sabato 17 marzo 2012
AVVISO
GLI AGGIORNAMENTI SUL BLOG SONO SOSPESI FINO AL COMPLETO RECUPERO DELLA MIA VISTA (NIENTE DI GRAVE, SOLO 2-3 SETTIMANE)
lunedì 12 marzo 2012
16 settembre 1961. poesia
Non posso pretendere di far piacere la Beat Generation tanto quanto piace a me, ma in questo giorno, 90 anni fa, nasceva a Lowell, nel Massachusetts, uno dei più grani scrittori beat e ricordarlo con una sua poesia è il minimo che io possa fare.
Di Jack Kerouac e della generazione beat ho già parlato in vari post precedenti, perciò tutto quello che rimane è farvi leggere "16 settembre 1961. poesia". Buona immersione!
"Come mi sentivo terribilmente triste pensando a mia madre mentre dorme nel suo letto
che lei morirà un giorno
anche se lei stessa dice «la morte non è niente di cui preoccuparsi,
da questa vita ci avviamo ad un’altra»
Come mi sentivo in ogni caso terribilmente triste – –
Non avere vino per farmi dimenticare i miei denti che vanno in malora è cattivo abbastanza
ma il fatto che il mio corpo intero sta marcendo e il corpo
di mia madre si sta disfacendo
verso la morte, è tutto così pazzescamente triste.
Sono uscito fuori nell’alba chiara: ma perché dovrei essere contento per un’alba
che nasce su un altro rumore di guerra,
e perché dovrei essere triste: in definitiva l’aria non è chiara e fresca?
Ho guardato i fiori sul cespuglio: uno era caduto:
un altro era appena sbocciato: nessuno di loro era triste o contento.
All’istante ho capito che semplicemente tutte le cose vengono e vanno
compreso qualche sentimento di tristezza: anche questo se ne andrà:
triste oggi contento domani: malinconico oggi ebbro domani: perché agitarsi
così tanto?
Ognuno nel mondo ha difetti proprio come me.
Perché dovrei buttarmi giù? Questo è un sentimento che viene soltanto per andarsene.
Ogni cosa viene e và. Benissimo!
Le guerre cattive non resteranno per sempre!
Anche le forme piacevoli se ne vanno.
Dal momento che ogni cosa semplicemente viene e va.
Oh perché essere triste? O contento?
Malato oggi pieno di salute domani.
Ma Oh io sono così triste proprio lo stesso!
Proprio venendo e andando dappertutto per il luogo,
il luogo stesso viene e và.
In ogni caso finiremo tutti su in cielo, insieme
in quella eterna estasi dorata che ho visto.
Oh com’è dannatamente triste che non possa scrivere bene su questo.
È un tentativo di facile luminosità
di poesia ciardiana.
Dovrei veramente usare il mio modo personale.
Ma anche questo se ne andrà, preoccupazioni sullo stile. Sulla tristezza.
Mio piccolo gatto felice che fa le fusa e odia le porte!
E a volte è triste e silenzioso, naso caldo, singhiozzi,
e un debole miagolio da cuore spezzato.
Là vanno gli uccelli, volando a ovest per un momento.
Chi conoscerà mai il mondo prima che se ne vada?"
L'alcolismo si portò Kerouac all'età di 47 anni, ma credo che se avesse continuato a scrivere, avrebbe potuto fare grandissimi opere come fece il suo grande amico Allen Ginsberg, altro illustre esponente beat
Umore del giorno: proprio ieri vedendo il film "Io non sono qui", ispirato alla storia di Bob Dylan, ho pensato che, per quanto sia affascinato da quel favoloso periodo, nessun viaggio potrebbe darmi le sensazioni e l'atmosfera che si viveva in quel periodo negli Stati Uniti
Al prossimo post!
Di Jack Kerouac e della generazione beat ho già parlato in vari post precedenti, perciò tutto quello che rimane è farvi leggere "16 settembre 1961. poesia". Buona immersione!
"Come mi sentivo terribilmente triste pensando a mia madre mentre dorme nel suo letto
che lei morirà un giorno
anche se lei stessa dice «la morte non è niente di cui preoccuparsi,
da questa vita ci avviamo ad un’altra»
Come mi sentivo in ogni caso terribilmente triste – –
Non avere vino per farmi dimenticare i miei denti che vanno in malora è cattivo abbastanza
ma il fatto che il mio corpo intero sta marcendo e il corpo
di mia madre si sta disfacendo
verso la morte, è tutto così pazzescamente triste.
