La settimana scorsa non uscii più perché presi sonno prima che arrivasse l’orario per uscire. Oggi, invece, non ne ho tanta voglia perchè domani dovrei studiare e vorrei essere riposato. Già oggi avrei dovuto iniziare, ma stamattina mi sono perso in inutili ricerche di programmi su internet, mentre nel pomeriggio ho fatto qualcosina, ma non sufficiente per una decente preparazione. Ma non posso certo restare sempre in casa!
Per ciò che riguarda la canzone di oggi, pochi conosceranno gli Erasure, gruppo britannico di cui conosceremo stasera uno dei loro successi: “A little respect”.
“Ho cercato qualcosa che mi rendesse più piacevole / Oh baby trattieniti dal ferire il mio cuore / Sono cosi innamorato di te / Sarò sempre depresso / tu non mi dai ragioni, / tu sai che mi stai facendo lavorare cosi duramente / tu non mi dai.. l’anima / Ti sento chiamare / Oh baby ti prego dammi un po’ di rispetto. / E se dovessi esitare, mi aprirai le braccia? / Possiamo fare l’amore non la guerra e vivere in pace con i nostri cuori / Sono così innamorato di te / Sarò sempre depresso / Quale religione o ragione può guidare un uomo ad abbandonare il proprio amore / Non dirmi.. niente anima / Ti sento chiamare / Oh baby ti prego dammi un po’ di rispetto.”
Che bello! È il canto disperato di un uomo che ama la sua donna e che vuole vedersi riconosciuto “solo” il suo rispetto. In generale sono scettico sulle canzoni d’amore, ma questa mi piace molto.
E ora aspettate di sentire la canzone!
Bello anche il video, vero?
Umore del giorno: deluso da me per non aver studiato qualche pagina in più di matematica finanziaria
E il tempo va…
sabato 30 ottobre 2010
venerdì 29 ottobre 2010
Strong
Prima di chiudere la settimana con l’appuntamento di domani, qualcosa prima voglio scriverla. In realtà, mercoledì ero a Roma per un concorso e nel treno, mentre tornavo, vevo iniziato a scrivere qualcosa. Ma mi sono interrotto perché ero così stanco che tutto quello che scrivevo mi sembrava sconnesso.
Oggi scrivo e vi porto un bel testo di Robbie Williams. L’uscita del suo “In and out of consciouness”, che raccoglie tutte le sue canzoni più due inediti, mi ha fatto ricordare di due traduzioni niente male che non necessariamente verranno di seguito.
Per stasera, comunque, “Strong” è certa!
“Il mio fiato puzza di mille sigarette / e quando sono ubriaco ballo come mio papà / Ho iniziato a vestire un po’ come lui / La mattina presto quando mi sveglio / Sembro i Kiss ma senza make-up / ed é un buon modo per portarlo. / E tu sai e tu sai / perché la mia vita é un casino / e sto cercando di crescere prima / di essere vecchio voglio confessarlo. / Tu pensi che sono forte ma ti sbagli / ti sbagli / canterò la mia canzone, la mia canzone. / Il mio letto é pieno di take-aways e fantasie / di facili scopate / il tasto pausa é rotto sul mio video / ed é vero perché mi sento falso. / Oprah Winfrey Ricki Lake / mi insegna cose che non ho bisogno di sapere. / Se rinasco mi faccio suora / La pioggia non é mai stata cosi fredda quando ero giovane / sono ancora giovane, siamo ancora giovani / La vita é troppo corta per aver paura / Un passo nel sole / La vita é troppo breve per aver paura / Allora prendi una pillola per intorpidire la sofferenza / Non devi prenderti la colpa.”
Mi piace questa canzone perché dice una verità: all’esterno possiamo sembrare le persone più sicure del mondo, delle rocce che sanno cosa vogliono e sanno come rispondere a tutte le difficoltà che si presentano. Ma nell’intimo, poi, sappiamo che “la mia vita è un casino”.
E riaffiora sempre quella paura di crescere, velata da un ostentato menefreghismo e celata dalla vita sregolata. E l’inevitabile conclusione che bisogna trarre rimane sempre “la vita è troppo corta per avere paura”.
Umore del giorno: questa canzone per quanto bella musicalmente, mi sta lasciando una certa tristezza per il messaggio di fondo…
E il tempo va…
Oggi scrivo e vi porto un bel testo di Robbie Williams. L’uscita del suo “In and out of consciouness”, che raccoglie tutte le sue canzoni più due inediti, mi ha fatto ricordare di due traduzioni niente male che non necessariamente verranno di seguito.
Per stasera, comunque, “Strong” è certa!
