mercoledì 29 settembre 2010
Se avessi...
“Vita... by Marshall Mathers / Cos'è la vita? / La vita è un grande ostacolo / messo di fronte a te / per rallentarti / e ogni volta che pensi / di averlo oltrepassato, / torna indietro e ti fa inciampare / sul dannato terreno. / Cosa sono gli amici? / Gli amici sono gente che tu / pensi che siano tuoi amici / ma in realtà sono tuoi nemici, / con identità segrete / e travestimenti, / per nascondere le loro vere intenzioni. / Così quando pensi che siete diventati / così intimi da essere come fratelli, / ti voltano le spalle e ti tagliano / la gola mentre non stai guardando. / Cosa sono i soldi? / I soldi sono ciò che fa agire / stupidamente un uomo / I soldi sono la radice di tutti i mali / I soldi fanno tornare / quegli stessi amici / giurando che sono sempre / stati giù di morale. / Cos'è la vita? / Sono stanco della vita / Sono stanco di colpire alla schiena / traditori con sorrisi amichevoli / Sono stanco di commettere / così tanti peccati / Stanco di vomitare ogni volta / che questa bottiglia di Henny [abbreviazione di una marcac di liquori] vince / Stanco di non avere mai una fine / Stanco di avere amici scheletrici / attaccati al crack e alle piccole cose / Sono stanco di questo DJ che suona / la TUA roba quando è in console. / Stanco di non avere un contratto / Stanco di avere a che fare
con le cazzate senza / poter prendere la pistola / Stanco di affogare nella mia tristezza / Stanco di dovere prendere / in prestito un dollaro di benzina / per far partire la mia Monte Carlo. / Sono stanco dei figli di puttana / che spruzzano roba e sporcano. / Sono stanco di lavori / che partono dai 5 e 50 all'ora / e del capo che si chiede / perchè io stia soffrendo. / Sono stanco di essere licenziato / ogni volta che scoreggio e tossisco. / Stanco di dover lavorare / come benzinaio per questo / coglione che mi respira / sul collo e mi fa diventare pazzo. / Sono stanco di usare / argenteria di plastica / Stanco di lavorare / in Piazza dei Muratori / Stanco di non essere / un milionario. / Ma se avessi un milione di dollari / comprerei una dannata fabbrica di birra / e trasformerei l'intero pianeta / in una massa alcolizzati. / Se avessi una bacchetta magica, / mi farei succhiare il cazzo / dal mondo intero senza preservativo, / mentre sono sul cesso. / Se avessi un milione di dollari / non sarebbero abbastanza, / perchè sarei ancora fuori / a derubare furgoni blindati. / Se avessi ancora un desiderio / Chiederei un culo abbastanza / grande che tutto il mondo / lo possa baciare. / Sono stanco di essere / spazzatura bianca, / al verde e sempre povero. / Stanco di riportare / le bottiglie vuote al negozio. / Sono stanco di non avere un telefono / Stanco di non avere una casa / per mettercelo, casomai lo avessi. / Stanco di non guidare una BMW / Stanco di non lavorare / alla General Motors / stanco di volere essere lui / Stanco di non dormire / senza un Tyrenol PM / Stanco di non esibirmi / in un'arena stracolma. / Stanco di non essere in tournè / Stanco di scopare la solita / troia bionda dopo il lavoro / nel retro di una Contour / Sono stanco di simulare problemi / tra i tanti / mancandomi i fondi / per ricorrere ancora alle pistole. / Stanco di essere fissato / Sono stanco di indossare / il solito dannato cappellino Nike Air / Stanco di entrare nei club / con il solito paio di Lugz / Stanco della gente che dice / che è stanca di sentirmi / rappare a proposito di droga / Stanco degli altri rapper che / non hanno metà delle mie capacità / che dicono che non mi capiscono / quando nessuno è cattivo come me. / Sono stanco delle stazioni radio / che dicono frottole / stanco di J-L-B che dice / "Dove Vive L'Hip-Hop" / Capisci cosa sto dicendo? / Sono stanco di / tutte queste cazzate, / di tutta questa gente che / mi dice di essere positivo. / Come posso essere positivo / quando non vedo niente di positivo? / capisci cosa sto dicendo? / Io rappo delle cose / che mi stanno intorno, / della roba che vedo / Capisci cosa sto dicendo? / Adesso sono stanco di tutto / Stanco di tutto questo / odio nei miei confronti che va / avanti nella mia stessa città. / Non riesco a venire / trasmesso [per radio], / capisci cosa sto dicendo? / Ma ehi, va bene lo stesso, / capisci cosa sto dicendo? / Ne ho abbastanza / Questa è la mia parola.”
Praticamente un testo lungo una pagina che non ha neanche bisogno di essere spiegato. Su alcuni punti mi vorrei soffermare.
