se è vero che ci sei / e hai viaggiato più di noi, / vediamo se si può / imparare queste donne / e cambiare un po' per loro, / e cambiare un po' per noi. / Ma Dio delle città e dell'immensità, / magari tu ci sei / e problemi non ne hai. / Ma quaggiù non siamo in cielo, / e se un uomo perde il filo, / è soltanto un uomo solo.”
Se le canzoni italiane vi fanno schifo, potete odiare le tipiche storie d’amore, ma non brani come questi. Continuate a dirmi che ho la testa di Leopardi, ma lui qualche dritta su questa vita (forse) l’aveva avuta.
A risentirci.
scritto martedì

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