In questo sabato di pioggia (non so lì, ma qui piove) ho voglia di una canzone romantica. O comunque triste… Fortunatamente non vengo dal dopo-sbornia del matrimonio di William e Kate, ma questo tempo grigio mette tanta malinconia.
Addirittura ho trovato la canzone di oggi e ho fatto persino io la traduzione! La canzone si chiama “Love changes (Everything)” ed è cantata dai Climie Fisher.
“Avevo solo 17 anni quando mi guardò in quel modo / Sembra come se fosse ieri / Giravo senza un motivo ma lei rapì il mio cuore / E non fui più lo stesso / Sentii il sentimento più strano, bruciava come un fuoco enorme / Lei mi lasciò, io piansi per settimane e / Non posso dimenticare lei o la lezione che imparai. / L’amore cambia, cambia tutto / L’amore ti fa volare. Esso può spezzare le tue ali / L’amore cambia, cambia tutto / L’amore comanda dai pazzi ai re /L’amore cambia, cambia tutto. / Poi gli anni trascorsero / Io crebbi e mi trasferii / Dovetti guadagnarmi da vivere / E dopo trovai un altro amore / Ma il mio cuore, è triste da dire, / finì allo stesso modo / E mi chiesi se fossi destinato a passare la mia vita da solo / Oh ragazza, tu hai risposto alla mia domanda / Questa volta sta funzionando, tu mi stai dando una nuova speranza. / Ho visto il modo in cui l’amore ti scuote, ti modella, ti distrugge / È un potere tutto suo.”
I commenti li lascio agli innamorati. Magari stasera potrebbe uscire persino una bella dedica! ;)
Umore del giorno: sento la malinconia che trasmette il tempo e, forse perchè non mi succede mai, non so come farla passare!
Restate in linea
sabato 30 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
Morte all'orecchio di Van Gogh
Come accennai la settimana scorsa, voglio farvi leggere una poesia di Allen Ginsberg. Ho letto la raccolta di sue poesie in “Jukebox all’idrogeno” e ne sono davvero rimasto colpito. Favorevolmente!
La poesia in questione si chiama “Morte all’orecchio di Van Gogh”. Nel libro che lessi c’era anche un’altra bellissima poesia, dedicata alla madre morta, ma era molto lunga e probabilmente nessuno o pochissimi l’avrebbero letta. Anche questa è lunghina, ma piuttosto scorrevole.
Questa poesia denuncia la politica e la società americane asservite agli interessi economici e commerciali, con riferimento a doversi episodi storici (come le iniziative per tenere alti i prezzi di mercato o le misure per limitare l’immigrazione cinese), a figure di spicco del pensiero democratico (come Einstein coi suoi ideali antiatomici; Bertrand Russell, a cui nel 1940 fu impedito di insegnare nelle scuole di New York per “immoralità”, a causa elle sue posizioni su matrimonio, divorzio e controllo delle nascite) e Charlie Chaplin (qui fissato con la rosa tra i denti come in un suo celebre film), e a situazioni di crisi provocate nel mondo non occidentale dall’imperialismo economico e politico (il Chiapas, il Tangianica, il Kenia, il Sud Africa e il Tibet).
Inoltre, giusto per capire meglio alcuni versi, è bene che ricordiate che Hart Crane è un poeta statunitense morto suicida; Kra e putki sono parole magiche di un atto radiofonico di Artaud; Hoover, omosessuale, organizzò e diresse per 40 anni l’Fbi, promuovendo indagini sulle attività antiamericane dei simpatizzanti comunisti e raccogliendo decine di migliaia di dossier personali. Per molti altri riferimenti che potreste non capire conviene informarmi da voi.
E dopo queste premesse, buona lettura!
“Poeta è Prete il Denaro ha valutato l’anima dell’America il Congresso ha aperto un varco verso il precipizio dell’Eternità il Presidente ha costruito una macchina di Guerra che vomiterà e tirerà su la Russia dal Kansas il Secolo americano è tradito da un folle Senato che non fa più all’amore con sua moglie Franco ha assassinato Lorca il figlio pederasta di Whitman così come Majakovskij si è suicidato per evitare la Russia Hart Crane Platonico insigne si è suicidato per far crollare l’America sbagliata così come milioni di tonnellate di grano umano sono state bruciate tra pareti segrete sotto la Casa Bianca mentre l’India affamata gridava e mangiava cani pazzi pieni di pioggia e montagne di uova venivano ridotte in polvere bianca nelle sale del Congresso nessun timorato di Dio vi camminerà mai più a causa della puzza delle uova marce d’America e gli Indiani di Chiapas continuano a mordere le loro tortillas prive di vitamine gli aborigeni d’Australia forse farneticano nel deserto senza uova e io ho di rado un uovo a colazione nonostante il mio lavoro richieda uova infinite per venire alla luce nell’Eternità le uova dovrebbero essere mangiate o date alle loro madri e il dolore degli innumerevoli polli d’America è espresso dalle grida dei suoi attori alla radio Detroit ha fabbricato un milione di automobili di gomma e fantasmi ma io cammino, cammino, e l’oriente cammina con me, e tutta l’Africa cammina e prima o poi il Nord America camminerà perché come noi abbiamo cacciato l’Angelo Cinese dalla nostra porta lui caccerà noi dalla Porta d’Oro del futuro non abbiamo avuto pietà per il Tanganica Einstein da vivo è stato schernito per la sua politica angelica Bertrand Russell scacciato da New York per i suoi amori e l’immortale Chaplin è stato scacciato dalle nostre sponde con la rosa fra i denti una cospirazione segreta della Chiesa Cattolica nei gabinetti del Congresso ha negato gli antifecondativi alle masse incessanti dell’India. Nessuno pubblica una parola che non sia lo strillo vigliaccamente robot di una mentalità depravata il giorno che si pubblicherà la vera letteratura del corpo americano sarà giorno di Rivoluzione la rivoluzione dell’agnello sexy l’unica rivoluzione incruenta che distribuisce grano il povero Genet illuminerà i mietitori dell’Ohio La marijuana è un narcotico benigno ma J. Edgar Hoover preferisce il suo scotch micidiale E l’eroina di Lao-Tze e del Sesto Patriarca è punita con la sedia elettrica Ma i poveri drogati malati non hanno luogo ove posare la testa Belve nel nostro governo hanno inventato per la tossicomania una cura antiquata come il Sistema di Difesa di Preallarme Radar. io sono il sistema di difesa di preallarme radar non vedo altro che bombe non mi interessa impedire all’Asia di essere l’Asia e i governi di Russia e Asia sorgeranno e cadranno ma l’Asia e la Russia non cadranno anche il governo d’America cadrà ma come può cadere l’America io dubito che nessuno cadrà mai più eccetto i giovani per fortuna tutti i governi cadranno gli unici che non cadranno sono quelli buoni e quelli buoni non esistono ancora Ma devono cominciare ad esistere esistono nelle mie poesie esistono nella morte dei governi di Russia e d’America esistono nella morte di Hart Crane e Majakovskij Ora è il momento della profezia senza morte come conseguenza l'universo finirà per scomparire Hollywood marcirà nei mulini a vento dell’Eternità Hollywood i cui schermi sono piantati nella gola di Dio Sì Hollywood avrà quello che si merita Tempo Stillicidio o gas distruttore alla radio La storia renderà questa poesia profetica e la sua terribile stupidità un’orrenda musica spirituale Ho il gemito dei colombi e la piuma dell’estasi L’uomo non può più sopportare la fame del cannibalismo astratto La guerra è astratta il mondo sarà distrutto ma io morirò solo per la poesia, che salverà il mondo Il monumento a Sacco & Vanzetti non ancora finanziato per nobilitare Boston gli indigeni del Kenya tormentati da avventurieri idioti dell’Inghilterra il Sudafrica nella morsa del bianco stupido Vachel Lindsay Ministro degli Interni Poe Ministro dell’Immaginazione Pound Min. delle Finanze e Kra appartiene a Kra, e Pukti a Pukti innesto di Blok e Artau l’Orecchio di Van Gogh sulle banconote non più propaganda per i mostri e i poeti dovrebbero star fuori della politica per non diventare mostri io sono diventato mostruoso con la politica poeta russo indubbiamente mostruoso nel suo notes segreto il Tibet dovrebbe essere lasciato in pace Queste sono profezie ovvie L’America sarà distrutta I poeti russi combatteranno con la Russia Whitman ammonì contro questa “favoleggiata nazione Dannata” Dov’era Theodore Roosvelt quando mandò i suoi ultimatum dal castello di Camden Dov’era la Camera dei Deputati quando Crane lesse forte i suoi libri profetici Che cosa stavano tramando a Wall Street quando Lindsay annunciò la sorte del Denaro Stavano ascoltando le mie grida negli spogliatoi degli Uffici Assunzione di Bickford? Hanno teso l’orecchio ai gemiti della mia anima quando mi dibattevo nelle statistiche dell’inchiesta di mercato nel Foro a Roma? No stavano litigando in uffici roventi, su tappeti di cuori perduti, gridando e contrattando col Destino lottando con lo Scheletro con sciabole, moschetti, denti in fuori, indigestioni, bombe di ladrocinio, costituzione, razzi, pederastia, con le spalle al muro per mettere su mogli e appartamenti, prati, sobborghi, premi ambigui, Portoricani ammassati per il massacro nella 114ª Strada in nome dell’imitazione di un frigorifero cinese-moderno Elefanti di misericordia assassinati in nome de un’uccelliera elisabettiana milioni di fanatici agitati in manicomio in nome dell’industria strillante soprano Canzone pubblicitaria di fabbricanti di sapone - scimmie di dentifricio nei video della televisione – deodoranti su sedie ipnotiche trafficanti di petrolio nel Texas – un jet fa una striscia tra le nuvole – scrittori del cielo mentitori sulla faccia della Divinità – macellai zannati di cappelli e scarpe, tutti Padroni! Padroni! Padroni! con l’ossessione della proprietà e dell’Io che svanisce! e i loro lunghi articoli di fondo si barcamenano parlando dei negri che gridano attaccati dalle formiche brulicanti fuori dalla prima pagina! Macchinario di un sogno elettrico di massa! Prostituta di Babilonia creatrice di guerra che grida su Campidogli e Accademie! Denaro! Denaro! Denaro! strillante pazzo celestiale denaro dell’illusione! Denaro fatto di nulla, fame, suicidio! Denaro di fallimento! Denaro di morte! Denaro contro l’Eternità! E le forti macchine dell’Eternità trituravano la vasta carta dell’Illusione
Parigi, 1958" In questi giorni che si parla di guerre, di default di Paesi europei e degli stessi USA e di energie verdi, chissà che questa poesia non diventi proprio una profezia entro poco tempo!
Umore del giorno: in trepidazione per leggere il finale de "Il fantasma dell'Opera"
Restate in linea!
La poesia in questione si chiama “Morte all’orecchio di Van Gogh”. Nel libro che lessi c’era anche un’altra bellissima poesia, dedicata alla madre morta, ma era molto lunga e probabilmente nessuno o pochissimi l’avrebbero letta. Anche questa è lunghina, ma piuttosto scorrevole.
Questa poesia denuncia la politica e la società americane asservite agli interessi economici e commerciali, con riferimento a doversi episodi storici (come le iniziative per tenere alti i prezzi di mercato o le misure per limitare l’immigrazione cinese), a figure di spicco del pensiero democratico (come Einstein coi suoi ideali antiatomici; Bertrand Russell, a cui nel 1940 fu impedito di insegnare nelle scuole di New York per “immoralità”, a causa elle sue posizioni su matrimonio, divorzio e controllo delle nascite) e Charlie Chaplin (qui fissato con la rosa tra i denti come in un suo celebre film), e a situazioni di crisi provocate nel mondo non occidentale dall’imperialismo economico e politico (il Chiapas, il Tangianica, il Kenia, il Sud Africa e il Tibet).
Inoltre, giusto per capire meglio alcuni versi, è bene che ricordiate che Hart Crane è un poeta statunitense morto suicida; Kra e putki sono parole magiche di un atto radiofonico di Artaud; Hoover, omosessuale, organizzò e diresse per 40 anni l’Fbi, promuovendo indagini sulle attività antiamericane dei simpatizzanti comunisti e raccogliendo decine di migliaia di dossier personali. Per molti altri riferimenti che potreste non capire conviene informarmi da voi.
E dopo queste premesse, buona lettura!
