Ieri non mi è stato dato il tempo di pubblicare l’intervento
che avevo scritto appena finiti gli esami. Ora sta sotto questo intervento. E
se volete capirci qualcosa oggi, dovete per forza leggere ciò che ho scritto
ieri.
Fatto? Bene, passiamo a oggi. In realtà, ciò che sto per
scrivere riguarda un po’ ieri, ma sta
avendo effetti oggi e li avrà finché non prenderò una decisione. Il punto è
questo: quando mio padre ieri è tornato da lavoro ci siamo messi a discutere su
cosa devo fare. Lui dice che se studio a Giurisprudenza (e volendo potrei
farlo, se ho capito bene) è come se perdessi 5 anni a studiare senza che dopo
ho qualche certezza (certo chi è che ci da la certezza?). E poi c’è il fatto
che farei circa fino a 30 anni una vita molto ristretta (cioè dovrei chiedere
ai miei i soldi per fare qualcosa). E questo non è che mi va tanto giù.
L’alternativa è lavorare. Lui dice che mi devo aprire un
negozio. Sinceramente, io preferirei fare l’impiegato/operaio, non credo di
avere adeguate capacità imprenditoriali.
E la scelta da prendere è durissima. Sono in crisi e sento
il bisogno di parlare con qualcuno perché da solo ammattirò quasi certamente.
Ora come ora mi sto convincendo ad andare a lavorare. La
ragione è questa: e se andare a Giurisprudenza è sempre stato “solo” il mio
sogno? I sogni sono fatti per rimanere tali. I sogni sono l’aspirazione di un uomo
a qualcosa che sarebbe l’ideale. E i sogni devono rimanere così se si vuole
migliorare e andare alla ricerca di una stabilità e puntare a qualcosa che sia
sempre più alto, ma che, alla fine, ci
riporta sempre coi piedi per terra. Perchè l’uomo vive di sogni, illusione e
speranze.
La realtà è, invece, quella che si vive tutti i giorni:
tutti hanno bisogno di soldi per sopravvivere ed è giunta l’ora che anch’io mi
inserisca in questo meccanismo e che contribuisca a sostenermi e cominciare a
vivere la MIA vita. Alla fine, purtroppo, saranno i soldi che mi daranno l’affermazione della mia personalità e la mia
piena affermazione.
Ecco ora ho il mal di testa: sono le 10 e 48 ed è da 2 ore e
25 che il mio pensiero è sempre lì. E non c’è modo che mi faccia distogliere.
Né leggere, né guardare il paesaggio che c’è qui in campagna… L’unico modo sarebbe
totalizzarmi: o vedere la tv e spegnere un po’ il cervello o giocare a qualche
gioco sul pc. E probabilmente opterò per al seconda.
Se ieri mi sentivo libero, questa libertà è durata sole
poche ore. Che amarezza…
A risentirci.
Finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Ok, stop. Che bello! Sono finiti gli
esamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Ok, non lo faccio più. Il fatto è
che sono anche un po’ deluso da me stesso: mi ero preparato, vado lì e mi
faccio prendere dall’emozione e combino un po’ di pasticci. Ciò che dicevo era
giusto ma era incasinato e intorcigliato. Alla fine il presidente della
commissione ha detto che ciò che non sono riuscito a esprimere a parole l’ho
esperesso nel tema che è stato da 15! 15! Io che prendo 15 ad un tema! La
commissione anche ha letto il tema e si è complimentata perché è stato così
bello che il prof di italiano avrebbe voluto mettermi 15 con lode (ma non
esiste) e non voleva mettere 15 a nessun altro compito… ma non poteva!
Soddisfazione con riserva, insomma. Ad agosto più o meno la
risposta del punteggio definitivo.
In realtà, dopo che sono uscito e la commissione ha deciso
il voto, la prof di francese, che è emotiva, è uscita con le lacrime: avrebbero
voluto mettermi di più, ma non sono stato un granché. Chissà se poi potrò
rifarmi a qualche altra interrogazione, magari all’università….
Durante l’esame i prof sentendo che non andrò all’università
perché mio padre non vuole, loro hanno detto che devo continuare!
L’hanno detto per incoraggiamento o perché davvero merito?
In occasione di questa giornata, comunque, non posso che
pubblicare un testo… liberatorio!
“Libero” di Fabrizio Moro, canzone che fa anche da sigla al
telefilm “I liceali”.
“Mi domando perché quando vivi aspettando / un giorno passa
lentamente come fosse un anno / Mi domando perché non sono nato nel 50 / Avrei
saputo cosa fare io negli anni 70 / Mi domando se sei mia oppure fai finta / E
se alla fine dei fatti essere onesti conta / Mi domando se la storia è stata
scritta dagli eroi / O da qualcuno che pensava solamente ai cazzi suoi / Mi
domando perché mi fa schifo la mia faccia / A volte si e a volte no / Perché a
volte voglio avere solo quello che non ho /
Mi domando soltanto perché / Gesù Cristo è morto in croce per me. / Voglio
sentirmi libero da questa onda / Libero dalla convinzione che la terra è tonda /
Libero libero davvero non per fare il duro / Libero libero dalla paura del
futuro / Libero perché ognuno è libero di andare / Libero da una storia che è
finita male / E da uomo libero ricominciare / Perché la libertà è sacra come il
pane / E’ sacra come il pane. / Mi domando perché pensare troppo mi turba /
E se una volta almeno mio padre ha fumato l’erba / Mi domando se avrò un figlio
/ E se mio figlio mi odierà / Perché purtroppo si odia / Chi troppo amore ci
da’ / Mi domando se la mia è una vita felice / E so rispondere solo che mi
piace. / Voglio sentirmi libero da questa onda / Libero dalla convinzione
che la terra è tonda / Libero libero davvero non per fare il duro / Libero
libero dalla paura del futuro / Libero perché ognuno è libero di andare / Libero
da una storia che è finita male / E da uomo libero ricominciare / Perché la libertà
è sacra come il pane / E’ sacra come il pane”
Troppo bello! Impossibile non rimanerne affascinati! È
quello che penso io questo testo! Entro stasera il pc uscirà una spranga e me
la darà prima sulle gambe e poi intesta perché la sto mettendo un po’ tante
volte!
Ok, non so cosa farò ora.. L’unica cosa certa è che sto
distruggendo tutto ciò che mi ricorda la scuola: “Libero da una storia che è
finita male”!
A risentirci!
Nessun commento:
Posta un commento