“Il mio fiato puzza di mille sigarette / e quando sono ubriaco ballo come mio papà / Ho iniziato a vestire un po’ come lui / La mattina presto quando mi sveglio / Sembro i Kiss ma senza make-up / ed é un buon modo per portarlo. / E tu sai e tu sai / perché la mia vita é un casino / e sto cercando di crescere prima / di essere vecchio voglio confessarlo. / Tu pensi che sono forte ma ti sbagli / ti sbagli / canterò la mia canzone, la mia canzone. / Il mio letto é pieno di take-aways e fantasie / di facili scopate / il tasto pausa é rotto sul mio video / ed é vero perché mi sento falso. / Oprah Winfrey Ricki Lake / mi insegna cose che non ho bisogno di sapere. / Se rinasco mi faccio suora / La pioggia non é mai stata cosi fredda quando ero giovane / sono ancora giovane, siamo ancora giovani / La vita é troppo corta per aver paura / Un passo nel sole / La vita é troppo breve per aver paura / Allora prendi una pillola per intorpidire la sofferenza / Non devi prenderti la colpa.”
Mi piace questa canzone perché dice una verità: all’esterno possiamo sembrare le persone più sicure del mondo, delle rocce che sanno cosa vogliono e sanno come rispondere a tutte le difficoltà che si presentano. Ma nell’intimo, poi, sappiamo che “la mia vita è un casino”.
E riaffiora sempre quella paura di crescere, velata da un ostentato menefreghismo e celata dalla vita sregolata. E l’inevitabile conclusione che bisogna trarre rimane sempre “la vita è troppo corta per avere paura”.
Umore del giorno: questa canzone per quanto bella musicalmente, mi sta lasciando una certa tristezza per il messaggio di fondo…
E il tempo va…
sabato 23 ottobre 2010
It’s my party
In questo sabato dai contorni ancora incerti perchè non so se si esce e non riesco ad avere ancora risposte, ci vuole proprio una canzone allegra. E sapete in che anno vi riporto? !965!
In quell'anno una giovane cantante, Lesley Gore, stupì gli Stati Uniti, e presto il resto del mondo, cn la canzone "It's my party". Vari artisti ne hanno fatto una cover e molte volte è stata inserita nella colonna sonora dei film.
Il suono non sarà il massimo, ma ho preferito mettere il video con una sua performance.
Solo 16 anni e fare una così bella canzone che fa piacere sentire ancora adesso... Mi riferisco un po' a Justin Bieber (ma ce ne sono altri), ragazzo canadese che in poco tempo è salito nelle classifiche mondiali. Il suo pop, per me, non ha nulla di paragonabile con la canzone della Gore.
Umore del giorno: con poca voglia di fare qualunque cosa
E il tempo va...
In quell'anno una giovane cantante, Lesley Gore, stupì gli Stati Uniti, e presto il resto del mondo, cn la canzone "It's my party". Vari artisti ne hanno fatto una cover e molte volte è stata inserita nella colonna sonora dei film.
Il suono non sarà il massimo, ma ho preferito mettere il video con una sua performance.
Solo 16 anni e fare una così bella canzone che fa piacere sentire ancora adesso... Mi riferisco un po' a Justin Bieber (ma ce ne sono altri), ragazzo canadese che in poco tempo è salito nelle classifiche mondiali. Il suo pop, per me, non ha nulla di paragonabile con la canzone della Gore.
Umore del giorno: con poca voglia di fare qualunque cosa
E il tempo va...
venerdì 22 ottobre 2010
E se...
Qualcosa che prima o poi tutti impariamo è che con i se non si va avanti. È sempre meglio vivere una situazione piuttosto che farsi divorare dal dubbio. Eppure nella canzone di oggi il se è un argomento che persegue l’autore. La canzone di qualche settimana fa e si chiama “What if” di Jason Derulo.
“E se? / E se fossi quello giusto per te? / E tu fossi quella giusta per me? / E se… / Se tu fossi quella giusta / Allora il nostro incontrarci qui è un segno del destino / Il futuro con un cane di nome Ben / Comprare una cosa con il caminetto. / Questa è la prima volta che ho visto il tuo viso / Ma c’è una possibilità che possiamo essere anime gemelle / So che potrebbe suonare folle / Tu non sai neppure il mio nome. / Ma non possiamo / Non possiamo predire / Il futuro, no / Il primo bacio, la bellezza del mondo che conosciamo / Perciò dirò duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu / Piccola, e se / Tutti potessimo dire duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu? / Piccola, e se? / E se? / Fotografami mentre sono in ginocchio / Con l’anello di diamante perfetto / Ci siamo appena incontrati, ma se dici “si” / Ci sposeremo sulla spiaggia / Potrebbe succedere, cresceremmo tre bambini / E invecchieremmo felicemente / So che può suonare folle / Perché non sai neppure il mio nome / Ma non possiamo / Non possiamo predire / Il futuro, no / Il primo bacio, la bellezza del mondo che conosciamo / Perciò dirò duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu / Piccola, e se / Tutti potessimo dire duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu? / Piccola, e se? / Non so cosa porterà il futuro / Ma spero ancora / Che tu sia quella giusta per me / O, e se io ti avessi? e se tu mi avessi? E / Piccola, qual’è il motivo per cui non possiamo innamorarci? / E se? / E se? / E se?”