“Poeta è Prete il Denaro ha valutato l’anima dell’America il Congresso ha aperto un varco verso il precipizio dell’Eternità il Presidente ha costruito una macchina di Guerra che vomiterà e tirerà su la Russia dal Kansas il Secolo americano è tradito da un folle Senato che non fa più all’amore con sua moglie Franco ha assassinato Lorca il figlio pederasta di Whitman così come Majakovskij si è suicidato per evitare la Russia Hart Crane Platonico insigne si è suicidato per far crollare l’America sbagliata così come milioni di tonnellate di grano umano sono state bruciate tra pareti segrete sotto la Casa Bianca mentre l’India affamata gridava e mangiava cani pazzi pieni di pioggia e montagne di uova venivano ridotte in polvere bianca nelle sale del Congresso nessun timorato di Dio vi camminerà mai più a causa della puzza delle uova marce d’America e gli Indiani di Chiapas continuano a mordere le loro tortillas prive di vitamine gli aborigeni d’Australia forse farneticano nel deserto senza uova e io ho di rado un uovo a colazione nonostante il mio lavoro richieda uova infinite per venire alla luce nell’Eternità le uova dovrebbero essere mangiate o date alle loro madri e il dolore degli innumerevoli polli d’America è espresso dalle grida dei suoi attori alla radio Detroit ha fabbricato un milione di automobili di gomma e fantasmi ma io cammino, cammino, e l’oriente cammina con me, e tutta l’Africa cammina e prima o poi il Nord America camminerà perché come noi abbiamo cacciato l’Angelo Cinese dalla nostra porta lui caccerà noi dalla Porta d’Oro del futuro non abbiamo avuto pietà per il Tanganica Einstein da vivo è stato schernito per la sua politica angelica Bertrand Russell scacciato da New York per i suoi amori e l’immortale Chaplin è stato scacciato dalle nostre sponde con la rosa fra i denti una cospirazione segreta della Chiesa Cattolica nei gabinetti del Congresso ha negato gli antifecondativi alle masse incessanti dell’India. Nessuno pubblica una parola che non sia lo strillo vigliaccamente robot di una mentalità depravata il giorno che si pubblicherà la vera letteratura del corpo americano sarà giorno di Rivoluzione la rivoluzione dell’agnello sexy l’unica rivoluzione incruenta che distribuisce grano il povero Genet illuminerà i mietitori dell’Ohio La marijuana è un narcotico benigno ma J. Edgar Hoover preferisce il suo scotch micidiale E l’eroina di Lao-Tze e del Sesto Patriarca è punita con la sedia elettrica Ma i poveri drogati malati non hanno luogo ove posare la testa Belve nel nostro governo hanno inventato per la tossicomania una cura antiquata come il Sistema di Difesa di Preallarme Radar. io sono il sistema di difesa di preallarme radar non vedo altro che bombe non mi interessa impedire all’Asia di essere l’Asia e i governi di Russia e Asia sorgeranno e cadranno ma l’Asia e la Russia non cadranno anche il governo d’America cadrà ma come può cadere l’America io dubito che nessuno cadrà mai più eccetto i giovani per fortuna tutti i governi cadranno gli unici che non cadranno sono quelli buoni e quelli buoni non esistono ancora Ma devono cominciare ad esistere esistono nelle mie poesie esistono nella morte dei governi di Russia e d’America esistono nella morte di Hart Crane e Majakovskij Ora è il momento della profezia senza morte come conseguenza l'universo finirà per scomparire Hollywood marcirà nei mulini a vento dell’Eternità Hollywood i cui schermi sono piantati nella gola di Dio Sì Hollywood avrà quello che si merita Tempo Stillicidio o gas distruttore alla radio La storia renderà questa poesia profetica e la sua terribile stupidità un’orrenda musica spirituale Ho il gemito dei colombi e la piuma dell’estasi L’uomo non può più sopportare la fame del cannibalismo astratto La guerra è astratta il mondo sarà distrutto ma io morirò solo per la poesia, che salverà il mondo Il monumento a Sacco & Vanzetti non ancora finanziato per nobilitare Boston gli indigeni del Kenya tormentati da avventurieri idioti dell’Inghilterra il Sudafrica nella morsa del bianco stupido Vachel Lindsay Ministro degli Interni Poe Ministro dell’Immaginazione Pound Min. delle Finanze e Kra appartiene a Kra, e Pukti a Pukti innesto di Blok e Artau l’Orecchio di Van Gogh sulle banconote non più propaganda per i mostri e i poeti dovrebbero star fuori della politica per non diventare mostri io sono diventato mostruoso con la politica poeta russo indubbiamente mostruoso nel suo notes segreto il Tibet dovrebbe essere lasciato in pace Queste sono profezie ovvie L’America sarà distrutta I poeti russi combatteranno con la Russia Whitman ammonì contro questa “favoleggiata nazione Dannata” Dov’era Theodore Roosvelt quando mandò i suoi ultimatum dal castello di Camden Dov’era la Camera dei Deputati quando Crane lesse forte i suoi libri profetici Che cosa stavano tramando a Wall Street quando Lindsay annunciò la sorte del Denaro Stavano ascoltando le mie grida negli spogliatoi degli Uffici Assunzione di Bickford? Hanno teso l’orecchio ai gemiti della mia anima quando mi dibattevo nelle statistiche dell’inchiesta di mercato nel Foro a Roma? No stavano litigando in uffici roventi, su tappeti di cuori perduti, gridando e contrattando col Destino lottando con lo Scheletro con sciabole, moschetti, denti in fuori, indigestioni, bombe di ladrocinio, costituzione, razzi, pederastia, con le spalle al muro per mettere su mogli e appartamenti, prati, sobborghi, premi ambigui, Portoricani ammassati per il massacro nella 114ª Strada in nome dell’imitazione di un frigorifero cinese-moderno Elefanti di misericordia assassinati in nome de un’uccelliera elisabettiana milioni di fanatici agitati in manicomio in nome dell’industria strillante soprano Canzone pubblicitaria di fabbricanti di sapone - scimmie di dentifricio nei video della televisione – deodoranti su sedie ipnotiche trafficanti di petrolio nel Texas – un jet fa una striscia tra le nuvole – scrittori del cielo mentitori sulla faccia della Divinità – macellai zannati di cappelli e scarpe, tutti Padroni! Padroni! Padroni! con l’ossessione della proprietà e dell’Io che svanisce! e i loro lunghi articoli di fondo si barcamenano parlando dei negri che gridano attaccati dalle formiche brulicanti fuori dalla prima pagina! Macchinario di un sogno elettrico di massa! Prostituta di Babilonia creatrice di guerra che grida su Campidogli e Accademie! Denaro! Denaro! Denaro! strillante pazzo celestiale denaro dell’illusione! Denaro fatto di nulla, fame, suicidio! Denaro di fallimento! Denaro di morte! Denaro contro l’Eternità! E le forti macchine dell’Eternità trituravano la vasta carta dell’Illusione
Parigi, 1958" In questi giorni che si parla di guerre, di default di Paesi europei e degli stessi USA e di energie verdi, chissà che questa poesia non diventi proprio una profezia entro poco tempo!
Umore del giorno: in trepidazione per leggere il finale de "Il fantasma dell'Opera"
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sabato 23 aprile 2011
Goody two shoes
Dopo una giornata stancante, quello che voglio ora è un po di rock. Ma non di quello pesante! Voglio uno di quei brani il cui ritmo incalzante ti trascina. E naturalmente so già qual è la canzone a cui mi riferisco. La canzone "Goody two shoes" è la più famosa di un gruppo che non sfondò tantissimo, quello di Adam Ant and The Ants.
Non ho trovato la traduzione, ma le mie poche forze non mi permettono di farla. Passiamo subito al video:
Piaciuta? Spero vi dia la giusta carica per questo week-end! (Per me non ci sono più speranze, almeno per stasera!)
Umore del giorno: ho bisogno solo del letto per dormire!
Restate in linea!
Non ho trovato la traduzione, ma le mie poche forze non mi permettono di farla. Passiamo subito al video:
Piaciuta? Spero vi dia la giusta carica per questo week-end! (Per me non ci sono più speranze, almeno per stasera!)
Umore del giorno: ho bisogno solo del letto per dormire!
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venerdì 22 aprile 2011
Accetta il consiglio
Per stasera volevo rimanere in ogni caso sul leggero. Ero indeciso, infatti, tra una poesia di Allens Ginsberg e una "canzone" di Franco Battiato! E ho optato per quest'ultima.
In realtà, non è una vera e propria canzone (ed ecco il motivo delle virgolette). Il testo di "Accetta il consiglio" (e badate bene, non il "coniglio" di Elio e le Storie Tese!) è una rivisitazione del filosofo Manlio Sgalambro in chiave un po' più filosofica di un articolo del 1997 di una giornalista americana, Mary Schmich.
Leggete un po':
"Vi voglio rifilare un paio di buoni consigli. / Godete del potere e della bellezza della vostra gioventù senza pensarci. / Oppure pensateci (tanto è lo stesso). / Se ci pensate troppo scompaiono subito. / Bellezza e gioventù le capirete solo una volta appassite, / Dicono i saggi. Ma non vi illudete troppo. / Tra vent’anni guarderete le vostre vecchie foto come dei santini: / le adorerete in ginocchio. / Quante possibilità avevate e che aspetto magnifico, / Non eravate per niente grassi come vi sembrava. / Niente pance. Ma questo è il consiglio: / la pancia non esclude l’erotismo. / Guardate Socrate: pancione e grande amatore. / Non preoccupatevi del futuro, / oppure preoccupatevene, fate voi. / Fate una cosa quando siete spaventati. Cantate. / Il canto è esistenza. / Non siate crudeli oppure siatelo ma solo un pochino. / Lavatevi bene i denti! Pulite, strigliate il vostro corpo... / Non perdete tempo con l’invidia... / I Greci però l’apprezzavano / e la attribuivano anche agli Dei: tenetene conto. / Guardate con terrore la ragazza accanto: / un giorno potrebbe essere vostra moglie. / E voi ragazze guardate con orrore / quel giovanottone che siede accanto a voi: / un giorno potrebbe essere vostro marito! / Ricordate tutti i complimenti che ricevete. / Scordate gli insulti ma non tutti. / Conservate quello che vi è piaciuto di più. / Conservate le vecchie lettere d’amore. Che ridere! / Non sentitevi in colpa se non sapete cosa fare della vostra vita. / Le persone più interessanti che conosco, / a ventidue anni non sapevano che fare della propria. / Ma anche dopo. / Forse vi sposerete, forse no. / Ma se non vi sposerete non potete divorziare: pensateci. / Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate. / Si, anche in quello... / Ballate! / Anche se il solo posto che avete per farlo / è il soggiorno di casa vostra. / Leggete "Così parlò Zarathustra" / ma tappategli prima la bocca. / Anche lui dà consigli. O lui o me. / Leggete ogni genere di istruzioni ma non eseguitele. / Fatelo con i medicinali: prima buttate le istruzioni, / poi i medicinali. / Cercate di conoscere bene i vostri genitori. / Non potete sapere quando se ne andranno... (finalmente!) / Datevi da fare per colmare le distanze geografiche / e gli stili di vita. / Vivete a Canicattì ma lasciatela prima che vi indurisca. / Vivete a ............ / ma lasciatela prima che vi rammollisca. / Siate cauti nell’accettare consigli, / e pazienti con chi li dispensa. / Accettate quest’ultimo consiglio: / non accettate mai consigli."
Secondo me, è geniale! Ci invita a non farci tutti i problemi che in realtà non esistono: vivete senza la paura! Ma alla fine dice di accettare i consigli e di esserne diffidenti e rifiutarli allo stesso tempo. E' come fanno vedere nei film quando dicono al protagonista di guardare, ma con discrezione. E quando quello guarda, senza ave individuato l'biettivo, dicono di smettere!
Se dovessi scegliere le fasi più belle e più intense, probabilmente riporterei di nuovo tutto il testo. Ma una particolare ne voglio sottolineare: "Ricordate tutti i complimenti che ricevete. Scordate gli insulti ma non tutti. Conservate quello che vi è piaciuto di più." Insomma, la vita è troppo breve per vivere di collera e voglia di vendetta! Fate come credete che sia giusto, anche uscendo fuori dagli schemi, perchè ciascuno vive e deve vivere la propria vita, e non una qualunque attraverso gli altri!
Umore del giorno: quasi indeciso su quale versione sia la migliore: se quella di Battiato (precedentemente letta da Linus) o quella di Elio e le Storie Tese! ;)
Restate in linea!
In realtà, non è una vera e propria canzone (ed ecco il motivo delle virgolette). Il testo di "Accetta il consiglio" (e badate bene, non il "coniglio" di Elio e le Storie Tese!) è una rivisitazione del filosofo Manlio Sgalambro in chiave un po' più filosofica di un articolo del 1997 di una giornalista americana, Mary Schmich.