Mi piacciono le definizioni che dà della vita e, devo ammetterlo, anche degli amici. So che su tre persone oggi posso davvero contare, ma tutte queste esperienze mi fanno mettere in guardia su tutto e da tutti.
Infine, capisco quando dice “come posso essere positivo quando non vedo niente di positivo?”. Succede quando qualcuno mi dice di essere eccessivamente pessimista. Io potrei anche avere una mente (eccessivamente) ottusa, ma la realtà io la vedo così e non riesco a trovare tutta questo buono in un mondo molto marcio.
Umore del giorno: tranquillo
E il tempo va…
martedì 28 settembre 2010
Cambio gestione
E l'idea non mi dispiace affatto! Già ieri, in realtà, avevo iniziato a trasferire il mio space su Blogger.com, un servizio di blogging gestito da Google. L'unico intoppo lo ebbi ieri sera quando non riuscii a portare termine la migrazione. Infatti, per poter trasferire tutti gli interventi dovevo dividere il file .xml su cui questi erano salvati. E l'operazione era molto difficile dato che non trovavo programmi adeguati e non conoscevo il liguaggio xml per metterci mani io, eventualmente.
Insomma, questa decisione della Windows può essere vista come una manna dal cielo per me, sebbene ora dovrò iniziare a imparare tutte le funzionalità di questo sito. Nulla di complicato, le sfide mi piacciono e Internet e il computer sono per me una passione ormai.
Vi chiedete se cambio le regole o tolgo i miei appuntamenti fissi? Niente affatto! Questo è il mio blog! Il blog in cui io scrivo, anzitutto per sfogarmi, per capirmi, per riflettere meglio sulle cose mie, ma anche per farvi sentire buona musica, leggere bei testi ed ottenere commenti o suggerimenti da voi. Cambia il sito, ma non la sostanza!
L'unico cambiamento che avrei voluto fare da un anno a questa parte allo space era l'aggiunta di tag, ma non l'ho mai fatto perché se no cambiavo data e ora degli interventi, e questo mi dispiaceva molto. Ora vedrò se riesco a farlo qui. Ma nulla di strabiliante o sconvolgente!
Infine, riprendendo un attimo la questione di ieri, oggi non ci penso più. Innanzitutto perché la decisione, seppure non condivisa da me ed altri del gruppo, comunque è di quella che l'ha preso. E in secondo luogo, proprio in virtù dell'osservazione di prima, io e nessuno può farci niente e io non ho alcun motivo a provare niente.
Umore del giorno: eccitato all'idea di scoprire un nuovo mondo (seppur un semplice sito)
E il tempo va...
lunedì 27 settembre 2010
Deluso, amareggiato, quasi depresso...
Che illuso! Anzi, e anche stupido aggiungerei. Perchè? Perché sono riuscito di nuovo a fidarmi delle persone, e che avevo iniziato a considerare come amici, e loro liberamente sono pronti a smentirti. Presto!
C’è una tale delusione, amarezza, tristezza in me che non ricordo un pranzo così contrito senza che centrasse mio padre. Però, sì, parto dall’inizio a spiegare la storia.
Domenica prossima è il compleanno di una ragazza del nostro gruppo e in quanto gruppo pensavo avremmo fatto un regalo tutti insieme. E, invece, oggi vengo a sapere che due persone lo fanno ognuno per conto proprio.
Io capisco che ognuno posa fare ciò che vuole, ma se siamo un gruppo (e su questo la mia convinzione ha iniziato a traballare un mesetto fa), perché non farne uno solo e, magari, più grande? Lo fanno per distinguersi? Per far vedere che “io so fare di più”?
Io non capisco… Ho sempre saputo che le persone fanno quasi tutto per egoismo, ma solitamente per gli amici ho escluso quest’ottica proprio perché si parlava di Amici. Quasi non voglio riconoscermi. Non voglio forse ammettere che tutti agiscono quasi esclusivamente per egoismo.
Provo a escludere questa possibilità. La ragione che ufficialmente mi è stata data è “sembra strano perché abbiamo fatto sempre un unico regalo, ma alla fine non cambia niente. È carino ricevere più regali. A voi [noi altri che facciamo il regalo in gruppo] non cambia niente”. No, effettivamente non cambia niente. Solo che io contavo sul fatto che fossimo un gruppo e ci saremmo comportati ancora una volta come tale.
Questo fatto, davvero, un po’ mi ha ucciso. Di una persona del gruppo ho capito che non devo fidarmi al 100%. E questo mi va bene. Usando un’espressione di un’amica “non ho investito [emotivamente] più di tanto su quella persona”. Ma dall’altro, che avevo iniziato a considerare amico, ho ricevuto un brutto colpo.
Lo giustifico, non mi cambia niente, non ci cambia niente, ma l’idea del gruppo va a farsi benedire (per non usare linguaggio scurrile!). e io continuo a sentirmi sempre più inadeguato a questo mondo. Davvero, credo sia io quello sbagliato in questo mondo.
