giovedì 27 agosto 2009

L'infanzia negata



Abbastanza tempo fa pubblicai un toccante testo su una “donna persa”, storia dello stupro di una bimba cantata da Le orme in “Gioco di bimba”. Oggi ritornerei sul tema dei bambini (ancora in tema dal post dell’altra settimana) e vi faccio leggere un testo di Michele Zarrillo, piuttosto forte e che andrebbe bene anche letto e sentito contemporaneamente. Trovo bella la rappresentazione vocale della canzone, ma prima di tutto ecco “L’infanzia negata”.
“Qui muore Dio / Formicai di case e sedia da impagliare / E i ritorni ubriachi lungo le ringhiere / Di quei padri senza stima e umanità / Nessuno qui denuncerà. / Bambini eroi / Unghie sporche e compitini da finire / Impauriti con l'orecchio sulle scale / Quella porta non dovrebbe aprirsi mai / Nessuno qui denuncerà. / Vivono gli amori a primavera / Come noi questa sera / Che non sembra cattivo il mondo / E dirti sei un regalo della vita / Ma non andrebbe vissuta / Questa infanzia negata e persa / Qui va così. / Ed intanto cresce l'odio verso gli altri / Loro sempre più da soli e più cattivi / Da evitare come brutte malattie / Nessuno qui denuncerà. / Vivono gli amori a primavera / Come noi questa sera / Che non sembra cattivo il mondo / E dirti sei un regalo della vita / Ma chi può averla umiliata / Questa infanzia negata e persa / Qui c'ero anch'io. / Frettolosi accordi presi lungo i muri / Nelle macchine truccate dei più duri / E gli amici persi con rassegnazione / Fortuna che / Stasera ho te.”

Il testo si comprende facilmente. Si parla di bambini sfruttati (tema attualissimo, magari forse non più in Italia, ma sicuramente altrove nel mondo) cui non è possibile far vivere un’infanzia fatta di giochi. Tutti viviamo “gli amori a primavera”, ma chi si ricorda di questi maltrattamenti? “Non sembra cattivo il mondo”, ma noi viviamo ormai in una realtà annebbiata dal protagonismo e dalla voglia di svettare su chiunque, dimenticando che alla base di tutto c’è l’umiltà. Viviamo la politica, i capitali che si perdono in Borsa, la stratosferica cifra dell’enalotto e la moda che cambia, ma oltre l’apparire c’è una parte di popolazione che soffre, che perde davvero e che noi evitiamo “come brutte malattie”. Poi, l’autore scrive che anche lui ha passato quell’inferno, ma ne è uscito a testa alta trovando l’amore.

Ma tornando alla realtà, può riuscire una persona adulta a superare un’”infanzia negata”? Lo spero per coloro che adesso
se la perdono perché “intanto cresce l’odio versoi gli altri”!

A presto

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