Leggete un po':
"Vi voglio rifilare un paio di buoni consigli. / Godete del potere e della bellezza della vostra gioventù senza pensarci. / Oppure pensateci (tanto è lo stesso). / Se ci pensate troppo scompaiono subito. / Bellezza e gioventù le capirete solo una volta appassite, / Dicono i saggi. Ma non vi illudete troppo. / Tra vent’anni guarderete le vostre vecchie foto come dei santini: / le adorerete in ginocchio. / Quante possibilità avevate e che aspetto magnifico, / Non eravate per niente grassi come vi sembrava. / Niente pance. Ma questo è il consiglio: / la pancia non esclude l’erotismo. / Guardate Socrate: pancione e grande amatore. / Non preoccupatevi del futuro, / oppure preoccupatevene, fate voi. / Fate una cosa quando siete spaventati. Cantate. / Il canto è esistenza. / Non siate crudeli oppure siatelo ma solo un pochino. / Lavatevi bene i denti! Pulite, strigliate il vostro corpo... / Non perdete tempo con l’invidia... / I Greci però l’apprezzavano / e la attribuivano anche agli Dei: tenetene conto. / Guardate con terrore la ragazza accanto: / un giorno potrebbe essere vostra moglie. / E voi ragazze guardate con orrore / quel giovanottone che siede accanto a voi: / un giorno potrebbe essere vostro marito! / Ricordate tutti i complimenti che ricevete. / Scordate gli insulti ma non tutti. / Conservate quello che vi è piaciuto di più. / Conservate le vecchie lettere d’amore. Che ridere! / Non sentitevi in colpa se non sapete cosa fare della vostra vita. / Le persone più interessanti che conosco, / a ventidue anni non sapevano che fare della propria. / Ma anche dopo. / Forse vi sposerete, forse no. / Ma se non vi sposerete non potete divorziare: pensateci. / Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate. / Si, anche in quello... / Ballate! / Anche se il solo posto che avete per farlo / è il soggiorno di casa vostra. / Leggete "Così parlò Zarathustra" / ma tappategli prima la bocca. / Anche lui dà consigli. O lui o me. / Leggete ogni genere di istruzioni ma non eseguitele. / Fatelo con i medicinali: prima buttate le istruzioni, / poi i medicinali. / Cercate di conoscere bene i vostri genitori. / Non potete sapere quando se ne andranno... (finalmente!) / Datevi da fare per colmare le distanze geografiche / e gli stili di vita. / Vivete a Canicattì ma lasciatela prima che vi indurisca. / Vivete a ............ / ma lasciatela prima che vi rammollisca. / Siate cauti nell’accettare consigli, / e pazienti con chi li dispensa. / Accettate quest’ultimo consiglio: / non accettate mai consigli."
Secondo me, è geniale! Ci invita a non farci tutti i problemi che in realtà non esistono: vivete senza la paura! Ma alla fine dice di accettare i consigli e di esserne diffidenti e rifiutarli allo stesso tempo. E' come fanno vedere nei film quando dicono al protagonista di guardare, ma con discrezione. E quando quello guarda, senza ave individuato l'biettivo, dicono di smettere!
Se dovessi scegliere le fasi più belle e più intense, probabilmente riporterei di nuovo tutto il testo. Ma una particolare ne voglio sottolineare: "Ricordate tutti i complimenti che ricevete. Scordate gli insulti ma non tutti. Conservate quello che vi è piaciuto di più." Insomma, la vita è troppo breve per vivere di collera e voglia di vendetta! Fate come credete che sia giusto, anche uscendo fuori dagli schemi, perchè ciascuno vive e deve vivere la propria vita, e non una qualunque attraverso gli altri!
Umore del giorno: quasi indeciso su quale versione sia la migliore: se quella di Battiato (precedentemente letta da Linus) o quella di Elio e le Storie Tese! ;)
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sabato 16 aprile 2011
Hungry like the wolf
Sapete quando sentite una canzone e afferrate delle parole che prese fuori dalla contesto della canzone sembrano parlare di voi?
Io ho iniziato ad accorgermi di questa particolare coincidenza soprattutto dopo aver letto “Caos calmo”. E stasera scorrendo le canzoni degli anni ’80 leggo il titolo “Hungry like the wolf” dei Duran Duran: proprio come mi sento oggi pomeriggio, cioè affamato! Non sto certo a digiuno o a dieta. È quella fame che ti viene non per necessità, ma solo perché vuoi mettere qualcosa sotto i denti, per stress o per noia o semplicemente solo perché ne hai voglia! Ho fumato? No, non è fame chimica perchè non fumerò mai.
In ogni caso, leggendo il testo direi che non è neanche la mia fame quella della canzone.
“C'è buio nella città, la notte è come un filo elettrico / si spargono vapori nella metropolitana, la terra sta andando a fuoco / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do / donna tu mi vuoi, dammi un cenno / e senti il mio respiro anche se sei più indietro / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do. / Sento i piedi sul pavimento / sto cacciando, sono sopra di te / Emana odore il modo in cui mi muovo, sono perso tra la folla
e sono affamato come un lupo / cammino a gambe larghe su una linea, senza armonia e ritmo / sto cacciando sono sopra di te / la mia bocca si rianima con succhi come il vino / ed io sono affamato come un lupo. / Mi apposto nella foresta, sono troppo vicino per nascondermi / Ti aggredirò sotto la luce della luna / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do / Tanto sangue sta tamburellando sulla tua pelle, è veramente ricoperta / senti il mio cuore, sono solo ad un attimo da te / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do. / Sento i piedi sul pavimento / sto cacciando, sono sopra di te / un profumo ed un suono, mi sono perso e mi sono ritrovato / e sono affamato come un lupo / avanzo impettito lungo la mia strada, è discorde e rimata / Io ululo e gemo, sono su di te / la mia bocca si rianima, io sto correndo / e sono affamato come un lupo. / Percorro velocissimo il pavimento, io mi libero dalla folla / sono a caccia, sono su di te.”
Eh no, non è certo fame da cibo quella della canzone. È “fame” di una donna.
Questa fu la prima canzone dei Duran Duran a riuscire davvero a sfondare a livello internazionale. Addirittura, per far conoscere il gruppo negli USA, MTV propose insistentemente la canzone, che l’anno successivo, nel 1983, raggiunse la posizione 3 nella chart pop “a stelle e strisce”.
Umore del giorno: ok, vado a mangiare dopo lo sforzo di scrivere, ma so che non è certo fame nel senso vero della parola
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Io ho iniziato ad accorgermi di questa particolare coincidenza soprattutto dopo aver letto “Caos calmo”. E stasera scorrendo le canzoni degli anni ’80 leggo il titolo “Hungry like the wolf” dei Duran Duran: proprio come mi sento oggi pomeriggio, cioè affamato! Non sto certo a digiuno o a dieta. È quella fame che ti viene non per necessità, ma solo perché vuoi mettere qualcosa sotto i denti, per stress o per noia o semplicemente solo perché ne hai voglia! Ho fumato? No, non è fame chimica perchè non fumerò mai.
In ogni caso, leggendo il testo direi che non è neanche la mia fame quella della canzone.
“C'è buio nella città, la notte è come un filo elettrico / si spargono vapori nella metropolitana, la terra sta andando a fuoco / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do / donna tu mi vuoi, dammi un cenno / e senti il mio respiro anche se sei più indietro / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do. / Sento i piedi sul pavimento / sto cacciando, sono sopra di te / Emana odore il modo in cui mi muovo, sono perso tra la folla
e sono affamato come un lupo / cammino a gambe larghe su una linea, senza armonia e ritmo / sto cacciando sono sopra di te / la mia bocca si rianima con succhi come il vino / ed io sono affamato come un lupo. / Mi apposto nella foresta, sono troppo vicino per nascondermi / Ti aggredirò sotto la luce della luna / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do / Tanto sangue sta tamburellando sulla tua pelle, è veramente ricoperta / senti il mio cuore, sono solo ad un attimo da te / Do-do do do, do do do, do do do, do do do, do do. / Sento i piedi sul pavimento / sto cacciando, sono sopra di te / un profumo ed un suono, mi sono perso e mi sono ritrovato / e sono affamato come un lupo / avanzo impettito lungo la mia strada, è discorde e rimata / Io ululo e gemo, sono su di te / la mia bocca si rianima, io sto correndo / e sono affamato come un lupo. / Percorro velocissimo il pavimento, io mi libero dalla folla / sono a caccia, sono su di te.”
Eh no, non è certo fame da cibo quella della canzone. È “fame” di una donna.
Questa fu la prima canzone dei Duran Duran a riuscire davvero a sfondare a livello internazionale. Addirittura, per far conoscere il gruppo negli USA, MTV propose insistentemente la canzone, che l’anno successivo, nel 1983, raggiunse la posizione 3 nella chart pop “a stelle e strisce”.
Umore del giorno: ok, vado a mangiare dopo lo sforzo di scrivere, ma so che non è certo fame nel senso vero della parola
Restate in linea!
martedì 12 aprile 2011
Ali sull'oceano
"Vedo la Terra circondata da foschia. Mi sento bene. Com'è bello!" Non sono forse le parole più famose del mondo, ma sono uno dei più grandi passi in avanti dell'umanità!
Avete notato lo strano "doodle" di Google? Sì, l'immagine con la scritta Google nella home page del motore di ricerca! Bella, eh?! Se ve lo siete chiesti anche voi, si riferisce al primo viaggio nello spazio. Precisamente 50 anni fa, il russo Yuri Gagarin è il primo uomo a uscire dall'atmosfera terrestre e viaggiare nello spazio.
Per millenni l'uomo ha sognato di farlo, e nel 1951 il sogno diventa realtà. Per l'occasione, volevo giusto riflettere sui sogni. Mi sono già definito sognatore, ma nei sogni bisogna anche credere perchè credendoci diventeranno realtà.
Ho trovato su internet un libro interessante, che appena avrò tempo leggerò. E' un libro di Peter O'Connor che si chiama "Ali sull'oceano". Il libro racconta della storia di un'aquila che vive sulle montagne con altre aquile e, volendo vedere il tramonto sull'oceano, lascia la sua "famiglia" contro il loro volere e i pregiudizi che c'erano sull'oltrepassare le montagne e, dopo vari pericoli e difficoltà, si gode l'ambito paesaggio.
Di seguito vi riporto un bellissimo passaggio tratto dal libro trovato su internet.
"E’ meglio vivere un’ istante
piuttosto che trascinarsi nell’esistenza per una vita intera.
Ognuno può osare immaginare qualcosa di straordinario
ma pochi sono tanto straordinari
da osare di metterlo in pratica.
Coraggio è avere la forza di credere in te stesso,
quando nessun altro lo fa.
La liberta è una scelta che soltanto tu puoi fare:
tu sei legato dalle catene delle tue paure.
Non è mai una vera tragedia provare e fallire
perché prima o poi s’impara…
La tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.
Chi è convinto che una cosa sia impossibile
la troverà sempre fuori dalla sua portata,
chi invece crede che sia fattibile
troverà sempre una strada.
A volte il rischio più grande nella vita è non correre mai alcun rischio.
Aver paura dell’ignoto
solo per il fatto che esistono cose estranee a noi,
è confinarsi in una prigione più opprimente che troverai fra mura altissime.
Mentre noi possiamo orientare le nostre mosse verso un obiettivo comune,
ognuno di noi deve trovare la sua strada,
perché le risposte non possono essere trovate seguendo le orme di un’altra persona.
Il valore di ognuno non è definito dalle peculiarità fisiche o dall’apparenza
ma dai propri pensieri, dagli atti di volontà e dalle azioni.
Nella vita ti ritorna ciò che dai.
La fiducia, accordata in piena libertà, sarà ricompensata con la gentilezza.
La vita è carica di pericoli,
abbraccia le tue paure e fa quello che devi.
Non lasciare che esse ti distolgano dal vivere.
Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi sogni
perché c’è un’unica creatura che può fermarti,
e quella creatura sei tu.
Ricordati:
se pensi che sei sul punto di sbagliare, commetterai un errore.
Quale scopo orienta la tua vita?
E’ proprio tuo o di qualcun altro?
Quale prezzo sei disposto a pagare per raggiungere i tuoi obiettivi?
A volte non c’è altra scelta che andare avanti,
persino quando sembra che tu debba fallire,
però soltanto allora avrai una possibilità di successo.
Certe faccende vengono considerate impossibili, finché qualcuno non sfida la realtà,
ed è così che affiora una verità differente.
Devi provare a fare le tue scelte prima che qualcuno scelga per te.
Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
immagina ciò che puoi raggiungere quando sei tu a credere in te stesso."
L'uomo è sempre stato affascinato dalle stelle e dal voler andare nello spazio, e provandoci ci è riuscito. Ragionando nel nostro piccolo (ma volendo raggiungere la più bella e remota stella), l'unico impedimento è la paura. Ma se non tenti, come dice il brano all'inizio, non è vivere.
Mi riconosco molto nella poesia perchè ammetto di lasciarmi rinchiudere nella prigione delle paure e di fare poco per uscire. Coraggio, coraggio solo serve perchè se sbagli, impari e cresci, ma se vai bene, la stella si avvicina molto!
Umore del giorno: convinto del mio valore, come lo definisce il testo
Restate in linea!
Avete notato lo strano "doodle" di Google? Sì, l'immagine con la scritta Google nella home page del motore di ricerca! Bella, eh?! Se ve lo siete chiesti anche voi, si riferisce al primo viaggio nello spazio. Precisamente 50 anni fa, il russo Yuri Gagarin è il primo uomo a uscire dall'atmosfera terrestre e viaggiare nello spazio.
Per millenni l'uomo ha sognato di farlo, e nel 1951 il sogno diventa realtà. Per l'occasione, volevo giusto riflettere sui sogni. Mi sono già definito sognatore, ma nei sogni bisogna anche credere perchè credendoci diventeranno realtà.