Ritornello che lascia perplessi a parte (soprattutto nella parte dove dice dududu), il testo di questa canzone mi è piaciuto molto anche perché riflette moltissimo la situazione mia. C’è una ragazza che mi piace (e di cui ho parlato un’altra volta tempo fa, sì sempre quella) e con cui non so come farmi sotto. Eppure io immagino, come fa l’autore, il mondo perfetto che ne scaturirebbe da quel suo sì. Anche oggi vorrei consigliarvi di vedere il video.
Umore del giorno: con un fuoco dentro (be’ a pensare a lei mi si illuminano gli occhi)… Sì mi piace molto
E il tempo va…
“E se? / E se fossi quello giusto per te? / E tu fossi quella giusta per me? / E se… / Se tu fossi quella giusta / Allora il nostro incontrarci qui è un segno del destino / Il futuro con un cane di nome Ben / Comprare una cosa con il caminetto. / Questa è la prima volta che ho visto il tuo viso / Ma c’è una possibilità che possiamo essere anime gemelle / So che potrebbe suonare folle / Tu non sai neppure il mio nome. / Ma non possiamo / Non possiamo predire / Il futuro, no / Il primo bacio, la bellezza del mondo che conosciamo / Perciò dirò duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu / Piccola, e se / Tutti potessimo dire duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu? / Piccola, e se? / E se? / Fotografami mentre sono in ginocchio / Con l’anello di diamante perfetto / Ci siamo appena incontrati, ma se dici “si” / Ci sposeremo sulla spiaggia / Potrebbe succedere, cresceremmo tre bambini / E invecchieremmo felicemente / So che può suonare folle / Perché non sai neppure il mio nome / Ma non possiamo / Non possiamo predire / Il futuro, no / Il primo bacio, la bellezza del mondo che conosciamo / Perciò dirò duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu / Piccola, e se / Tutti potessimo dire duuuduuu duuuduuu duuudu duuudu? / Piccola, e se? / Non so cosa porterà il futuro / Ma spero ancora / Che tu sia quella giusta per me / O, e se io ti avessi? e se tu mi avessi? E / Piccola, qual’è il motivo per cui non possiamo innamorarci? / E se? / E se? / E se?”
Ritornello che lascia perplessi a parte (soprattutto nella parte dove dice dududu), il testo di questa canzone mi è piaciuto molto anche perché riflette moltissimo la situazione mia. C’è una ragazza che mi piace (e di cui ho parlato un’altra volta tempo fa, sì sempre quella) e con cui non so come farmi sotto. Eppure io immagino, come fa l’autore, il mondo perfetto che ne scaturirebbe da quel suo sì. Anche oggi vorrei consigliarvi di vedere il video.
Umore del giorno: con un fuoco dentro (be’ a pensare a lei mi si illuminano gli occhi)… Sì mi piace molto
E il tempo va…
giovedì 21 ottobre 2010
In cu*o a...
In questi giorni avrei voluto scrivere un po’, ma gli orari dell’università me l’hanno impedito. Partendo la mattina alle 7 o alle 8, quando tornavo alle sei e venti (di sera) avevo solo mal di testa.
Oggi è in parte diverso. Stamattina non avevo lezioni e oggi pomeriggio, dopo due ore di lezione mi sento piuttosto “fresco”. Perché non ho scritto stamattina allora? Perché ho visto un film interessante “La venticinquesima ora”. E di una parte di esso vorrei scrivere oggi.
A un quarto di film c’è un monologo di Edward Norton (Montgomery Brogan nel film) di cui riporterò le parole.
“- Sì…vaffanculo anche tu - Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti…puzzano di curry da tutti i pori; mi mandano in paranoia le narici… aspiranti terroristi, E RALLENTATE, CAZZO!
In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegari Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai Russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano…tornatevene da dove cazzo siete venuti!
In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell’appartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita… e Bush e Chaney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il cazzo di piacere!
In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WorldCom
In culo ai Portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell’assistenza sociale… e non fatemi parlare dei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un’audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermesse e i loro carciofi di Calducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate…Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete…le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!
In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti.
In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluja degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.
In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento.