Sono uscito fuori nell’alba chiara: ma perché dovrei essere contento per un’alba
che nasce su un altro rumore di guerra,
e perché dovrei essere triste: in definitiva l’aria non è chiara e fresca?
Ho guardato i fiori sul cespuglio: uno era caduto:
un altro era appena sbocciato: nessuno di loro era triste o contento.
All’istante ho capito che semplicemente tutte le cose vengono e vanno
compreso qualche sentimento di tristezza: anche questo se ne andrà:
triste oggi contento domani: malinconico oggi ebbro domani: perché agitarsi
così tanto?
Ognuno nel mondo ha difetti proprio come me.
Perché dovrei buttarmi giù? Questo è un sentimento che viene soltanto per andarsene.
Ogni cosa viene e và. Benissimo!
Le guerre cattive non resteranno per sempre!
Anche le forme piacevoli se ne vanno.
Dal momento che ogni cosa semplicemente viene e va.
Oh perché essere triste? O contento?
Malato oggi pieno di salute domani.
Ma Oh io sono così triste proprio lo stesso!
Proprio venendo e andando dappertutto per il luogo,
il luogo stesso viene e và.
In ogni caso finiremo tutti su in cielo, insieme
in quella eterna estasi dorata che ho visto.
Oh com’è dannatamente triste che non possa scrivere bene su questo.
È un tentativo di facile luminosità
di poesia ciardiana.
Dovrei veramente usare il mio modo personale.
Ma anche questo se ne andrà, preoccupazioni sullo stile. Sulla tristezza.
Mio piccolo gatto felice che fa le fusa e odia le porte!
E a volte è triste e silenzioso, naso caldo, singhiozzi,
e un debole miagolio da cuore spezzato.
Là vanno gli uccelli, volando a ovest per un momento.
Chi conoscerà mai il mondo prima che se ne vada?"
L'alcolismo si portò Kerouac all'età di 47 anni, ma credo che se avesse continuato a scrivere, avrebbe potuto fare grandissimi opere come fece il suo grande amico Allen Ginsberg, altro illustre esponente beat
Umore del giorno: proprio ieri vedendo il film "Io non sono qui", ispirato alla storia di Bob Dylan, ho pensato che, per quanto sia affascinato da quel favoloso periodo, nessun viaggio potrebbe darmi le sensazioni e l'atmosfera che si viveva in quel periodo negli Stati Uniti
Al prossimo post!
domenica 11 marzo 2012
The joker
Ieri sera ero troppo stanco per scrivere, dopo un intenso pomeriggio passato in campagna, quindi slitta di nuovo ad oggi l'appuntamento con la musica anni '70 - '80. Ma non diventerà certo un'abitudine!
Comunque, la canzone di oggi è una canzone spensierata, la cui traduzione l'ho trovata abbastanza insulsa. Pochi ricordano il nome di Steve Miller & his band. Fu un gruppo che fece molte canzoni ma forse il suo successo maggiore è "The joker", che sentiremo oggi. Era il 1973 quando questa canzone uscì, senza riscuotere abbastanza successo. Solo nel 1990, a seguito di una pubblicità di un marchio di jeans che uso questa canzone come motivo, "The Joker" divenne una hit un po' ovunque.
Piacevole, no?
Umore del giorno: un po' assonnato, ma passerà!
Al prossimo post
Comunque, la canzone di oggi è una canzone spensierata, la cui traduzione l'ho trovata abbastanza insulsa. Pochi ricordano il nome di Steve Miller & his band. Fu un gruppo che fece molte canzoni ma forse il suo successo maggiore è "The joker", che sentiremo oggi. Era il 1973 quando questa canzone uscì, senza riscuotere abbastanza successo. Solo nel 1990, a seguito di una pubblicità di un marchio di jeans che uso questa canzone come motivo, "The Joker" divenne una hit un po' ovunque.
Piacevole, no?
Umore del giorno: un po' assonnato, ma passerà!
Al prossimo post
giovedì 8 marzo 2012
Inno alla donna
Non esiste festa dell'uomo o della donna, ogni giorno deve essere celebrazione di tutte le persone che fanno del bene in questo mondo, anche se il confine tra bene e male può essere a volte confuso (questa riflessione è nata dopo aver letto "Il suggeritore" di Donato Carrisi, a non ne parlerò oggi). Persino la storia dell'incendio alla fabbrica, come già detto qualche anno fa, è solo un leggenda. Volendo, però, concentrarci solo sulla figura femminile, figura che non è trattata con gli stessi diritti dell'uomo in molti Paesi, basti pensare ai paesi islamici integralisti o a molte comunità africane dove si pratica l'infibulazione, ecco che una delle più belle espressioni sulla donna la richiamiamo tramite una donna stessa. Una poetessa italiana tra le più grandi del '900: Alda Merini.