Non sono tanto in vena di canzone oggi, ma dell’ultimo album di Eminem mi era piaciuto un ritornello, che oggi posso farvi leggere.
La canzone si riferisce alla sua disintossicazione, ma il ritornello e il bridge della canzone si riferiscono al senso di inadeguatezza che provavo Eminem e che l’hanno portato alla dipendenza. La canzone si chiama “Talkin’ to myself”:
“C'è qualcuno la fuori? Mi sento come se stessi parlando con me stesso / Nessuno sembra capire la mia lotta e tutte le cose da cui provengo / Può ascoltarmi qualcuno? Credo di continuare a parlare da solo / Mi sento come se stessi impazzendo, sono io l'unico pazzo? / Quindi, perchè nel mondo nessuno si sente solo come me? / Sto per conto mio, c'è qualcuno la fuori che sente ciò che / provo io e mi fa capire che non sono solo?”
Io so che su tre persone posso davvero contare, però “solo la morte è certa”. In più tutto questo mi ricorda quel periodo in cui litigai con quello che credevo fosse il mio migliore amico. La sensazione di delusione è proprio la stessa e fidarsi è così dannatamente umano!
Umore del giorno: quello scritto finora
E il tempo va…
sabato 25 settembre 2010
Carne per la fantasia
Spezzo un po’ dalla tristezza generale, con una canzone tutt’altro che “moscia”. Complice anche il raffreddore e qualche linea di febbre, non mi sento tanto bene, perciò chiedo scusa anticipatamente per la brevità di questo intervento.
Di questa canzone, tuttavia, non ignoro la traduzione che è molto da sabato sera (non nel letto con la febbre): “Flesh for fantasy” di Billy Idol.
“C’è un cambiamento nell’andamento / Della fantasia e del ritmo / Ti piace la buona musica? / Ti piace ballare? Oh, sì / Girando per cercare una officina di notte / Non è strano quello che facciamo per sentirci bene? Oh, sì / Allora, quando chiamerai? / sono pratico, oh sì. / Faccia a faccia / schiena a schiena / senti e vedi / il mio assalto sessuale / cantalo, / carne, carne per la fantasia / vogliamo / carne, carne per la fantasia. / E' mezzanotte passata / ti senti bene, oh sì / Accendi la luce tesoro / sei qualcun'altro stanotte / vicino a vicino, porta a porta / non fare domande, c'è tempo per tutto ciò oh sì. / Canto per la cultura… / Il padre ama suo figlio / le madri, le figlie, anche / è una vecchia vecchia storia / piange anche il nuovo mondo. / Gridate / carne, carne per la fantasia.”
Ecco, anche la canzone mette il dito nella piaga! ;)
Poichè il video non puòessere incorporato, vi chiedo lo sforzo di cliccare sul link per vedere il video ufficiale:
http://www.youtube.com/watch?v=HOxmbYduKCg&ob=av2e
Piaciuta? Non la sento ora, ma a me piaceva!
Umore del giorno: come ieri, ma con più raffreddore, mal di testa e febbre di ieri!
E il tempo va…
venerdì 24 settembre 2010
Posso…
Non sto passando proprio un bellissimo periodo. Dagli inizi di agosto, circa, i rapporti tra me e mio padre si sono fatti molto tesi. Lui continua a criticare la mia scelta di voler studiare, sostenendo che un lavoro nel settore pubblico sarebbe perfetto. A me non va giù. Temo che potrebbe rivelarsi un lavoro ripetitivo e sottopagato, dato che mi piace studiare e ho le capacità per fare molto bene all’università e uscire con un bel voto di laurea.
Insomma, lui fa di tutto per farmi stare male e ci riesce. Non riesco davvero a reggere questa crescente pressione, tant’è vero che all’ennesimo concorso uscito, voglio davvero fare bene e sperare di riuscire ad andarmene da questa casa. La domanda, piuttosto, è se tornerò più! Parole dure, ma se penso che ora non sto godendo quasi niente della vita se non i miei amici (che, per carità, non sono un nulla!), quasi riesco a trovarmi una giustificazione a questa frase, che mai avrei pensato di dire. Perché se il dovere dei genitori è di educare, quello dei figli è di seguire i loro consigli e obbedirgli.
Ma se ciò che viene data a me non è un’educazione, ma un continuo ricatto, non capisco come si può essere buoni figli se i genitori (o il genitore, dato che mi riferisco a mio padre) non fanno quello che gli è dovuto.
Se un giorno non vado all’università (prendiamo, ad esempio, quelli di quest’estate, ma anche tutti gli altri giorni fino ad oggi), passo 23 ore su 24 chiuso nella mia stanza, uscendo giusto per mangiare. Non c’è conversazione, non c’è dialogo in casa perché se anche lo voglio creare so che me ne pentirò, perché non sentirò mai parole buone o di incoraggiamento.
