venerdì 2 ottobre 2009

Quel che ci nasconodono sulle nostre terre



Oggi porto sfogo e conoscenza, per coloro che non sanno talune
cose. Premetto subito che abito a Martina Franca, ma studio all’università a
Taranto. E anche se non mi piace Taranto, è l’unica destinazione che i miei mi
permettono di fare per studiare. E premetto anche che, sebbene il clima politico
è infuocato in questi giorni, non mi interessa perché non faccio politica.

Il “mostro” più famoso di Taranto è l’Ilva, molto inquinante,
sebbene offra posti di lavoro. A lui (o lei, dipende che forma date) è dovuto
il 60% in più di tumori nella provincia rispetto alla media nazionale. Si dice
si stiano prendendo precauzioni per ridurre l’inquinamento, ma ogni giorno che vedo
la città da lontano, ecco vedere prima una grande nuvola nera sempre alta. Questo
accade perché spesso gli interessi di pochi (solo economici, secondo me), a
prescindere che siano di lavoratori, altre aziende clienti o dello stesso
imprenditore capo, sono maggiori di quelli che riguardano la salute di
centinaia di migliaia di abitanti nella provincia.

Ma possiamo anche abbandonare il primo dei tasti dolenti. Saltiamo
sicuramente il punto sul dissesto finanziario provocato da una giunta comunale precedente
che ha pensato ad arricchire solo se stessa per qualche generazione, e saltiamo
anche l’assenza di “quote rosa” nella giunta provinciale formatasi una
settimana fa.

Arriviamo però a un fatto recente. Andiamo a circa un mese
fa. Tra le varie trovate della Gelmini (ma temo che lei sia giusto una
prestanome), c’è stata l’attribuzione di una parte del totale dei fondi alle
università in base ad alcuni parametri. Idea bella, per carità! Può persino
dare una scossa a molte università, visto che in tanti si iscrivono, ma poi no
trovano lavoro. Ma volete sapere l’impatto sul cosiddetto “polo jonico”, ossia
l’insieme delle facoltà presenti a Taranto, distaccate da Bari? Tragico. Stava per
chiudere tutto. Il presidente della Regione Puglia Vendola, fortunatamente, se
vogliamo, ha sostenuto il polo con 10 milioni di euro. E così, sebbene siano diminuiti
i corsi, le varie facoltà ci sono ancora.

Ritornando sull’argomento salute, ci sono due notizie fresche
fresche che mi hanno disgustato completamente, in quanto cittadino della
provincia di Taranto, ma anche italiano. E, naturalmente, la popolazione di
questo non “deve” essere informato.

Innanzitutto,  è stato
avanzato il progetto per creare una base militare americana nel golfo di Taranto.
Ma non per semplici navi o sommergibili (non ci sarebbe molto scandalo in quel
caso, visto che la Nato
è un’organizzazione internazionale cui tranquillamente l’Italia partecipa), ma
sono sommergibili nucleari! Questo vuol dire che il nostro golfo, oltre ad accogliere
gli scarichi industriali, accoglie anche radiazioni che verranno assorbirti dai
pesci “alla diossina”.

Ma ecco, il colpo di grazia. Sembra che questa è la città
più sfortunata del mondo, ma non c’è peggio al peggio. Il governo, la settimana
scorsa, ha dato il via libera all’Eni per la trivellazione dei fondali del
golfo alla ricerca di metano e petrolio. Il problema? Le belle coste tarantine
e la limpida acqua che le bagnano diventeranno più “oleate”.

Vendola, e non si può dire che tifi per lui perché non nutro
grandi speranze da questa classe politica attuale, sta lottando e opponendosi a
le ultime due sacrileghi progetti. Ma lo ascolteranno? Spero colo, però, che
gli elettori si ricordino di quel qualcosa di buono che ha fatto (perché c’è
abbastanza marcio anche in lui).

A presto

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