Un ragazzo umile e introverso, nel 2011, non ha futuro. I tempi richiedono che se vuoi qualcosa devi battere i piedi e minacciare, se vuoi conquistare una ragazza devi essere str***o con lei, se vuoi fare carriera devi abbassarti a meschini giochi di potere. Il tutto alla faccia dell’educazione e del rispetto, del romanticismo, del merito e della fatica di essersi guadagnati con la fatica qualcosa…
E, come si suol dire, “oltre il danno, la beffa”, se qualcuno si accorge di questa tua naturalezza se ne approfitta perché uno buono è preso per uno “alla buona”, cioè come una persona (quasi) stupida da cui prendere finchè non si ribellerà, se mai succederà.
Ieri sera prima di addormentarmi pensavo che queste fossero fesserie dovute alla stanchezza accumulata nel giorno e al sonno, invece mi sono accorto che non sono l’unico a pensare così. E, infatti, da tanto volevo farvi leggere la traduzione di “Heart and I” di Robbie Williams.
“Spero che ci sia un’età d’oro, / Prego per la mia sanità mentale, / Dove non dobbiamo rispondere a nessuno di niente / Questo non è come scritto nell’opuscolo, / Auto volanti e macchine per il sesso / Siamo tutti così conformi / Perchè tutto è quello che sembra. / E non possono costruire un satellite per dirti quanto sei amato, / O qualche tipo di dispositivo di vita che ti trattiene anche quanto sei andato troppo lontano. / Ed io non mi sento me stesso ancora / Ho pensato di essere già stato corretto per ora / Passeggiando per l’orizzonte / Ritrovo me stesso in qualche modo / Dammi qualcosa per cui morire / O crea una mente calma / Qualcosa per cui amare l’umanità / Perchè non mentano al mio cuore e me. / Sei stato piegato tanto tempo, / Pensi che questo sia stare in piedi / E loro si mettono in fila dietro di te / Per costruirti, ranuncolo / Possiamo perdere ogni significato / Più velocemente di una carta di credito / E non ci guarirà nessuno / Quindi fai del tuo meglio e non essere così duro / E non possono costruire un satellite / Per dirti cosa c’è nel tuo cuore, / O qualche tipo di dispositivo di vita che ti trattiene anche quanto sei andato troppo lontano. / Sentirò mai questo risveglio? / Fai come se questo fosse una ninna nanna / Non chiedermi di spiegare di nuovo / Non posso mentire al mio cuore e a me stesso. / Il mio cuore ed io / Mi sento così solo / Mi sento così giù / Così giù che mi sono quasi lasciato andare.”
Ho sottolineato il ritornello che è la parte più forte, quella cui più mi riferisco io, e gli ultimi versi, perché è così che mi sento io ora.
E non so se c’è modo di reagire e cambiare, perché ormai sai di essere fatto così ed è così che ti senti in pace con te stesso. L’unico modo per cambiare è quello di esser costretti a farlo e cioè subire eventi che ti facciano capire che se non diventi più bas****o e str***o anche tu, verrai per sempre calpestato. Finchè saremo “tutti così conformi perché tutto” sarà “quello che sembra”.
Umore del giorno: il commento più spontaneo che può venirmi dopo questo è: “che tristezza!”
E il tempo va…
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