È vita questa? Io non l’ho mai immaginata così. Non ho mai pensato che sarebbe stata sempre rose e fiori, ma se avessi saputo che doveva essere di una tale sofferenza continua, inframmezzata da qualche sporadicissimo momento positivo… be’ magari avrei preso la vita più leggera e con meno serietà. Mi sarei potuto dare alle droghe, all’alcool, vivere sul filo dell’illegalità, del pericolo e della non-vita, ma avrei potuto “anestetizzarmi” dalla tristezza che provo ora.
No, non sarebbe stata una scelta giusta e lo posso dire in virtù della consapevolezza che ho ora dei danni che un tale stile di vita avrebbe potuto darmi. E se è valido il detto che la consapevolezza porta con sé inevitabilmente dolore, io oggi accetto questa verità, ma forse se potessi riscegliere farei la scelta “sbagliata”.
Mi porto avanti quella che Pirandello definisce la “maschera nuda”, ma oggi al mondo sono pochi quelli che la “portano”. E, tra l’altro, sono chiamati “sognatori”, “visionari”, “persone fuori dal mondo”, solo perché hanno capito che c’è qualcosa (tanto!) che non va e vorrebbero cambiarla, mentre la maggior parte del mondo vive (o sopravvive?) nell’oggi, vedendo fino al proprio naso. Ebbene, perché devo sopportare il costo della conoscenza quando avrei potuto tranquillamente vivere alla giornata e, poi, quando la vita finiva per le mie scelte disinibite e sbagliate, non riposare potendo affermare di (non) avere davvero vissuto?
Mettendo non del tutto da parte questo discorso, c’è una bellissima canzone di Nas, che si chiama “I can”, dalle parole molto belle. A dimostrazione che l’hip-hop, il rap e l’r&B non sono solo spaccio, soldi e donne.
“So che posso (So che posso) / essere ciò che voglio (essere ciò che voglio) / se ci lavoro duramente (se ci lavoro duramente) / Sarò dove voglio essere (sarò dove voglio essere). / B-Boys e Girls, ascoltate / Potete essere qualsiasi cosa al mondo, noi crediamo in Dio / Un architetto, un dottore, forse un'attrice / Ma niente arriva con facilità, ci vuole molto impegno / Per esempio, ho incontrato una donna che stava per diventare una star / Era bellissima, lasciava le persone atterrite / Cantava canzoni, Lina Horn, ma la versione più giovane / Si è messa con la persona sbagliata / Si era data alla droga ho sentito / Cocaina, sniffando droga, tutta su per il suo naso / Sarebbe potuta morire, così giovane, non brutta e vecchia / Nessun divertimento perchè quando abbracciava le persone, restavano senza fiato / Perchè puzzava di corrosione e morte / Guarda bene le compagnie che scegli e alla gente che frequenti / Perchè loro ti possono rendere drogato e tu sei venuta per cantare / Se tu vuoi essere la migliore, ti dico come fare / butta le mani in aria e tieniti dei valori. / B-Boys e Girls, ascoltatemi ancora / Questo è per le ragazze dall'aspetto adulto che hanno solo dieci anni / Quelle che guardano dei video e vogliono ripetere ciò che vedono / Essere più carine che possono, su nei club con delle false identità / Attenzione, prima che incontriate un uomo con l'HIV / Potete comparire in TV come Oprah Winfrey / Qualsiasi cosa voi decidiate, fate attenzione, alcuni uomini sono / Rapitori, perciò dimostrate la vostra età, non pretendete di essere / più grandi di quanto non siate, date a voi stesse il tempo di crescere / Pensate che lui vi possa dare ricchezza, ma… Così / anche i giovani, potete dare molto aiuto, sapete / Pensate che la vita sia tutta fumo, marijuana e avere gioielli / Non vorreste avere la mia età e non poter leggere e avere ragione / Implorando varie donne per un posto dove dormire la notte / I ragazzi svegli diventano uomini e fanno qualsiasi cosa desiderino / Se ci credete potete ottenere tutto, quindi ditelo così. / Salvate la musica voi tutti, salvate la musica. / Prima che arrivassimo in questo paese / Eravamo re e regine, non porche scimmie / C'era un impero in Africa chiamato Kush / Timbuktu, dove ogni razza veniva a prendere i libri / Per imparare da insegnanti neri che insegnavano che Greci e Romani / Arabi asiatici gli avessero dato l’oro / Quando l'oro venne convertito in denaro tutto cambiò / I soldi divennero fonte di potere per gli Europei / le truppe Persiane invasero militarmente / Loro impararono molto sull'oro, la cultura e tutto ciò che era sacro / L'Africa fu quasi derubata del tutto / La schiavitù era fonte di denaro, così cominciarono a creare navi schiaviste / l'Egitto fu dove andò Alessandro il Grande / fu così scioccato dalle montagne con le facce nere / che arricciavano il naso per imporsi, cosa c'è / Ancora oggi, voi lo vedete? / Se la verità è stata detta, i giovani possono crescere / Imparano a sopravvivere fino ad avere il controllo dei guadagni / Nessuno dice che dovete essere dei gangster o delle zoccole / Leggete di più, imparate di più, cambiate il mondo / Bambini del ghetto, fate le vostre cose / Tenete in alto la vostra testa, ometti, siete dei re / e tu sarai una giovane principessa quando avrai il tuo anello di matrimonio, / il tuo uomo sta dicendo: "Lei è la mia regina".”