In culo a Francio Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza.
In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia…maledetta puttana!
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore: beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers.
In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare. Che gli incendi la distruggano. Che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.
- NO, NO, IN CULO A TE, MONTGOMERY BROGAN. AVEVI TUTTO E L'HAI BUTTATO VIA, BRUTTO TESTA DI CAZZO!”
Nel film questo è lo sfogo di uomo che sta per essere messo in prigione che ha commesso anni fa, di cui si è pentito e che ora è stato incastrato.
Sono le parole di un uomo arrabbiato e, come capita anche a noi in queste situazioni, diciamo cose che normalmente non diremmo e che hanno comunque un fondo di verità. Se ne avete voglia potete vedere anche il video su Youtube, semplicemente scrivendo come nel titolo di questo intervento.
Facciamo una prova… Cosa direste voi se siete super-arrabbiati e “ce l’avete col mondo intero”, proprio come accade nel film? Se mi arrivano almeno un paio di commenti, dedico un intervento con un mio sfogo liberatorio.
Umore del giorno: stanco e con un po’ di sono arretrato che non so quando e come recuperare
E il tempo va…
Oggi è in parte diverso. Stamattina non avevo lezioni e oggi pomeriggio, dopo due ore di lezione mi sento piuttosto “fresco”. Perché non ho scritto stamattina allora? Perché ho visto un film interessante “La venticinquesima ora”. E di una parte di esso vorrei scrivere oggi.
A un quarto di film c’è un monologo di Edward Norton (Montgomery Brogan nel film) di cui riporterò le parole.
“- Sì…vaffanculo anche tu - Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.
In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle.
In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina.
In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti…puzzano di curry da tutti i pori; mi mandano in paranoia le narici… aspiranti terroristi, E RALLENTATE, CAZZO!
In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.
In culo ai bottegari Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.
In culo ai Russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano…tornatevene da dove cazzo siete venuti!
In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell’appartheid.
In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita… e Bush e Chaney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il cazzo di piacere!
In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WorldCom
In culo ai Portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell’assistenza sociale… e non fatemi parlare dei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni.
In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un’audizione per I Soprano.
In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermesse e i loro carciofi di Calducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate…Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!
In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete…le chiappe, è ora!
In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!
In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti.
In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluja degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.
In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento.
In culo a Francio Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza.
In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia…maledetta puttana!
In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore: beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers.
In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare. Che gli incendi la distruggano. Che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.
- NO, NO, IN CULO A TE, MONTGOMERY BROGAN. AVEVI TUTTO E L'HAI BUTTATO VIA, BRUTTO TESTA DI CAZZO!”
Nel film questo è lo sfogo di uomo che sta per essere messo in prigione che ha commesso anni fa, di cui si è pentito e che ora è stato incastrato.
Sono le parole di un uomo arrabbiato e, come capita anche a noi in queste situazioni, diciamo cose che normalmente non diremmo e che hanno comunque un fondo di verità. Se ne avete voglia potete vedere anche il video su Youtube, semplicemente scrivendo come nel titolo di questo intervento.
Facciamo una prova… Cosa direste voi se siete super-arrabbiati e “ce l’avete col mondo intero”, proprio come accade nel film? Se mi arrivano almeno un paio di commenti, dedico un intervento con un mio sfogo liberatorio.
Umore del giorno: stanco e con un po’ di sono arretrato che non so quando e come recuperare
E il tempo va…
sabato 16 ottobre 2010
Step by step
Vi potrete chiedere da dove li vado a prendere certi cantanti, ma quello di stasera è, effettivamente, piuttosto particolare. Pura casualità, ma il cantante di stasera è Peter Griffin, diverso dal personaggio dei cartoni animati. Il titolo della canzone è "Step by step" e non ho trovato al traduzione, ma da quella che ho fatto io più o meno velocemente non è molto interessante.
Andiamo subito col video quindi:
Che ve ne pare? A me piace molto. Rappresenta lo stile di quegli anni anche se non è forse conosciutisssimo!
Umore del giorno: molto stanco, quasi assonnato
E il tempo va...
Andiamo subito col video quindi:
Che ve ne pare? A me piace molto. Rappresenta lo stile di quegli anni anche se non è forse conosciutisssimo!
Umore del giorno: molto stanco, quasi assonnato
E il tempo va...
martedì 12 ottobre 2010
Fratelli
Non è certo passata inosservata la notizia della morte di altri quattro soldati italiani in Afghanistan. Ora, possiamo vedere questa morte da vari punti di vista: "è una guerra mascherata da missione di pace o una vera missione?", " Ha senso obbligare alla democrazia se questa non viene dal popolo?", " Perché se il nostro Paese "ripudia la guerra" (art. 11 Cost.) noi ci mandiamo i soldati?", "Cosa troveranno i soldati al loro ritorno se, a causa del blocco delle assunzioni, questi soldati non avranno più un posto assicurato?", "Come si possono armare degli aerei se i tagli statali bloccano servizi fondamentali come sanità e istruzione?", ecc. ecc.