Ho trovato su internet un libro interessante, che appena avrò tempo leggerò. E' un libro di Peter O'Connor che si chiama "Ali sull'oceano". Il libro racconta della storia di un'aquila che vive sulle montagne con altre aquile e, volendo vedere il tramonto sull'oceano, lascia la sua "famiglia" contro il loro volere e i pregiudizi che c'erano sull'oltrepassare le montagne e, dopo vari pericoli e difficoltà, si gode l'ambito paesaggio.
Di seguito vi riporto un bellissimo passaggio tratto dal libro trovato su internet.
"E’ meglio vivere un’ istante
piuttosto che trascinarsi nell’esistenza per una vita intera.
Ognuno può osare immaginare qualcosa di straordinario
ma pochi sono tanto straordinari
da osare di metterlo in pratica.
Coraggio è avere la forza di credere in te stesso,
quando nessun altro lo fa.
La liberta è una scelta che soltanto tu puoi fare:
tu sei legato dalle catene delle tue paure.
Non è mai una vera tragedia provare e fallire
perché prima o poi s’impara…
La tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.
Chi è convinto che una cosa sia impossibile
la troverà sempre fuori dalla sua portata,
chi invece crede che sia fattibile
troverà sempre una strada.
A volte il rischio più grande nella vita è non correre mai alcun rischio.
Aver paura dell’ignoto
solo per il fatto che esistono cose estranee a noi,
è confinarsi in una prigione più opprimente che troverai fra mura altissime.
Mentre noi possiamo orientare le nostre mosse verso un obiettivo comune,
ognuno di noi deve trovare la sua strada,
perché le risposte non possono essere trovate seguendo le orme di un’altra persona.
Il valore di ognuno non è definito dalle peculiarità fisiche o dall’apparenza
ma dai propri pensieri, dagli atti di volontà e dalle azioni.
Nella vita ti ritorna ciò che dai.
La fiducia, accordata in piena libertà, sarà ricompensata con la gentilezza.
La vita è carica di pericoli,
abbraccia le tue paure e fa quello che devi.
Non lasciare che esse ti distolgano dal vivere.
Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi sogni
perché c’è un’unica creatura che può fermarti,
e quella creatura sei tu.
Ricordati:
se pensi che sei sul punto di sbagliare, commetterai un errore.
Quale scopo orienta la tua vita?
E’ proprio tuo o di qualcun altro?
Quale prezzo sei disposto a pagare per raggiungere i tuoi obiettivi?
A volte non c’è altra scelta che andare avanti,
persino quando sembra che tu debba fallire,
però soltanto allora avrai una possibilità di successo.
Certe faccende vengono considerate impossibili, finché qualcuno non sfida la realtà,
ed è così che affiora una verità differente.
Devi provare a fare le tue scelte prima che qualcuno scelga per te.
Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
immagina ciò che puoi raggiungere quando sei tu a credere in te stesso."
L'uomo è sempre stato affascinato dalle stelle e dal voler andare nello spazio, e provandoci ci è riuscito. Ragionando nel nostro piccolo (ma volendo raggiungere la più bella e remota stella), l'unico impedimento è la paura. Ma se non tenti, come dice il brano all'inizio, non è vivere.
Mi riconosco molto nella poesia perchè ammetto di lasciarmi rinchiudere nella prigione delle paure e di fare poco per uscire. Coraggio, coraggio solo serve perchè se sbagli, impari e cresci, ma se vai bene, la stella si avvicina molto!
Umore del giorno: convinto del mio valore, come lo definisce il testo
Restate in linea!
sabato 9 aprile 2011
Nothin' but a good time
Che stanchezza! Gran parte del giorno l’ho passata ad aiutare mio padre in campagna e ora sono distrutto! Appena arrivato a casa, ho fatto una scorpacciata di frutta e, dopo la doccia, ho iniziato a sentire l’album di un violinista bravissimo. Si chiama David Garrett. Suona brani di musica classica o anche recenti col violino, e a volte si fa accompagnare con altri strumenti.
È davvero stupendo, soprattutto per me che adoro il suono del violino. Consiglio di ascoltarlo, anche giusto un brano per curiosità!
Venendo alla canzone di oggi, non avevo idee su cosa postare. A caso ho aperto la cartella con le canzoni e mi è spuntata “Nothin’ but a good time” dei Poison.
Abbiamo già sentito i Poison nella canzone “Every rose has is thorn”. Ora, però, cambiamo il registro, e invece di sentire una canzone romantica ne sentiamo una su una pausa di riflessione.
La traduzione su internet non l’ho trovata, la stavo iniziando a fare ma la trovavo debole in alcune frasi e, quindi, l’ho abbandonata. Posso, però, spiegarvi a storia: è un ragazzo sempre a corto di soldi che dice alla ragazza di prolungare la loro pausa perché ciò che vuole lui per quel momento è solo divertimento.
Vedete il video:
Anche io vorrei solo divertimento. Non lascerei in pausa nessuna ragazza (perchè non ne ho), ma lascerei i libri a prendere la polvere per molto tempo!
Umore del giorno: non riesco neanche a pensarlo per la stanchezza!
Restate in linea!
È davvero stupendo, soprattutto per me che adoro il suono del violino. Consiglio di ascoltarlo, anche giusto un brano per curiosità!
Venendo alla canzone di oggi, non avevo idee su cosa postare. A caso ho aperto la cartella con le canzoni e mi è spuntata “Nothin’ but a good time” dei Poison.
Abbiamo già sentito i Poison nella canzone “Every rose has is thorn”. Ora, però, cambiamo il registro, e invece di sentire una canzone romantica ne sentiamo una su una pausa di riflessione.
La traduzione su internet non l’ho trovata, la stavo iniziando a fare ma la trovavo debole in alcune frasi e, quindi, l’ho abbandonata. Posso, però, spiegarvi a storia: è un ragazzo sempre a corto di soldi che dice alla ragazza di prolungare la loro pausa perché ciò che vuole lui per quel momento è solo divertimento.
Vedete il video:
Anche io vorrei solo divertimento. Non lascerei in pausa nessuna ragazza (perchè non ne ho), ma lascerei i libri a prendere la polvere per molto tempo!
Umore del giorno: non riesco neanche a pensarlo per la stanchezza!
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lunedì 4 aprile 2011
Sono stato in cima alla montagna
Il 3 aprile 1968 Martin Luther King, arrivato a Memphis e fatto un discorso nel Mason Temple di Memphis a sostegno dei lavoratori che scioperarono per condizioni igieniche migliori, andò in hotel. Uscì solo per prendere delle foto, e quell’uscita gli fu fatale.
Una persona non ancora identificata gli sparò. Martina resistette fino al giorno dopo, dopodiché morì.
Ho sempre ammirato la figura di Martin Luther King e qualche volta l’ho citato in questo blog. Adesso vorrei riportare il suo ultimo discorso: "I've been to the mountaintop". So che è lungo, ma con pazienza, non potrete che apprezzarlo!
“Grazie molte, amici miei. Ascoltando Ralph Abernathy nella sua eloquente e generosa introduzione e pensando tra me e me, mi chiedevo di chi stesse parlando. E' sempre bello che il tuo amico più intimo e tuo collega dica qualcosa di buono di te. E Ralph è il migliore amico che io abbia al mondo. Sono felice di vedere ognuno di voi questa sera nonostante minacci un temporale. Questo dimostra che intendete andare avanti comunque. A Memphis sta succedendo qualcosa; nel mondo sta succedendo qualcosa.
Dovete sapere che se mi trovassi all'inizio del tempo, con la possibilità di avere una visione generale e panoramica dell'intera storia umana, e l'onnipotente mi dicesse: «M. L. King, in che epoca vorresti vivere?», io incomincerei col pensiero un viaggio attraverso l'Egitto, o piuttosto il Mar Rosso, attraverso il deserto fino alla Terra Promessa. Ma nonostante il suo splendore non mi ci fermerei. Mi dirigerei verso la Grecia, e porterei il mio pensiero al Monte Olimpo. E vedrei Platone, Aristotele, Socrate, Euripide e Aristofane riuniti attorno al Partenone a discutere delle grandi ed eterne questioni della realtà.
Ma non mi ci fermerei. Procederei, fino al momento più alto dell'Impero Romano. E vedrei lo svolgersi degli eventi, sotto vari imperatori e condottieri. Ma non mi ci fermerei. Procederei verso gli anni del Rinascimento e darei un rapido sguardo a tutto ciò che il Rinascimento ha fatto per la vita culturale ed estetica dell'uomo. Ma non mi ci fermerei. E proseguirei verso il luogo in cui viveva l'uomo di cui porto il nome. E vedrei Martin Lutero che affigge le sue novantacinque tesi alla porta della Chiesa a Wittenberg.
Ma non mi ci fermerei. Proseguirei fino al 1863 per vedere un esitante presidente che risponde al nome di Abraham Lincoln giungere finalmente alla decisione di firmare il Proclama sull'Emancipazione. Ma non mi ci fermerei, e procederei fino ai primi anni Trenta di questo secolo, per vedere un uomo alle prese con il problema della bancarotta del suo paese. E griderei con forza che non abbiamo nulla di cui avere paura, se non della paura stessa.
Ma non mi ci fermerei. Cosa strana, mi volgerei verso l'Onnipotente e direi: «Se mi permetterai di vivere solo pochi anni nella seconda metà del XX secolo, io sarò felice». Ora questa è una ben strana richiesta, perché il mondo è in un grande caos. Il paese è malato. Il problema è nella nazione stessa. C'è confusione ovunque. E' una ben strana richiesta. Ma io so, in qualche modo, che si possono vedere le stelle solo quando è abbastanza buio. E vedo Dio operare in questo periodo del XX secolo nel modo in cui gli uomini, in maniera inconsueta, stanno rispondendo. Nel nostro mondo sta accadendo qualcosa. Le masse si stanno levando. E dovunque oggi si radunino, a Johannesburg, in Sud Africa; a Nairobi, nel Kenya; ad Accra, nel Ghana; a New York; ad Atlanta, nella Georgia; a Jackson, nel Mississippi; o a Memphis, nel Tennessee, il grido è sempre lo stesso: «Vogliamo essere liberi».
E un'altra ragione per la quale sono felice di vivere in questo periodo è che ci troviamo a dover affrontare i problemi che gli uomini hanno cercato di affrontare per tutta la loro storia ma non sono mai stati costretti a farlo. E' l'esigenza di sopravvivere che ci costringe ad affrontarli. Gli uomini, da anni, parlano di guerra e di pace. Ma ora, non possono più solo parlarne. In questo momento non si sceglie più tra violenza e non violenza; ma tra non violenza e non esistenza.
Questo è il punto in cui ci troviamo oggi. E anche nella rivoluzione per i diritti umani, se non viene fatto qualcosa, e bisogna farlo in fretta, per portare la gente di colore di tutto il mondo fuori dai loro lunghi anni di povertà, dai loro lunghi anni di offesa e di sfruttamento, il mondo intero è condannato. Ed è per questo che sono felice che Dio mi abbia permesso di vivere in questa epoca, di vedere ciò che mi si sta mostrando. E sono felice che mi abbia permesso di essere qui a Memphis.
Ricordo, ricordo quando i negri gironzolavano, come ci ha detto Ralph, ed erano sempre lì a grattarsi dove non gli prudeva, e a ridere anche se non veniva fatto loro il solletico. Ma quei giorni sono finiti. Ora parliamo di cose serie, e siamo decisi ad ottenere il posto che ci spetta nel mondo di Dio.
E' di questo che si tratta. Non stiamo protestando contro qualcosa o qualcuno. Noi diciamo che siamo decisi ad essere gli uomini che siamo. Siamo decisi ad essere persone.
Stiamo dicendo che anche noi siamo figli di Dio. E che non dobbiamo vivere in questo modo in cui ci si costringe a vivere.
Ora, che cosa significa tutto questo, in questo grande periodo della storia? Significa che dobbiamo restare insieme. Dobbiamo restare insieme e restare uniti. Bisogna sapere che ogni volta che il Faraone intendeva prolungare il periodo della schiavitù in Egitto, aveva una sua formula prediletta. Qual era questa formula? Faceva combattere fra di loro gli schiavi. Ma ogni volta che gli schiavi si uniscono accade qualcosa alla corte del Faraone, ed egli non riesce più a tenere gli schiavi in schiavitù. Quando gli schiavi si uniscono, allora incominciano a liberarsi dalla schiavitù. Perciò restiamo uniti.
In secondo luogo affrontiamo i problemi là dove sono. Il problema è l'ingiustizia. Il problema è il rifiuto della città di Memphis di trattare con giustizia ed onestà i suoi lavoratori della nettezza urbana. Ora, dobbiamo qui fermare la nostra attenzione. E' sempre questo il problema quando c'è anche solo un po' di violenza. Sapete quel che è accaduto l'altro giorno; e la stampa ha solo parlato delle vetrine rotte. Ho letto gli articoli. Assai di rado hanno detto che mille e trecento lavoratori erano in sciopero, e che la amministrazione della città li tratta iniquamente e che il sindaco Loeb avrebbe bisogno di farsi vedere da un dottore. Di questo non hanno parlato.
