Il tempo di queste vacanze sta davvero scivolando. Uffa! Il tempo di ritornare a studiare è sempre più vicino e la voglia credo potrò trovarla. A volte mi viene in mente di dare il 200% di me e finire tutto in tre anni. Ma poi ci ripenso e so che è una follia. C’è quella maledetta (concedetemi questo termine) economia politica per i quali bisogna fare i salti mortali per passarla. Il quarto anno (da fuori corso, naturalmente) mi servirà sicuramente. E intanto come ogni universitario, già sogno il mondo dopo. E “sognare” è il termine giusto perché usciti dall’università le occasioni lavorative non sono sempre adeguate al livello di studi conseguiti.
Stamattina, mentre leggevo sul divano, mio fratello accende la radio ad alto volume e casualmente era in onda quel penoso remix di “Tu vuo’ fa’ l’americano”, che quest’anno va tanto di moda. E subito ho pensato che io tra tutti i sogni post-universitari, mi vedo su una scrivania, magari di legno pregiato, a dirigere una grande impresa e impazzire dietro fornitori e compiacere grandi clienti. E non mi dispiacerebbe lavorare all’estero, negli Stati Uniti magari!
Allora lasciando da parte il testo che avevo in mente per questa settimana, rendiamo omaggio alle parole di Renato Carosone nella canzone “Tu vuo’ fa’ l’americano”. Dato, però, che la canzone originale è scritta in napoletano, ho trovato una “traduzione” in italiano.
“Porti i calzoni con uno stemma dietro / una coppola con la visiera alzata / passi scampanando per Toledo / come un guappo per farti guardare / Tu vuoi fare l'americano, / mericano, mericano, / stammi
a sentire: chi te lo fa fare? / Tu vuoi vivere alla moda, / ma se bevi "whisky and soda" / poi ti senti male! / Tu balli il rock and roll, /tu giochi a baseball, / ma i soldi per le Camel / chi te li dà? / La borsetta di mammà!? / Tu vuoi fare l'americano, / mericano, mericano, / ma sei nato in Italy, / stammi a sentire: non c'è niente da fare / ok napoletano! / Tu vuoi fare l'american, / Tu vuoi fare l'american! / Come ti può capire chi ti vuole bene / se tu le parli mezzo americano? / Quando si fa l'amore sotto la luna / come ti viene in mente di dire "I love you"?”
Partiamo prima dal contesto storico della canzone. Carosone scrisse questa canzone riferendosi al sogni americano e di come, dopo la Seconda Guerra Mondiale, le abitudini degli italiani si stavano adattando a quello stile. Magari un po’ goffamente anche! Simpaticamente, infatti, Carosone scrive che “se bevi "whisky and soda" po' te siente 'e disturba'...” (ti senti male, cioè) e gioca sul fenomeno che oggi è chiamato dei “bamboccioni” quando dice “ma e solde p' e' Ccamel chi te li dà? La borsetta di mammà!?.
E adesso volevo riflettere sulla situazione mia, con la quale trovo molte affinità. Sogno “l’America”, per
indicare un futuro fatto di soldi e, magari, gloria. Ma al momento attuale non sono che un ragazzo che per ogni piccola spesa chiede ai genitori i soldi. Fortunatamente, non mi interessa “vivere alla moda”, mi accontento di semplici vestite senza griffe (a mio parere piuttosto inutili) e non ho interessi dispendiosi. Mi piacerebbe leggere qualche libro non universitario in più, ma l’abbonamento annuale a una rivista di divulgazione scientifica mi basta.
Insomma, se sognare fa bene per aumentare la fiducia in se stessi e puntare sempre in alto, bisogna sempre essere in grado di scendere sulla Terra e fronteggiare la realtà, piuttosto amara e fatta di impieghi spesso non all’altezza degli studi fatti, ma anche di studenti non all’altezza degli impieghi che si presentano, forse perchè l’università italiana non è così forte come in altri Paesi. E neanche la riforma di cui si sta parlando in questi giorni porta “aria fresca”.
Umore del giorno: allegro, senza motivo
E il tempo va…
Nessun commento:
Posta un commento