mercoledì 30 dicembre 2009
Bilancio di fine anno (parte II)
sabato 26 dicembre 2009
I.O.U.
Una giornata tesa oggi per me. Se tenere
insieme una classe di scuola è impresa, peggio è se ciò deve avvenire in un
gruppo di amici. E' quello contro cui ho combattuto un po' oggi. E ora la
conclusione è un punto interrogativo che si scioglierà appena ci vedremo di
nuovo tutti, penso.
Ma
andiamo alla canzone di oggi. Mi fermo al 1983 poichè su un sito ho trovato
la classifica delle canzoni di quell'estate. E allora eccoci con
Freeez e la loro: "I.O.U.":
http://www.youtube.com/watch?v=WZ-1DYwaxrE
E dopo che mi ha abbandonato l’incorporamento dei video
dello space (vediamo che possiamo fare per l’anno nuovo), non mi resta che
augurarvi un buon week-end. Magari sereno!
A presto!
giovedì 24 dicembre 2009
Bilancio di fine anno (parte I)
sabato 19 dicembre 2009
E' difficile dire "mi dispiace"
C’è una canzone che ultimamente mi sta piacendo molto, tanto
che ha cambiato il programma della canzone di oggi. La canzone è “Hard to say I’m
sorry” dei Chicago. La traduzione non ha niente a che fare col mio periodo
attuale, ma va letta.
“ “Tutti hanno bisogno di stare
un pò lontani l'uno dall'altro” / l'ho sentita dire / “Anche
gli innamorati hanno bisogno di una vacanza / lontano
l'uno dall'altra” / Resta con me ora /
E' difficile per me dire "mi
dispiace" / Voglio solo che tu resti. / Dopo tutto
quello che abbiamo passato / Voglio farlo per te. Lo prometto. / E dopo
tutto ciò che é stato detto e fatto /
Tu sei la parte di me che non posso
lasciare andare. / Non é possibile stare lontano dal tuo corpo nemmeno un
giorno / Non vorrei essere spazzato via, lontano da ciò che amo / Resta
con me ora / E' difficile per me dire "mi dispiace" / Voglio
che tu lo sappia / Resta con me ora / Davvero
voglio dirti che mi dispiace / Non potrei mai lasciarti andare. / Ti farò
felice.”
Evidentemente, si parla di un
uomo che ha commesso un errore e per cui è stato lasciato dalla sua
ragazza/fidanzata. Bene, diciamo che non mi addentro in questo argomento, visto
che non ho molto esperienza. Passiamo, invece, alla canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=sLVKd1lhgOQ
Purtroppo, continua la mia guerra contro lo space che non mi
fa più incorporare il video, ma con un po’ di pazienza tramite il link potete
subito sentire la canzone. Buon week-end.
A presto
venerdì 18 dicembre 2009
Le nostre vite
Finalmente per me iniziano le “vacanze”, ossia due
mesi circa per prepararmi gli esami e cercare di “raccattare” il più possibile.
Ma le “vacanze” non pregiudicheranno i soliti appuntamenti di questo space. Infatti,
oggi propongo questo testo, di cui non conosco la canzone. Ma il testo è
interessante. La canzone è “Our lives” dei The Calling,
“C'é amore stanotte / Quando tutti gli altri sognano / Una vita
migliore / In questo mondo / Diviso dalla paura / Dobbiamo
credere che / C'è una ragione per cui siamo qui / Sì, c'è una ragione
per cui siamo qui. / Perché questi sono i giorni per cui vale vivere / Questi
sono gli anni che ci sono stati dati / E questi sono gli istanti / Questi
sono i momenti / Diamo il meglio delle nostre vite. / Vedi la verità tutta
intorno / La nostra fiducia può essere spezzata / E le nostre mani
legate / Ma apriamo i nostri cuori e riempiamo il vuoto che c'è / Con
nulla che ci possa fermare / Non è meglio rischiare? / Si non è
meglio rischiare? / Diamo il meglio delle nostre vite / Anche se la
speranza fosse distrutta / So che non importerebbe / Perché questi
sono gli istanti / Questi sono i momenti / Diamo il meglio delle
nostre vite. / Non possiamo continuare / Pensando che sia sbagliato / Dire
ciò che pensiamo / Bisogna lasciar uscire ciò che si ha dentro.”
Nessuna canzone d’amore, come si può vedere ma parole di coraggio e, perché
no, per iniziare un nuovo rinnovandoci. Partendo dalla domanda che tutti almeno
una volta ci siamo posti, e che tutta l’umanità si pone, cioè che scopo ha la nostra
vita, ecco che dobbiamo andare oltre la ricerca di un significato, perché magari,
come diceva Henry Miller “Bisogna dare
un senso alla vita, appunto perché evidentemente non ne ha nessuno.” E allora
bisogna vivere istante per istante “perché questi sono i giorni per cui vivere”.
E anche quando ci va male e perdiamo la speranza, dobbiamo sapere che non siamo
soli. Perché nessuno può essere solo.
Questo può essere un po’ contradditorio rispetto a una fase che tempo fa
attraversai. Ma era una fase, e che comunque superai perché capii che soli non
possiamo stare neanche volendolo.
A presto!
sabato 12 dicembre 2009
Non posso fare a meno di innamorarmi di te
Raramente
vedo una pubblicità in tv, ma ieri sera ho visto quella della Coca Cola e la
canzone di sottofondo mi è piaciuta abbastanza. Vi siete chiesti qual è questa
canzone? Io sì e partiamo da chi la canta. Il pezzo iniziò a essere cantato da
Elvis Presley, ma molti nel tempo l’hanno cantata a loro modo. Il titolo è “Can’t
help falling in love with you” e la breve traduzione è qui:
“Gli uomini saggi dicono che solo gli stupidi si gettano nelle
cose / Ma non posso fare a meno di
innamorarmi di te / Dovrei trattenermi? /
Sarebbe un
peccato / Se non
potessi fare a meno di innamorarmi di te? /
Come un
fiume scorre sicuramente verso
il mare / Tesoro, così succede / Alcune
cose sono destinate / Prendi
la mia mano / Prendi
anche tutta la mia vita / Perché
io non posso fare a meno di innamorarmi di te.”
Dolcissima canzone, cantata da un maestro:
http://www.youtube.com/watch?v=DOiCEWsL--4
Questa
pubblicità sì che è servita a qualcosa. Buon fine settimana.
A presto!
mercoledì 9 dicembre 2009
Una vita da mediano
Quante probabilità avete di leggere sul mio space una canzone di Ligabue o Vasco Rossi, due dei più acclamati cantanti italiani? Pochissime. Eppure stasera c’è una canzone, una delle poche di Ligabue, che mi piace e che voglio condividere: “Una vita da mediano”. Se anche io conduco una “vita da mediano”? Penso anche da difensore centrale o portiere se vogliamo.
“Una vita da mediano / a recuperar palloni / nato senza i piedi buoni / lavorare sui polmoni. / Una vita da mediano / con dei compiti precisi / a coprire certe zone / a giocare generosi. / Lì / sempre lì / lì nel mezzo / finchè ce n'hai stai lì. / Una vita da mediano / da chi segna sempre poco / che il pallone devi darlo / a chi finalizza il gioco. / Una vita da mediano / che natura non ti ha dato / nè lo spunto della punta / nè del 10 che peccato. / Una vita da mediano / da uno che si brucia presto / perché quando hai dato troppo / devi andare e fare posto. / Una vita da mediano / lavorando come Oriali / anni di fatica e botte e / vinci casomai i mondiali.”
La vita da mediano è quella vita dove si fa il minimo indispensabile, il giusto per “sopravvivere”. Ma è anche la vita del
comune cittadino che, avendo avuto il giusto per vivere è soddisfatto così . Le figure che usa l’autore per descrivere
questa “posizione” nella vita sono ciò che mi ha colpito più di tutto in questo testo. Questa è la vita che si fa quando non si hanno particolari abilità, ma in cui bisogna impegnarsi per ottenere qualcosa e in cui bisogna accontentarsi dei frutti che si ottengono, anche se magari non ripagano tutto il lavoro fatto. Questa è la vita di chi se lascia perdere non ottiene, perché si ottiene lottando. Questa è la vita di chi se non hai la raccomandazione non vai da nessuna parte… Be’, non ho gradito molto la battuta su Oriali, perché ha vinto due campionati con l’Inter, e Ligabue da suo tifoso dovrebbe saperlo. Ma questa è anche al mia vita. Una vita che per ora sto conducendo quasi in stand-by, senza sbilanciarmi mai su niente e che, a dirla tutta, non mi sto godendo appieno.
Se volessi fare un proposito per il nuovo anno sarebbe sicuramente quello di passare da “mediano” a “centrocampista offensivo”. Ma mi manca il coraggio per affrontare questo cambiamento. Che dovrò anche fare, prima o poi. Eppure non penso che di punto in bianco possa dire: “da domani cambio”. O si può? Stato mentale: confuso.
A presto
sabato 5 dicembre 2009
Tentazione
mercoledì 2 dicembre 2009
Uno su mille
Non vivo una fase della mia vita particolarmente triste, certamente è un po’ tribolata da “dubbi esistenziali”. Il testo di oggi è una sorta di incitamento per me e per tutti a dare il meglio di sé e non scoraggiarsi mai. È sicuramente un testo famoso, ma soffermiamoci a leggerlo. Parlo di “Uno su mille” di Gianni Morandi.
