martedì 1 maggio 2012

Elogio dell'ozio, affaciandosi dal balcone

L'ultima volta che sono andato ad Ancona per il concorso, aspettando di prendere il treno, ho deciso di farmi un giro nella città alla ricerca di monumenti e luoghi di interesse. Mentre percorrevo il lungomare, ho trovato un ragazzo affacciato alla balconata del lungomare che vedeva il porto e ciò che si svolgeva al di sotto della balconata. Erano circa le 2:30 del pomeriggio e, sotto il caldo, mi sono chiesto cosa mai trovasse di interessante questo ragazzo nel restare affacciato a vedere cosa succedeva lì sotto.
Questo episodio mi è rimasto così impresso che oggi pomeriggio, in un momento di noia, mentre mio fratello usava il pc (serviva anche a me per studiare per il prossimo concorso, ma l'ho ceduto altrimenti non mi sarei più staccato io), ho deciso di affacciarmi anche io dal balcone di casa e vedere cosa c'è di così "emozionante" nel rimanere affacciati a guardare il resto del mondo muoversi.
Bene, in una sorta di paradosso, ma anche di continuità in un certo senso, con la giornata di oggi, Giornata Mondiale dei Lavoratori, proverò a lanciarmi in una sorta di "Elogio dell'ozio, affaciandosi dal balcone", un po' come fece Robert Stevenson nell'"Elogio dell'ozio".
Vedete, oziare in fin dei conti non è così pessimo o spregevole. Ho cercato su Wikipedia come potrei definire l'ozio (sì, questa attività va contro ogni principio di ozio) e viene descritto come un'ATTIVITA' (quasi per assurdo!) intellettuale eccetera eccetera. E non posso dare torto a questa definizione perchè stando sul balcone a guardare cosa succedeva giù impegnava comunque la mia mente in pensieri.
Innanzitutto cosa guardavo... C'erano macchine che passavano da un senso e dall'altro. Stasera c'era meno  confusione del solito poichè non è una giornata lavorativa. E poi c'erano persone che camminavano, passeggiavano, ragazzi che chiacchieravano e tutti che apparentemente si dirigevano con uno scopo da un punto all'altro. E già questo è un concetto pieno in sé perchè guardandoli ti chiedi "dove vanno tutte queste persone?", "cosa li muove?", "a cosa stanno pensando?" e "qual è il loro umore ora?". Sono cose stupide, magari, perchè sappiamo che tutti pensiamo, tutti facciamo qualcosa per qualche motivo (se avete obiezioni... beh effettivamente le ho anche io) e tutti siamo condizionati dal nostro umore nelle cose che facciamo. Ma ci avete mai fatto caso? Quante volte vedendo una persona vi siete posti tutte queste domande? Poche, al massimo una.
Bene, abbiamo trovato un aspetto dell'ozio. Un'attività ancora più estrema, più pazzesca di quanto fosse già quella precedente, mi porta a immaginare la vita di quelle minuscole persone che vedo dall'alto. Immagino che magari la madre col passeggino appresso stia pensando a dover fare le commissioni al più presto perchè a breve il figlio dovrà fare la sua poppata. Oppure il ragazzino che ride con l'amico sta pensando a quanto stupida sia stata quella battuta...
E poi ti prende immancabile quella punta di esistenzialismo finale e ti chiedi a quale fine ultimo ogni sforzo di ciascuno, ma in questo il pensiero si perde. Allora con la faccia da ebete per il troppo sforzo (forse anche perchè il sole che tramonta di fronte ha fatto il suo corso su quei pochi neuroni che cercavano di funzionare), guardi, con occhi affascinati, il mondo che sotto di te evolve (o si avviluppa).
Adesso o domani provate anche voi. Ne sarete capaci? Che pensieri vi stimola? Solo per concludere, un breve periodo di Stevenson nel suo "Elogio dell'ozio".
"L'attività frenetica, a scuola o in università, in chiesa o al mercato, è sintomo di scarsa voglia di vivere. La capacità di stare in ozio implica una disponibilità e un desiderio universale, e un forte senso d'identità personale. C'è in giro molta gente mediocre, semi-viva, che a malapena è consapevole di vivere, se non nell'esercizio di qualche occupazione convenzionale. Portate queste persone in campagna o a bordo di una nave, vedrete come rimpiangeranno la loro scrivania o il loro studio. Non hanno curiosità; non sanno abbandonarsi alle sollecitazioni del Caso; non provano piacere nell'esercizio delle loro facoltà se non hanno uno scopo. E se la necessità non girovagasse intorno a loro con un bastone, starebbero proprio immobili."
Siete di quest'ultima categoria voi? Commentate la vostra esperienza! ;)
Umore del giorno: devo ammettere che restare a guardare il mondo dal balcone mi ha anche un po' rilassato!
Al prossimo post!

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