La poesia si chiama "Inno alla donna" e la dedico a tutte le donne, ma deve servire anche agli uomini per capire davvero la grandezza di questa figura che non deve essere strumento per i nostri piaceri o i nostri bisogni, ma vera dea che coi suoi gesti e le sue azioni rende lieta l'esistenza di tutti.
"Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le culture del
regno
si sono aperte
e tu sei diventata la
regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi
incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna tutto un
perdono
e così come ti abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia."
Non c'è bisogno di alcun commento per tale grande componimento!
Umore del giorno: ancora buono, mentre adesso inizierò a rivedere la tesi
Al prossimo post!
La poesia si chiama "Inno alla donna" e la dedico a tutte le donne, ma deve servire anche agli uomini per capire davvero la grandezza di questa figura che non deve essere strumento per i nostri piaceri o i nostri bisogni, ma vera dea che coi suoi gesti e le sue azioni rende lieta l'esistenza di tutti.
"Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le culture del
regno
si sono aperte
e tu sei diventata la
regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi
incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna tutto un
perdono
e così come ti abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia."
Non c'è bisogno di alcun commento per tale grande componimento!
Umore del giorno: ancora buono, mentre adesso inizierò a rivedere la tesi
Al prossimo post!
domenica 4 marzo 2012
4 marzo (1943)
Anche stasera mi sento distrutto dopo un'intera giornata in campagna, però trovo almeno le forze per scrivere qualcosa. Ieri saltai l'appuntamento con la musica anni '70 / '80 e quindi slitta stasera. Stasera, che è il giorno in cui è nato Lucio Dalla e giorno in cui è stato seppellito. Dedichiamo quindi, a lui questo post.
Sinceramente, non mi piacciono molto le sue canzoni, tranne Attenti al lupo, Caro amico ti scrivo, Caruso, Canzone, Piazza Grande e Caro amico ti scrivo. La cosa che più ho trovato stupida è stata leggere che il giorno stesso della sua morte tutti hanno acquistato le sue canzoni.
Passando ora alla canzone di stasera, credo che niente vada meglio di "4-3-1943". Questa canone fu presentata al festiva di Sanremo, con un testo e un titolo cambiato. Il titolo originariamente pensato fu Gesù Bambino, ma il bigottismo in Rai era (e lo è tuttora) prevalente. Anche il testo, che fu scritto dall'artista Paola Pallottino, fu cambiato: si parlava di una ragazza messa incinta da un soldato e lasciata sola col figlio, chiamato Gesù Bambino (ecco perchè la censura sul titolo).
Ma il testo, non autobiografico, ora, lo leggeremo di seguito.
"Dice che era un bell'uomo e veniva / veniva dal mare / parlava un'altra lingua / però sapeva amare / e quel giorno lui prese mia madre / sopra un bel prato / l'ora più dolce / prima d'essere ammazzato / Così lei restò sola nella stanza / la stanza sul porto / con l'unico vestito / ogni giorno più corto / e benchè non sapesse il nome / e neppure il paese / m'aspettò come un dono d'amore / fino dal primo mese / Compiva sedici anni / quel giorno la mia mamma / le strofe di taverna / le cantò a ninna nanna / e stringendomi al petto che sapeva /sapeva di mare / giocava a far la donna / con il bimbo da fasciare / E forse fu per gioco/ o forse per amore / che mi volle chiamare / come nostro Signore / Della sua breve vita il ricordo / il ricordo più grosso / è tutto in questo nome / che io mi porto addosso / E ancora adesso che gioco a carte / e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo / Gesù Bambino."
Non a torto, questa canzone si classificò al terzo posto nell'edizione del 1971 del Festival.
Umore del giorno: abbastanza distrutto, anche letteralmente
Al prossimo post!
Sinceramente, non mi piacciono molto le sue canzoni, tranne Attenti al lupo, Caro amico ti scrivo, Caruso, Canzone, Piazza Grande e Caro amico ti scrivo. La cosa che più ho trovato stupida è stata leggere che il giorno stesso della sua morte tutti hanno acquistato le sue canzoni.