Ma perché innanzitutto non consideriamo la brutalità della guerra? In questo periodo sto ripetendo il programma di italiano del quinto superiore in vista di un concorso, e oggi mi è toccato Ungaretti. Per chi non lo sapesse o ricordasse, Ungaretti ha combattuto la Prima Guerra Mondiale da soldato semplice e la sua prima raccolta di poesie ne includeva tutte quelle scritte in guerra. E sono davvero belle poesie.
Una delle mie preferite è "Fratelli".
"Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
foglia appena nata
nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli"
In fin dei conti, dietro ogni divisa c'è una persona. C'è un "fratello". Ungaretti visse la guerra e scrisse della sua brutalità e stupidità. Io non voglio entrare nelle questioni politiche di questa missione, ma trovo davvero stupida la guerra. Siamo tutti essere umani, fratelli, come ho spesso detto anche in altri interventi. Non è con la violenza che si risolvono i problemi, perchè come diceva Martin Luther King “La violenza genera violenza; l’odio genera odio e l’intransigenza genera altra intransigenza. E’ una spirale discendente, e alla fine non vi è che distruzione, per tutti”.
Il mio pensiero va sempre alla povera gente che ci rimette la vita per un motivo inutile.
Umore del giorno: tranquillo...
E il tempo va...
Ma perché innanzitutto non consideriamo la brutalità della guerra? In questo periodo sto ripetendo il programma di italiano del quinto superiore in vista di un concorso, e oggi mi è toccato Ungaretti. Per chi non lo sapesse o ricordasse, Ungaretti ha combattuto la Prima Guerra Mondiale da soldato semplice e la sua prima raccolta di poesie ne includeva tutte quelle scritte in guerra. E sono davvero belle poesie.
Una delle mie preferite è "Fratelli".
"Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
foglia appena nata
nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli"
In fin dei conti, dietro ogni divisa c'è una persona. C'è un "fratello". Ungaretti visse la guerra e scrisse della sua brutalità e stupidità. Io non voglio entrare nelle questioni politiche di questa missione, ma trovo davvero stupida la guerra. Siamo tutti essere umani, fratelli, come ho spesso detto anche in altri interventi. Non è con la violenza che si risolvono i problemi, perchè come diceva Martin Luther King “La violenza genera violenza; l’odio genera odio e l’intransigenza genera altra intransigenza. E’ una spirale discendente, e alla fine non vi è che distruzione, per tutti”.
Il mio pensiero va sempre alla povera gente che ci rimette la vita per un motivo inutile.
Umore del giorno: tranquillo...
E il tempo va...
lunedì 11 ottobre 2010
Starting over
Come leggerete di seguito, non ho tante colpe nella mancanza di post di sabato.
Oggi sono incollerito. Da stamattina non c’è connessione internet. Ho chiamato al call center e mi hanno detto che mi è stato limitato il traffico e che questa limitazione può durare fino a 96 ore. La motivazione è “per offrire una adeguata connessione a tutti”. Non potevo certo lamentarmi con quei dipendenti dato che chi mi stava dall’altra parte del telefono era indiana (dedotto dalla scarsa dimestichezza con l’italiano e da un servizio de “Le iene”), ma ho risposto che questo problema va avanti da molto e non sono certo uno che scarica quintali di film al mese (con una media di 40 kb/s non si può certo scaricare molto!).
Ma ciò che mi fa arrabbiare maggiormente è che la rete Tre è INADEGUATA a reggere l’attuale traffico dati e se ne parla da due mesi sui giornali. Eppure non si vedono maggiori supporti alla rete. Perché allora iniziare a offrire connessioni per iPhone e iPad se si sa delle conseguenze?! Business? Non credo! Un cliente trattato male è un cliente perso e, statisticamente, per ogni cliente persone ne vogliono cinque per recuperare la fiducia che ne aveva uno solo di essi (elementari regole di gestione).
Sopravvivendo a questo… Ehm no forse ho sbagliato verbo per iniziare il nuovo argomento! Soprattutto perché volevo iniziare il discorso con “Se fosse ancora vivo…”! Allora, ricominciamo da capo. Ieri ai telegiornali hanno parlato di John Lennon, ricordando che oggi avrebbe 70 anni, se non fosse stato sparato. Io voglio ricordarlo non con una delle sue canzoni più celebri, ma con questa che è comunque carina. Si chiama “Starting over” e per ovvie ragioni di connessione non posso cercare la tra traduzione, con la promessa che qualora fosse interessante la posterei in un successivo intervento.
