venerdì 10 dicembre 2010

Escape from myself

Cercando e sfogliando testi su internet ne ho trovato uno particolare che riflette un pensiero che ho avuto questa settimana: scappare da me stesso. Arrivai a ciò perché stavo pensando che, spesso, quando ho qualcosa di serio da affrontare che riguardi me stesso, e in particolare ciò che può intaccare la sfera affettiva, tendo a trovare delle scuse e sottrarmi a quel compito soprattutto se cambia la mia condizione. È il cambiamento che mi fa paura.

Ne ho già parlato qualche altra volta e quando riuscirò a completare le tag in tutto il blog potrò facilmente collegare e farvi collegare la situazione. Rimane, però, il fatto che dopo due anni, e forse anche più, non sono cambiato. E parlando con la mia migliore amica lei mi disse che se continuo così non potrò mai vivere liberamente e come voglio io.

La canzone si chiama appunto “Escape from myself” dei Flying. La canzone non sono riuscito a trovarla neanche su Youtube. Credo, infatti, che sia stato già un miracolo che abbia trovato il testo. Per la traduzione, invece, dovrete lottare con la mia. Non so quando riuscirò a essere contento delle mie traduzioni, ma deve essere colpa del mio perfezionismo (che si manifesta solo in alcune cose).

“I pensieri mi trasportano all’eternità / Una strada che porta molto lontano / Lo spazio mi provoca l’aumento / Dell’ansia bastarda sulla mia strada / Una triste ombra / Mi fa ritornare al passato / Dal quale continuo a scappare / Ma non ha senso scappare da me stesso. / Continuerà ciò se troverò una nuova condizione? / Voglio tornare, dopo ciò che ho  / scioccamente passato, / a poter essere me stesso.  / Per tutti tu sei solo / Una faccia della medaglia / Ma nessuno ne vede il rovescio / E nel privato sei perso in essa. / In collisione con la solitudine / La lotta e l’indifferenza / Sei in cerca di te stesso / Nei tuoi propri sensi./ L’obiettivo che ti fa vivere, / il senso e il valore delle tue azioni / chi sei tu per gli altri, / chi sei tu per te stesso? / E il vento ancora, / E la strada un’altra volta ancora / E le stelle brillanti / Nella mia strada notturna / E c’è un senso per cui / Scappo da me stesso.”

L’autore della canzone scappa da un passato che lo perseguita e che non lo ha soddisfatto affatto. E ogni volta che ci prova ricade in esso. Questo succede perché scappa da se stesso, dalle sue responsabilità. E tutto ciò lo limita perché così non potrà mai crescere e imparare dai suoi errori.

Leggendo e traducendo la canzone ho capito il mio errore e ho capito che in tutto ciò che mi si offre ogni giorno c’è un’occasione da cogliere e che passa perché dopo averla rifiutata fa parte del mio passato e nel passato non potrò più tornare.

Scappare da me stesso senza affrontarmi e affrontare l’ignoto è da un lato pericoloso perché mi spinge in una situazione che non conosco e che mi fa paura, magari anche perché nel caso di fallimento la delusione  è cocente, ma dall’altro lato è una parte di me che muore perché no ha vissuto e questo è uno dei più grandi peccati. Soprattutto per me che voglio vivere al 100%. Ma vivere nella paura non è certo un 100%.

Umore del giorno: con tanti pensieri per la testa dato che sulla scrivania stanno tremila libri che aspettano tutti che io mi dia una mossa

E il tempo va…

 

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