venerdì 27 maggio 2011

Kidz

Ultimamente ho trovato qualche testo recente particolarmente importante e che si distacca dagli ultimi, che si concentravano molto sulla vita  e sulla felicità.

Stasera ho trovato un testo più combattivo! È un testo che tende a mettere in guardia “quelli lassù”e spronare noi giovani a reagire. In questi giorni nei tg si parla dell’Italia che non cresce e della disoccupazione giovanile alta. Problemi di molti Paesi, ma noi siamo qui e dobbiamo lottare qui.

A cantare per noi stasera sono i Take That con “Kidz”.

“Re e regine e presidenti / Ministri e Governi / Benvenuti nel futuro del vostro mondo / Attraverso le teste parlanti che hanno preso le libertà / Le scimmie hanno imparato a costruire le macchine / Loro pensano che arriveranno in paradiso / Non dicono che niente /  Negano tutto / E fanno accuse / Amici miei, miei cari, amore mio, mio Dio. / Ci saranno problemi quando i giovani usciranno (usciranno) / Ci saranno molto di cui parlare per loro (parlare) / Ci saranno problemi quando i giovani usciranno / Quando i giovani usciranno, quando i giovani usciranno / Hey, hey, hey, hey, hey / Che hai da guardare / Hey, hey, hey, hey / Ne vuoi un po’ / Hey, hey, hey, hey / Ci saranno problemi quando i giovani usciranno. / Specchio, specchio delle mie brame / Chi è la più bella del reame? / Il buono, il cattivo, il brutto o il bello / Perché è in salita e contro il vento / Con nessuno lì che ci faccia entrare / Lascia i tuoi pensieri e salvati cretino / I pugnali della scienza / Evolvono in violenza / Non sappiamo dove il vento radioattivo soffia / Ma sappiamo tutti che / Ci saranno problemi quando i giovani usciranno (usciranno) / Ci sarà molto di cui parlare per loro (parlare) / Fuori in strada stanotte / Loro faranno pace stanotte / Stanno facendo la pace / La, la, la, la”

Cavolo, il nostro futuro è in pericolo e spesso noi non facciamo altro che lamentarci tra di noi e, facendo spallucce,  lasciamo cadere con indifferenza l’argomento. Ero indeciso, effettivamente, se voler riportare il testo “Odio gli indifferenti” di Gramsci, che Luca e Paolo lessero all’ultimo festival di Sanremo. Ma forse sarebbe stato troppo pesante per un venerdì sera.

Ciò non significa che non voglia lanciare l’idea della reazione. In Grecia la popolazione è arrivata sull’orlo del fallimento dello Stato per iniziare a reagire. Noi abbiamo un così bello Stato, che non può puntare solo sul turismo per “sopravvivere”.

Leggevo, in effetti, che molti imprenditori per pagare meno tasse, rinunciavano addirittura a parte della produttività dell’impresa! Ma questa mentalità è figlia della scarsa informazione. Sarebbe come se, a tavola, un padre con un piatto strapieno dicesse al figlio, che ha un piatto più misero, di non mangiare tutto il piatto perché non si sa se per la sera ci sarebbe stato da mangiare.

La mentalità degli imprenditori è sicuramente da cambiare, ma non ci può essere cambiamento se aspettiamo che questo venga donato dall’alto per un miracolo!

Io non voglio fare comizi politici, né immischiarmici. Non per paura delle critiche o per menefreghismo. Il fatto è per certi diritti, tra cui quello di lavorare, non c’è colore politico.

Io adesso studio, ma la verità è che lo faccio sapendo che quando uscirò la situazione è identica a quella che avevo se mi fossi fermato al diploma. E questo sarebbe il futuro? Studiare non vuol dire altro, quindi, che ritardare di 3-5 anni l’inizio del lavoro? No, io non ci sto!

Io non voglio sopravvivere e arrancare ogni giorno sperando nel “buffetto”, della magra consolazione, del “almeno hai qualcosa, sempre meglio di niente!”.

Noi giovani dobbiamo costruire basi solide per noi stessi! I nostri genitori hanno vissuto un periodo particolarmente felice per l’economia mondiale dove, nonostante il disinteresse della politica per il lavoro, quest’ultimo c’era per via del traino mondiale. Per carità, l’Italia è stata anch’essa traino della produzione e dell’economia, nonostante le scarse conoscenze economiche, ma evidentemente quegli anni sono passati.

Adesso la sfida competitiva internazionale ci porta a dover trovare il punto di forza delle nostre capacità di saperci mettere in gioco. E ne siamo dotati! Servono giusto degli impulsi, delle linee guida, ed è per questi che dobbiamo lottare. Per ottenere la giusta spinta a poter essere grandi. A noi non bastano più piccole promesse, piccoli “buffetti” populisti che ci tengano buoni per 2 mesi o 2 anni. Noi abbiamo bisogno di progetti che mirino a dare stabilità a noi e a crearla per le generazioni future. E' per queste dobbiamo lottare!

Ecco, alla fine ho scritto comunque qualcosa di pesante, ma io ci credo e voglio condividere questo entusiasmo, questa forza. Uno che lotta, spesso, viene preso per matto. Ma se a lottare siamo tanti, i frutti verranno e non potremmo che esserne più felici!

Umore del giorno: pronto e carico per uscire un po' cogli amici e divertirmi!

Restate in linea!

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