“Se sei a terra non strisciare mai / se ti diranno sei finito… non ci credere / devi contare solo su di te. / Uno
su mille ce la fa / ma quanto è dura la salita / in gioco c'è la vita. / Il passato non potrà / tornare uguale mai / forse meglio perché no, tu che ne sai / non hai mai creduto in me / ma dovrai cambiare idea. / La vita è come la marea / ti porta in secca o in alto mare / com'è la luna va. / Non ho barato né bluffato mai / e questa sera ho messo a nudo la mia anima / ho perso tutto ma ho ritrovato me. / Tu non sai che peso ha /
questa musica leggera / ti ci innamori e vivi ma ci puoi morire quando è sera / io di voce ce ne avrei / ma non per gridare aiuto. / Nemmeno tu mi hai mai sentito / mi son tenuto il mio segreto / tu sorda e io ero muto. / Se sei a terra non strisciare mai / Se ti diranno: sei finito… non ci credere / Finchè non suona la campana vai”
Devo dire che sono del tutto d’accordo su questo testo: bisogna contare sulle proprie forze e le proprie capacità e, se abbiamo bisogno, non dobbiamo affatto vergognarci di chiedere aiuto agli amici. Servono anche a questo giusto?! Ed inutile rimuginare sul passato: noi siamo ciò che è stato, ma non bisogna escludere che quel passato non possa darci occasione di vantaggio. E ancora, dobbiamo tutti imparare di più ad ascoltare: è l’aspetto dell’amicizia, è la base per cui un’amicizia funzioni. Far prevalere il tu e l’aiuto, perché la reciprocità c’è se si dà.
Da cattolico praticante, il bello dell’avvento è che ci prepariamo per la venuta del Bambino Gesù. La preparazione è un percorso di crescita interiore e di predisposizione verso il prossimo. Per cui perché, magari, non prepararsi impegnandoci di più in questo aspetto di ascolto? Ma confido nel fatto che questo messaggio non è valido solo per i religiosi, ma per tutti.
A presto!
sabato 28 novembre 2009
Gira! Gira! Gira! (Per ogni cosa c'è la sua stagione)
Stasera andiamo un po’ più indietro del solito. 1965. Siamo in un periodo difficile per la storia americana, gli anni della guerra nel Vietnam. Ma musicalmente parlando, siamo nel pieno della ascesa dei Beatles.
Fondiamo adesso questi elementi, ed ecco che la canzone che ne esce per oggi è cantata dai Byrds, un gruppo considerato dagli Stati Uniti come la risposta agli inglesi Beatles. Il testo, invece, è pacifista. Scritto da Pete Seeger, si rifà a un brano della Bibbia, modificato solo all’ultimo verso. Leggiamo un po’ questa “Turn! Turn! Turn! (“To everything there is a reason”).
“Per ogni cosa (gira! gira! gira!) / c'è la sua stagione, / ed un tempo per ogni faccenda sotto il cielo. / Un tempo per nascere e un tempo per morire, / un tempo per piantare e un tempo per sradicare / un tempo per uccidere e un tempo per guarire, / un tempo per ridere e un tempo per piangere. / Un tempo per costruire e un tempo per demolire / un tempo per ballare e un tempo per gemere / un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli. / Un tempo d'amore, un tempo d'odio / un tempo di guerra, un tempo di pace / un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. / Un tempo per vincere, un tempo per perdere / un tempo per stracciare, un tempo per cucire, / un tempo per amare, un tempo per odiare / un tempo per la pace, giuro che non è troppo tardi.”
Vorremmo e ci auguriamo che le cose brutte non accadano mai… Il video non l'ho trovato, per cui ecco il link:
http://www.youtube.com/watch?v=aNopQq5lWqQ
Sì, molto stile Beatles la canzone. Buon week-end!
A presto!
mercoledì 25 novembre 2009
Morning sun
Oggi leggeremo un testo pensato dopo la morte di Michael Jackson. Robbie Williams aveva quasi terminato il suo album, quando rimase colpito dalla morte di MJ. La canzone è “Morning sun”.
“Come ti sembra il sole la mattina / Dopo una lunga notte insonne / Quante stelle daresti alla luna / Riesci a vedere quelle stelle da dove sei / Illumina quelle perse e le più sole / Quelle che non ce la fanno. / Hai sempre desiderato più della vita / Ma ora non hai più avidità / In un messaggio al menestrello / Il mondo non ti ama più / Dimmi come ti sembra il sole la mattina. / Bloccato dentro gli anni dell'arcobaleno / E tu avresti potuto incontrarmi / Perchè io sono stato molto vicino a dove sei tu / Ho percorso tutti i posti che hai visto / sembra tutto così familiare / Come se fossero stati mandati per ucciderti. / Non serve un astronauta / Fluttuare nello spazio / è solo immaginazione / Il mattino porta con sè il mistero / La sera lo trasforma in storia / Dimmi come ti sembra il sole la mattina. / E l’ubriacone del paese / Sai che è tristemente scomparso / è un peccato che non sappia nemmeno il suo nome / Mi chiedo se si sedesse lì ogni la mattina / A guardare l’alba. / Cosa ne pensi del sole la mattina / E' solo troppo difficile per me / E tutto ciò che volevo era il mondo / Se tu sei la stella che illumina il sole / Non sprecare il tuo tempo / Perchè non c’è una linea d’arrivo. / E tu non vedi nulla, / Nemmeno l’amore, nient’altro, / La notte può portare via l' uomo che c'è in te / Una sensazione di meraviglia così tanto attesa / Il mattino porta con sè il mistero / La sera lo trasforma in storia / Chi sono io per giudicare il sole la mattina.”
Tuttavia, anche se inizialmente dedicata a lui, la canzone è dedicata allo stesso Robbie (insomma, l’ha scritta per se stesso). Io penso sia bellissima . E non solo perché la canta lui, ma mi piacciono tantissimo le sue parole.
A presto
sabato 21 novembre 2009
Toy soldier
giovedì 19 novembre 2009
Ti vedo (parte II)
Ebbene, continuando ancora il discorso
di ieri, è un periodo particolare per me questo in quanto c'è una
ragazza che mi piace all'università e non sembra sia fidanzata. Lei
è bellissima ma non trovo il coraggio mai di farmi avanti. In
teoria, non dovrei crearmi problemi perchè se dicesse di non essere
interessata a me, io vado avanti per la mia strada e lei uguale.
Invece, se lei dicesse di sì, ne avrei tutto da guadagnare.
Ma come dice il proverbio stesso, “tra
il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Mi sento troppo timido
per andare da lei e poi, lo ammetto, temo la sua risposta. O meglio,
tempo il suo no. Forse mi crollerebbe il mondo. No che ragazze non ce
ne siano più, ma è un anno che vedo lei e ormai vederla mi sembra
una “Beatrice” irraggiungibile. Una ragazza a cui ambire...
Sì, dovrei darmi una mossa e farmi
sotto, prendere coraggio. Ma non so quando sarà quel momento.
A riguardo, in una puntata della terza
stagione del telefilm Gossip Girl ho sentito una canzone che mi è
piaciuta subito. È presente nell'ultimo album di Mika ma non è
uscita ufficialmente con un videoclip. Però sono riuscito a trovare
la traduzione. E direi che mi descrive in pieno! La canzone è “I
see you”.
“Sto dall'altra parte rispetto a te /
E sogno le cose che faccio / Non parlo, non mi conosci affatto. / Per
timore di quel che potresti fare / Non dico niente ma ti fisso / E
sto sognando / Sto inciampando su di te. / La verità deve essere
detta / I miei problemi risolti / Per me tu sei il mondo ma non lo
saprai mai / Potresti essere crudele con me / Mentre stiamo mettendo
a rischio il modo in cui ti vedo / In cui ti vedo / In cui vedo. /
Conversazioni / Io per niente / Sto esitando / Cadere soltanto / E
sto aspettando, sto odiando tutti. / Potrebbe essere che ti sei
innamorata di me? / E ogni altra similitudine / Se è tutto, come
farei a saperlo? / Non mi hai mai conosciuto, ma ti vedo / Ma ti
vedo. / Sto dall'altra parte rispetto a te (Ma ti vedo) / Ho sognato
da solo, ora i sogni non ci saranno (Ma ti vedo)”.
Sono proprio così io! Una canzone che
mi descrivesse meglio non so come si potrebbe farla!
È un discorso che resta aperto e che
lo sarà per molto, anche se dovrei decidermi! Mi nascondo dietro un
“sono piccolo”, ma magari è davvero paura. E con la paura non si
Vive.
A presto
mercoledì 18 novembre 2009
Ti vedo (parte I)
Un film può cambiare le tue idee? Se non mi volessi sbilanciare su un sì, potrei almeno affermare che possono metterle in crisi.
In realtà, tutto viene in un periodo particolare e delicato in cui io stesso ne sto parlando su questo space, con una mentalità protesa al cambiamento. Seppure lento. Riparliamo dell'argomento dell'amore.
Potrei dividerlo in due serate, ma vediamo quanto riesco a scrivere oggi.
