In piena “tempesta” esami, non posso, in ogni caso, ignorare il mio space. E vi farò leggere anche un testo “d’autore”. Una canzone che pochi conosceranno di de Gregori, ma un testo bello. La canzone, effettivamente, non piace neanche a me. Il titolo è “Atlantide” e il testo qui:
“Lui adesso vive ad Atlantide / con un cappello pieno di ricordi / ha la faccia di uno che ha capito / e anche un principio di tristezza in fondo all'anima / nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata / e a volte ritiene di essere un eroe. / Lui adesso vive in California / da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole / è diventato un grosso suonatore di chitarre / e stravede per una donna chiamata Lisa / quando le dice tu sei quella con cui vivere / gli si forma una ruga sulla guancia sinistra. / Lui adesso vive nel terzo raggio / dove ha imparato a non fare più domande del tipo / conoscete per caso una ragazza di Roma / la cui faccia ricorda il
crollo di una diga? / io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome / ma mi portò lontano il vizio dell'amore. / E così pensava l'uomo di passaggio / mentre volava alto sul cielo di Napoli / rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi / ma lasciatele sempre la sua dolce curiosità / ditele che l'ho perduta quando l'ho capita / ditele che la perdono per averla tradita.”
Quattro storie diverse, quattro storie che accennano al passato e ai ricordi e all’amore. La prima, piuttosto triste, è quella che più mi piace. Secondo me, è la storia di ognuno di noi, che, invecchiato, vedrà malinconicamente al passato e penserà anche agli errori commessi, ma in fondo, si sentirà un eroe per tutte le conquiste fatte.
La bellezza della canzone, però, sta proprio nel fatto che vengono accennate le storie. E siamo noi poi a doverle / poterle continuare.
Umore del giorno: vorrebbe ancora studiare qualcos’altro ma è stanco.
E il tempo va…
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