venerdì 23 ottobre 2009

Considerazioni



Ieri sera è andata un’altra puntata del telefilm “Dottor House”, e questa mi ha fatto riflettere molto.

Se qualcuno conosce poco di quel telefilm, di certo saprà che alla base del dottore House c’è una tristezza incancellabile dovuta tra l’altro al suo dolore fisico. E se alla tristezza si unisse la voglia suicida? No, non è la puntata di ieri, ma un pensiero che ho fatto io e su cui volevo riflettere stasera.

La domanda da cui partii ieri sera era: è più difficile vivere o morire? Per rispondere a ciò sono partito da una considerazione: se sia peggio, cioè, fare una vita fatta di tristezza e delusione o lasciarsi morire lasciando ai tuoi più cari il rimpianto e la sofferenza di non averti mai capito.

Chi riuscirebbe a vivere accerchiato sempre dalla tristezza? Si potrebbe allora decidere di farla finita. Ma così, faremmo soffrire i nostri genitori e fratelli e gli amici più stretti per non essere mai riusciti a caprici. E magari potremmo segnarli a vita.

Secondo me, si crea un circolo tale da non lasciare una risposta inequivocabile al quesito. O avete una soluzione? Partendo sempre dal presupposto che è meglio la vita.

A presto

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