Sicuramente, non c'è bisogno di ripetere tutto quello che ho scritto finora, e converrebbe andare subito al dunque. Lunedì e martedì ci sono state le puntate di “Un medico in famiglia” e, se qualcuno l'ha visto, c'è stato il primo amore di due adolescenti. Be', magari io sono un po' “cresciutello” per definirmi adolescente, ma si tratta sempre di primo amore.
E vedendo i due ragazzini felici e spensierati ho pensato che innamorarsi non deve portare poi tutti quei problemi che immagino io. Anzi, spesso il pomeriggio torno dall'università e sottolineo qualche pagina del libro, sento la musica e gioco al computer. Invece, c'è una vita da Vivere.
Sono arrivato a vent'anni, e non ho molto da raccontare (certo non vorrò mai raccontare e vantarmi di anni di galera o di omicidi o di furti) e non ho vissuto niente … Per carità, gli amici, le delusioni, gli attimi di allegria ci sono stati e non passano assolutamente in secondo piano. Ma ora ci vuole qualcosa che mi sconvolga, travolga davvero. Come un fiume che, una volta scavato il suo letto, va a pieno regime e nulla lo ostacolerà fino alla foce.
Visto che è un po' tardi, decido di continuare domani. Sempre su questo tema, c'è una canzone che mi ha colpito. Ma domani vedremo.
A presto!
sabato 14 novembre 2009
Never gonna let you go
Oggi ritorno al 1983, quando Sergio
Mendes “canta” “Never gonna let you go”. La traduzione non
l'ho trovata, ma sentiamo comunque la canzone:
Sono anche a corto di parole oggi. Lo addebito, però, alla stanchezza visto che stamattina ho studiato informatica. E non è stato uno scherzo! Buon week-end!
A presto!
venerdì 13 novembre 2009
Quando nasce un amore
Continuando il discorso della settimana
scorsa, ho trovato un testo molto interessante di Anna Oxa,
sicuramente molto conosciuto. Ma chi si è fermato a riflettere le
parole? La canzone è quando nasce un amore.
“Quando nasce un amore non è mai
troppo tardi / scende come un bagliore da una stella che guardi / e
di stelle nel cuore ce ne sono miliardi / quando nasce un amore, un
amore. / Ed è come un bambino che ha bisogno di cure / devi stargli
vicino devi darli calore / preparargli il cammino il terreno migliore
/ quando nasce un amore, un amore. / E' un emozione nella gola da
quando nasce a quando vola / che cosa c'è di più celeste di un
cielo che ha vinto mille tempeste / che cosa c'è se adesso sento
queste cose per te / farò di te la mia estensione farò di te il
tempo della ragione / farò di più farò tutte le cose che vuoi fare
anche tu. / Ti fa bene, ti piace questa voglia di dare / e ti senti
capace non ti puoi più fermare / come un fiume alla foce che si
getta nel mare / quando nasce un amore, un amore... / E' l'universo
che si svela quante parole in una sola / amore mio immenso e puro ci
penso io a farti avere un futuro / amore che sta già chiedendo
strada tutta per sé /farò di te la mia estensione farò di te il
tempo della ragione / farò di più farò tutte le cose che vuoi fare
anche tu. / ...Sì... / quando nasce, quando nasce un amore.”
Be', qui l'autore ha trovato l'amore,
ma penso che prima di trovarlo la pensasse proprio come me. Ma la
cosa più immediata che si intende leggendo il testo è che scoprendo
l'amore, all'autore si è aperto un nuovo mondo. E non penso basti la
curiosità per affrontare questo nuovo mondo (in quel caso sarebbe
più che altro egoismo), ma si tratta di dare tutti sé stessi per
stare bene insieme, far stare bene la persona amata e, quindi, noi
stessi. Penso manchi quest'ultima forza a me. Mi piace aiutare gli
amici e le persone, ma credo che in quel caso l'impegno deve essere
molto più costante. Ma, come è scritto negli stessi versoi
iniziali, l'amore “scende come un bagliore da una stella che
guardi”.
A presto.
mercoledì 11 novembre 2009
San Martino!
Oggi,
11 novembre, è una giornata molto importante. Innanzitutto, è la
festa patronale della mia città. Ma anche per gli agricoltori ha una
certa importanza. E a ricordarcelo è lo stesso Giosuè Carducci con
una celebre poesia: “San Martino”. Chi non l'ha imparata alle
elementari?
Diciamo
che se l'hanno fatta imparare persino a me (le nostre maestre non
hanno mai preteso di imparare a memoria troppe poesie), la
probabilità che qualcuno non la conosca è davvero bassa. Ma è
sempre bella rileggerla, anche perché è una delle mie poesie
preferite.
“La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel
vespero migrar.”
Sapevate
che Fiorello l'ha addirittura cantata? Anche quella versione mi
piace.
Infine,
volevo semplicemente scrivere che sono deluso da una persona per il
suo comportamento verso me e anche il gruppo di amici. Lo scrivo non
perchè voglio che lo sappia assolutamente (non penso sia mai venuta
mai qui sul mio space), né perchè voglio sbandierare ai quattro
venti questa delusione. È solo uno sfogo che ha segnato la serata di
ieri e che mi sta facendo ricredere sulla sua persona. Il tempo mi
darà ragione o mi fara ricredere nuovamente.
A
presto.
sabato 7 novembre 2009
Le persone sono strane
Stasera torniamo agli anni '60,
precisamente al 1967. Tra i tanti, esplode una band capitanata da Jim
Morrison. Sì, sono i Doors, che esplodono con “Light my fire”,
dopo il fiasco di “Break on through (to the other side). La canzone
di stasera è “People are strange”, terzo loro singolo.
La traduzione è brevissima, ma no da
ignorare.
“La gente è strana quando non ti
conosce / i visi sembrano bruttissimi quando sei solo / le donne
sembrano cattive quando non sei desiderato / le strade sono diverse
quando ti senti giù. / Quando sei straniero / le facce appaiono
dalla pioggia / quando sei straniero / nessuno ricorda il tuo nome /
quando sei straniero / quando sei straniero / quando sei straniero.”
La canzone è, probabilmente,
conosciuta, ma sentiamola comunque. Magari la riscoprite!
Piaciuta? Be', un po' ripetitiva, ma la musicalità mi piace tantisismo! Buon week-end!
A presto!
mercoledì 4 novembre 2009
Amore e ragione
Il tempo per scrivere si può trovare.
E oggi l'ho voluto trovare in seguito a uno scambio di SMS con
un'amica. Effettivamente, da un po' di giorni penso che non sia
semplicemente troppo timido per conoscere una ragazza, ma il problema
è più che altro che mi spaventa.
Mi spaventa più che altro ciò che ne
consegue. Il fatto di stare “sempre dietro”, quasi legato
(limitato), a quella persona. Parlando con ragazze già fidanzate, in
passato o ancora attualmente, mi hanno detto che non è assolutamente
vero e che se una ragazza mi piace davvero vorrò essere io stesso a
stare sempre con lei.
Ed ecco affacciarsi il pensiero di
oggi. La mia razionalità. Una mia amica, scherzando, ma non troppo,
mi definisce “la parte razione che mi manca”. Ed effettivamente
ci sono cose che faccio di impulso, ma per la maggior parte sono
riflessivo su tutto. Il fatto che voglia “controllare” tutto,
farne una tabella pro/contro, avere un quadro generale di ciò che
succede mi spinge a bloccarmi davanti alla possibilità di conoscere
quella ragazza. Penso: “perchè dovrei piacergli io?”, quando
dovrei, invece, pensare: “hey baby, sono il tuo uomo” (frase un
po' troppo da film, ma è un ragionamento logico!).
Ma rimane che mi fermo sempre al dopo,
al potermi sentire mancare la libertà che ora mi godo...
A riguardo di
tutto ciò, ho trovato anche un testo di “El Rubio loco” dal nome
“Amor y razon”. E già il titolo dice molto. Leggiamo insieme la
traduzione.
“Mi domando
perché / non si può separare / quello che prova il mio cuore / in
cerca della verità / in cerca di una ragione. / A volte lo so, / on
c'è uscita perché /amare è come sognare / però quando mi
risveglio / è la ragione che mi tratterrà. / Questo
cuore diviso / Dell'amore e la ragione / è vivere in un inferno /
dove regna la passione. / Questo cuore diviso / Tra Sogno e realtà /
Ogni giorno una battaglia / che mi complica l'anima. / Ci sono
due strade in me / E non so dove andare / io non posso guardare
indietro / ma ci devo provare / sperando felicità. / Amore e
razionalità, amore e razionalità / e quello che ho nel cuore /
Amore e razionalità, amore e razionalità / questo cuore diviso.”
Testo super azzeccato! E se a qualcuno
piacciono le “bachatas” (N.B. Inteso come genere musicale), può
anche sentire la canzone.
A presto!
sabato 31 ottobre 2009
Non spezzare il mio cuore
Ieri volevo portare sullo space un testo di canzone ma il pc serviva a mio fratello, per cui niente Internet. Ma ciò non centra niente con oggi.
Stamattina mi alzo sapendo che devo andare in campagna a raccogliere le olive con mio padre. Già da ieri mi sentivo come se avessi l'influenza, ma ancora oggi niente. Eppure mi sento strano.