Insomma, Nas non sarebbe d’accordo con ciò che ho scritto io oggi, eppure rimango parzialmente convinto di ciò che ho scritto su. Lui ha l’esperienza, ma la solitudine e la tristezza ti possono spingere davvero a tanto.
Umore del giorno: triste, come si può evincere da ciò che ho scritto
E il tempo va...
domenica 19 settembre 2010
Every time
Mi scuso se ieri non ho scritto, ma davvero non avevo le forze. Mi sono alzato presto per andare ad aiutare mio padre in campagna e, tempo di pranzare, ho continuato fino alle 7 del pomeriggio. Quando sono tornato mi sentivo troppo stanco.
Per quanto riguarda la canzone di oggi (di ieri, meglio), volevo farvi sentire il primo singolo di una band berlinese. Una canzone romantica ma molto bella: “Every time” dei Munchener Freiheit.
Una curiosità: Freihet in tedesco significa libertà…
Vi auguro un buon inizio di settimana
Umore del giorno: stanco e un po’ strano. In settimana mi analizzerò meglio
E il tempo va…
mercoledì 15 settembre 2010
Una vita
Ieri andai a Taranto e mai avrei creduto di poter pensare “che bella Taranto”! Già… Eppure è vero. Ero lì al centro e vedere quei palazzi mi piacque molto. Non ero a girare per il centro da quattro mesi, e, comunque, quando ci andavo vedevo un po’ le vetrine con le compagne dell’università.
Ieri, invece, da solo, alzai la testa e quello stile mi piacque molto. Può anche essere quello tipico di qualunque città del Sud Italia, ma ne rimasi davvero affascinato. E quando dissi la mia impressione ad alcuni amici loro mi presero quasi per pazzo!
A tradire la vocazione turistica della città, forse, sono l’aria inquinata dagli scarichi dell’Ilva e dalla raffineria Eni e la scarsa valorizzazione dei resti della Magna Grecia. In fondo, però, se non esistesse l’Ilva, la città e una buona fetta della provincia non manterrebbero i livelli occupazionali che la stessa garantisce. E qui c’è il problema maggiore.
A causa del forte inquinamento e della attuale crisi economica, l’Ilva rischia di chiudere, mandando a casa più di 12000 lavoratori. E quasi permanentemente, si vedono stand davanti al Comune per il sostegno a lavoratori dell’Ilva o di altre aziende in declino.
Ma esco da questo elogio alla città e passo un po’ a ciò che mi è successo tra ieri e oggi.
Mio padre è come seccato dalla mia scelta di voler studiare e continua a farmi pressioni perché abbandoni gli studi e inizi a guardare al mondo del lavoro. Mi accusa di alzarmi comodamente alle 11 di mattina (quando mi ha visto alzarmi a quell’ora?), mangiare e stare al computer a giocare. Non si rende conto che studiare è tutt’altro che un gioco e che io ci metto davvero tutto l’impegno che posso metterci! E questo mi fa arrabbiare quanto stare male. E in più non riesco più a sopportarlo!
In più, quest’altra piccola parentesi si collega un po’ alla canzone di oggi: “One life” di Ne-Yo.
“Hai solo una vita / (Una vita, una vita, una vita) / Ridi a volte / Piangi a volte / Fermati e prenditi un momento per respirare / Alzata fino a tardi, fuori tutta la notte / Seduta a casa a guardare la TV / Quando arriveranno a scrivere la tua storia / Dimmi che cosa diranno / La vita può essere un bel quadro / Se lo dipingi in questo modo / A partire da oggi, oggi / Se non l'hai mai fatto prima / E non lo farai più / Vivi come se non ci fosse un domani / Quindi, non importa chi sei / Fatti un favore / E vivi come se sapessi / Ama come se sapessi Che hai una vita sola (whow) / Che hai una vita sola (whoow). / Tieni i tuoi amici al tuo fianco / Ma apprezza il tempo che passi in solitudine / E se qualcuno si prende il tempo per amarti / Prenditi il tempo per amare qualcun altro, hey hey heyy. / Quindi quando avrai un momento / Allora dovrai possederlo / Dovrai farlo tuo / Dovrai viverlo al massimo”
Un bellissimo testo. Leggendolo mi sono chiesto: io vivo così? La risposta è no perché vivo sotto la dittatura di questa famiglia che non posso lasciare finchè non finisco gli studi. Alcuni miei amici mi chiedono perché non provo a raggiungere l’indipendenza trovandomi un lavoretto, ma rispondo loro che questo porterebbe via tempo allo studio e, davvero, non ci tengo tanto se voglio davvero uscire da qui ed ottenere la vera indipendenza.