Ora, noi scenderemo di nuovo per le strade, lo dobbiamo fare, per ridare alla questione la sua giusta prospettiva. E obbligare tutti a rendersi conto che qui ci sono milletrecento figli di Dio che soffrono, che a volte hanno fame, che attraversano notti buie e terribili chiedendosi come tutto questo si risolverà. Ecco. Dobbiamo dire al paese: sappiamo come si risolverà. Perché quando la gente lotta per quello che è giusto ed è disposta a sacrificarsi per la giustizia, non c'è modo di impedire la vittoria.
Non permetteremo in alcun modo ai manganelli di fermarci. In questo nostro movimento non violento siamo dei maestri nel disarmare la polizia. I poliziotti non sanno che cosa fare. L'ho visto spesso. Ricordo a Birmingham, in Alabama, quand'eravamo impegnati in quella maestosa battaglia, uscivamo giorno dopo giorno dalla chiesa battista della 16esima strada, uscivamo a centinaia. E Bull Connor diceva ai poliziotti di sguinzagliare i cani e i cani venivano sguinzagliati; ma noi semplicemente affrontavamo i cani cantando: «Non permetterò a nessuno di farmi tornare indietro». E poi Bull Connor diceva: «Aprite gli idranti». E, come vi dicevo l'altra sera, Bull Connor non conosceva la storia. Lui conosceva una certa fisica che, chissà come, non aveva alcun rapporto con la transfisica che noi conoscevamo bene. In noi c'era un certo fuoco che nessuna acqua sarebbe riuscita a spegnere. E affrontavamo gli idranti; e conoscevamo l'acqua. Se eravamo battisti o di altre confessioni, vi eravamo stati immersi. Se eravamo metodisti o altro, ne eravamo stati spruzzati, ma l'acqua la conoscevamo bene.
Non ci poteva fermare. E affrontavamo i cani e li guardavamo; e affrontavamo gli idranti, e li guardavamo, e continuavamo semplicemente a cantare: «Sopra il mio capo vedo nell'aria la libertà». E allora ci gettavano nei cellulari, e a volte vi eravamo ammassati come sardine in scatola. E ci gettavano dentro i cellulari e il vecchio Bull diceva: «Portateli via», e ci portavano via; e noi entravamo semplicemente nei cellulari cantando: "We shall overcome", vinceremo. E ogni tanto andavamo in prigione, e vedevamo i carcerieri che ci guardavano e che si commuovevano alle nostre preghiere, e che si commuovevano alle nostre parole e ai nostri canti. E c'era allora una forza contro la quale Bull Connor non riusciva a reagire e fu così che finimmo per trasformare Bull, il toro, in un manzo, e vincemmo così la battaglia di Birmingham.
Ed ora dovremo procedere allo stesso modo anche a Memphis. Chiedo a voi di essere con noi lunedì. Ed ora la questione delle ingiunzioni: abbiamo ricevuto un'ingiunzione e domattina andremo in tribunale per combattere contro questa ingiunzione illegale e incostituzionale; tutto quello che diciamo all'America è: «Rispettate quello che sta scritto». Se fossimo in Cina o perfino in Russia, o in qualche altro paese totalitario, forse capirei se venissero negati certi privilegi basilari garantiti dal Primo Emendamento, perché in quei paesi non hanno assunto questi obblighi. Però io ho letto da qualche parte del diritto di assemblea. Ho letto da qualche parte della libertà di parola. Ho letto da qualche parte della libertà di stampa. Ho letto da qualche parte che la grandezza dell'America sta nel diritto di chiedere giustizia. E quindi, proprio come ho detto, non permetteremo ad alcuna ingiunzione di farci cambiare strada. Noi proseguiremo.
Abbiamo bisogno di tutti voi. E dovete sapere che è bellissimo per me vedere tutti questi ministri del Vangelo. E' un'immagine meravigliosa. Chi meglio di un predicatore potrebbe esprimere i desideri e le aspirazioni della gente? Il predicatore deve per così dire essere come Amos e proclamare: «Che la giustizia scorra come l'acqua e il diritto come un fiume possente». Il predicatore deve dire con Gesù: «Lo spirito del Signore è su di me, perché mi ha consacrato ad occuparmi dei problemi dei poveri».
E io voglio dire parole di lode per i predicatori, a partire da questi nobili spiriti: James Lawson, che lotta da molti anni; per questa lotta è stato in prigione, ma persiste per i diritti dei suoi. Il reverendo Ralph Jackson, Billy Kiles; potrei continuare con questa lista, ma il tempo non me lo permette. Ma li voglio ringraziare tutti. E voglio che voi li ringraziate, perché spesso i predicatori non pensano altro che a se stessi. E mi rallegra sempre vedere dei preti che fanno il loro dovere.
Va benissimo parlare di «lunghe tuniche bianche laggiù» in tutto il suo simbolismo. Ma la gente in fondo vuole vestiti e abiti e scarpe che si possano portare qui. Va benissimo parlare di «strade in cui scorrono latte e miele»; Dio però ci ha comandato di preoccuparci dei derelitti che abbiamo con noi, dei suoi figli che non possono fare tre pasti al giorno. Va benissimo parlare della nuova Gerusalemme, ma un giorno il predicatore del Signore dovrà ben parlare della nuova New York, della nuova Atlanta, della nuova Philadelphia, della nuova Los Angeles, della nuova Memphis. E' questo che dobbiamo fare.
Ora, l'altra cosa che dobbiamo fare è questa: legare sempre la nostra azione diretta pubblica alla forza del boicottaggio economico. Ora noi, individualmente, siamo poveri, siamo poveri se ci paragoniamo alla società bianca d'America. Siamo poveri. Ma non dimenticatevi che collettivamente, vale a dire tutti insieme, collettivamente, siamo più ricchi di tutte le nazioni del mondo, ad eccezione di nove. Ci avevate mai pensato? Dopo che avete tolto gli Stati Uniti, le Repubbliche Sovietiche, la Gran Bretagna, la Germania Occidentale, la Francia, e potrei nominare gli altri paesi, i negri collettivamente sono più ricchi della maggior parte delle nazioni del mondo. Abbiamo un reddito annuale di oltre 30 miliardi di dollari, che è maggiore di tutte le esportazioni degli Stati Uniti, ed è maggiore del bilancio nazionale canadese. Lo sapevate? Ecco questo è potere, se lo sapete mettere insieme.
Non dobbiamo discutere con nessuno. Non dobbiamo imprecare e girare per le strade insultando la gente. Non abbiamo bisogno di mattoni e bombe, non abbiamo bisogno di bombe Molotov, dobbiamo solo andare in questi negozi e da queste grandi industrie del nostro paese, e dire: «Dio ci ha mandati qui per dirvi che non state trattando correttamente i suoi figli. E noi siamo venuti qui per chiedervi che il primo punto all'ordine del giorno sia che trattiate onestamente i figli di Dio. Ora, se non siete pronti a questo anche noi abbiamo un ordine del giorno da seguire. E il nostro ordine del giorno dice di boicottarvi economicamente».
E quindi vi chiediamo questa sera di uscire di qui e di dire ai vostri vicini di non comprare Coca-Cola a Memphis. Andate e dite loro di non comprare il latte Sealtest. Dite loro di non comprare - come si chiama quel tipo di pane... - il Wonder Bread. E qual è quell'altro panificio, Jesse? Dite loro di non comprare il pane di Hart. Come diceva Jesse Jackson poco fa, solo gli spazzini finora hanno sofferto, ora dobbiamo ridistribuire la sofferenza. Abbiamo scelto queste aziende perché non sono state oneste nell'assunzione del personale e le abbiamo scelte perché possano dire che daranno il loro contributo per i bisogni e i diritti di questi lavoratori che sono in sciopero. E che possano andare a dire al sindaco Loeb di fare ciò che è giusto.
E non solo questo; dobbiamo rafforzare le istituzioni dei negri. Vi chiedo di prelevare il vostro denaro dalle banche della città e di depositarlo alla Tri-State Bank. Vogliamo una protesta contro le banche di Memphis. Perciò andate alla Cassa di Risparmio e Prestito. Non vi sto chiedendo di fare cose che non facciamo noi stessi della Southern Christian Leadership Conference. Il giudice Hooks ed altri vi diranno che abbiamo un conto nella Cassa di Risparmio e Prestito, noi della Southern Christian Leadership Conference. Vi chiediamo solo di fare quello che noi facciamo. Metteteci anche il vostro denaro. A Memphis avete sei o sette compagnie di assicurazione negre. Portateci la vostra assicurazione. Vogliamo una protesta anche contro le società di assicurazione.
Ora, queste sono alcune delle cose pratiche che possiamo fare. Vogliamo incominciare a creare una base economica più grande. E allo stesso tempo toccare i punti dolenti. Vi chiedo di seguire questi consigli.
Ora, mentre mi avvio alla conclusione, permettetemi di dire che dobbiamo impegnarci in questa lotta fino alla fine. Niente sarebbe più tragico che fermarsi a questo punto qui a Memphis. Dobbiamo vedere oltre. E quando scenderemo per le strade, sarà necessario che voi ci siate. Dovete interessarvi del vostro fratello. Forse non scenderete in sciopero. Ma o ci salviamo insieme, o affondiamo insieme.
Mettiamo in pratica una sorta di altruismo pericoloso. Un giorno un uomo andò da Gesù; gli voleva porre alcune domande su alcune questioni fondamentali della vita. A un certo punto volle mettere in imbarazzo Gesù e dimostrargli che lui sapeva più di quanto Gesù sapesse, e metterlo in difficoltà. Ora, la sua domanda avrebbe potuto benissimo diventare una discussione filosofico-teologica. Ma Gesù tiro giù immediatamente la domanda da mezz'aria, e la collocò ad una curva pericolosa sulla strada tra Gerusalemme e Gerico. E parlò di un certo uomo che era stato assalito da alcuni ladri. Vi ricorderete che un levita e un sacerdote gli passarono vicino dall'altra parte della strada. Non si fermarono ad aiutarlo. E alla fine passò un uomo di un'altra razza. Scese dalla sua bestia e decise di non mostrare la sua pietà per procura, ma direttamente, e soccorse ed aiutò l'uomo che aveva bisogno di lui. Gesù concluse dicendo che costui era un uomo buono, era un uomo grande, perché aveva avuto la capacità di proiettare l'«io» nel «tu» e di sentire compassione per il suo fratello. Ora, come sapete, cerchiamo spesso di immaginare perché il sacerdote e il levita non si fermarono. A volte diciamo che dovevano andare in chiesa ad una assemblea importante e che dovevano andare fino a Gerusalemme e che non volevano arrivare in ritardo. Altre volte argomentiamo che esisteva una norma secondo la quale «una persona impegnata in cerimonie religiose non poteva toccare un corpo umano a partire da ventiquattro ore prima della cerimonia stessa». E certe volte invece incominciamo a chiederci se per caso non stessero andando a Gerusalemme o a Gerico per organizzare un comitato per il miglioramento della viabilità. E' possibile. Forse ritenevano meglio affrontare il problema alla sua radice, piuttosto che lasciarsi impantanare in un caso di spicciolo impegno individuale.
Ma voglio dirvi quello che mi dice la mia immaginazione. E' ben possibile che questi uomini avessero paura. Bisogna capire che la strada di Gerico è pericolosa. Ricordo quando mia moglie ed io andammo la prima volta a Gerusalemme. Affittiamo un'automobile e andammo da Gerusalemme fino a Gerico. E non appena ci trovammo per strada dissi a mia moglie: «Capisco adesso perché Gesù abbia usato questa strada per la sua parabola. E' una strada tortuosa, piena di curve. E' proprio un invito ai predoni. Partì da Gerusalemme, che è circa 1200 miglia, anzi a 1200 piedi sul livello del mare. E prima di arrivare a Gerico, quindici o venti minuti dopo, ti trovi a 2200 piedi sotto il livello del mare. E' una strada pericolosa. Al tempo di Gesù si era guadagnata il nome di «la via del sangue». E dovete sapere che è possibile che il sacerdote e il levita gettassero lo sguardo verso l'uomo sulla strada e si chiedessero se i banditi si trovassero ancora nelle vicinanze. Oppure è possibile che ritenessero che l'uomo steso a terra stesse solo fingendo. Che stesse comportandosi come uno che fosse stato derubato e ferito così da attirarli e intrappolarli e derubarli senza troppi problemi. E quindi la prima domanda che il levita si pose fu: «Se mi fermo ad aiutare quest'uomo, a me che cosa succederà?». Ma si accostò il buon samaritano. E lui capovolse la domanda: «Se non mi fermo ad aiutare quest'uomo, che cosa succederà a lui?».
E' questa la domanda che sta davanti a voi questa sera. Non «Se mi fermo ad aiutare i lavoratori della nettezza urbana, non avrò più il tempo che devo dedicare ogni giorno ed ogni settimana alla mia funzione di pastore». La domanda non è: «Se mi fermo ad aiutare quest'uomo che ne ha bisogno, che cosa succederà a me?». «Se non mi fermo ad aiutare i lavoratori della nettezza urbana, che cosa succederà a loro?». Questa è la domanda.