Ed eccomi qui ora a farvi sentire la canzone del sabato sera. Ancora casualmente, ecco che se vi dicessi Den Harrow pensereste a quel biondino (era biondo?!) che al reality "L'isola dei famosi" o qualcosa del genere (non seguo reality io, e possiamo parlarne un giorno) si mise a piangere come un bambino.
Ma Den Harrow è anche una star della Italo dance anni '80. E stasera ecco vi "Don't break my heart". Partiamo dalla traduzione.
"Mi hai colto di sorpresa / Proprio come un arcobaleno nella notte / Quando ho guardato nei tuoi occhi / Ho potuto vedere diamanti splendenti. / Non mi ero mai accorto / Tu saresti stata quella giusta / Tu mi avevi iptonizzato / Prima la mia vita era in bianco e nero. / Tu ed io facciamo una squadra / Ti voglio vicina a me ogni giorno / La scorsa notte ho fatto un sogno / Te ne andavi via. / Non spezzare il mio cuore, non mi deludere / Non spezzare il mio cuore, non farmi imbronciare. / Noi stiamo divenendo importanti / La vita al tuo fianco può essere così gradevole / Tu sei così misteriosa / Ieri eri fredda come il ghiaccio. / Io mi chiedo come ti senti / Se tutti i tuoi sentimenti siano gli stessi / Quando i tuoi sorrisi sono veri? / O è un gioco?"
Già ancora canzoni d'amore... Ma vediamo il video:
Non vi può piacere la canzone solo se avete pregiudizi contro il cantante! Buon Halloween, buon week-end e...
A presto!
sabato 24 ottobre 2009
Per favore, non andare via!
Può quasi sembrare che ultimamente stia solo “ripristinando” certe brutte nomine di alcuni cantanti, facendovi sentire anche canzoni meno pubblicizzate. In realtà, è giusto che sentiate anche le altre canzoni per non “peccare di superficialità”!
Ed ecco allora che oggi sentiamo Kc and the Sunshine band, famosa per canzoni tipo “Shake your booty” o “Boogie shoes” (dal film “Saturday night fever”) o ancora “I'm your boogey man” eccetera. Ebbene, questo gruppo ha anche fatto un lento bellissimo che ho riscoperto ieri sera al programma “I migliori anni della nostra vita”. Se ci sono fan del Fiorello cantante, conosceranno la base per “Sì o no”.
La traduzione, canzone d’amore, la riporto comunque. E non ha a che fare con la canzone di Fiorello.
“Piccola, ti amo / perciò voglio che tu sappia / che mi mancherà il tuo amore / quando uscirai da quella porta. / Quindi, ti prego non andartene / Non andartene, non andartene via / Per favore non andartene / non andartene, ti sto scongiurando di restare. / Se vivi, almeno nelle mie giornate / Sarebbe un mio sogno che diviene realtà / Sono stato consacrato per amarti / da qualcuno meraviglioso come te. / Hey hey hey / Ho bisogno del tuo amore / Sono in ginocchio / implorandoti per favore, per favore / per favore non andartene / non mi senti baby? / Non mi abbandonare adesso.”
Sì, di quelle supplicanti e troppo melodrammatiche, insomma.
Ma andiamo al video.
Adoro quella camicia così, e quel vestito! E naturalmente la canzone mi piace tantissimo!
A presto!
venerdì 23 ottobre 2009
Considerazioni
Ieri sera è andata un’altra puntata del telefilm “Dottor House”, e questa mi ha fatto riflettere molto.
Se qualcuno conosce poco di quel telefilm, di certo saprà che alla base del dottore House c’è una tristezza incancellabile dovuta tra l’altro al suo dolore fisico. E se alla tristezza si unisse la voglia suicida? No, non è la puntata di ieri, ma un pensiero che ho fatto io e su cui volevo riflettere stasera.
La domanda da cui partii ieri sera era: è più difficile vivere o morire? Per rispondere a ciò sono partito da una considerazione: se sia peggio, cioè, fare una vita fatta di tristezza e delusione o lasciarsi morire lasciando ai tuoi più cari il rimpianto e la sofferenza di non averti mai capito.
Chi riuscirebbe a vivere accerchiato sempre dalla tristezza? Si potrebbe allora decidere di farla finita. Ma così, faremmo soffrire i nostri genitori e fratelli e gli amici più stretti per non essere mai riusciti a caprici. E magari potremmo segnarli a vita.
Secondo me, si crea un circolo tale da non lasciare una risposta inequivocabile al quesito. O avete una soluzione? Partendo sempre dal presupposto che è meglio la vita.
A presto
martedì 20 ottobre 2009
E' una vita che ti aspetto
Oggi parlerò dell’ultimo libro che ho letto, perché mi è
piaciuto tanto e volevo condividere alcune frasi che mi hanno particolarmente
colpito. Il titolo del libro è “E’ una vita che ti aspetto” di Fabio Volo.
Se dovessi dare un parere complessivo al libro, direi che mi
è piaciuto. Ma se dovessi fare un paragone col libro “il giorno in più”, devo
dire che mi è piaciuto più quest’ultimo.
Sommariamente, il libro parla di un uomo che si pone la
domanda “io sono felice?”. E la risposta la trova ricercando se stesso. Alla fine
del libro non troverete la ricetta della felicità, am può dare spunti di
riflessione. Ecco alcune frasi particolari.
“Pensavo a quando da piccolino [mia madre] mi teneva in
braccio e io, appoggiando la testa sulla sua spalla, guardavo tutto da lassù. Come
un pellegrino che, arrivato sulla cima del monte, guarda la strada che ha già
percorso e quella sconosciuta che ancora lo attende.”
“…lui è il mio migliore amico. Lui è il nastro dove io ho
registrato i miei filmati migliori. I più importanti. I più belli.”
“La nostra amicizia è fonte di felicità.”
“Forse la libertà poi non p nemmeno poter fare ciò che si vuole
fare senza limiti, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle
passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi.”
“Quella voce dentro di me, che ero io, voleva essere
ascoltata e voleva che i suoi desideri e bisogni fossero soddisfatti. Voleva
essere amata. Amata da me. Voleva semplicemente vivere.
Non stavo vivendo veramente la mia vita. Che era poi il
motivo per cui ero nato, per cui c’ero anch’io su questo pianeta.
L’idea errata che avevo di me, invece, mi spingeva
automaticamente a rispondere a desideri e necessità che in realtà non erano
miei. E quindi dentro sentivo le lamentele di un affamato. Ero arrivato al
punto di esprimere chi ero con ciò che consumavo e compravo. Le mie scarpe, la
mia macchina, le mie vacanze, i locali che frequentavo, il telefonino che
sceglievo, l’arredamento di casa. Tutto diventava me. Tutto mi determinava.
Tutto mi qualificava. Quelle cose dicevano chi ero.”
L’ultimo punto è quello su cui mi sono tanto battuto io
anche in questo space. E non penso sia necessario commentare ogni periodo che
ho selezionato. Ciascuno si descrive da sé…
A presto
sabato 17 ottobre 2009
Touchy
A dir la verità non sono molto
contento del post di ieri ma era tardi ed ero stanco. E anche oggi
sono stanco, ma voglio comunque impegnarmi un po' di più per la
canzone anni '80 di stasera.
La traduzione non l'ho trovata, ma se
vi dicessi A-ah a cosa pensereste? La canzone “Take on me” e la
pubblicità con quella canzone. Ma bisogna sapere anche che hanno
fatto anche altre canzoni, come “Touchy” che sentiremo stasera.
Meglio la più famosa "Take on me"? A me questa piace.
A presto!
venerdì 16 ottobre 2009
Una montagna
Come dissi ieri, ecco un testo “importante”,
nel senso di significativo, di Lucio Battisti. La canzone è inedita e si riesce
a sentire solo su Youtube. La canzone si chiama “Una montagna”
“Il tipo inizia sorridente e
fa: /"ho qui il segreto della serenità / che poi non è un segreto veramente / ma un
altro modo di atteggiar la mente". / "Continua allegro sullo stesso
tono / lo sai cosa è cattivo e cosa è buono / che cosa è brutto e invece cosa è
bello / quello che stabilisce il tuo cervello. / Una montagna può sembrare un
uomo / (se lo decidi tu) / disteso calmo ad osservare il cielo / (se tu vuoi
così) / il controluce di un gabbiano in volo / (se lo decidi tu) / può
dissipare in un momento un velo / (se tu vuoi così). / Niente di misterioso
amico mio / questa è una cosa che ho provato io / ne ho constatato un grande
giovamento / lo posso garantire al cento per cento. / Scaccia quell'ombra scura
che hai sul viso / non sai quanto fa bene un bel sorriso / prima a te stesso e
poi a chi ti sta intorno / finisce il buio ed incomincia il giorno. / Una
montagna può sembrare un uomo / (se lo decidi tu) / disteso calmo ad osservare
il cielo / (se tu vuoi così) / il controluce di un gabbiano in volo / (se lo
decidi tu) / può dissipare in un momento un velo / (se tu vuoi così) / dentro di noi c'è un
libro bianco e nero / (se lo decidi tu) / che io mi fermo a leggere ogni tanto
/ (se tu vuoi così) / quando non sono sicuro del sentiero / (se lo decidi tu) /
perchè è lì che è scritto tutto quanto / (se tu vuoi così). / Non voglio adesso
esagerare tanto / mi basta che ti piaccia l'argomento / ti vedo già più sciolto
e contento / rimani in onda e segui mentre canto.”
