In attesa che arrivino le vacanze, l'altro giorno per riposarmi un po' dallo studio ho visto il film "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montaldo del 1971. Lasciatemelo dire: è stato un dei più bei film che abbia mai visto! Un film da cui viene un chiaro messaggio di voglia di libertà e di uguaglianza contro le discriminazioni di razza.
La storia oggi è molto probabilmente persa, per cui la voglio ripercorrere io oggi. Nel 1908 e nel 1913 sbarcarono negli Stati Uniti due italiani che allora non si conoscevano: Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco. Questi erano accomunati dal loro orientamento politico: l'anarchia. Anzitutto chiariamo brevemente cosa sia l'anarchia, perchè oggi spesso viene associata all'assenza totale di un governo. In realtà, anarchia può essere meglio tradotta in "al di sopra dell'autorità": gli anarchici credono in un mondo libero da qualunque forma di potere e condizionamenti (intendendo anche la religione) imposto dall'alto perchè l'espressione massima di ciascuno di noi viene dalla libertà quasi assoluta. Ciascun individuo è libero e uguale e proprio per questo l'organizzazione della società è fatta tra pari.
I due si conobbero nello stesso movimento anarchico che frequentavano. Nel 1920, sullo sfondo di una politica razzista e xenofoba condotta dal ministro della giustizia americano Alexander Mitchell Palmer, tra deportati e persecuzioni, l'anarchico italiano Andrea Salsedo viene gettato da palazzo del Ministero della Giustizia dalla polizia. Sacco e Vanzetti, allora, vollero organizzare un comizio per far luce su quello che fu dichiarato "un suicidio", ma furono arrestati per volantinaggio e detenzione illegale di armi.
Da un'indagine fatta con molta superficialità, la polizia incriminò i due anche per una rapina di molti giorni prima finita con due morti. Il processo si tenne in questo clima di pregiudizi e "caccia ai comunisti" e con un giudice, quasi di parte, che favorì molto l'accusa, montata su prove molto discutibili. Dopo 7 anni di prigionia, manifestazioni in molte parti di USA e Europa e un tentativo fallito di ricorso in appello e di grazia al Governatore del Massachusetts, "Nick and Bart" furono uccisi sulla sedia elettrica.
Nel 1977, un governatore del Massachusetts riconosce che Sacco e Vanzetti erano davvero innocenti.
Molto famosa del film di Montaldo è la colonna sonora, e in particolare tre canzoni composte da Ennio Morricone e cantate da Joan Baez. La voce di quest'ultima è così soave e triste che racconta con perfezione quanto i fatti raccontati siano delicati e struggenti. Stasera leggeremo queste tre canzoni, raccolte nella "Ballata di Sacco e Vanzetti".
La parte 1 inizia con un passo delle beatitudini, prese dal Vangelo, e continua con la scelta dei migranti di lasciare il proprio il Paese per inseguire un sogno.
"Portatemi i vostri stanchi e i vostri poveri / le vostre masse riunite per respirare libere / i rifiuti scartati delle vostre rive affollate / mandateli, i senzacasa, quelli colpiti da tempesta, da me" / Benedetti siano i perseguitati / e benedetti siano i puri di cuore / benedetti siano i misericordiosi / e benedetti siano i portatori di lutto. / E' duro il passo che strappa le radici / e dice addio ad amici e famiglia / i padri e le madri piangono / i bambini non possono capire / ma quando c'è una terra promessa / i coraggiosi andranno e gli altri seguiranno / la bellezza dello spirito umano / è la volontà di provare i nostri sogni / e così le masse si affollano attraverso l'oceano / in una terra di pace e speranza / ma nessuno udì una voce o vide una luce / e furono sbattuti contro la riva / e nessuno fu accolto dall'eco della frase / "alzo la mia lampada dietro la porta d'oro". / "Benedetti siano i perseguitati / e benedetti siano i puri di cuore / benedetti siano i misericordiosi / e benedetti siano i portatori di lutto."