Leviamoci in piedi, questa sera, con maggiore prontezza. Restiamo in piedi con maggiore determinazione. E procediamo in queste giornate così importanti, in queste giornate di sfida perché l'America sia quello che dovrebbe essere. Abbiamo l'opportunità di fare dell'America un paese migliore. E, ancora una volta, voglio ringraziare il Signore per avermi permesso di essere qui con voi.
Dovete sapere che un certo numero di anni fa mi trovavo a New York a firmare il primo libro che avevo scritto. E mentre me ne stavo là a scrivere il mio autografo, mi si accostò una donna negra fuori di sé. La sola domanda che le udii pronunciare fu: «E' lei Martin Luther King?».
Io avevo gli occhi bassi sul libro mentre scrivevo e risposi di sì. E un attimo dopo sentii qualcosa che mi pulsava in petto. Prima che ne fossi consapevole ero stato pugnalato da questa donna. Mi portarono in fretta e furia allo Harlem Hospital. Era un buio sabato pomeriggio. E la lama era penetrata ben dentro, e ai raggi x si vide che la punta della lama era proprio a contatto della mia aorta, l'arteria principale. E se questa viene perforata, uno annega nel suo stesso sangue, è la fine. Venne pubblicato sul "New York Times" del mattino dopo che se avessi anche solo starnutito sarei morto. Bene, circa quattro giorni dopo l'operazione, quando era stato aperto il torace, e tolta la lama, mi permisero di circolare per l'ospedale su una sedia a rotelle. Mi permisero di leggere parte della posta che arrivava da tutti gli stati, e da tutto il mondo mi giunsero lettere gentili. Ne lessi alcune, ma ce n'è una che non dimenticherò mai. Ne avevo ricevuta una dal Presidente e dal vice Presidente. Ho dimenticato che cosa dicessero quei telegrammi. Avevo ricevuto una visita e una lettera del Governatore di New York, ma ho dimenticato quello che la lettera diceva. Ma ci fu un'altra lettera che veniva da una bambina, una ragazzina che studiava alla White Plains High School e guardai quella lettera e non la dimenticherò più. Diceva semplicemente: «Anche se non dovrebbe avere importanza, vorrei solo dire che sono una ragazza bianca. Ho letto sul giornale della tua disgrazia, e della tua sofferenza. E ho letto che se avessi starnutito, saresti morto. E voglio solo scriverti che sono molto contenta che tu non abbia starnutito».
E stasera voglio dirvi che sono felice di non avere starnutito. Perché se lo avessi fatto non sarei stato qui nel 1960, quando gli studenti di tutto il Sud incominciarono il loro sit-in nei ristoranti. E io sapevo che mentre stavano seduti inerti nei loro sit-in, stavano in realtà marciando per il sogno americano. E riportavano l'intera nazione a quelle fonti della democrazia che erano state messe allo scoperto dai Padri Fondatori nella Dichiarazione di Indipendenza e nella Costituzione. Se avessi starnutito, non avrei vissuto nel 1962 quando i negri di Albany, in Georgia, decisero di alzare la schiena. E ogni volta che gli uomini e le donne alzano la schiena ottengono qualcosa, perché non si sale in groppa ad uno che sta in piedi. Se avessi starnutito non avrei visto il 1963, quando i negri di Birmingham, in Alabama, risvegliarono la coscienza di questo paese, e fecero applicare la Dichiarazione dei Diritti Civili. Se avessi starnutito, non avrei avuto la possibilità, nell'agosto di quello stesso anno, di raccontare all'America il sogno che avevo fatto. Se avessi starnutito non avrei potuto vedere il grande sommovimento di Selma, in Alabama. Se avessi starnutito, non sarei stato qui a Memphis e non avrei visto il sostegno della comunità a questi fratelli e sorelle che soffrono. Sono molto felice di non aver starnutito.
Mi dicevano che adesso non importa più. Ed è vero, ora non importa più. Ho lasciato Atlanta questa mattina, e mentre eravamo pronti sull'aereo, eravamo in sei, il pilota ha detto all'altoparlante: «Ci scusiamo del ritardo, ma abbiamo a bordo il dottor Martin Luther King. E per essere sicuri che tutti i bagagli fossero controllati adeguatamente e per accertarci che non ci fossero guasti o inconvenienti all'aereo, abbiamo dovuto controllare tutto con grande attenzione. E abbiamo tenuto sotto controllo l'aereo per tutta la notte».
E poi sono arrivato a Memphis. E qualcuno ha cominciato a riferirmi delle minacce, a parlare delle minacce che erano state fatte. Che cosa mi potrebbe venire da qualcuno di questi nostri fratelli bianchi?
Bene, non so ora che cosa accadrà. Abbiamo dei giorni difficili davanti a noi. Ma ora non importa. Perché sono stato sulla cima della montagna. E non mi interessa. Come tutti vorrei vivere una lunga vita. La longevità ha la sua importanza. Ma questo, adesso, non mi interessa. Voglio solo fare il volere di Dio. E Dio mi ha permesso di salire sulla montagna. E di là ho guardato. E ho visto la Terra Promessa. Forse non ci arriverò insieme a voi. Ma voglio che questa sera voi sappiate che noi, come popolo, arriveremo alla Terra Promessa. E questa sera sono felice. Non ho paura di nulla. Non ho paura di alcun uomo. I miei occhi hanno visto la gloria del Signore che viene.”
Che carisma! Voglio sentire il modo di come pronuncia queste parole, anche se non capirò le parole!
Umore del giorno: sofferenza per il caldo a parte, il fervore di questo discorso mi ha messo l’umore a mille!
Restate in linea!
Una persona non ancora identificata gli sparò. Martina resistette fino al giorno dopo, dopodiché morì.
Ho sempre ammirato la figura di Martin Luther King e qualche volta l’ho citato in questo blog. Adesso vorrei riportare il suo ultimo discorso: "I've been to the mountaintop". So che è lungo, ma con pazienza, non potrete che apprezzarlo!
“Grazie molte, amici miei. Ascoltando Ralph Abernathy nella sua eloquente e generosa introduzione e pensando tra me e me, mi chiedevo di chi stesse parlando. E' sempre bello che il tuo amico più intimo e tuo collega dica qualcosa di buono di te. E Ralph è il migliore amico che io abbia al mondo. Sono felice di vedere ognuno di voi questa sera nonostante minacci un temporale. Questo dimostra che intendete andare avanti comunque. A Memphis sta succedendo qualcosa; nel mondo sta succedendo qualcosa.
Dovete sapere che se mi trovassi all'inizio del tempo, con la possibilità di avere una visione generale e panoramica dell'intera storia umana, e l'onnipotente mi dicesse: «M. L. King, in che epoca vorresti vivere?», io incomincerei col pensiero un viaggio attraverso l'Egitto, o piuttosto il Mar Rosso, attraverso il deserto fino alla Terra Promessa. Ma nonostante il suo splendore non mi ci fermerei. Mi dirigerei verso la Grecia, e porterei il mio pensiero al Monte Olimpo. E vedrei Platone, Aristotele, Socrate, Euripide e Aristofane riuniti attorno al Partenone a discutere delle grandi ed eterne questioni della realtà.
Ma non mi ci fermerei. Procederei, fino al momento più alto dell'Impero Romano. E vedrei lo svolgersi degli eventi, sotto vari imperatori e condottieri. Ma non mi ci fermerei. Procederei verso gli anni del Rinascimento e darei un rapido sguardo a tutto ciò che il Rinascimento ha fatto per la vita culturale ed estetica dell'uomo. Ma non mi ci fermerei. E proseguirei verso il luogo in cui viveva l'uomo di cui porto il nome. E vedrei Martin Lutero che affigge le sue novantacinque tesi alla porta della Chiesa a Wittenberg.
Ma non mi ci fermerei. Proseguirei fino al 1863 per vedere un esitante presidente che risponde al nome di Abraham Lincoln giungere finalmente alla decisione di firmare il Proclama sull'Emancipazione. Ma non mi ci fermerei, e procederei fino ai primi anni Trenta di questo secolo, per vedere un uomo alle prese con il problema della bancarotta del suo paese. E griderei con forza che non abbiamo nulla di cui avere paura, se non della paura stessa.
Ma non mi ci fermerei. Cosa strana, mi volgerei verso l'Onnipotente e direi: «Se mi permetterai di vivere solo pochi anni nella seconda metà del XX secolo, io sarò felice». Ora questa è una ben strana richiesta, perché il mondo è in un grande caos. Il paese è malato. Il problema è nella nazione stessa. C'è confusione ovunque. E' una ben strana richiesta. Ma io so, in qualche modo, che si possono vedere le stelle solo quando è abbastanza buio. E vedo Dio operare in questo periodo del XX secolo nel modo in cui gli uomini, in maniera inconsueta, stanno rispondendo. Nel nostro mondo sta accadendo qualcosa. Le masse si stanno levando. E dovunque oggi si radunino, a Johannesburg, in Sud Africa; a Nairobi, nel Kenya; ad Accra, nel Ghana; a New York; ad Atlanta, nella Georgia; a Jackson, nel Mississippi; o a Memphis, nel Tennessee, il grido è sempre lo stesso: «Vogliamo essere liberi».
E un'altra ragione per la quale sono felice di vivere in questo periodo è che ci troviamo a dover affrontare i problemi che gli uomini hanno cercato di affrontare per tutta la loro storia ma non sono mai stati costretti a farlo. E' l'esigenza di sopravvivere che ci costringe ad affrontarli. Gli uomini, da anni, parlano di guerra e di pace. Ma ora, non possono più solo parlarne. In questo momento non si sceglie più tra violenza e non violenza; ma tra non violenza e non esistenza.
Questo è il punto in cui ci troviamo oggi. E anche nella rivoluzione per i diritti umani, se non viene fatto qualcosa, e bisogna farlo in fretta, per portare la gente di colore di tutto il mondo fuori dai loro lunghi anni di povertà, dai loro lunghi anni di offesa e di sfruttamento, il mondo intero è condannato. Ed è per questo che sono felice che Dio mi abbia permesso di vivere in questa epoca, di vedere ciò che mi si sta mostrando. E sono felice che mi abbia permesso di essere qui a Memphis.
Ricordo, ricordo quando i negri gironzolavano, come ci ha detto Ralph, ed erano sempre lì a grattarsi dove non gli prudeva, e a ridere anche se non veniva fatto loro il solletico. Ma quei giorni sono finiti. Ora parliamo di cose serie, e siamo decisi ad ottenere il posto che ci spetta nel mondo di Dio.
E' di questo che si tratta. Non stiamo protestando contro qualcosa o qualcuno. Noi diciamo che siamo decisi ad essere gli uomini che siamo. Siamo decisi ad essere persone.
Stiamo dicendo che anche noi siamo figli di Dio. E che non dobbiamo vivere in questo modo in cui ci si costringe a vivere.
Ora, che cosa significa tutto questo, in questo grande periodo della storia? Significa che dobbiamo restare insieme. Dobbiamo restare insieme e restare uniti. Bisogna sapere che ogni volta che il Faraone intendeva prolungare il periodo della schiavitù in Egitto, aveva una sua formula prediletta. Qual era questa formula? Faceva combattere fra di loro gli schiavi. Ma ogni volta che gli schiavi si uniscono accade qualcosa alla corte del Faraone, ed egli non riesce più a tenere gli schiavi in schiavitù. Quando gli schiavi si uniscono, allora incominciano a liberarsi dalla schiavitù. Perciò restiamo uniti.
In secondo luogo affrontiamo i problemi là dove sono. Il problema è l'ingiustizia. Il problema è il rifiuto della città di Memphis di trattare con giustizia ed onestà i suoi lavoratori della nettezza urbana. Ora, dobbiamo qui fermare la nostra attenzione. E' sempre questo il problema quando c'è anche solo un po' di violenza. Sapete quel che è accaduto l'altro giorno; e la stampa ha solo parlato delle vetrine rotte. Ho letto gli articoli. Assai di rado hanno detto che mille e trecento lavoratori erano in sciopero, e che la amministrazione della città li tratta iniquamente e che il sindaco Loeb avrebbe bisogno di farsi vedere da un dottore. Di questo non hanno parlato.
Ora, noi scenderemo di nuovo per le strade, lo dobbiamo fare, per ridare alla questione la sua giusta prospettiva. E obbligare tutti a rendersi conto che qui ci sono milletrecento figli di Dio che soffrono, che a volte hanno fame, che attraversano notti buie e terribili chiedendosi come tutto questo si risolverà. Ecco. Dobbiamo dire al paese: sappiamo come si risolverà. Perché quando la gente lotta per quello che è giusto ed è disposta a sacrificarsi per la giustizia, non c'è modo di impedire la vittoria.