Una ricetta così anceh per noi? O almeno per me....
A presto.
giovedì 15 ottobre 2009
Ecco dove viviamo
Oggi sono combattuto dal farvi leggere due cose: una è una notizia di cronaca locale piuttosto tragico, mentre l'altro è un testo di canzone. Penso di optare per la prima, mentre la canzone posso farvela leggere domani.
Questa che leggeremo è una pagina di triste attualità locale. Ecco come riportata dal sito www.peacelink.it
"Uova alla diossina a Martina Franca", comunicato di PeaceLink
In provincia di Taranto la Asl ha posto i sigilli ad un allevamento di polli in contrada Guardarello a Martina Franca, a 30 chilometri dall'area industriale.
15 ottobre 2009 – Alessandro Marescotti
La diossina è arrivata nei pollai di Martina Franca. Dopo la città di Taranto anche la provincia. Si allarga ulteriormente la contaminazione. Siamo fortemente preoccupati. Il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto ha ampliato il raggio di ricerca della diossina negli alimenti e trova nuove sorprese "avvelenate". Dalla diossina nel latte, nel formaggio e nelle carni di pecora e capra, si passa ora alla diossina nelle uova e, come è ipotizzabile, anche nelle galline.
Nel marzo 2008 PeaceLink presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto dopo aver fatto analizzare un pezzo di formaggio locale. I valori erano sopra i limiti di legge. Adesso quei limiti vengono violati anche per altre categorie alimentari di largo consumo, come le uova e, probabilmente, la carne di pollo.
Quello che emerge, come preoccupante novità, è la dimensione provinciale, e non solo più cittadina, del fenomeno: neanche Martina Franca può ritenersi indenne dalla diossina. La diossina è considerata un inquinante transfrontaliero e come tale rientra nella normativa europea. Si tratterà di verificare la dinamica di questa contaminazione. E' una fatto su cui si deve indagare perché il consumo di alimenti cancerogeni e genotossici può causare una modificazione del DNA. Ci può essere, nel caso della diossina, un impatto non solo sulla salute di chi consuma alimenti contaminati ma anche di chi non è ancora nato. Le donne in età fertile o in stato di gravidanza dovrebbero essere massimamente informate e tutelate. Guardia alta, dunque, perché qui ci stiamo giocando non solo il presente ma anche il futuro. Questo è un motivo più che sufficiente per richiedere a Taranto il "Centro Ambiente e Salute", una struttura di alta specializzazione che il prof. Giorgio Assennato, direttore dell'Arpa, da tempo propone di fronte alla rilevanza delle criticità ambientali e sanitarie di Taranto.
Ci rivolgiamo alla Magistratura perché faccia piena luce. Occorre andare in fondo alla questione e scoprire le dinamiche e le origini di questa contaminazione, con tutta la determinazione necessaria.
Sarà necessario un lavoro approfondito e puntiglioso perché la questione è di grande complessità. I cittadini vogliono verità, la reclamano. Questa storia non può rimanere un mistero, i responsabili vanno individuati e perseguiti.
Esprimiamo al contempo la nostra solidarietà agli allevatori, vittime, assieme ai cittadini, di questa assurda vicenda di contaminazione da diossina.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
E la diossina fa male!!! Si pensa al ponte sullo Stretto di Messina, la costruzione di nuove autostrade ed altre opere imponenti (e appariscenti), ma per carità magari neanche del tutto inutili, ma non si bada a una realtà, l'intera provincia tarantina, che ha il più alto tasso di inquinamento, gas serra, diossina e tumori in tutta Italia e in Europa. Si può continuare a vivere (e morire così?).
A presto.
domenica 11 ottobre 2009
Padre e figlio
Ieri ero troppo stanco anche per scrivere. Cosa ho fatto? Nel
pomeriggio, ho aiutato mio padre a trasportare delle pietre che in campagna
erano inutili. La mattina sono stato a studiare un po’ di francese. Già, perché
a differenza dell’anno scorso, per ora, ho molta voglia di studiare e togliermi
le centinaia di pagine che devo fare . E, quindi, la mattina a studiare e il
pomeriggio in campagna, mi sono ritirato a pezzi e non avevo forze per niente. Non
sono neanche uscito!
Oggi pomeriggio, invece, ho aiutato mio padre a buttare giù
un albero che dava fastidio a mia madre perché sporcava troppo. Si può dire che
stia iniziando una piccola attività da contadino, ma niente di troppo impegnativo.
E non posso dire che mi dispiaccia, tranne per il fatto che praticamente
mi uccide, in termini di forze. Ma non vorrei che fosse il mio futuro!
E per stasera ecco una canzone anni ’70 (precisamente,
giusto del 1970) con il rapporto padre-figlio. Il mio, notoriamente, non è dei più
felici e anche in questa canzone c’è il dialogo tra padre figlio, dove quest’ultimo
sente il bisogno di andarsene per conquistare indipendenza, mentre il padre
vuole trattenerlo, perché ci sarà il tempo per quello.
La canzone si chiama “Father and son”, cantata da Cat
Stevens. Partiamo dalla traduzione.
“Padre: Non è tempo di cambiare / Rilassati, prendila
con calma / sei ancora giovane, questa è la tua colpa / Hai ancora molte cose
da conoscere / trovare una ragazza, sistemarti, / se vuoi puoi sposarti / Guarda
me, sono vecchio, / ma sono felice. Una volta ero come sei tu ora, / e so che
non è facile / Rimanere calmi quando hai trovato / qualcosa che va / ma prendi
il tuo tempo, pensa a lungo / Perché, pensa a tutto quello che hai avuto. / Per
te sarà ancora qui il domani, / ma forse non i tuoi sogni. / Figlio: / Come posso provare a
spiegare, / quando lo faccio, si volge altrove di nuovo / È sempre la stessa
vecchia storia / Dal momento in cui potevo parlare, / mi fu ordinato di
ascoltare / Ora c'è una strada e so / che devo andarmene / So che devo andare /
Figlio: / tutte le volte che piansi, / tenendo tutto dentro di me / È
dura, ma è anche dura / ignorare tutto / Se avevano ragione, ero d'accordo, / ma
sono loro che tu conosci, non me / Ora c'è una strada e io so / che devo
andarmene / So che devo andare.”
La frase che più rispecchia me è “tutte le volte che piansi,
tenendo tutto dentro di me. È dura, ma è anche dura ignorare tutto. Se avevano ragione, ero
d'accordo. Ma sono loro [i sogni] che tu conosci, non me.” È il mio difetto
tenermi tutto dentro…. Ma sentite la canzone:
Quella chitarra, e quella voce così espressiva quando Cat fa la aprte del figlio. E' molto sentita!
E voi divertitevi stasera perchè poco più di dodeci ore e inizia una nuova settimana!
A presto
giovedì 8 ottobre 2009
L'isola che non c'è
"Seconda stella a destra / questo è il cammino / e poi dritto, fino al mattino / poi la strada la trovi da te / porta all'isola che non c'è. / Forse questo ti sembrerà strano / ma la ragione
ti ha un po' preso la mano / ed ora sei quasi convinto che / non può esistere un'isola che non c'è. / E a pensarci, che pazzia / è una favola, è solo fantasia / e chi è saggio, chi è maturo lo sa / non può esistere nella realtà!.... / Son d'accordo con voi / non esiste una terra / dove non ci son santi né eroi / e se non ci son ladri / se non c'è mai la guerra / forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è!... / E non è un'invenzione / e neanche un gioco di parole / se ci credi ti basta perché / poi la strada la trovi da te... / Son d'accordo con voi / niente ladri e gendarmi / ma che razza di isola è? / Niente odio e violenza / né soldati né armi / forse è proprio l'isola / che non c'è.... che non c'è! / ... E ti prendono in giro / se continui a cercarla / ma non darti per vinto perché / chi ci ha già rinunciato / e ti ride alle spalle / forse è ancora più pazzo di te!"
Il testo è "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato. Faccio qualche considerazine personale.
La domanda che per prima ci si dovrebbe porre è: "cosa è un'isola che non c'è? E se non c'è, perchè posrsi la domanda?". secondo me, l'isola ceh non c'è è una metafora per spiegare i desideri irrealizabili o poco realizzabili di ciascuno di noi. Si chiama "che non c'è" proprio per il fatto che ha scarse probabilità di esistere.
La mia "isola che non c'è" la immagino con alberi alti e molti fiori; e gli animali e le persone vivono insieme; e la gente è cordiale col prossimo senza provare invidia o gelosia, perchè è felice. Sì, la gente su quest'isola è felice e vive in armonia. E anch'io penszo, come dice nella penultima strofa l'autore, che questa "forse è proprio l'isola che non c'è".
Ma, non illudiamoci! Quest'isola può non esistere ora, ma nessuno e niente togli che possiamo inziare a crearla noi. Pensate che la Corce Rossa o le organinzzazioni di volonatriato o le Ong siano fantasie? No, non lo sono! Basta un po' di volontà.
A presto!
sabato 3 ottobre 2009
La febbre del sabato sera
Porto un po’ di stanchezza perché oggi pomeriggio abbiamo
pigiato l’uva ma voglio scrivere.