Mi è salita ancora più tristezza di quando ho iniziato a scrivere. Non sono più manco certo di aver scritto frasi di senso compiuto… Per oggi mi fermo qui!
Umore del giorno: triste, sconsolato, arrabbiato… Un periodo non certo facilissimo
E il tempo va...
lunedì 13 settembre 2010
Oh no no
Purtroppo in questi ultimi due giorni sono rimasto senza connessione ad internet, ma sabato ho comunque scritto. Ed ecco qui l'intervento.
Spero di riuscire a postare il commento già stasera, anche se ora come ora la chiavetta non sembra voglia darmi segnali incoraggianti.
E, purtroppo, senza internet non so manco cosa più o meno succede nel mondo. O, meglio, oggi è noto che ricorra l’anniversario dell’attacco alle Twin Towers a New York, ma non so le reazioni, i discorsi e le azioni che si susseguono in questo momento. Di certo, quel pastore americano (pazzo, se mi permettete) non ha bruciato davvero il Corano. Concedetemi una riflessione: ma come si può essere così superficiali da bruciare un libro sacro di un’altra cultura? Il sito satirico Spinoza.it ci scherzava su scrivendo una cosa del tipo “gli islamici vorrebbero rispondere alle provocazioni del pastore, ma non hanno trovato nessun libro così importante per gli americani”.
In realtà, in Pakistan hanno bruciato le bandiere statunitensi. E già questo è grave. Ma proviamo a vedere se pubblicamente bruciassero una copia della loro Costituzione. Non so a voi, ma io personalmente mi riterrei profondamente offeso! È anche vero che in Italia la Costituzione viene presa a pesci faccia da tutti, politici in primis. Ma per me essa è simbolo della nazione (su cui ci si potrebbe chiedere se esista davvero o no. Ma questo è un altro discorso).
Passando alla canzone di oggi, non so se conoscete Bernie Paul. Una sua bella canzone è “Oh no no”, di cui ora non posseggo traduzione. Appena ho la connessione disponibile la cerco e vediamo cosa ne può uscire. Per ora godiamoci la canzone.
Una canzone da “Saturday night fever”, come piace a me!
Umore del giorno: arrabbiato per la mancanza di connessione!
E il tempo va…
venerdì 10 settembre 2010
Il cerchio della vita
Non mi piace parlare di consuetudine, ma si può dire che un intervento il giorno del mio compleanno ci sta anche quest’anno. È un po’ come il messaggio di fine anno del Presedente della Repubblica.. Tanto per dire una boiata! :) Cercherò di renderlo, però non così pesante, né pieno di cavolate.
In fondo, cosa si potrebbe dire in un discorso sul compiere gli anni? Non si fanno certo promesse… Oddio, forse su questa mi potrei fermare a pensare. La mia vita è un continuo andare “di bene in meglio” (si auspica!), quindi potrei pensare a qualcosa da promettere e mantenere per essere una persona, un cristiano, un figlio e un amico migliore... Ma non mi viene molto per la testa, nonostante le cose da fare ci sarebbero eccome!
Non posso neanche vantarmi o enumerare le innumerevoli cose buone fatte in questo anno. Cosa ho fatto? Studiato, uscito con gli amici, litigato coi miei genitori… Ordinaria (follia?) vita! Certamente, se
fossi meno superficiale, potrei dire che ho ottenuto buoni voti quest’anno accademico e che il gruppo di amici con cui esco ora me lo sento più vicino e più unito (salvo qualche episodio un po’ più recente che mi ricorda che nulla è mai “per sempre”). Il rapporto coi miei genitori, invece, è sempre quello…
E poi, perché trarre una immaginaria linea per iniziarne un anno nuovo?! Tutto non è altro che una somma di giorni in cui costruiamo un mattoncino di esperienza che costituisce la vita! Oggi ho aggiunto un mattoncino. Un mattoncino che per ora non indica e insegna niente di particolare. Ma non è neanche speciale solo perché oggi è il 10 settembre, quello stesso dieci settembre che nel 1989 mi vide
nascere.
