lunedì 4 febbraio 2008

Torno per poco... 15 minuti!


Il servizio continua a rimanere sospeso. Tuttavia, oggi ho trovato il modo per collegarmi e ne approfitto per mettere 2 interventi scritti duarnte questi giorni.
In realtà dovevano essere 3, solo che al pc sono successi certi casini che gli hanno fatto recuperare non tutta la memoria. Se però lo trovassi l'altro intervento (scritto  il 23-01) non ci penserei due volte a pubblicarlo (anche perchè era molto positivo!).
Eccovi comunque i due interventi.

Nel Cinquecento circa, un italiano, Giambattista Vico, scrisse dei "corsi e ricorsi della storia dell'uomo". Intendeva cioè dire che la storia dell'uomo è come una spirale con eventi simili che si ripetono periodicamente.
Anch'io sento che su di me c'è una "forza" che riesce a farmi ripetere gli errori del passato.
In 3 media, a metà anno e qualche mese in più, litigai col mio migliore amico e la scuola divenne un inferno per me e non vedevo l'ora che finisse per ricominciare una nuova vita.
E, come ho già scritto tempo fa, quella nuova vita cominciò con la scuola superiore.
Ma il potere magico che ho io riesce a far diventare un inferno anche quest'ultimo anno di scuola superiore, cosicchè non vedo l'ora che anche le superiori finiscano e posso fnalmente andare a lavoro (anche se non so dove) e ricominciare una terza vita!
Molto probabilmente non si capisce bene a cosa io stia alludendo...
Riprendo un po' di discorso. Ultimamente sento sempre più forte in me un sentimento di estranietà a tutto e a tutti. E ognuno se ne sta per i fatti suoi a fare questo e quello, a progettare di andare lì con quella persona, lì con gli amici, di divertirsi...
Non sto dicendo che ho bisogno di divertirmi... Sento piuttosto di essermi stancato di tutti, di aver bisogno di conoscere persone nuove, nuovi stimoli, nuovi stili!
Sento una rivoluzione in me, che dice finalmente di esplodere tutto ciò che io ho sempre tenuto per me, di dire in faccia alle persone che odio "Basta, tu mi hai rotto le *****, non ti sopporto, non sopporto di te questo..." e poi andare invece dalle persone a cui tengo e dire finalmente tutto e di come la penso e poi fuggire... Fuggire perchè so che se a distanza di tempo se quelle persone le rivedessi...
Ma so già che mi sono compromesso fin da ora...
Il fatto è che non sento più di riuscire a confidarmi con nessuno perchè ormai tutto ciò che sta attorno è diventato un insieme di "buon viso a cattivo gioco" e che comunque se anche qualcuno ci tenesse a me, mi guarderebbe con occhi di pena e commiserazione.
Io voglio sempre pensare agli altri, essere semrpe disponiobile per loro, ma alla fine io non ne ho cavato nulla, perchè spesso, alla fine, è tutto fatto per tornaconto personale.
Forse aveva ragione una mia cara compagna nel dire che l'amicizia non esiste.
Ma, se non posso sicuramente confidare in un'amiciazia sana, sicura, non può che derivarne una vita arsa, secca, piatta.
E allora il punto di rottura dove ci sarà? Ma, prima di tutto, ci sarà?
Oh, mondo crudele... Davvero la situazione non può che andare di peggio in peggio, finchè finalmente non inizierò la nuova vita e lì si vedrà se, alla fine, sono io che cerco l'impossibile, o è stata tutta semplice sfortuna e tutto ciò di cui io sto discorrendo ora non è stato altro che frutto di semplici cincidenze.
A risentirci.
(scritto il  25-01)

Ok, sono mezzogiorno e mezza e non è la fame a parlare per me, nè tantomeno il freddo, ma è la voce che guarda il presente così com'è a parlare di queste parole amare che seguono.
Io amo la mia città, ma ho capito che, sebbene sia essa a nutrirmi, è sempre lei che lentamente mi avvelena e mi uccide da dentro.
Sento giorno dopo giorno crescere in me il desiderio e la volontà di cambiare posto, di cominciare la mia nuova vita, che può anche essere più bruta e b******a, ma è il cambiamento di cui necessito.
Posso mostrare a tutti la mia spensieratezza, sorrisi disinvolti, facce che fanno capire che tutto va a gonfie vele, ma la verità è che la mia adorata città imprigiona me, il mio spirito libero e la vera energia che scorre nelle vene.
La speranza che il giorno che verrà sarà meglio di quello appena passato è ormai diventata una pura illusione, e il letal liquido che mi viene iniettato ogni secondo qui sta diventando la mia vera rovina.
Ho bisogno di rinascere, non importa se diventerò un temibile orso, un rispettato coccodrillo o, ancora una volta, uno stupido gattino che, anche se mostra una pelliccia bellissima, non è altro che un gatto in balia dell'ambiente.
Se così fosse, come vorrei che non accadesse, vorrà dire che il veleno che sento io qui non è altro che un normale liquido entro tutti, ma che ha effetti collaterali solo in me e che l'unica medicina che mi potrà curare sarà una voce "amica".
(scritto il  29-01)

Continuate comunque a lasciare commenti, sono sempre graditi!
A risentirci.

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