martedì 30 settembre 2008

Essere Boccadoro ai giorni nostri?

Oggi non avevo intenzione di essere pesante, tuttavia la combinazione di due fattori... mi hanno portato a pensare!Innanzitutto, oggi sono passato è avvenuta la portabilità del mio numero su un nuovo gestore, potendo così usufruire di una promozione che mi permette di tenere stretto il contatto con le due persone con cui più parlo e sono affiatato in questo momento!Il secondo elemento è stata una puntata di un cartone animato "I Simpson" che, raccontando della vincita di una moto da parte del protagonista Homer e delle sue "conseguenze", mi ha fatto riflettere su un tipo di vita che oggi forse qualcuno invidierebbe.

Volendo, mi posso riallacciare all'argomento di ieri, quando dicevo del "De monarchia" e dell'idea di Dante... Ma non lo faccio. Scrivo semplicemente ciò che volevo dire, e, se qualcuno, dopo, vuole fare le sue considerazioni anche alla luce di ciò che ho scritto ieri, ben vengano queste opinioni (e non mi dispiacerebbe che ogni tanto rimanessero anche impresse su questo space!).

L'"evento" scatenante dell'intervento di oggi è la vita da girovago. Nella puntata de "I Simpson" ci sono dei bikers che partecipano a mostre e raduni e fanno una vita da "dissoluti": è questa la vita che piacerebbe fare a me. Prendere una moto e cominciare a viaggiare: Francia, Germania, Spagna, Svezia... Il giorno aiutare la gente in qualche lavoretto (magari di campagna, poi vi dico perchè) e la sera, all’aria aperta, contare le stelle e prendere sonno (visto che sono insonne e mi
piacciono le stelle… unisco l’utile al dilettevole!). La mattina svegliarsi alla buon’ora e ripartire nuovamente per il mistero! E poi, chi mi vuole seguire, mi segua!

Parte dell’ispirazione mi viene anche dalla lettura di “Narciso e Boccadoro” di Nietzsche, che racconta la storia di due ragazzi del Medioevo con caratteri completamente diversi: l’uno, Narciso, molto spirituale, orgoglioso e sicuro di sé (non troppo arrogante, però), e l’altro, Boccadoro, piuttosto interessato ai piaceri terreni, ma non meno acuto di Narciso. Questi due, che studiano in un monastero (Narciso contemporaneamente, per la sua brillantezza e acutezza d’intelletto, insegnava anche), un giorno si separano, quando Boccadoro, in una proibita uscita dal convento, rimane affascinata da una ragazza. Inizia così il viaggio di Boccadoro, figlio di un cavaliere (oggi l’equivalente di essere figlio di un ricco imprenditore), al continuo inseguimento di piaceri carnali: il giorno aiutava i contadini, la sera… aiutava le contadine insoddisfatte! Ho cercato di alleggerire un po’ il discorso, ma il concetto è quello: la sera aveva rapporti sessuali con le contadine. Solo a un certo punto, quando entra in un convento, rimanendo “abbagliato” da una scultura della Vergine Maria, decide di voler imparare l’arte della scultura. Durante il praticantato rimane “sedentario” per qualche annetto (gli era successo solo per l’inverno precedente), anche se discontinuamente, poi ricomincia a girovagare per la Germania, ove è ambientata la storia. Arriva la peste, conosce una ragazza e, volendo sfuggire alla peste, costruisce una casa con lei e con un amico che ha conosciuto nel viaggio, e vivono lì finchè… Poi se lo leggete è meglio! Non vi racconto cosa succede dopo perché al fine di ciò che voglio raccontarvi è poco influente. Se volete leggere il libro, vedrete che non ne rimanete delusi!

Ritornando al mio discorso, ecco la vita che voglio fare io: essere un Boccadoro, dal punto di vista della libertà: viaggiare, aiutare qua e là per guadagnarmi il pane e poi di nuovo in viaggio.

I limiti a ciò, comunque, esistono: chi si fiderebbe più di uno sconosciuto che un giorno viene e dice “voglio aiutarti, ma solo fino a mezzogiorno”. Capitasse a me, lo ignorerei subito questo “pazzoide”, lo scambierei per uno a cui manca qualche rotella! In tal modo nessuno darebbe una tale fiducia… magari, forse, qualche convento… Altro inconveniente sarebbe la(forse brutta) abitudine che abbiamo noi ad essere dipendenti da certe tecnologie (pc, Internet, tv, ecc). E poi c’è una caratteristica che ha determinato in meglio la vita di noi umani: la sedentarietà, l’averci, cioè, creato delle case
e aver sottomesso la natura a noi, e non più il contrario. La civiltà, in fondo, è iniziata quando l’uomo ha cominciato a coltivare e praticare l’agricoltura e ha costruito delle case. Cambiare questa “abitudine” sarebbe la cosa più difficile!

Connessi, infine, ci sarebbero altri bisogni poco alienabili: l’amore, l’affetto, l’amicizia, la famiglia, l’istruzione, la salute… Cose cui difficilmente potremmo rifiutare.

Ecco, quindi, che alla fine la mia voglia di evasione nonpuò trovare “accoglimento” nella realtà odierna. Non mi resta, quindi, che continuare a studiare o trovarmi un lavoro… Che tristezza…

Ed ecco che anche oggi ho scritto tante parole affiancate ma senza che una soluzione ne sia derivata e né abbia detto qualcosa di nuovo a chi mi legge (tranne forse la storia di “Narciso e Boccadoro”).

A risentirci.

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