Insomma, non demolisco il giorno del compleanno, ma non gli do neanche tanta importanza. Da piccolo ero felice quando arrivava questo giorno per via dei regali. In realtà, era solo una mia zia a regalarmi giochi. Ma ne ero felice comunque. Poi cresci, e capisci che il tempo dei giochi è finito e che ciò di cui hai bisogno non è facile da conquistare. Devi lottare perché devi studiare; perché le persone ti calpestano; perché un’amicizia è come un ponte di legna, che se non curi cede; e perché la storia del principe azzurro (per intendere l’assunto che la vita è facile e sempre gioiosa, non è certo il principe che aspetto io!) non è quella delle favole, ma se vuoi qualcosa devi guadagnartela con i denti e con la fatica.
Uno dei miei tanti cantanti preferiti scrisse una canzone che si riferiva a “Il cerchio della vita”. Leggiamo che scrisse Elton John.
“Dal giorno in cui arriviamo sul pianeta / e, sbattendo le palpebre, camminiamo verso la luce / C’è da vedere più / di quanto si sia mai potuto vedere, / da fare più di quanto si sia mai potuto fare. / Alcuni dicono «mangia o vieni mangiato» / Altri dicono «vivi e lascia vivere» / Ma sono tutti d’accordo mentre / si uniscono al fuggi fuggi generale / che non dovresti mai prendere / più di quello che dai. / Nel cerchio della vita / C’è la ruota della fortuna / C’è il mutamento improvviso di fede / C’è la compagnia della speranza / Finché non troveremo il nostro posto / nel sentiero che si snoda / nel cerchio, nel cerchio della vita. / Alcuni di noi si perdono lungo il cammino / ed altri volano in alto verso le stelle / alcuni di noi superano facilmente le difficoltà / ed altri devono vivere con le cicatrici. / C’è veramente troppo da prendere qui / più da scoprire di quanto / si sia mai potuto scoprire / Ma il sole che gira alto / nel cielo color zaffiro / sostenta grandi e piccoli in un ciclo infinito.”
Il ciclo della vita è anche quello che io chiamo “cicli e ri-cicli della storia”, dalla famosa definizione di Giambattista Vico. Insomma, la canzone illustra bene com’è la vita. Il “cos’è” tocca a noi trovarlo.
E il compleanno in questo cerchio dove lo mettiamo? Ovunque, in base al momento che viviamo. È un periodo positivo, e lo segniamo come un grande giorno positivo. Altrimenti il contrario. Dato che è il compleanno, non ci aspettiamo certo che il mondo cambierà perché è un giorno per noi diverso e importante.
Al massimo possono cambiare atteggiamento i nostri nemici per qualche tregua.. E potremmo definire conquista anche quella, ma i miracoli difficilmente si avverano in un batter di ciglio!
Umore del giorno: buono, anche perchè ho dedicato questo giorno a tutta le canzoni del 2010. E mi rallegrano molto!
E il tempo va…
mercoledì 8 settembre 2010
Recensioni in libertà
Ogni tanto qualche film mi colpisce particolarmente. E uno di questi è quello di ieri sera in tv: “Come tu mi vuoi”. Il genere è piuttosto lontano dai miei gusti, ma ieri feci lo “sforzo” perché dissi a una mia amica che avrei scelto lo stesso film che avrebbe voluto vedere lei, così avremmo potuto guardarlo “insieme” (nonostante fossimo ognuno a casa propria) e commentarlo in qualche punto particolare. E così lei scelse “Come tu mi vuoi”. Non feci obiezioni, e un po’ immaginavo che avrebbe scelto quello, nonostante le piacesse Susan Sarandon, l’altra alternativa a quel film.
Ma veniamo alla mia opinione. Il film poteva anche avere un finale scontato, ma non mi ero prevenuto e ho cercato di godermi il film proprio perché mi stava prendendo. La sua originalità, secondo me, stava nel fatto che una ragazza capisce il fatto che tutti oggi portiamo una “maschera” e abbia avuto il coraggio di non conformarsi alle scelte della massa. Lei vestiva come le piaceva, indipendentemente dal fatto che fosse “fuori moda”, e l’unica cosa che le importava davvero era lo studio. Studiava scienze della comunicazione e analizzava le persone come
false, in quanto non esprimevano il loro proprio io.
E quest’idea di base del film mi è davvero piaciuta. Nello sviluppo del film, poi, la ragazza ha ceduto al conformismo per piacere a un ragazzo. Ha venduto e mercificato se stessa per un fine che le sembrava giusto. Be’, questa scelta no l’ho condivisa, sebbene si tratti di un film. Una persona che crede in un ideale non può vendersi per utilitarismo. Altrimenti non ha mai perseguito un ideale, ma ha solo avuto voglia di uscire dalla massa per essere “l’eccezione che conferma al regola”.
Uscendo dal guscio in cui si era chiusa, la ragazza ha scoperto sì il mondo, ma ha davvero venduto se stessa, non solo per il ragazzo che le piaceva, ma anche per potersi pagare gli studi. E qui è affrontato “di striscio” il tema secondario della non-meritocrazia delle università, dove un professore sceglie una ragazza in base alla sua bellezza. Ma tutto rientra sempre nell’idea principale della mercificazione della donna. E questa non è assolutamente il femminismo che le donne degli inizi del ‘900 hanno iniziato a reclamare!