E' difficile oggi capire com'è lasciare tutto per andare in una terra totalmente sconosciuta, ma il testo regala una frase meravigliosa: "quando c'è una terra promessa, i coraggiosi andranno e gli altri seguiranno: la bellezza dello spirito umano è la volontà di provare i nostri sogni". E' questo ciò che gli italiani cercavano negli USA, la speranza di realizzare il proprio sogno ed è la libertà che Sacco e Vanzetti cercavano quando approdarono nel nuovo continente, anche se nessuno li accolse fraternamente, come era nei loro ideali.
La parte seconda prende spunto da una lettera che Nicola mandò al padre.
"Padre, sì, sono carcerato / Non aver paura di parlare del mio reato / Il crimine di amare i dimenticati / Solo il silenzio è vergogna. / Ed ora ti dirò cosa c’è contro di noi / Un'arte che dura da secoli / Ripercorri gli anni e troverai / Cosa ha insozzato tutta quanta la storia. / Contro di noi è la legge / Con la sua smisurata forza e il suo potere / Contro di noi è la legge! / La Polizia sa come fare di un uomo / Un colpevole o un innocente / Contro di noi è il potere della Polizia! / Le menzogne infamanti riferite da qualcuno / Saranno sempre ricompensate col denaro / Contro di noi è il potere della ricchezza! / Contro di noi è l'odio razziale / Ed il semplice fatto che siamo poveri. / Mio caro padre, sono carcerato / Non vergognarti di raccontare il mio reato / Il crimine d'amore e fratellanza / Perché solo il silenzio è vergogna. / Con me ho il mio amore, la mia innocenza, / I lavoratori ed i poveri / Grazie a tutto questo mi sento sicuro e forte / E mia è la speranza / Ribellione, rivoluzione non hanno bisogno di dollari, / Hanno bisogno invece / Di immaginazione, sofferenza, luce e amore / E attenzione per ogni essere umano / Non rubare mai, non uccidere mai, / Essere parte della speranza e della vita / La Rivoluzione passa da uomo ad uomo / E da cuore a cuore / E io sento quando guardo le stelle / che siamo figli della vita / ... La morte è ben poca cosa."
Le parole sono dure e si riferiscono chiaramente al fatto che il loro processo non si basò su prove fisiche e materiali della rapina e dell'uccisione di due uomini, ma sulle convinzioni politiche (gli anarchici sono associati ai comunisti).
La terza parte, infine, è parte di una lettera che Sacco manda al figlio, ancora piccolo, prima di morire sula sedia elettrica.
"Figlio mio, invece di piangere sii forte / sii coraggioso e conforta tua madre / non piangere perché le lacrime sono sprecate / non lasciare che anche gli anni siano sprecati. / Perdonami figlio, per questa morte ingiusta / che ti porta via tuo padre / perdona tutti coloro che sono miei amici / io sono con te, quindi non piangere. / Se tua madre cerca di essere distratta / dalla tristezza e dalla depressione / portala a camminare / lungo la campagna tranquilla / e riposa sotto l'ombra degli alberi / dove qua e là raccogli fiori / oltre la musica e l'acqua / è la pace della natura / che lei apprezzerà molto / e sicuramente anche tu l'apprezzerai / ma figlio, devi ricordarti / non agire tutto da solo / ma abbassati solo un passo / per aiutare i deboli al tuo fianco. / Perdonami figlio, per questa morte ingiusta / che ti porta via tuo padre / perdona tutti coloro che sono miei amici / io sono con te, quindi non piangere. / I più deboli che piangono per un aiuto / il perseguitato e la vittima / sono tuoi amici / e compagni nella lotta / e sì, qualche volta cadono / proprio come tuo padre / sì, tuo padre e Bartolo / sono caduti / e ieri combatterono e caddero / ma nella ricerca di gioia e libertà / e nella lotta di questa vita troverai / che c'è amore e a volte di più / sì, nella lotta troverai / che puoi amare e anche essere amato. / Perdona tutti coloro che sono miei amici / io sono con te, /ti prego non piangere."
E su questa ogni riflessione in più è del tutto inutile!
Umore del giorno: con un po' di tristezza lasciata da quest'ultima parte di canzone
Restate in linea!
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