Non permetteremo in alcun modo ai manganelli di fermarci. In questo nostro movimento non violento siamo dei maestri nel disarmare la polizia. I poliziotti non sanno che cosa fare. L'ho visto spesso. Ricordo a Birmingham, in Alabama, quand'eravamo impegnati in quella maestosa battaglia, uscivamo giorno dopo giorno dalla chiesa battista della 16esima strada, uscivamo a centinaia. E Bull Connor diceva ai poliziotti di sguinzagliare i cani e i cani venivano sguinzagliati; ma noi semplicemente affrontavamo i cani cantando: «Non permetterò a nessuno di farmi tornare indietro». E poi Bull Connor diceva: «Aprite gli idranti». E, come vi dicevo l'altra sera, Bull Connor non conosceva la storia. Lui conosceva una certa fisica che, chissà come, non aveva alcun rapporto con la transfisica che noi conoscevamo bene. In noi c'era un certo fuoco che nessuna acqua sarebbe riuscita a spegnere. E affrontavamo gli idranti; e conoscevamo l'acqua. Se eravamo battisti o di altre confessioni, vi eravamo stati immersi. Se eravamo metodisti o altro, ne eravamo stati spruzzati, ma l'acqua la conoscevamo bene.
Non ci poteva fermare. E affrontavamo i cani e li guardavamo; e affrontavamo gli idranti, e li guardavamo, e continuavamo semplicemente a cantare: «Sopra il mio capo vedo nell'aria la libertà». E allora ci gettavano nei cellulari, e a volte vi eravamo ammassati come sardine in scatola. E ci gettavano dentro i cellulari e il vecchio Bull diceva: «Portateli via», e ci portavano via; e noi entravamo semplicemente nei cellulari cantando: "We shall overcome", vinceremo. E ogni tanto andavamo in prigione, e vedevamo i carcerieri che ci guardavano e che si commuovevano alle nostre preghiere, e che si commuovevano alle nostre parole e ai nostri canti. E c'era allora una forza contro la quale Bull Connor non riusciva a reagire e fu così che finimmo per trasformare Bull, il toro, in un manzo, e vincemmo così la battaglia di Birmingham.
Ed ora dovremo procedere allo stesso modo anche a Memphis. Chiedo a voi di essere con noi lunedì. Ed ora la questione delle ingiunzioni: abbiamo ricevuto un'ingiunzione e domattina andremo in tribunale per combattere contro questa ingiunzione illegale e incostituzionale; tutto quello che diciamo all'America è: «Rispettate quello che sta scritto». Se fossimo in Cina o perfino in Russia, o in qualche altro paese totalitario, forse capirei se venissero negati certi privilegi basilari garantiti dal Primo Emendamento, perché in quei paesi non hanno assunto questi obblighi. Però io ho letto da qualche parte del diritto di assemblea. Ho letto da qualche parte della libertà di parola. Ho letto da qualche parte della libertà di stampa. Ho letto da qualche parte che la grandezza dell'America sta nel diritto di chiedere giustizia. E quindi, proprio come ho detto, non permetteremo ad alcuna ingiunzione di farci cambiare strada. Noi proseguiremo.
Abbiamo bisogno di tutti voi. E dovete sapere che è bellissimo per me vedere tutti questi ministri del Vangelo. E' un'immagine meravigliosa. Chi meglio di un predicatore potrebbe esprimere i desideri e le aspirazioni della gente? Il predicatore deve per così dire essere come Amos e proclamare: «Che la giustizia scorra come l'acqua e il diritto come un fiume possente». Il predicatore deve dire con Gesù: «Lo spirito del Signore è su di me, perché mi ha consacrato ad occuparmi dei problemi dei poveri».
E io voglio dire parole di lode per i predicatori, a partire da questi nobili spiriti: James Lawson, che lotta da molti anni; per questa lotta è stato in prigione, ma persiste per i diritti dei suoi. Il reverendo Ralph Jackson, Billy Kiles; potrei continuare con questa lista, ma il tempo non me lo permette. Ma li voglio ringraziare tutti. E voglio che voi li ringraziate, perché spesso i predicatori non pensano altro che a se stessi. E mi rallegra sempre vedere dei preti che fanno il loro dovere.
Va benissimo parlare di «lunghe tuniche bianche laggiù» in tutto il suo simbolismo. Ma la gente in fondo vuole vestiti e abiti e scarpe che si possano portare qui. Va benissimo parlare di «strade in cui scorrono latte e miele»; Dio però ci ha comandato di preoccuparci dei derelitti che abbiamo con noi, dei suoi figli che non possono fare tre pasti al giorno. Va benissimo parlare della nuova Gerusalemme, ma un giorno il predicatore del Signore dovrà ben parlare della nuova New York, della nuova Atlanta, della nuova Philadelphia, della nuova Los Angeles, della nuova Memphis. E' questo che dobbiamo fare.
Ora, l'altra cosa che dobbiamo fare è questa: legare sempre la nostra azione diretta pubblica alla forza del boicottaggio economico. Ora noi, individualmente, siamo poveri, siamo poveri se ci paragoniamo alla società bianca d'America. Siamo poveri. Ma non dimenticatevi che collettivamente, vale a dire tutti insieme, collettivamente, siamo più ricchi di tutte le nazioni del mondo, ad eccezione di nove. Ci avevate mai pensato? Dopo che avete tolto gli Stati Uniti, le Repubbliche Sovietiche, la Gran Bretagna, la Germania Occidentale, la Francia, e potrei nominare gli altri paesi, i negri collettivamente sono più ricchi della maggior parte delle nazioni del mondo. Abbiamo un reddito annuale di oltre 30 miliardi di dollari, che è maggiore di tutte le esportazioni degli Stati Uniti, ed è maggiore del bilancio nazionale canadese. Lo sapevate? Ecco questo è potere, se lo sapete mettere insieme.
Non dobbiamo discutere con nessuno. Non dobbiamo imprecare e girare per le strade insultando la gente. Non abbiamo bisogno di mattoni e bombe, non abbiamo bisogno di bombe Molotov, dobbiamo solo andare in questi negozi e da queste grandi industrie del nostro paese, e dire: «Dio ci ha mandati qui per dirvi che non state trattando correttamente i suoi figli. E noi siamo venuti qui per chiedervi che il primo punto all'ordine del giorno sia che trattiate onestamente i figli di Dio. Ora, se non siete pronti a questo anche noi abbiamo un ordine del giorno da seguire. E il nostro ordine del giorno dice di boicottarvi economicamente».
E quindi vi chiediamo questa sera di uscire di qui e di dire ai vostri vicini di non comprare Coca-Cola a Memphis. Andate e dite loro di non comprare il latte Sealtest. Dite loro di non comprare - come si chiama quel tipo di pane... - il Wonder Bread. E qual è quell'altro panificio, Jesse? Dite loro di non comprare il pane di Hart. Come diceva Jesse Jackson poco fa, solo gli spazzini finora hanno sofferto, ora dobbiamo ridistribuire la sofferenza. Abbiamo scelto queste aziende perché non sono state oneste nell'assunzione del personale e le abbiamo scelte perché possano dire che daranno il loro contributo per i bisogni e i diritti di questi lavoratori che sono in sciopero. E che possano andare a dire al sindaco Loeb di fare ciò che è giusto.
E non solo questo; dobbiamo rafforzare le istituzioni dei negri. Vi chiedo di prelevare il vostro denaro dalle banche della città e di depositarlo alla Tri-State Bank. Vogliamo una protesta contro le banche di Memphis. Perciò andate alla Cassa di Risparmio e Prestito. Non vi sto chiedendo di fare cose che non facciamo noi stessi della Southern Christian Leadership Conference. Il giudice Hooks ed altri vi diranno che abbiamo un conto nella Cassa di Risparmio e Prestito, noi della Southern Christian Leadership Conference. Vi chiediamo solo di fare quello che noi facciamo. Metteteci anche il vostro denaro. A Memphis avete sei o sette compagnie di assicurazione negre. Portateci la vostra assicurazione. Vogliamo una protesta anche contro le società di assicurazione.
Ora, queste sono alcune delle cose pratiche che possiamo fare. Vogliamo incominciare a creare una base economica più grande. E allo stesso tempo toccare i punti dolenti. Vi chiedo di seguire questi consigli.
Ora, mentre mi avvio alla conclusione, permettetemi di dire che dobbiamo impegnarci in questa lotta fino alla fine. Niente sarebbe più tragico che fermarsi a questo punto qui a Memphis. Dobbiamo vedere oltre. E quando scenderemo per le strade, sarà necessario che voi ci siate. Dovete interessarvi del vostro fratello. Forse non scenderete in sciopero. Ma o ci salviamo insieme, o affondiamo insieme.
Mettiamo in pratica una sorta di altruismo pericoloso. Un giorno un uomo andò da Gesù; gli voleva porre alcune domande su alcune questioni fondamentali della vita. A un certo punto volle mettere in imbarazzo Gesù e dimostrargli che lui sapeva più di quanto Gesù sapesse, e metterlo in difficoltà. Ora, la sua domanda avrebbe potuto benissimo diventare una discussione filosofico-teologica. Ma Gesù tiro giù immediatamente la domanda da mezz'aria, e la collocò ad una curva pericolosa sulla strada tra Gerusalemme e Gerico. E parlò di un certo uomo che era stato assalito da alcuni ladri. Vi ricorderete che un levita e un sacerdote gli passarono vicino dall'altra parte della strada. Non si fermarono ad aiutarlo. E alla fine passò un uomo di un'altra razza. Scese dalla sua bestia e decise di non mostrare la sua pietà per procura, ma direttamente, e soccorse ed aiutò l'uomo che aveva bisogno di lui. Gesù concluse dicendo che costui era un uomo buono, era un uomo grande, perché aveva avuto la capacità di proiettare l'«io» nel «tu» e di sentire compassione per il suo fratello. Ora, come sapete, cerchiamo spesso di immaginare perché il sacerdote e il levita non si fermarono. A volte diciamo che dovevano andare in chiesa ad una assemblea importante e che dovevano andare fino a Gerusalemme e che non volevano arrivare in ritardo. Altre volte argomentiamo che esisteva una norma secondo la quale «una persona impegnata in cerimonie religiose non poteva toccare un corpo umano a partire da ventiquattro ore prima della cerimonia stessa». E certe volte invece incominciamo a chiederci se per caso non stessero andando a Gerusalemme o a Gerico per organizzare un comitato per il miglioramento della viabilità. E' possibile. Forse ritenevano meglio affrontare il problema alla sua radice, piuttosto che lasciarsi impantanare in un caso di spicciolo impegno individuale.
Ma voglio dirvi quello che mi dice la mia immaginazione. E' ben possibile che questi uomini avessero paura. Bisogna capire che la strada di Gerico è pericolosa. Ricordo quando mia moglie ed io andammo la prima volta a Gerusalemme. Affittiamo un'automobile e andammo da Gerusalemme fino a Gerico. E non appena ci trovammo per strada dissi a mia moglie: «Capisco adesso perché Gesù abbia usato questa strada per la sua parabola. E' una strada tortuosa, piena di curve. E' proprio un invito ai predoni. Partì da Gerusalemme, che è circa 1200 miglia, anzi a 1200 piedi sul livello del mare. E prima di arrivare a Gerico, quindici o venti minuti dopo, ti trovi a 2200 piedi sotto il livello del mare. E' una strada pericolosa. Al tempo di Gesù si era guadagnata il nome di «la via del sangue». E dovete sapere che è possibile che il sacerdote e il levita gettassero lo sguardo verso l'uomo sulla strada e si chiedessero se i banditi si trovassero ancora nelle vicinanze. Oppure è possibile che ritenessero che l'uomo steso a terra stesse solo fingendo. Che stesse comportandosi come uno che fosse stato derubato e ferito così da attirarli e intrappolarli e derubarli senza troppi problemi. E quindi la prima domanda che il levita si pose fu: «Se mi fermo ad aiutare quest'uomo, a me che cosa succederà?». Ma si accostò il buon samaritano. E lui capovolse la domanda: «Se non mi fermo ad aiutare quest'uomo, che cosa succederà a lui?».
E' questa la domanda che sta davanti a voi questa sera. Non «Se mi fermo ad aiutare i lavoratori della nettezza urbana, non avrò più il tempo che devo dedicare ogni giorno ed ogni settimana alla mia funzione di pastore». La domanda non è: «Se mi fermo ad aiutare quest'uomo che ne ha bisogno, che cosa succederà a me?». «Se non mi fermo ad aiutare i lavoratori della nettezza urbana, che cosa succederà a loro?». Questa è la domanda.
Leviamoci in piedi, questa sera, con maggiore prontezza. Restiamo in piedi con maggiore determinazione. E procediamo in queste giornate così importanti, in queste giornate di sfida perché l'America sia quello che dovrebbe essere. Abbiamo l'opportunità di fare dell'America un paese migliore. E, ancora una volta, voglio ringraziare il Signore per avermi permesso di essere qui con voi.
Dovete sapere che un certo numero di anni fa mi trovavo a New York a firmare il primo libro che avevo scritto. E mentre me ne stavo là a scrivere il mio autografo, mi si accostò una donna negra fuori di sé. La sola domanda che le udii pronunciare fu: «E' lei Martin Luther King?».