Il video della canzone è questo:
Io almeno ora sono riuscita a sentirla dal pc, dove era salvata, ma penso piacerà anche a voi.
Umore del giorno: arrabbiato!
E il tempo va…
Oggi sono incollerito. Da stamattina non c’è connessione internet. Ho chiamato al call center e mi hanno detto che mi è stato limitato il traffico e che questa limitazione può durare fino a 96 ore. La motivazione è “per offrire una adeguata connessione a tutti”. Non potevo certo lamentarmi con quei dipendenti dato che chi mi stava dall’altra parte del telefono era indiana (dedotto dalla scarsa dimestichezza con l’italiano e da un servizio de “Le iene”), ma ho risposto che questo problema va avanti da molto e non sono certo uno che scarica quintali di film al mese (con una media di 40 kb/s non si può certo scaricare molto!).
Ma ciò che mi fa arrabbiare maggiormente è che la rete Tre è INADEGUATA a reggere l’attuale traffico dati e se ne parla da due mesi sui giornali. Eppure non si vedono maggiori supporti alla rete. Perché allora iniziare a offrire connessioni per iPhone e iPad se si sa delle conseguenze?! Business? Non credo! Un cliente trattato male è un cliente perso e, statisticamente, per ogni cliente persone ne vogliono cinque per recuperare la fiducia che ne aveva uno solo di essi (elementari regole di gestione).
Sopravvivendo a questo… Ehm no forse ho sbagliato verbo per iniziare il nuovo argomento! Soprattutto perché volevo iniziare il discorso con “Se fosse ancora vivo…”! Allora, ricominciamo da capo. Ieri ai telegiornali hanno parlato di John Lennon, ricordando che oggi avrebbe 70 anni, se non fosse stato sparato. Io voglio ricordarlo non con una delle sue canzoni più celebri, ma con questa che è comunque carina. Si chiama “Starting over” e per ovvie ragioni di connessione non posso cercare la tra traduzione, con la promessa che qualora fosse interessante la posterei in un successivo intervento.
Il video della canzone è questo:
Io almeno ora sono riuscita a sentirla dal pc, dove era salvata, ma penso piacerà anche a voi.
Umore del giorno: arrabbiato!
E il tempo va…
martedì 5 ottobre 2010
Rupe Tarpea per gli ignoranti!
In questi giorni, oltre la casa di Fini (di cui agli italiani non interessa molto), della possibilità crisi di governo (di cui ci si potrebbe interessare se può dare una svolta al Paese) e delle barzellette del premier (deplorevoli e di cui si discute un po’ di più), una notizia più importante è passata in secondo piano.
Tutto parte dalle dichiarazioni di un assessore all’istruzione di Chieri, un comune piemontese, che afferma che i disabili in aula danno solo fastidio e che, per questo, dovrebbero stare in classi speciali e adeguatamente seguiti.
In un forum, un professore del conservatorio di Milano riprende questa affermazione rispondendo “e se avesse ragione?”, sostenendo che la selezione naturale oggi si è persa e che bisognerebbe praticare l’eugenetica, cioè quella seleziona degli individui perfetti e meglio adatti alla vita, sopravvivenza e procreazione. In più, questo professore, tale Joanne Maria Pini, ormai famoso, scrive sul proprio profilo di Facebook: “Alla Rupe Tarpea bisognerebbe tornare, altro che balle. Non c'è più selezione naturale”.
Lo sconcerto è tanto vostro, quanto mio, quanto dei lettori del forum, quanto quello di genitori di professori disabili e di disabili stessi. Questo è razzismo! Il professore ha smentito, ma come si può pensare una cosa talmente assurda?!
Ma ciò che mi ha colpito oggi è stata una lettera di una ragazza, apparsa su “Il fatto quotidiano”, che voglio riportare e che mi ha davvero colpito.
“Mi chiamo Anita Pallara e sono una ragazza di 21 anni affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia neurodegenerativa e totalmente invalidante. In parole povere, sono handicappata. Mi rivolgo al professor Joanne Maria Pini che vorrebbe buttare me e quelli come me dalla Rupe Tarpea. La disabilità non è un valore aggiunto, non è proprio un valore. E' solo una condizione. Non voglio parlare di solidarietà e nemmeno di sensibilità. Io parlo di diritti.
Il diritto all'istruzione ce lo garantisce la Costituzione. Le sue parole, professore, sono vergognose, pericolose, razziste e illegali. Ma che valore ha tutto ciò nel nostro Paese? A parte le ovvie reazioni di sdegno e le condanne morali, quale sarà la conseguenza reale?