Passando ora alla canzone di stasera, credo che niente vada meglio di "4-3-1943". Questa canone fu presentata al festiva di Sanremo, con un testo e un titolo cambiato. Il titolo originariamente pensato fu Gesù Bambino, ma il bigottismo in Rai era (e lo è tuttora) prevalente. Anche il testo, che fu scritto dall'artista Paola Pallottino, fu cambiato: si parlava di una ragazza messa incinta da un soldato e lasciata sola col figlio, chiamato Gesù Bambino (ecco perchè la censura sul titolo).
Ma il testo, non autobiografico, ora, lo leggeremo di seguito.
"Dice che era un bell'uomo e veniva / veniva dal mare / parlava un'altra lingua / però sapeva amare / e quel giorno lui prese mia madre / sopra un bel prato / l'ora più dolce / prima d'essere ammazzato / Così lei restò sola nella stanza / la stanza sul porto / con l'unico vestito / ogni giorno più corto / e benchè non sapesse il nome / e neppure il paese / m'aspettò come un dono d'amore / fino dal primo mese / Compiva sedici anni / quel giorno la mia mamma / le strofe di taverna / le cantò a ninna nanna / e stringendomi al petto che sapeva /sapeva di mare / giocava a far la donna / con il bimbo da fasciare / E forse fu per gioco/ o forse per amore / che mi volle chiamare / come nostro Signore / Della sua breve vita il ricordo / il ricordo più grosso / è tutto in questo nome / che io mi porto addosso / E ancora adesso che gioco a carte / e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo / Gesù Bambino."
Non a torto, questa canzone si classificò al terzo posto nell'edizione del 1971 del Festival.
Umore del giorno: abbastanza distrutto, anche letteralmente
Al prossimo post!
venerdì 2 marzo 2012
Eroe
Una delle tematiche che più sento mi stanno a cuore riguarda l'autostima perchè capitano sempre quei momenti in cui ci sentiamo a terra col morale e non sappiamo come reagire o magari in quel momento manco ci va di farlo perchè ce l'abbiamo con noi stessi e / o col mondo intero. Beh, una risposta meravigliosa l'ho trovata l'altro giorno mentre ascoltavo "Hero" di Mariah Carey. Leggete qui.
"C'è un eroe / se guardi nel tuo cuore / non devi avere paura / di quello che sei / c'é una risposta / se vai a vedere nella tua anima / e il dolore che conosci si scioglierà. / E poi arriverà un eroe / ti darà la forza di andare avanti / e metterai da parte le tue paure / e saprai che puoi sopravvivere / quindi quando ti senti senza speranza / guarda dentro te stesso e sii forte / e alla fine troverai la verità: / che c'è un eroe dentro te. / E' una lunga strada / quando affronti il mondo da solo / nessuno allunga una mano / a cui tu possa aggrapparti / puoi trovare l'amore / se cerchi dentro te stesso / e il vuoto che sentivi, sparirà. / Il Signore sa / che è difficile seguire i sogni / ma non permette a nessuno / di strapparteli via / tieni duro, ci sarà un domani / troverai la strada in tempo."
Nei nostri momenti bui la prima cosa che pensiamo è di non potercela fare, invece la canzone ci sprona a risvegliare l'eroe in noi, quella parte di noi che c'è sempre e che per qualunque avversità e intoppo non si butta giù, ma lotta comunque. Come possiamo risvegliarlo? La soluzione è sempre in noi stessi.
A volte nei film fanno vedere che il personaggio che è giù di morale si ripete quelle frasi un po' da sfigato "io posso farcela". Beh, quella è la frase dell'eroe in noi, è in lui che dobbiamo confidare.
In quei momenti tristi gli amici possono dirci di non dare importanza a un certo evento ma noi siamo troppi presi dalla nostra tristezza o rabbia per reagire e magari pensiamo anche che loro non possono sapere niente di come ci sentiamo dentro. E' in quei momenti, invece, che dobbiamo dare retta all'eroe in noi, che altro non è che la nostra voglia di andare avanti, di continuare a vivere, di reagire a ogni avversità perchè questa esperienza ci ha reso più forti e appena ce ne saremo accorti ci sentiremo nuovi e più preparati di prima agli ostacoli che ci capitano.
Umore del giorno: affascinato dal cielo stellato che mi sono ritrovato a vedere
Al prossimo post!
Iscriviti a:
Post (Atom)