Sì, voglio scrivere perché stamattina ho visto il film “La
febbre del sabato sera”, mai visto prima d’ora. E mi è piaciuto tanto! Soprattutto
le canzoni.
Ma, più di tutto, confermo la mia idea che sarei stato bene come
adolescente o ventenne negli anni ’70. Sogno…
E stasera ecco che una di quelle canzoni del film starà su
questo space.
Non ho mai nascosto la mia adorazione per i Bee Gees, e
anche se questa canzone è famosa, per questo sabato la metto comunque. Magari
nessuno conosce la traduzione….
E quale canzone più azzeccata di “Night fever”?
“Ascolta il suolo: / C'è movimento tutt'attorno / Sta
succedendo qualcosa / ed io lo sento. / Nelle onde dell'aria, / c'è il ballo
laggiù. / Se è qualcosa che possiamo condividere, / possiamo prenderla. / E
quella dolce ragazza di città, / Si muove attraverso la luce, / Controllando la
mia anima e la mia mente. / Quando cerchi di raggiungermi / Yeah, è il
sentimento è forte. / Allora ho la febbre notturna, febbre notturna. / Sappiamo
come fare. / Dammi la febbre della notte, febbre della notte. / Sappiamo come
mostrarlo. / Sono qui / Pregando che questo momento duri, / Vivendo in una
musica così bella, / Nato sul vento, / Facendolo mio. / Nel calore del nostro
amore / Non abbiamo bisogno di aiuto per farlo. / Dammene abbastanza per
condurci al mattino./ Ho il fuoco in testa. / Cammino più in alto ora. / Sto
spendendo nella notte; / ti do calore.”
E voi la sentite salire la febbre per questo sabato sera? Divertitevi!!!
A presto!
venerdì 2 ottobre 2009
Quel che ci nasconodono sulle nostre terre
Oggi porto sfogo e conoscenza, per coloro che non sanno talune
cose. Premetto subito che abito a Martina Franca, ma studio all’università a
Taranto. E anche se non mi piace Taranto, è l’unica destinazione che i miei mi
permettono di fare per studiare. E premetto anche che, sebbene il clima politico
è infuocato in questi giorni, non mi interessa perché non faccio politica.
Il “mostro” più famoso di Taranto è l’Ilva, molto inquinante,
sebbene offra posti di lavoro. A lui (o lei, dipende che forma date) è dovuto
il 60% in più di tumori nella provincia rispetto alla media nazionale. Si dice
si stiano prendendo precauzioni per ridurre l’inquinamento, ma ogni giorno che vedo
la città da lontano, ecco vedere prima una grande nuvola nera sempre alta. Questo
accade perché spesso gli interessi di pochi (solo economici, secondo me), a
prescindere che siano di lavoratori, altre aziende clienti o dello stesso
imprenditore capo, sono maggiori di quelli che riguardano la salute di
centinaia di migliaia di abitanti nella provincia.
Ma possiamo anche abbandonare il primo dei tasti dolenti. Saltiamo
sicuramente il punto sul dissesto finanziario provocato da una giunta comunale precedente
che ha pensato ad arricchire solo se stessa per qualche generazione, e saltiamo
anche l’assenza di “quote rosa” nella giunta provinciale formatasi una
settimana fa.
Arriviamo però a un fatto recente. Andiamo a circa un mese
fa. Tra le varie trovate della Gelmini (ma temo che lei sia giusto una
prestanome), c’è stata l’attribuzione di una parte del totale dei fondi alle
università in base ad alcuni parametri. Idea bella, per carità! Può persino
dare una scossa a molte università, visto che in tanti si iscrivono, ma poi no
trovano lavoro. Ma volete sapere l’impatto sul cosiddetto “polo jonico”, ossia
l’insieme delle facoltà presenti a Taranto, distaccate da Bari? Tragico. Stava per
chiudere tutto. Il presidente della Regione Puglia Vendola, fortunatamente, se
vogliamo, ha sostenuto il polo con 10 milioni di euro. E così, sebbene siano diminuiti
i corsi, le varie facoltà ci sono ancora.
Ritornando sull’argomento salute, ci sono due notizie fresche
fresche che mi hanno disgustato completamente, in quanto cittadino della
provincia di Taranto, ma anche italiano. E, naturalmente, la popolazione di
questo non “deve” essere informato.
Innanzitutto, è stato
avanzato il progetto per creare una base militare americana nel golfo di Taranto.
Ma non per semplici navi o sommergibili (non ci sarebbe molto scandalo in quel
caso, visto che la Nato
è un’organizzazione internazionale cui tranquillamente l’Italia partecipa), ma
sono sommergibili nucleari! Questo vuol dire che il nostro golfo, oltre ad accogliere
gli scarichi industriali, accoglie anche radiazioni che verranno assorbirti dai
pesci “alla diossina”.
Ma ecco, il colpo di grazia. Sembra che questa è la città
più sfortunata del mondo, ma non c’è peggio al peggio. Il governo, la settimana
scorsa, ha dato il via libera all’Eni per la trivellazione dei fondali del
golfo alla ricerca di metano e petrolio. Il problema? Le belle coste tarantine
e la limpida acqua che le bagnano diventeranno più “oleate”.
Vendola, e non si può dire che tifi per lui perché non nutro
grandi speranze da questa classe politica attuale, sta lottando e opponendosi a
le ultime due sacrileghi progetti. Ma lo ascolteranno? Spero colo, però, che
gli elettori si ricordino di quel qualcosa di buono che ha fatto (perché c’è
abbastanza marcio anche in lui).
A presto
mercoledì 30 settembre 2009
Amica
Come avevo promesso, ecco cosa avevo in mente di pubblicare per oggi.
Domani mattina la mia migliore amica parte per l’Università di Modena e la rivedrò chissà quando. Allora, ecco che in poco tempo ho scritto una piccola poesia, che oggi pubblico qui sullo space.
Non è niente di eccezionale e sono il primo a non esserne completamente convinto, ma leggete un po’.
“Amica”
"Amica, sei anni sono passati,
tra indifferenza, antipatia, risate,
scherzi, litigi e lunghe chiacchierate,
ma mai un broncio ci ha separati.
Amica, sei anni sono passati,
la mattina a scuola a parlare
e il pomeriggio al pc a chattare
ma mai uno screzio ci ha separati.
Amica, sei anni sono passati,
col tempo ci siamo conosciuti
e parlando ci siamo sostenuti
ma mai un malinteso ci ha separati.
Amica, sei anni sono passati,
ci ha fatti incontrare il destino
ma nessuno ci ha imposto di stare vicino
e mai una persona ci ha separati.
Amica, sei anni sono passati,
ma tantissimi altri ne passeremo
insieme anche se lontani saremo
e non importa se la distanza ci vuole separati
perché non conosce limiti
l’amicizia, di tempo, di spazio,
di capricci, e non sarà mai miraggio
lo stretto rapporto che ci ha uniti!"
E questo è tutto. Bruttina?
A presto!
martedì 29 settembre 2009
Una critica...
Se la penultima critica (di cui scrissi) era positiva, l’ultima
è stata più agrodolce, ma ne sono più contento.
Già l’altra volta avevo considerato il fatto che molte cose
personali che scrivevo tempo fa non le scrivo più adesso, soprattutto perché ho
trovato l’amica a cui confidarle. Ora, insomma, ci sono persone di cui mi fido
e su cui so di poter contare. La critica, quindi, si riferiva più che altro a
questo.
Ma, anche se oggi riesco a scrivere, vi assicuro lo farò anche
domani, perché ho una sorpresa in serbo! Sarà una cosa speciale, rivolto a una
persona particolare, ma ci sarà una nuova “puntata”.
A presto!
sabato 26 settembre 2009
Soldi per niente / Clint Eastwood
Sono distrutto. Vengo da un pomeriggio di vendemmia e
pensare che tra un po’ uscirò coi miei amici mi rallegra da un lato, ma mi fa
sentire anche peggio visto che non so da dove prednerò le forze.
Ma qualcosa anche da fondo potrei prenderla dalla canzone
che vi farò sentire stasera. Prima di passare alla presentazione, vi ricordo
che ieri aggiunsi il testo, ma internet non mi faceva collegare.
Letto quello, passiamo sentire i Dire straights con “Money
for nothing”.
Un po' lunghetta, ma a me piace! Non ho trovato però purtroppo la traduzione.
A presto!
scritto venerdì 25 settembre:
È finita ieri la prima settimana di università, una
settimana abbastanza impegnativa che si è chiusa ieri con un “pesantore” di
testa che mi sono portato finchè non sono arrivato nel letto.
Stamattina ho potuto rigenerarmi un po’, ed ora eccomi qui
che scrivo e vi porto un altro testo. Per oggi ho scelto “Clint Eastwood” dei Gorillaz, che mi sembra
parli di una condizione attuale.
“Non sono felice, mi sento contento / Ho la luce del sole in
una borsa / Non servo a niente ma non per molto / Il futuro si sta avvicinando.