A voi tanti che parlate di "selezione genetica" io non sono disposta a subire questa ignoranza nel 2010. Se non ci saranno delle forti prese di posizione da parte delle istituzioni e dei media, io mi recherò alla Prefettura di Bari e consegnerò la mia carta di identità e il mio passaporto, rifiutando così la cittadinanza italiana. Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo”.
Una risposta davvero bella e che contiene un’affermazione che condivido in pieno “Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo”. Uno Stato che dovrebbe insegnare alle nuove generazioni valori di uguaglianza di razza, sesso, religione, cultura e condizioni fisiche (così come da articolo 3 della Costituzione) e che, invece, sfocia nel razzismo.
A parlare è non solo un genitore, ma addirittura un professore, una persona che comunica valori a più studenti. E che valori possono essere questi?
Già qualche giorno fa pensando al mio futuro avevo pensato di finire gli studi, avviarmi a un mestiere (penso che il revisore dei conti sia una bella professione) e poi cercare lavoro all’estero. L’Italia è solo una realtà geografica e ciò che mi lega a lei è solo il fatto di esserci nato, mentre tutti quei valori che l’hanno ispirata nel Risorgimento, nell’Unità e nella Liberazione e fase costituente si sono irrimediabilmente persi.
Mai titolo più adeguato fu dato a questo blog (oggi mi sono riferito all’Italia, ma si potrebbe parlare delle deportazioni dei rom in Francia e della pena capitale negli USA… Paesi chiamati “democrazie avanzate”)
Umore del giorno: con un forte cerchio alla testa perché sto un po’ studiando per un concorso, ma ancora con la stessa rabbia che provavo stamattina quando mi sono informato sulla vicenda di Pini e della disabile
E il tempo va…
Tutto parte dalle dichiarazioni di un assessore all’istruzione di Chieri, un comune piemontese, che afferma che i disabili in aula danno solo fastidio e che, per questo, dovrebbero stare in classi speciali e adeguatamente seguiti.
In un forum, un professore del conservatorio di Milano riprende questa affermazione rispondendo “e se avesse ragione?”, sostenendo che la selezione naturale oggi si è persa e che bisognerebbe praticare l’eugenetica, cioè quella seleziona degli individui perfetti e meglio adatti alla vita, sopravvivenza e procreazione. In più, questo professore, tale Joanne Maria Pini, ormai famoso, scrive sul proprio profilo di Facebook: “Alla Rupe Tarpea bisognerebbe tornare, altro che balle. Non c'è più selezione naturale”.
Lo sconcerto è tanto vostro, quanto mio, quanto dei lettori del forum, quanto quello di genitori di professori disabili e di disabili stessi. Questo è razzismo! Il professore ha smentito, ma come si può pensare una cosa talmente assurda?!
Ma ciò che mi ha colpito oggi è stata una lettera di una ragazza, apparsa su “Il fatto quotidiano”, che voglio riportare e che mi ha davvero colpito.
“Mi chiamo Anita Pallara e sono una ragazza di 21 anni affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia neurodegenerativa e totalmente invalidante. In parole povere, sono handicappata. Mi rivolgo al professor Joanne Maria Pini che vorrebbe buttare me e quelli come me dalla Rupe Tarpea. La disabilità non è un valore aggiunto, non è proprio un valore. E' solo una condizione. Non voglio parlare di solidarietà e nemmeno di sensibilità. Io parlo di diritti.
Il diritto all'istruzione ce lo garantisce la Costituzione. Le sue parole, professore, sono vergognose, pericolose, razziste e illegali. Ma che valore ha tutto ciò nel nostro Paese? A parte le ovvie reazioni di sdegno e le condanne morali, quale sarà la conseguenza reale?
A voi tanti che parlate di "selezione genetica" io non sono disposta a subire questa ignoranza nel 2010. Se non ci saranno delle forti prese di posizione da parte delle istituzioni e dei media, io mi recherò alla Prefettura di Bari e consegnerò la mia carta di identità e il mio passaporto, rifiutando così la cittadinanza italiana. Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo”.
Una risposta davvero bella e che contiene un’affermazione che condivido in pieno “Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo”. Uno Stato che dovrebbe insegnare alle nuove generazioni valori di uguaglianza di razza, sesso, religione, cultura e condizioni fisiche (così come da articolo 3 della Costituzione) e che, invece, sfocia nel razzismo.
A parlare è non solo un genitore, ma addirittura un professore, una persona che comunica valori a più studenti. E che valori possono essere questi?