Io avevo gli occhi bassi sul libro mentre scrivevo e risposi di sì. E un attimo dopo sentii qualcosa che mi pulsava in petto. Prima che ne fossi consapevole ero stato pugnalato da questa donna. Mi portarono in fretta e furia allo Harlem Hospital. Era un buio sabato pomeriggio. E la lama era penetrata ben dentro, e ai raggi x si vide che la punta della lama era proprio a contatto della mia aorta, l'arteria principale. E se questa viene perforata, uno annega nel suo stesso sangue, è la fine. Venne pubblicato sul "New York Times" del mattino dopo che se avessi anche solo starnutito sarei morto. Bene, circa quattro giorni dopo l'operazione, quando era stato aperto il torace, e tolta la lama, mi permisero di circolare per l'ospedale su una sedia a rotelle. Mi permisero di leggere parte della posta che arrivava da tutti gli stati, e da tutto il mondo mi giunsero lettere gentili. Ne lessi alcune, ma ce n'è una che non dimenticherò mai. Ne avevo ricevuta una dal Presidente e dal vice Presidente. Ho dimenticato che cosa dicessero quei telegrammi. Avevo ricevuto una visita e una lettera del Governatore di New York, ma ho dimenticato quello che la lettera diceva. Ma ci fu un'altra lettera che veniva da una bambina, una ragazzina che studiava alla White Plains High School e guardai quella lettera e non la dimenticherò più. Diceva semplicemente: «Anche se non dovrebbe avere importanza, vorrei solo dire che sono una ragazza bianca. Ho letto sul giornale della tua disgrazia, e della tua sofferenza. E ho letto che se avessi starnutito, saresti morto. E voglio solo scriverti che sono molto contenta che tu non abbia starnutito».
E stasera voglio dirvi che sono felice di non avere starnutito. Perché se lo avessi fatto non sarei stato qui nel 1960, quando gli studenti di tutto il Sud incominciarono il loro sit-in nei ristoranti. E io sapevo che mentre stavano seduti inerti nei loro sit-in, stavano in realtà marciando per il sogno americano. E riportavano l'intera nazione a quelle fonti della democrazia che erano state messe allo scoperto dai Padri Fondatori nella Dichiarazione di Indipendenza e nella Costituzione. Se avessi starnutito, non avrei vissuto nel 1962 quando i negri di Albany, in Georgia, decisero di alzare la schiena. E ogni volta che gli uomini e le donne alzano la schiena ottengono qualcosa, perché non si sale in groppa ad uno che sta in piedi. Se avessi starnutito non avrei visto il 1963, quando i negri di Birmingham, in Alabama, risvegliarono la coscienza di questo paese, e fecero applicare la Dichiarazione dei Diritti Civili. Se avessi starnutito, non avrei avuto la possibilità, nell'agosto di quello stesso anno, di raccontare all'America il sogno che avevo fatto. Se avessi starnutito non avrei potuto vedere il grande sommovimento di Selma, in Alabama. Se avessi starnutito, non sarei stato qui a Memphis e non avrei visto il sostegno della comunità a questi fratelli e sorelle che soffrono. Sono molto felice di non aver starnutito.
Mi dicevano che adesso non importa più. Ed è vero, ora non importa più. Ho lasciato Atlanta questa mattina, e mentre eravamo pronti sull'aereo, eravamo in sei, il pilota ha detto all'altoparlante: «Ci scusiamo del ritardo, ma abbiamo a bordo il dottor Martin Luther King. E per essere sicuri che tutti i bagagli fossero controllati adeguatamente e per accertarci che non ci fossero guasti o inconvenienti all'aereo, abbiamo dovuto controllare tutto con grande attenzione. E abbiamo tenuto sotto controllo l'aereo per tutta la notte».
E poi sono arrivato a Memphis. E qualcuno ha cominciato a riferirmi delle minacce, a parlare delle minacce che erano state fatte. Che cosa mi potrebbe venire da qualcuno di questi nostri fratelli bianchi?
Bene, non so ora che cosa accadrà. Abbiamo dei giorni difficili davanti a noi. Ma ora non importa. Perché sono stato sulla cima della montagna. E non mi interessa. Come tutti vorrei vivere una lunga vita. La longevità ha la sua importanza. Ma questo, adesso, non mi interessa. Voglio solo fare il volere di Dio. E Dio mi ha permesso di salire sulla montagna. E di là ho guardato. E ho visto la Terra Promessa. Forse non ci arriverò insieme a voi. Ma voglio che questa sera voi sappiate che noi, come popolo, arriveremo alla Terra Promessa. E questa sera sono felice. Non ho paura di nulla. Non ho paura di alcun uomo. I miei occhi hanno visto la gloria del Signore che viene.”
Che carisma! Voglio sentire il modo di come pronuncia queste parole, anche se non capirò le parole!
Umore del giorno: sofferenza per il caldo a parte, il fervore di questo discorso mi ha messo l’umore a mille!
Restate in linea!
sabato 2 aprile 2011
Come on Eileen
Stasera è un po' tardi per scrivere, ma i miti della musica non possono aspettare! Tutta oggi sono stato a fare "la bella" (copia) del quaderno di economia politica. Conoscendomi non so se riuscirò a portarlo a termine, ma per ora sta venendo proprio bene!
Alle 7 e 40, circa, invece, quando stavo per scrivere ho trovato le mie amiche in chat e ho rimandato il post. Ma adesso siamo io e il blog.
Purtroppo l'orario è quello che è, quindi la traduzione, se è interessante, la faccio domani (su internet non ho trovato niente).
Venendo ai cantanti, sono un gruppo che esplose negli anni '80 e di cui oggi si sono perse le tracce. La band si chiama Dexy's Midnight Runner. Dexy viene dall'abbreviazione del nome di una droga mentre "midnight runner" era l'effetto che si provava dopo.
La canzone che vi farò sentire (anche se un po' in ritardo) è "Come on Eileen" e riuscì addirittura a scalzae "Beat it" e "Billi Jean" dalla vetta USA.
Piaciuta? E' proprio un ritmo frizzante!
Umore del giorno: stanco di studiare ma carico dalla canzone e ancora più rabbioso per la partita
Restate in linea!
Alle 7 e 40, circa, invece, quando stavo per scrivere ho trovato le mie amiche in chat e ho rimandato il post. Ma adesso siamo io e il blog.
Purtroppo l'orario è quello che è, quindi la traduzione, se è interessante, la faccio domani (su internet non ho trovato niente).
Venendo ai cantanti, sono un gruppo che esplose negli anni '80 e di cui oggi si sono perse le tracce. La band si chiama Dexy's Midnight Runner. Dexy viene dall'abbreviazione del nome di una droga mentre "midnight runner" era l'effetto che si provava dopo.
La canzone che vi farò sentire (anche se un po' in ritardo) è "Come on Eileen" e riuscì addirittura a scalzae "Beat it" e "Billi Jean" dalla vetta USA.
Piaciuta? E' proprio un ritmo frizzante!
Umore del giorno: stanco di studiare ma carico dalla canzone e ancora più rabbioso per la partita
Restate in linea!
venerdì 1 aprile 2011
Born this way
Non credevo lo avrei mai detto, ma l'ultima canzone di Lady Gaga ha colpito anche me. E non è solo il ritmo ad essere potente, ma anche il testo è interessante!
La canzone si chiama "Born this way" ed è un inno ad avere fiducia nelle proprie capacità e ad amarsi per come si è. Leggete un po' voi stessi!
"Non importa se ami lui, o a lettere maiuscole L-U-I / Togli le zampe / Perché sei nata così, piccola. / Mia madre mi ha detto quando ero giovane / Che siamo tutti nati superstar / Mi arricciava i capelli e mi metteva il rossetto / Nello specchio del suo boudoir / “Non c’è niente di sbagliato nell’amare ciò che sei” / Ha detto “perché Lui ti ha reso perfetta, piccola” / “Perciò tieni la testa alta, ragazza, e andrai lontano / Ascoltami quando dico” / Sono bella a modo mio / Perché Dio non commette errori / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così. / Non nasconderti nel rimpianto / Ama te stesso e sei sistemato / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così. / Ooo, non c’è nessun altro modo / Piccolo, sono nata così / Piccolo, sono nata così / Ooo, non c’è altro modo / Piccolo, sono nata / Sono sulla pista / giusta, piccolo / Sono nata così. / Non essere una lagna – sii una regina. / Usa cautela / E ama i tuoi amici / Ragazzo metropolitano, gioisci della tua verità / Nella religione dell’insicurezza / Devo essere me stessa, rispettare la mia gioventù / Un amante diverso non è un peccato / Credi in L-U-I a lettere maiuscole / Amo la mia vita, amo questo disco e / Il mio amore vuole la fiducia. / Non essere una lagna – sii una regina. / Che tu sia a pezzi o un duro a morire / Che tu sia nero, bianco, beige, di discendenza latina / Libanese, orientale / Che la vita ti abbia reso invalido / Lasciato emarginato, ti abbia maltrattato o canzonato. / Gioisci e ama te stessa oggi / Perché, piccola, sei nata così. / Non importa se sei gay, etero o bisessuale, / Lesbica, transgender / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata per soppravvivere / Non importa se sei nero, bianco o beige / Latino o orientale / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata per essere coraggiosa./ Sono nata così! / Sono nata così! / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così!"
Praticamente in questa canzone c'è di tutto! Amati e ama per ciò che sei, non importa il colore della pelle, i gusti sessuali, i capelli ricci o la tua insicurezza o qualunque altra cosa. Noi siamo nati così e ciò che abbiamo passato ci ha solo fortificati.
Non possiamo rinnegare il nostro passato, possiamo solo buttarcelo alle spalle e "capitalizzare" i suoi dolori, i dispiaceri e le gioie per trarne i la forza di affrontare le prossime sfide ed essere sempre pronti e migliori a ciò che viene.
Una piccola critica? Non siamo fatto per sopravvivere (come dice la canzone), ma per VIVERE e lottare per ciò che non ci va bene perchè noi SIAMO e meritiamo di avere ciò che è giusto!
Umore del giorno: rapito dalla frase: "I’m on the right track baby, I was born this way"
Restate in linea!
La canzone si chiama "Born this way" ed è un inno ad avere fiducia nelle proprie capacità e ad amarsi per come si è. Leggete un po' voi stessi!
"Non importa se ami lui, o a lettere maiuscole L-U-I / Togli le zampe / Perché sei nata così, piccola. / Mia madre mi ha detto quando ero giovane / Che siamo tutti nati superstar / Mi arricciava i capelli e mi metteva il rossetto / Nello specchio del suo boudoir / “Non c’è niente di sbagliato nell’amare ciò che sei” / Ha detto “perché Lui ti ha reso perfetta, piccola” / “Perciò tieni la testa alta, ragazza, e andrai lontano / Ascoltami quando dico” / Sono bella a modo mio / Perché Dio non commette errori / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così. / Non nasconderti nel rimpianto / Ama te stesso e sei sistemato / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così. / Ooo, non c’è nessun altro modo / Piccolo, sono nata così / Piccolo, sono nata così / Ooo, non c’è altro modo / Piccolo, sono nata / Sono sulla pista / giusta, piccolo / Sono nata così. / Non essere una lagna – sii una regina. / Usa cautela / E ama i tuoi amici / Ragazzo metropolitano, gioisci della tua verità / Nella religione dell’insicurezza / Devo essere me stessa, rispettare la mia gioventù / Un amante diverso non è un peccato / Credi in L-U-I a lettere maiuscole / Amo la mia vita, amo questo disco e / Il mio amore vuole la fiducia. / Non essere una lagna – sii una regina. / Che tu sia a pezzi o un duro a morire / Che tu sia nero, bianco, beige, di discendenza latina / Libanese, orientale / Che la vita ti abbia reso invalido / Lasciato emarginato, ti abbia maltrattato o canzonato. / Gioisci e ama te stessa oggi / Perché, piccola, sei nata così. / Non importa se sei gay, etero o bisessuale, / Lesbica, transgender / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata per soppravvivere / Non importa se sei nero, bianco o beige / Latino o orientale / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata per essere coraggiosa./ Sono nata così! / Sono nata così! / Sono sulla pista giusta, piccolo / Sono nata così!"
Praticamente in questa canzone c'è di tutto! Amati e ama per ciò che sei, non importa il colore della pelle, i gusti sessuali, i capelli ricci o la tua insicurezza o qualunque altra cosa. Noi siamo nati così e ciò che abbiamo passato ci ha solo fortificati.
Non possiamo rinnegare il nostro passato, possiamo solo buttarcelo alle spalle e "capitalizzare" i suoi dolori, i dispiaceri e le gioie per trarne i la forza di affrontare le prossime sfide ed essere sempre pronti e migliori a ciò che viene.
Una piccola critica? Non siamo fatto per sopravvivere (come dice la canzone), ma per VIVERE e lottare per ciò che non ci va bene perchè noi SIAMO e meritiamo di avere ciò che è giusto!
Umore del giorno: rapito dalla frase: "I’m on the right track baby, I was born this way"
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