/Si..Ha Ha! / Finalmente qualcuno mi ha fatto uscire dalla mia gabbia / Adesso
il tempo per me non è niente perché io non ho età / Adesso io non potrei essere
li / Adesso voi non dovreste avere paura / Sono bravo con le riparazioni / E
sono l’ideatore di ogni trappola / Intangibile / Scommetto che non ci avevate
pensato allora io vi obbligo / Ad una vista panoramica / Vedi io sistemerò
tutto / Prendete e scegliete / Sedete e perdete / Voi squadre diverse /
Di ragazze e ragazzi / Chi pensate faccia canzoni che spaccano davvero? / Immaginate
di scivolare dentro il tubo catodico / Come se aveste acceso la miccia / Pensate
sia immaginazione? / Mistico? Forse / Spirituale / Ascoltabile / Ciò che vi
appare è una visione più chiara poiché siete troppo matti / Senza vita / Per
conoscere quale sia il senso della vita / Senza prezzo / Per voi perché vi ho
messo in mezzo alla merda del trendy / Vi piace?elettrizzati all’istante con un
gettone / Psichici fra quelli / Che vi possiedono al primo tentativo. / L’essenza
le basi / Lo fate senza questo / Permettetemi di fare questo / Bambino, come in
natura / Ritmo / L’avete o non lo avete è un errore. / Io sono dentro loro /
Ogni albero in fiore / Ogni bambino / Ogni nuvola che vedete / La vedete con i
vostri occhi /
Io vedo distruzione e morte / Corruzione mascherata / Da questa sfottuta
impresa / Adesso mi succhio le vostre sfottute bugie / Attraverso Russ, non i
suoi muscoli ma la percussione che mi dà in quanto guida / Ma adesso mi vedete
tutti perché non guardate con i vostri occhi / Percepite attraverso la vostra
mente / Questo è l’intimo / Cosi resterò in giro con Russ e sarò un mentore / Con
qualche rima così stronzi / Ricordate dove sta il pensiero / Vi ho portato
tutto questo / Perché possiate sopravvivere quando la legge e senza legge / Sentimenti,
sensazione che pensavate fossero morti / Non strillate, ricordate / (Che è
tutto nella vostra testa)”.
Un po’ confuso, ma il testo mi è piaciuto e spero
giudichiate sia stato utile leggerlo.
A presto!
sabato 19 settembre 2009
Lei è come il vento
Sembra ormai mia abitudine quella di farvi sentire una della
canzoni più celebri dei cantanti morti durante la settimana. E’ morto un
cantante questa settimana?
Be’, noi lo conosciamo come attore e ballerino, ma ha
cantato qualcosa anche per uno dei film più famosi in cui ha recitato. La canzone
è “She’s like the wind” e parliamo di Patrick Swayze.
In realtà, è da un po’ di tempo che mi sta piacendo un’altra
canzone del film “Dirty dancing”, e parlo di “The time of my life”. Ma onoriamo
Patrick ricordandolo con la sua canzone.
Partiamo dalla traduzione.
“Lei é come il vento tra i miei
alberi / Lei cavalca la notte al mio fianco / Lei mi conduce attraverso il
chiaror di luna / solo per bruciarmi con il sole / Lei sta prendendo il mio
cuore / ma lei non sa quello che ha fatto. / Sentire il suo respiro sul mio
viso / Il suo corpo vicino a me / Non posso guardare nei suoi occhi /Lei non é
alla mia portata / Solo un pazzo può credere / Che io ho qualcosa di cui lei ha
bisogno / Lei é come il vento. / Guardo nello specchio e tutto ciò che vedo / é
un giovane vecchio uomo con solo un sogno / sto solo fingendo a me stesso / che
lei fermerà la mia sofferenza / Vivere senza di lei / Mi farebbe impazzire.”
La verità? Preferisco la canzone alla traduzione. Buon week-end!
A presto!
giovedì 17 settembre 2009
Di passaggio
Scorrendo qualche testo di canzone, stasera mi sono “imbattuto” in questo vero, ma triste, testo di Battiato, da molti considerato poeta o filosofo. Non ho un’idea precisa a riguardo, ma questo testo è da leggere. Il titolo è “Di passaggio”.
“Passano gli anni, / i treni, i topi per le fogne, / i pezzi in radio, / le illusioni, le cicogne. / Passa la gioventù, / non te ne fare un vanto: / lo sai che tutto cambia, / nulla si può fermare. / Cambiano i regni, / le stagioni, i presidenti, le religioni, gli urlettini dei cantanti...... / e intanto passa ignaro / il vero senso della vita. / Si cambia amore, idea, umore, / per noi che siamo solo di passaggio. / L'Informazione, il Coito, la Locomozione. / Diametrali Delimitazioni, / Settecentoventi Case. / Soffia la Verità / nel Libro della Formazione. / Passano gli alimenti, / le voglie, i santi, i malcontenti. / Non ci si può bagnare / due volte nello stesso fiume, / né prevedere i cambiamenti di costume. / E intanto passa ignaro / il vero senso della vita. / Ci cambiano capelli, denti e seni, / a noi che siamo solo di passaggio.”
Forse avrei dovuto precisare, prima di farvi leggere il testo, che se c’è qualcuno triste già in partenza non dovrebbe leggere. Ma ormai la frittata è fatta, e, come sapete, non torno mai indietro per scrivere qualcosa che ho dimenticato!
Insomma, il testo riprende l’argomento che più volte ho affrontato io, cioè quello di noi che rincorriamo il tempo, lasciandoci sfuggire le cose più belle, le emozioni più spontanee, i sensi più primitivi. La frase che più mi ha colpito è stata “E intanto passa ignaro il vero senso della vita”.
E particolarmente significativa per me, infine, è il tema del cambiamento. Io sono piuttosto restìo al cambiamento ed è un mio grande difetto e limitazione stessa della vita: finchè non mi decido e sentirmi sicuro, non potrò vivere gli amori, né fare progressi altrove perché mi sento felice e sicuro nella piccola gabbia in cui mi sono rinchiuso.
Che queste parole diano a tutti una piccola scossa.
A presto!
sabato 12 settembre 2009
When Johnny comes marching home
Niente video ufficiale, ma la canzone vi è piaciuta? Che la carica del rock sia con voi questo week-end!
A presto!
giovedì 10 settembre 2009
Da bambino
Che
tristezza oggi… Anzi no partiamo un attimo dall’inizio della settimana.
Partirei
da domenica sera, quando siamo usciti… Stanno venendo fuori belle serate, anche
se poi ci ritirammo alle 4 e mezza!
Lunedì
era la vigilia dell’esame di matematica e me sono stato come un pazzo a
studiare la teoria, dopo che per 3 settimane circa non ho fatto quasi niente di
esercizi perché non mi andava e perché ero scoraggiato per quell’esame. È
difficile e non mi aspettavo di superarlo.
Martedì,
giorno dell’esame, inaspettatamente la professoressa dice che correggerà in
giornata alcuni compiti, tra cui anche il mio. Immaginavo fosse anche inutile
aspettare tanto tempo (aspettai 3 ore e mezza!), ma poi la sorpresa: passo
l’esame, prendo 19 e mi sento come se mi fossi addirittura laureato! Su 16 che
eravamo, in 4 abbiamo passato l’esame, 2 con 19 e altri 2 con 18.
Mercoledì,
ieri, dovevo andare di nuovo a Taranto per farmi firmare il libretto dalla
professoressa, visto che martedì non l’avevo portato (la prof corregge sempre
il giorno dopo i compiti!) e colgo l’occasione per cercare un paio di jeans
nuovi. Sospresa per quel giorno è stato che ora non si portano più i pantaloni
larghi, né con strappi, nè smacchiati. “Puliti” mi dice un commesso! E allora
cercando di far riabituare l’occhio (ma anche me stesso all’idea) per quel tipo
di pantalone, riesco a comprarne uno che mi piace, ma non è “pulitissimo”. E
così, anche ieri è stata una bella giornata.
Ma
oggi… Oggi divento un anno più vecchio. E non sono più 16 o 17 o 18 o 19! Sono
venti. Si c’è una leggera tristezza. Non so perché, ma varcare quella decina mi
fa sentire davvero con un peso in più, anche se sono praticamente all’inizio
della mia vita.
A
riguardo ho trovato un testo di Massimo Ranieri, che fa “proiettare” quasi
ciascuno di noi da un periodo all’altro. La canzone si chiama “Da bambino”.
“Da
bambino / Il bene più grande che hai / E' l'ingenuità e poi se
ne va / E in te no non resta più / Che il ricordo di
felicità / Di un tempo che non tornerà. / Da bambino guardi il
cielo / Scopri il sole sei contento / Tu sorridi e una mano / Ti da tutto ciò che vuoi. / E poi un giorno tu / Incontrerai una folla / Che correndo ti
trascinerà / Ma se cadi non ti aiuterà. / Da bambino non sei solo / Ma da uomo puoi sperare / Che una donna ti sorrida / Mille cose scoprirai / Ma se cadi non ti aiuterà. / Da bambino guardi il
cielo / Ma da uomo hai l'amore / Da bambino scopri il sole / Ma da uomo hai l'amore.”
Non è vera? Personalmente, mi
sento il soggetto della canzone…
A presto!
sabato 5 settembre 2009
Conto su di te
Secondo me, è ideale per darvi l'energia per questo nuovo fine settimana. Godetevelo (e io intanto cerco di (non) studiare matematica epr l'esame!).