Già qualche giorno fa pensando al mio futuro avevo pensato di finire gli studi, avviarmi a un mestiere (penso che il revisore dei conti sia una bella professione) e poi cercare lavoro all’estero. L’Italia è solo una realtà geografica e ciò che mi lega a lei è solo il fatto di esserci nato, mentre tutti quei valori che l’hanno ispirata nel Risorgimento, nell’Unità e nella Liberazione e fase costituente si sono irrimediabilmente persi.
Mai titolo più adeguato fu dato a questo blog (oggi mi sono riferito all’Italia, ma si potrebbe parlare delle deportazioni dei rom in Francia e della pena capitale negli USA… Paesi chiamati “democrazie avanzate”)
Umore del giorno: con un forte cerchio alla testa perché sto un po’ studiando per un concorso, ma ancora con la stessa rabbia che provavo stamattina quando mi sono informato sulla vicenda di Pini e della disabile
E il tempo va…
sabato 2 ottobre 2010
All around the word
Oggi mi sento poco bene. Proprio ora mentre sto scrivendo ho un bel mal di testa, ma non mi impedirà di scrivere per oggi!
Molto più perché la canzone di oggi è piuttosto famosa. Dovrebbe essere di qualche pubblicità. Di sicuro il nome di Lisa Stansfield non vi sarà nuovo, perché anche recentemente (2000-2005) ha fatto qualche album, anche se con scarso successo.
Ma, in effetti, il suo singolo più famoso è “Alla round the world”, di cui la traduzione è di seguito.
“Non so dov'è il mio tesoro / Ma io lo troverò, da qualche parte, in qualche modo / Ho avuto modo di fargli sapere quanto mi importa di lui/ Io non rinuncerò mai a cercare il mio tesoro. / Sono stata in tutto il mondo e / Non riesco a trovare il mio tesoro / Non so quando, non so perché / Perché lui è andato via / E non so dove può essere, il mio tesoro / Ma io lo troverò. / Abbiamo avuto una lite e mi lascio andare / Ho detto tante cose, cose che non sapeva Ed è stata tanto cattivo / E non credo che lui tornerà indietro. / Egli ha dato la ragione, le ragioni per cui dovrebbe andare / E lui ha detto così tante cose che non ha mai detto prima / Ed era così pazzo / E io penso che non tornerà indietro. / Ho fatto troppo, sprecato troppo tempo / Ora sono qui a piangere. / Quindi mi ha fatto aprire il cuore e non ha mai sbagliato/ Io ero una, la più debole di tutti / Ed ora sono così triste / E penso che lui non tornerà indietro / Vado a cercare lui, il mio tesoro.”
Testo romantico, su cui non mi dilungherò. Ora provo a mettere il video.
L’avete riconosciuta? Poi ricordatemi, magari, se questa canzone accompagnava qualche pubblicità e quale.
Umore del giorno: solo con mal di testa, il resto è irriconoscibile
E il tempo va…
Oggi mi sento poco bene. Proprio ora mentre sto scrivendo ho un bel mal di testa, ma non mi impedirà di scrivere per oggi!
Molto più perché la canzone di oggi è piuttosto famosa. Dovrebbe essere di qualche pubblicità. Di sicuro il nome di Lisa Stansfield non vi sarà nuovo, perché anche recentemente (2000-2005) ha fatto qualche album, anche se con scarso successo.
Ma, in effetti, il suo singolo più famoso è “Alla round the world”, di cui la traduzione è di seguito.
“Non so dov'è il mio tesoro / Ma io lo troverò, da qualche parte, in qualche modo / Ho avuto modo di fargli sapere quanto mi importa di lui/ Io non rinuncerò mai a cercare il mio tesoro. / Sono stata in tutto il mondo e / Non riesco a trovare il mio tesoro / Non so quando, non so perché / Perché lui è andato via / E non so dove può essere, il mio tesoro / Ma io lo troverò. / Abbiamo avuto una lite e mi lascio andare / Ho detto tante cose, cose che non sapeva Ed è stata tanto cattivo / E non credo che lui tornerà indietro. / Egli ha dato la ragione, le ragioni per cui dovrebbe andare / E lui ha detto così tante cose che non ha mai detto prima / Ed era così pazzo / E io penso che non tornerà indietro. / Ho fatto troppo, sprecato troppo tempo / Ora sono qui a piangere. / Quindi mi ha fatto aprire il cuore e non ha mai sbagliato/ Io ero una, la più debole di tutti / Ed ora sono così triste / E penso che lui non tornerà indietro / Vado a cercare lui, il mio tesoro.”
Testo romantico, su cui non mi dilungherò. Ora provo a mettere il video.
L’avete riconosciuta? Poi ricordatemi, magari, se questa canzone accompagnava qualche pubblicità e quale.
Umore del giorno: solo con mal di testa, il resto è irriconoscibile
E il tempo va…
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