Alla fine del film, la ragazza accetta di portare la maschera che portano tutti e rendendosene più o meno conto.
Avanti ieri, invece, finii di leggere “Il richiamo della foresta” di Jack London. Sì, lo so, un libro per ragazzi soprattutto. Ma la trama mi incuriosiva. E anche quel libro mi è piaciuto. E la storia di un cane (ma potremmo poi trasporre quella storia da un cane, alla storia di una persona) che, immesso nel vero mondo, quello duro e delle persone comuni, impara la cosiddetta “legge del bastone e della zanna”. Se non ti adegui a ciò che viene richiesto, avrai il bastone, se non sei abbastanza forte per questo mondo soccombi! Due amare verità che il cane impara a capire piuttosto presto e che lo formeranno per buona parte della sua vita. Rapito dalla sua tranquilla vita (quella che per una persona è il periodo delle scuole), viene catapultato nel lavoro duro. E qui dovrà imparare a sopravvivere, scorgendo ogni informazione utile per il suo compito. Il cane riesce bene e si adegua. Nel finale, sente “il richiamo della foresta”, in quanto per tutta quella vita si era adeguato a ciò che DOVEVA fare. Quel richiamo, invece, lo spingeva a fare ciò che realmente sentiva di VOLER fare. Un’altra storia dove si esce dal conformismo per vivere appieno la propria vita! Anche se in questo caso la storia è al contrario.
E questo libro ha davvero ispirato molte persone ad abbandonare la propria vita, anche di lussi, per riscoprire il contatto con la natura. Purtroppo, non tutti, anzi la maggior parte di quelli che ci hanno provato, sono sopravvissuti. Forse perché abbiamo davvero perso quel contatto che gli antenati avevano con la Madre Terra.
A riguardo, una storia vera è diventata persino un film. “Into the wild” racconta la ricostruzione della vita Chris McCandless, un giovane di famiglia ricca che, finiti gli studi di legge, prova a vivere nelle foreste dell’Alaska . Con un tragico epilogo. Da vedere anche quel film!
Be’ credo di aver scritto un bel po’ per oggi, per cui non scrivo ulteriormente e vi rimando al prossimo appuntamento.
Umore del giorno: tranquillo… Niente di che all’orizzonte!
E il tempo va…
sabato 4 settembre 2010
Mondo pazzo
Oggi non sarà una canzone davvero sconosciuta a farci compagnia. O, magari, non lo sarà per tutti.
I Tears for Fears, bene o male, si conoscono… Anche per “sentito dire”! E una delle loro prime canzoni fu “Mad world”. In realtà, la prima fu “Suffer the children”, ma questa è stata la loro prima canzone accompagnata da un video. Che, a quanto ho letto su Wikipedia, fu girato con una balletto “indecente”, ripreso ironicamente dai The Cure nel video di una loro canzone.
Ho cercato su Youtube il video originale della canzone ma la ricerca non ha dato i frutti che speravo. Prima, però, leggiamo la traduzione.
“Tutto intorno a me ci sono facce familiari / sempre i soliti posti, sempre le solite facce / brillanti e mattinieri per le loro corse quotidiane / senza andare da nessuna parte, senza andare da nessuna parte / Le loro lacrime riempiono i loro bicchieri / Senza espressione, senza espressione / Nascondo la mia testa voglio annegare il dispiacere / Non c’è domani, non c’è domani. / E la trovo tipo una cosa divertente / E la trovo tipo una cosa triste / I sogni nei quali sto morendo / Sono i migliori che io abbia mai fatto / E trovo difficile dirtelo, / perchè trovo difficile sopportarlo / quando le persone corrono in tondo / è proprio / un mondo pazzo / mondo pazzo / mondo pazzo / mondo pazzo. / Bambini che aspettano il giorno in cui si sentono bene / Buon compleanno, buon compleanno / Fatti sentire nella maniera in cui ogni bambino dovrebbe / Siediti e ascolta, siediti e ascolta, / andai a scuola ed ero molto nervoso / nessuno mi conosceva, nessuno mi conosceva / salve professore, mi dica quali sono i miei compiti / Mi esamini attentamente, mi esamini attentamente. / Allarga i tuoi orizzonti / Mondo pazzo.”
Un testo niente male. Eppure colui che la scrisse disse che un vero senso queste parole non lo avevano. Voleva sminuirsi? La prima strofa mi piace molto ed è veritiera!
La conoscevate, vero? Ma non fa male risentirla!
Umore del giorno: nessuno… Mi sento come una delle persone nella canzone: “con le corse quotidiane, senza andare da nessuna parte”.
E il termpo va…