A presto!
giovedì 3 settembre 2009
Padroni della guerra
In realtà, già il 1 settembre avrei portato il testo di una canzone, proprio in coincidenza coll’anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale. Ma il computer mi ha lasciato presto quel giorno. E ora, anche se un po’ in ritardo, riprendo il tema della guerra ed ecco a voi un testo di Bob Dylan “Masters of war”, “padroni della guerra”.
“Venite padroni della guerra / voi che costruite i grossi cannoni / voi che costruite gli aeroplani di morte / voi che costruite tutte le bombe / voi che vi nascondete dietro i muri / voi che vi nascondete dietro le scrivanie / voglio solo che sappiate / che posso vedere attraverso le vostre maschere. / Voi che non avete mai fatto nulla / se non costruire per
distruggere / voi giocate con il mio mondo / come se fosse il vostro piccolo giocattolo / voi mettete un fucile nella mia mano / e vi nascondete dai miei occhi / e vi voltate e correte lontano / quando volano le veloci pallottole. / Come Giuda dei tempi antichi / voi mentite e ingannate / una guerra mondiale può essere vinta / voi volete che io creda / ma io vedo attraverso i vostri occhi / e vedo attraverso il vostro cervello / come vedo attraverso l'acqua / che scorre giù nella fogna. / Voi caricate le armi / che altri dovranno sparare / e poi vi sedete e guardate / mentre il conto dei morti sale / voi vi nascondete nei vostri palazzi / mentre il sangue dei giovani / scorre dai loro corpi / e viene sepolto nel fango. / Avete causato la peggior paura /che mai possa spargersi / paura di portare figli / in questo mondo / poiché minacciate il mio
bambino / non nato e senza nome / voi non valete il sangue / che scorre nelle vostre vene. / Che cosa sono io per parlare quando / non è il mio turno? / Direte che sono giovane / direte che non ne so abbastanza. / Ma c'è una cosa che so / anche
se sono più giovane di voi: / so che perfino Gesù non perdonerebbe quello che fate. / Voglio farvi una domanda: / il vostro denaro vale così tanto / vi comprerà il perdono / pensate che potrebbe? / Io penso che scoprirete / quando la morte esigerà il pedaggio / che tutti i soldi che avete accumulato / non serviranno a ricomprarvi l'anima. / E spero che
moriate / e che la vostra morte giunga presto / seguirò la vostra bara / in un pallido pomeriggio / e guarderò mentre / vi calano giù nella fossa / e starò sulla vostra tomba / finché non sarò sicuro che siate morti.”
Una bella canzone, dura anche se vogliamo. Inizia descrivendo cosa significa una guerra e finisce con un verso che lo stesso Dylan criticò, visto che augurava la morte a chi la procurava. Insomma, io vi direi rileggetela e siate critici verso ogni forma di guerra, perché la violenza non è una risposta.
A presto!
lunedì 31 agosto 2009
In un particolare momento
Oggi mi sento particolarmente ispirato a scrivere. Sono piuttosto
felice. La ragione è che è un periodo particolare in cui mi sento quasi rinato.
Fino alla fine delle scuole superiori non mi sentivo a mio
agio sia con gli altri che con me stesso. Era come una fuga dagli altri, coi
quali non sentivo di potermi esprimere in pieno.
Poi, andando all’università ho potuto iniziare a convivere
solo con chi volevo e chi sentivo poteva meritare. E così, se durante la
settimana parlavo con determinate persone di cui mi fido e rispetto, le sere
del week-end potevo divertirmi con 2 persone con cui ho stretto rapporti sempre
più stretti, e condividendo piccoli discorsi con altri 5 che ho pian piano
conosciuto meglio.
Il punto è che l’aver passato quasi un anno con queste altre
cinque persone mi ha portato, nel giro di queste ultime due settimane, a poter
dire che ora mi sento abbastanza in confidenza con ciascuno degli altri, chi
più chi meno comunque.
Certo, non posso ancora dire che con chiunque possa mettermi
a parlare per molto e molto senza fermarmi (anche perché mi sa che non è più una
caratteristica della mia natura), ma questo è, a mio avviso, un mio piccolo
segno di apertura. Ci sono ancora situazioni che, in generale, mi bloccano, ma
spero di poterle superare col tempo.
Un altro particolare evento che ha segnato la giornata di
ieri soprattutto è stato vedere che il mio vecchio migliore amico (quello delle
medie) ha accettato l’amicizia su Facebook. Forse non gli ho mai chiesto scusa,
ma ci salutavamo. E ora ho addirittura l’occasione di poter dire tutto quello
che magari è successo. Un’amica mia ha detto che per fratture del genere l’Attack
può servire a rimettere insieme i pezzi, ma non può coprire interamente le crepe. E , infatti, non potrò pretendere che
tutto ritorni come era una volta, ma anche parlare senza più imbarazzo potrebbe
essere un traguardo. Ma già questo mi sembra un po’ difficile…
Ho cercato qualche testo di Leonard Cohen, un poeta e
cantante canadese ancora vivente, ma non ho trovato niente di adatto per questo
space o, comunque, niente che mia abbia particolarmente colpito. E siccome non
mi viene alcun testo da pubblicare ora, lo farò più in là.
A presto!
sabato 29 agosto 2009
Feeling good
Stasera facciamo un bel ritorno al
passato, arrivando alla fine degli anni ’60 quando un musical, di cui non
ricordo più niente, spopolò nel mondo, ma soprattutto fece emergere una
canzone che fui successivamente ripresa da vari artisti. La canzone in
questione è “Feelingo good” e la versione “più anziana” ma anche più reale che
ho trovato io è quella cantata da Nina Simone. Una voce grandiosa.
Ma andiamo piano. Ecco la
traduzione.
“Gli uccelli che volano alto / Sai
come mi sento / Un sole in cielo / sai come mi sento / La brezza che
viene dalla riva / sai come mi sento / E' una nuova
alba / E' un nuovo giorno / E' una nuova vita / Per me / E sto bene. / Un pesce
nel mare / Sai come mi sento / Un fiume che scorre libero / Sai come mi sento /
Un fiorellino sull'albero / Sai come mi sento. / Una libellula fuori al sole
sai che voglio dire, o no? / Delle farfalle che si divertono, sai che voglio
dire? / Dormire in pace quando io giorno è terminato / Ecco cosa voglio dire. /
Le stelle quando risplendi / sai come mi sento / Il profumo di un pino / Sai
come mi sento / Yeah, la libertà è mia / E so come mi sento.”
E ora la canzone, senza un video ufficiale.
E state bene anched questo week-end!
A presto!
giovedì 27 agosto 2009
L'infanzia negata
Abbastanza tempo fa pubblicai un toccante testo su una “donna persa”, storia dello stupro di una bimba cantata da Le orme in “Gioco di bimba”. Oggi ritornerei sul tema dei bambini (ancora in tema dal post dell’altra settimana) e vi faccio leggere un testo di Michele Zarrillo, piuttosto forte e che andrebbe bene anche letto e sentito contemporaneamente. Trovo bella la rappresentazione vocale della canzone, ma prima di tutto ecco “L’infanzia negata”.
“Qui muore Dio / Formicai di case e sedia da impagliare / E i ritorni ubriachi lungo le ringhiere / Di quei padri senza stima e umanità / Nessuno qui denuncerà. / Bambini eroi / Unghie sporche e compitini da finire / Impauriti con l'orecchio sulle scale / Quella porta non dovrebbe aprirsi mai / Nessuno qui denuncerà. / Vivono gli amori a primavera / Come noi questa sera / Che non sembra cattivo il mondo / E dirti sei un regalo della vita / Ma non andrebbe vissuta / Questa infanzia negata e persa / Qui va così. / Ed intanto cresce l'odio verso gli altri / Loro sempre più da soli e più cattivi / Da evitare come brutte malattie / Nessuno qui denuncerà. / Vivono gli amori a primavera / Come noi questa sera / Che non sembra cattivo il mondo / E dirti sei un regalo della vita / Ma chi può averla umiliata / Questa infanzia negata e persa / Qui c'ero anch'io. / Frettolosi accordi presi lungo i muri / Nelle macchine truccate dei più duri / E gli amici persi con rassegnazione / Fortuna che / Stasera ho te.”
Il testo si comprende facilmente. Si parla di bambini sfruttati (tema attualissimo, magari forse non più in Italia, ma sicuramente altrove nel mondo) cui non è possibile far vivere un’infanzia fatta di giochi. Tutti viviamo “gli amori a primavera”, ma chi si ricorda di questi maltrattamenti? “Non sembra cattivo il mondo”, ma noi viviamo ormai in una realtà annebbiata dal protagonismo e dalla voglia di svettare su chiunque, dimenticando che alla base di tutto c’è l’umiltà. Viviamo la politica, i capitali che si perdono in Borsa, la stratosferica cifra dell’enalotto e la moda che cambia, ma oltre l’apparire c’è una parte di popolazione che soffre, che perde davvero e che noi evitiamo “come brutte malattie”. Poi, l’autore scrive che anche lui ha passato quell’inferno, ma ne è uscito a testa alta trovando l’amore.
Ma tornando alla realtà, può riuscire una persona adulta a superare un’”infanzia negata”? Lo spero per coloro che adesso
se la perdono perché “intanto cresce l’odio versoi gli altri”!
A presto