venerdì 11 novembre 2011

La storia di Santa Comasia

Oggi nel mio paese si festeggiano San Martino da Tours e Santa Comasia, patroni della città. Quest'estate per pura curiosità lessi la storia di Santa Comasia, un nome che non potrete sentire in nessun'altra zona d'Italia. E la storia, che vi racconterò a breve, è alquanto curiosa. Se qualcuno può sentirsi offeso da argomenti religiosi, prenda questa storia come folklore o abbandoni immediatamente la pagina e disinfetti il computer (scherzo naturalmente!).
Tutto inizia nel 1645, quando don Baldassare Gaunes (o Gaona) si reca a Roma alla ricerca delle spoglie di suo fratello, frate Bonaventura. Quest'ultimo fu un frate francescano ed ebbe il dono delle profezia e dei miracoli. Quando don Baldassare cerca suo fratello (a undici mesi dalla morte si diceva che emanava un buon profumo e dal naso usciva ancora sangue liquido) non lo trova, perciò si rivolge alla potente donna Olimpia, cognata del papa Innocenzo X. Don Baldassare ebbe così la possibilità di tornare a Martina Franca prelevando dalle catacombe di Sant'Agnese, sulla via Nomentana a Roma,un corpo di un altro martire, di cui non si conosce però l'identità. Da questo appunto Comasia, cioè "come sia sia", "com' ch sia".
Ma la storia non finisce qui! Quando il feretro sta per arrivare a Martina Franca, scoppia un nubifragio che dura molti giorni, così da ritardare per il momento la processione che si sarebbe dovuta concludere nella collegiata di San Martino. Per il momento, il corpo è fatto entrare nella piccola chiesa fuori le mura di San Nicola del Pendino (oggi diroccata). In un attimo di pausa, si riprende il feretro e si cerca di portarlo in San Martino, ma ancora una volta un forte pioggia esplode e ci si ripara nella chiesa di San Vito dei Greci, distante 100 metri dal punto precedente. Dopo alcuni altri giorni, il Capitolo (il gruppo dei canonici) porta comunque, sotto la pioggia battente, il corpo nella chiesa di San Martino.
Nel 1714, avvenne un altro episodio particolare. Da Napoli, infatti, venne fatta arrivare la statua-reliquiario in argento della ormai Santa, ma di nuovo, appena questa entrò in paese ci fu una forte pioggia. Dopo questi episodi, Santa Comasia divenne "protettrice dell'acqua" e il reliquiario viene portata in processione proprio in casi di siccità. L'ultimo episodio risale all'estate del 2000, particolarmente arida.
Un'altra tradizione, infine, vuole che nella processione la statua di Santa Comasia preceda sempre quella di San Martino. Questo perchè si narra che un anno la statua di Santa Comasia non riuscisse ad uscire in quanto la barella si ruppe. Perciò si portò sulle spalle per prima la statua di San Martino. Ma presto i portantini dovettero lasciarla a terra in quanto lentamente la statua si era appesantita. E non riuscirono più a sollevarla. Si decise, allora, di far uscire subito la statua della Santa. Come se nulla fosse successo prima, la statua di San Martino divenne subito leggera.
Miti? Esagerazioni? Chissà, per le persone che ci credono questa storia è sacra.
Umore del giorno: felice!
Restate in linea!

1 commento:

  1. Nella ultima parte non è proprio così essendo che sino al Concilio Ecumenico Vaticano II, i due simulacri argentei venivano portate su un carro come accade oggi a Taranto col patrono San Cataldo vescovo.

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